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Tecniche di controllo formale

Prof. S.Bistarelli. Seminario di “Sicurezza”. Tecniche di controllo formale. Martino Angela. a.a. 2007-2008. Cosa sono. Venire incontro alle esigenze. Sono dei linguaggi che vengono usati per la rappresentazione del comportamento e la descrizione di sistemi informatici.

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Tecniche di controllo formale

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Presentation Transcript


  1. Prof. S.Bistarelli Seminario di “Sicurezza” Tecniche di controllo formale Martino Angela a.a. 2007-2008

  2. Cosa sono Venire incontro alle esigenze. Sono dei linguaggi che vengono usati per la rappresentazione del comportamento e la descrizione di sistemi informatici. - Sintassi ben definita. - Semantica di base. - Sistema logico-matematico come struttura sottostante. Approccio induttivo vs Model checking technique Premesse  Proprietà Logica temporale; tabella di verità Utilizzo, grado di automazione, completezza, dominio, pre/post sviluppo

  3. Inductive verification tecnique • Usate per problematiche poco complesse. • Forniscono tecniche per provare teoremi. • Mostrano come una specifica di sistema incontra un insieme di proprietà. • Più step. • Theorem prover (trova prove intermedie). • Interazione con l’utilizzatore (lemmi). • Fase di progettazione del prodotto. Model checking technique Ammette stati transitori - Fatto su misura per lo strumento che lo utilizza - Poche interazioni - Equivalenza modello e proprietà desiderata - Test sui prodotti -

  4. Specifiche formali E’ la descrizione dettagliata delle caratteristiche di un sistema o di un programma. E’ una specifica scritta in un linguaggio formale con una sintassi ristretta e ben definita basata su concetti matematici fondamentali. Special • E’ un linguaggio di primo livello basato sulla logica e sviluppatoda SRI international. • Linguaggio non procedurale. • Ricchezza espressiva (Union, Diff, End, Or, forAll, Ε, If-Then-Else…) - Moduli (Predefiniti, funzioni, parametri, asserzioni, tipi di dato) > manipolazione Designator, Boolean.. Globali o interne, informazioni sullo stato del sistema. Costruiti intorno al modulo, usati per la dimostrazione di teoremi.

  5. Le prime tecniche di verifica formale I primi metodi cercavano di meccanizzare e formalizzare le fasi di sviluppo di alcuni processi, portando ai moderni modelli di controllo e all’analisi di protocolli di comunicazione. Tra i primi The Enhanced Hierarchical Development Methodology (EHDM) Forniva modelli di progettazione per l’implementazione di specifiche e verifiche usando il concetto di successivi miglioramenti delle stesse. Si creava una gerarchia di macchine astratte ed il passaggio delle informazioni in essa accresceva il livello di dettaglio. La macchina astratta(AM) era dotata di un insieme di moduli di specifiche scritte in Special, strumenti di supporto, controlli sintattici, mappe tra coppie di macchine

  6. The Hierarchical Development Methodology (EHDM) Hdm of sri international E’ una metodologia pensata come una Struttura gerarchica di base che doveva essere di supporto alle fasi di progettazione e implementazione di programmi generici Supporta la descrizione di un sistema a vari livelli di astrazione usando uno specifico linguaggio,tecniche di verifica per dimostrare che i successivi livelli di astrazione fossero consistenti Multilevel Security Tool: MLS tool il primo model checking MLS generator per generare formule per raffinare le specifiche (Vc) L’input fornito era una specifica formale in SPECIAL Strumento completamente automatico per verificare le proprietà del sistema,le violazioni delle specifiche descrittive Theorem prover processava le formule del programma e forniva una lista di quelle che fallivano/superavano il test

  7. I livelli di astrazione di HDM Requirements La gerarchia inizia con l’analisi e l’accettazione di alcuni requisiti Model che venivano estesi in un modello coerente che veniva testato e rappresentava la base delle verifiche degli altri livelli External interfaces AM1 La prima A.M. era generalmente un’interfaccia per specifiche fornite dall’esterno. Attraverso le funzioni implementate in termini di chiamate al livello più basso, i programmi venivano scritti in un linguaggio comprensibile al livello successivo (linguaggio intermedio). Abstract machine AM2 Il più basso livello è rappresentato dalla macchina primitiva, vista come una combinazione di hw e sw, che verificava il processo in esecuzione. Primitive machine AMn

  8. Il funzionamento In ogni macchina astratta venivano implementate delle funzioni in termini di chiamate al livello più basso che erano riunite in un programma.. Il programma risultante veniva mandato ad un traduttore che lo indirizzava nel Common Internal Form (CIF), che lo rendeva comprensibile agli strumenti del sistema il quale usando la traccia i due livelli di specifiche erano tradotte in un linguaggio intermedio. Questo linguaggio insieme al CIF generava condizioni di verifica al dispositivo Boyer-Moore theorem prover. L’esattezza del CIF (corrispondenza con il programma) implicava la correttezza della reale implementazione verifica AMk Translator Linguaggio intermedio CIF Mapping specification Verification condition generator AMk+1 Specifica del modello Theorem prover Proof results

  9. . The Boyer-Moore Theorem Prover L’utente deve fornire assiomi,teoremi,lemmata, necessari durante il processo dimostrativo (rispetto di proprietà transitiva/riflessiva/simmetria). Conoscenze dell’utente VCs: Verification Condition, condizioni che dovevano essere verificate provenienti dal Generator. Traccia delle vecchie dimostrazioni Eseguiva la formula in una serie di passi - Semplificare la formula (uso costrutti logici,lemmi). - Riformulare la dichiarazione scambiando termini con altri più facili. - Eguaglianze sostitutive: sostituire i vincoli con altri equivalenti. - Generalizzare la formula: variabili al posto delle regole già dimostrate. - Eliminazione dei termini irrilevanti. - [Induzione per provare teoremi quando necessario] Usciva appena ritornava una soluzione altrimenti andava al passo successivo.

  10. Prototipe Verification System Fu costruito come un prototipo da utilizzare per la verifica di modelli quali EHDM e HDM Mette a disposizione specifiche di controllo, dimostrazioni in un linguaggio leggibile ma non forniva una dettagliata metodologia di sviluppo  serve per spiegare dimostrazioni e teoremi in passi successivi Strumenti Si serve di un dispositivo di dimostrazione di teoremi molto interattivo: Theorem prover. Proof checker: Strumento di controllo (grammaticale e sintattico). Declaration: Dichiarazioni per la teoria. Libreria interna: Preludes. Costrutti: Sottotipi, record, tipi di dato.

  11. Il processo dimostrativo si divide in 4 fasi: • Fase esplorativa: La specifica viene ripulita. • Fase di sviluppo: Si lavora sull’efficienza della dimostrazione. • Fase di presentazione: La prova viene ulteriormente raffinata e controllata. • Generalizzazione: Si analizza la dimostrazione per apprendere. Il proof checker analizza la conclusione, progressivamente ricava deduzioni, scopre dei sottobiettivi e le fasi vengono ripetute fino al raggiungimento del sottobiettivo più banale, controllando che i vincoli vengano rispettati. Deduzioni primitive: - Regole proposizionali: Tagliare il problema in parti più piccole. - Regole per quantificare: Variabili di tipo non numerico. - Regole di eguaglianza: Come il rimpiazzo di una parte di eguaglianza premessa da un’altra. - Lemmi, assiomi, procedure decisionali…

  12. Symbolic Model Verifier (SMV) E’ basato sulla logica degli alberi logici (CTL) alle connessioni è attribuito un peso temporale. La connessione è rappresentata da 2 lettere: 1°) A= inevitabile’per tutti i percorsi’, E = possibilita ’per almeno un percorso’ x= prox stato f=qualche stato futuro g= tutti gli stati u = finchè 2°) AX=in tutto il prossimo cammino EX= c’è almeno un prossimo cammino • Questi programmi usano la logica CTL per esprimere le loro proprietà. • Le loro capacità sono: • Verità della specifica in tutti gli stati • Traccia delle operazioni svolte in esecuzione • Sono formati da diversi moduli (Main identifica la radice) • Può avere diversi tipi di espressioni: VAR, ASSIGN,INVAR, DEFINE,SPEC..

  13. stato iniziale p1, p3 s0 Modello rappresentativo del sistema… Sistema M con 3 stati possibili: s0 s1 s2 p1 s1 p2, p3 s2 Passaggio da uno stato all’altro Atomo del sistema che si trova in quello stato p Stati di transizione possibili: s0s1 s0s2 s1s0 s1s2 s2s2 s0 s1 s2 p1 è vero in s1 (p1 e p2) veri in s0 (p2 p3) in s2 s2 s0 s2 s2 s2 Grafico districato: percorsi computazionali iniziando da uno stato s2

  14. Un altro esempio Stato iniziale del sistema (n1,n2) Il programma deve tradurre le proprietà di un sistema in elementi grafici s0 (t1,n2) (n1,t2) s5 s1 Si dota un sistema di proprietà che ne ‘anticipino’ la conclusione (c1,n2) (t1,t2) (t1,t2) (n1,c2) s2 s8 s6 s3 2 sistemi concorrenti che dividono una risorsa e non hanno accesso ad essa insieme (c1,t2) (t1,c2) s4 s7 - Quale processo (p1 / p2) può entrare nella zona critica a quel tempo? 3 stati possibili: Ni il processo i non tenta di entrare Tiil processo i tenta di entrare Ci il pocesso i si trova nella zona critica N T C Stati possibili del sistema: (n1,n2), (n1,t2), (n1,c2), (t1,n2), (t1,t2), (t1,c2), (c1,n2), (c1,t2) (c1,c2).

  15. Stato iniziale del sistema (n1,n2) s0 (t1,n2) (n1,t2) s5 s1 (c1,n2) (t1,t2) (t1,t2) (n1,c2) s2 s8 s6 s3 Il grafico rappresenta le seguenti proprietà: (c1,t2) (t1,c2) s4 s7 Safety: Solo un processo può accedere alla risorsa ad un determinato tempo:  In tutti i cammini c1 e c2 non possono apparire simultaneamente.  AG ¬(c1Λ c2) Nonblocking: Un processo può sempre chiedere di entrare:  Per ogni cammino ha un successore ti.  AG (ni → EXti) Liveness: Un processo tenta di entrare ed eventualmente ce la fa:  Per tutti i cammini se ti è vero nei passi futuri ci sarà ci.  AG (ti → AFci)

  16. Analizzatore di protocolli per i laboratori di ricerca navale Serve per crittografare protocolli, la loro autenticazione e i protocolli di distribuzione di chiavi. Usa il Prolog Presupposto: Intrusi alla scoperta di informazioni per accedere ai messaggi scambiati L’utente specifica gli stati ‘nonsicuro’ e ne prova la raggiungibilità NPA Temporal Requirements Language:Esprime generici requisiti di distribuzione delle chiavi in base alle esigenze Contribuisce allo sviluppo di CAPSL (Common Autentication Protocol Specification Language): Specifiche sul protocollo d’origine  Traduttore  Linguaggio supportato dal sistema Protocol specification – types spec. – environment

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