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Implicature

Implicature. Implicature vs presupposizioni. Diversamente dalle presupposizioni, le implicature non hanno la natura di uno sfondo dato per scontato, ma aggiungono una informazione, che corregge o sostituisce quelle fornite esplicitamente dal testo.

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  1. Implicature

  2. Implicature vs presupposizioni • Diversamente dalle presupposizioni, le implicature non hanno la natura di uno sfondo dato per scontato, ma aggiungono una informazione, che corregge o sostituisce quelle fornite esplicitamente dal testo. • Diversamente dalla presupposizione, l’implicatura non coincide mai con qualcosa che il testo, nello stesso segmento testuale che attiva l’implicatura, formula anche esplicitamente. • La presupposizione economizza, le implicature arricchiscono: completano, complicano, colorano, sfumano • Le presupposizioni ricattano tacitamente l’interlocutore, le implicature lo seducono, inducono il ricevente a recuperare il messaggio anziché imporglielo. (Sbisà 2007)

  3. Paul Grice(Birmingham,1913-1988) Testi di riferimento: Logic and Conversation, 1967, trad. it. in Gli Atti linguistici, a cura di M. Sbisà, Feltrinelli, 1978, pp. 199-219; Grice, Logica e conversazione. Saggi su intenzione, significato e comunicazione, il Mulino, 1993 (ed. or. 1989)

  4. Significato e implicatura • Il significato è un’intenzione complessa del parlante e comprende sia il dire che l’implicare • L’implicatura è sostanzialmente un significato (un’intenzione comunicativa) aggiuntivo rispetto a quanto viene detto esplicitamente, cioè rispetto alla componente vero-condizionale dell’enunciato • Con le indagini sulle implicature, Grice va oltre il problema del significato come condizione di verità, fino a comprendere nella teoria del significato anche gli aspetti pragmatici.

  5. Cosa vuol dire comunicare? • Produrre intenzionalmente certi effetti (credenze e azioni) su qualche altro essere umano, e far sì che il destinatario riconosca le intenzioni comunicative dell’emittente. • È essenziale che l’intenzione del parlante sia riconosciuta dall’interlocutore: raggiungere lo stato di conoscenza reciproca di una intenzione comunicativa è essere riusciti a comunicare (Bazzanella 2005:171) • La comunicazione è per Grice essenzialmente la produzione intenzionale e razionale da parte di un emittente di credenze e azioni in un destinatario (Cosenza 1997: 12)

  6. Logica della conversazione(Grice) Intenzione riflessiva Parlante A Ascoltatore B Comprensione: riconoscimento delle intenzioni di A

  7. Significato dell’enunciato e significato del parlante • Distinzione tra ciò che l’enunciato dice e ciò che il parlante implica usando quel determinato enunciato in quel determinato contesto. • Il significato dell’enunciato è una questione semantica, e si ottiene combinando il significato degli elementi sulla base di regole sintattiche • Il significato del parlante è tutto ciò che il parlante potrebbe voler dire con il suo proferimento, ed è una questione pragmatica.

  8. Significato letterale e significato non letterale Significato letterale: convenzionale (piano semantico) Significato non letterale: non convenzionale, dipendente dal parlante e dalla situazione enunciativa (piano pragmatico) Questione dell’implicito, del non-detto: come si può calcolare il significato del parlante e di ciò che si vuole intendere quando non coincide con il significato dell’enunciato e con ciò che si dice? Come si possono riconoscere le intenzioni del parlante in un quadro di razionalità?

  9. Principio di cooperazione • Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato. Presupposto: condivisione di uno scopo La conversazione è un’attività sociale regolata, basata sul principio di cooperazione e il possesso di uno scopo comune, sulla negoziazione del senso da attribuire agli atti linguistici prodotti dai parlanti.

  10. Massime conversazionali • Quantità Dai un contributo tanto informativo quanto è richiesto Non dare un contributo più informativo di quanto è richiesto • Qualità Tenta di dare un contributo che sia vero Non dire ciò che credi falso Non dire ciò di cui non hai prove adeguate • Relazione Sii pertinente • Modo Sii perspicuo: Evita l’oscurità di espressione Evita le ambiguità Sii breve Sii ordinato nell’esposizione

  11. Pragmatica e retorica • Nelle massime si ritrovano le nozioni proposte dalla retorica classica come requisiti di una comunicazione efficace: • la prima è l’equivalente del quantum opus est e del quantum satis est; • la seconda allude alla verosimiglianza della retorica classica; • la terza era stata sviluppata dalla retorica classica nelle casistiche relative alla narrazione e alla argomentazione: non divagare (anche se le digressioni sono parte delle strategie retoriche centrate sul mantenimento dell’attenzione) • relativamente alla quarta, gli accostamenti sono molti: la perspicuitas era considerata una delle virtù dell’eloquenza, così la brevitas (figura di pensiero); la dispositiosi occupa dell’ordine del discorso; sull’ambiguità gli antichi retori hanno molto discusso (Mortara Garavelli, Manuale di Retorica, il Mulino, 1994, pp. 69-70). Su pragmatica e retorica: F. Venier, Il potere del discorso, Retorica e pragmatica linguistica, Carocci, 2008

  12. Punti di orientamento in una interazione cooperativa e razionale 1.Quantità: ci si aspetta un contributo alla interazione commisurato alla richiesta (né più né meno); 2. Qualità: ci si aspetta un contributo autentico, non falso, menzognero; 3. Relazione, connessa al grado di congruenza fra i contributi: ci si aspetta un contributo pertinente alla fase della interazione; 4. Modalità: ci si aspetta che il contributo sia esplicito, eviti ambiguità, confusioni.

  13. Possibili violazioni delle massime • Non esplicita (intenzione di ingannare) • Uscita esplicita dal raggio di azione della massima e del principio di cooperazione (es. “questo è tutto quello che posso dire”) • Conflitto tra il rispetto di una massima (ad es. della Quantità) e quello di un’altra (ad es. del Modo): tra richiesta di esaustività e criterio di economicità • Ostentazione della violazione: attiva una implicatura conversazionale, tipo di inferenza intenzionale, esterna al contenuto semantico dell’enunciato.

  14. “…l’ambizione fondamentale di Grice è quella di rendere conto in un’unica teoria complessiva e sistematica sia del modo in cui le intenzioni dei singoli individui entrano in gioco nella comunicazione, sia del modo in cui questa è determinata da convenzioni e pratiche regolari.” (Cosenza, Intenzioni, significato, comunicazione, 1997: 13)

  15. Implicature conversazionali

  16. Inferenze prodotte dagli interlocutori a partire dal presupposto del rispetto del principio di cooperazione e delle massime conversazionali: quando le massime non vengono rispettate, gli ascoltatori ricercano un livello più profondo sulla cui base, con un procedimento inferenziale, poter calcolare il significato inteso dal parlante (significato occasionale). • Diversamente dalle implicature convenzionali (vedi oltre), attivate da meccanismi semantici, le implicature conversazionali sono attivate da meccanismi pragmatico-retorici. • Secondo Venier (Il potere del discorso. Retorica e pragmatica linguistica, Carocci, 2008:40) la teoria dell’implicatura “potrebbe essere riletta come teoria del recupero delle parti non esplicite dell’entimema”.

  17. Implicature di prevenzione • Le implicature di prevenzione si attivano di fronte al fatto che il parlante ha detto qualcosa ma quanto detto è apparentemente in contrasto con il contesto del discorso, incoerente o contraddittorio (casi diffusi negli usi quotidiani). • Es. A. Dov’è Carlo? B. C’è una VW gialla davanti alla casa di Anna (Levinson 1985:114) La risposta di B è apparentemente incoerente (violazione della massima della relazione), ma segnala un intento cooperativo: rispondere pur non possedendo informazioni sufficienti. • Secondo Sbisà queste implicature sono più frequenti nei testi informativi.

  18. Implicature di riparazione • Le implicature di riparazione sono attivate quando il parlante “fa mostra di dire qualcosa”, ma lo fa attraverso una violazione ostentata della massima conversazionale -> es. Tropi • Secondo Sbisà queste implicature sono più frequenti nei testi letterari e poetici.

  19. Implicature e figure retoriche • La riflessione sul detto non-detto consente di spiegare anche la figuralità come ostentazione di un non dire, mette in luce cioè la funzionalità argomentativa delle figure • Tautologia, ironia, metafora, litote, eufemismo, e iperbole (tutti tropi, cioè trasferimenti di significato da un elemento a un altro) possono essere riletti in termini di implicatura. • Se non si può immaginare un grado zero del nostro dire, rispetto a cui la figuralità sarebbe una sorta di sovrastruttura, il funzionamento delle figure può essere però spiegato in base a una competenza strutturata secondo regolarità che definiscono e delimitano il campo operativo del parlante e l’orizzonte di attesa dell’ascoltatore, consentendo così di marcare lo scarto, che dipende sempre da testo e contesto.

  20. Implicature connesse alla massima di Quantità • 1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto • 2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto

  21. 1. Rendi il tuo contributo tanto informativo quanto è richiesto Di fronte a un enunciato che presenta un basso grado di informatività, ci si chiede se e a quali condizioni l’informazione fornita può essere considerata sufficiente, e altrimenti perché il parlante si è limitato a fornire informazioni in quella quantità.

  22. All’Onu si era rivolto sabato anche il capo del Fronte di salvezza islamico (Fis, illegale) algerino, Abassi Madani, che ha fatto sapere di essere pronto a lanciare “immediatamente” un appello perché si ponga fine alla violenza in Algeria. Punta l’attenzione su una fase dell’agire solo preparatoria (vedi analisi semiotica): l’effettiva esecuzione non è inclusa e viene implicato che non ha ancora avuto luogo.

  23. […] in Francia […], antichi vulcani, attivi circa un milione di anni fa, hanno dato origine a una catena di rilievi tondeggianti, chiamati Pays[…] Non specificando se i vulcani attivi un milione di anni fa sono attivi tuttora, si comunica implicitamente che tali vulcani non sono più attivi. G. Ferrara, «Il Giornale», 8.5.2011 “Di Rosa Russo Jervolino so poco. So quanto basta” Davide Boni, intervistato a «Radio 24», 24.5.2011, h 8,20 D: Speranze di vittoria, ci sono? R: Guardi, noi abbiamo l’indicazione di portare la partita fino in fondo

  24. Tautologia La tautologia (“la guerra è guerra”) è totalmente non informativa, perciò è una evidente violazione della massima della Quantità. È dunque informativa a livello di ciò che si implica, e il fatto che l’ascoltatore identifichi il contenuto informativo a questo livello dipende dalla sua abilità di spiegare il fatto che il parlante abbia selezionato questa particolare tautologia. R. Zaccaria, «L’Unità», 21.5.2011 Poi le elezioni sono andate come sono andate.

  25. Litote Litotes = semplicità, diminuzione, attenuazione. Finge di indebolire l’espressione per renderla più forte, dice meno per intendere di più (es. Sono un po’ stanco, per “sono sfinito”). Già Fontanier (Le figure del discorso, 1827-30) descriveva la litote come “l’arte di mostrare di attenuare, mediante l’espressione, un pensiero di cui si vuole conservare tutta la forza. Si dice meno di ciò che si pensa; ma si farà intendere più di quanto si dica”. La forza di cui parla Fontanier è l’eccedenza di senso, il plusvalore comunicativo, che caratterizza il livello retorico dell’enunciazione. (Mortara Garavelli, Manuale di retorica, il Mulino, p. 179). Beccaria, Dizionario di linguistica, e di filologia, metrica e retorica, Einaudi, 1994: «Da un punto di vista formale si tratta di una perifrasi che ha la struttura sintattica della negazione del contrario (ad es. “Non è male”, “non è antipatico”), con evidenti legami con l’ironia e l’eufemismo. Da un punto di vista funzionale, la tradizione attribuisce alla litote l’effetto di una iperbole. Con la litote formalmente si attenua, funzionalmente si rafforza.»

  26. Litote e implicatura Ancora Beccaria: «È chiaro il ruolo decisivo dell’interlocutore [..]: alla deresponsabilizzazione attuata attraverso il dire di meno della litote corrisponde una speculare attribuzione di responsabilità al destinatario, chiamato in causa a ricostruire non solo gli effetti pragmatici, ma anche quelli semantici dell’enunciazione.[…] risponde a esigenze di tatto e prudenza, […], [è] l’alleata di un dire sorvegliato che lascia spazio a ripensamenti e a riaggiustamenti in diverse direzioni argomentative.» Attiva dunque una implicatura di riparazione, in quanto è violazione sia della massima della Quantità che della massima della Qualità. L’esempio di Grice è “Sapendo che un tale ha spaccato tutti i mobili, dire di lui «Era un po’ brillo»”

  27. Belpietro, «Libero», 21.5.2011 Il governo non attraversa uno dei suoi periodi migliori (litote), come sempre accade ad un esecutivo a metà legislatura, quando è esaurita la luna di miele e gli elettori ancora non vedono (presupposizioni) gli effetti delle decisioni prese. Paolo Rodari,« Il Foglio», 21.5. 2011, p. 5 La notizia non è di poco conto (litote). La comunità cistercense, infatti, è una presenza storica a Roma (implicatura convenzionale) […] […]C’è un dispaccio vaticano che parla di «problemi nella conduzione della comunità». Mentre diverse voci anonime riferiscono di rapporti di amicizia «non del tutto ortodossi» (litote) tra alcuni monaci. Che può significare tanto ma anche nulla (tematizzazione esplicita della violazione della massima della Quantità)

  28. Implicature associate alla negazione (di prevenzione) Casi in cui si può essere incerti se il riferimento corretto sia alla Quantità o alla Relazione: un enunciato negativo, per risultare pienamente cooperativo, deve giustificare la sua pertinenza oppure riscattare il suo scarso grado di informatività. Dal punto di vista di chi è in cerca di informazioni sul mondo, un enunciato negativo non dà la quantità di informazione desiderata, a meno che non lo si possa integrare con una opportuna implicatura di prevenzione che potrà prendere due direzioni: • Giustificare il fatto che l’informazione richiesta è proprio quella negativa (perché le circostanze richiedono di escludere una ipotesi piuttosto che di affermarne un’altra) • Suggerire una alternativa positiva allo stato di cose negato (che tipicamente consisterà nella affermazione dello stato di cose contrario)

  29. Interpretazione alla luce della massima della Relazione: l’enunciato negativo comunica implicitamente che l’ipotesi negata deve essere in qualche modo saliente e suggerisce anche perché (per esempio, perché qualcuno l’ha avanzata). Sette bambini e un impero come quello pilotato dal marito Steven Spielberg, che la rende partecipe di ogni decisione, non impediscono a Kate Capshaw, 46 anni, di avere una vita autonoma.

  30. 2. Non rendere il tuo contributo più informativo di quanto è richiesto. La quantità di informazione fornita non deve essere eccessiva rispetto agli scopi della comunicazione: • Es. Sbisà, p. 137: Sparta era governata da un’aristocrazia di guerrieri che sfruttavano il lavoro di popolazioni locali ridotte in servitù, gli iloti. - > L’aristocrazia di guerrieri che governava Sparta non era locale. • Anche il riferimento all’etnia nel caso di attori criminali può attivare l’implicatura che i cittadini provenienti da un certo paese siano tendenzialmente criminali

  31. Pleonasmo La massima della Quantità viene violata anche dal pleonasmo, ridondanza stilistica retoricamente marcata: distrae l’attenzione e complica il discorso con il rischio di renderlo equivoco (Se a me mi cambia l’editore, a me non me ne importa nulla: da un intervista televisiva a Montanelli, 26.4.88, cit. in Mortara Garavelli 1988:297) Spesso associato al DIL (La Gina non lo sapeva, lei, di dover andarsene). In pragmatica gli elementi ridondanti assumono un funzione di marcatezza retorica, di messa in rilievo della parte ripetuta, che diviene così il centro d’interesse, il focus informativo dell’enunciato. Analoga al pleonasmo è la perissologia: l’enunciazione sovrabbondante e superflua di informazioni già espresse o implicate dal senso di ciò che si sta dicendo, perifrasi che fa zavorra, ridondanza che disturba la comunicazione invece di favorirla. Come amplificazione stilisticamente e semanticamente giustificata, la perissologia si manifesta in figure della sinonimia e dell’accumulazione (Mortara Garavelli, 1988:121-2)

  32. Implicature secondo la Qualità • La massima della Qualità può essere violata in molti modi: • Se l’informazione fornita non può essere ritenuta attendibile perché non appare giustificata (con prove o ragioni adducibili a sostegno) • Se il contributo si presta a una interpretazione contraddittoria ed è impossibile costruire un quadro coerente della informazione fornita • Se c’è il sospetto che il parlante non eviti con sufficiente rigore di dire cose che ritiene false • La comprensione cooperativa legge le potenziali contraddizioni cercandone la motivazione e vedendovi una coerenza con il resto del discorso.

  33. Delegare una enunciazione a un’altra fonte enunciativa implica una violazione della massima della Qualità (che attiva implicature di prevenzione). • Ad esempio nelle recensioni di un libro, di un film, di uno spettacolo: “Al pubblico è piaciuto” (implicatura: “a me non del tutto”): il distanziamento dalla responsabilità enunciativa implica che non condivido pienamente il giudizio. Interpretabile anche come enallage: sganciamento dell’origine deittica dalle coordinate personali e spazio-temporali. Ma la violazione può essere interpretata anche come indicativa di una scarsa autoconsiderazione dell’enunciatore, che non ritenendosi sufficientemente competente, delega il parere a un esperto, al pubblico ecc.

  34. La metafora • Eco, Semiotica e filosofia del linguaggio, Einaudi, 1984: «la metafora è uno strumento di conoscenza additiva, non sostitutiva», ci mostra sotto forma di percezione sincretica di due o più entità concettuali qualcosa che ancora non sapevamo, in caso contrario sarebbe inutilmente ridondante e tautologica. • Si basa sullo sfruttamento della massima della qualità, in quanto comporta una falsità categoriale (che attiva implicature di riparazione).

  35. Es. di Sbisà: […] l’asimmetria è presente anche nelle particelle elementari […] tanto che Chien Shiung Wu, fisico di notevole valore che lavora alla Columbia University, ha commentato che Dio dev’essere mancino. L’enunciato Dio dev’essere mancino viola la massima della Qualità e dunque va interpretato in modo metaforico. Scalfari su RE, 22.5.2011 […] la fascinazione mediatica del Cavaliere di Arcore è ormai diventata una logora liturgia che non riesce più a sedurre i fedeli ormai in libera uscita.

  36. «Il Fatto», 3.12.2012, p. 5 T. E oggi il movimento sceglie i candidati “…altra stanza dove il potere romano è sempre stato di casa e dove i leghisti, nel lontano 1994, scesi da marziani, si trasformarono in terrestri il giorno successivo…” «Il Giornale», 3.12.2012 Dal 2009 [Oscar Giannino] ha due cattedre, dalle quali sdottora ogni giorno con seguito crescente, accentuato dalla palude in cui è caduto il centrodestra. ]…] [..]al suo secondo pulpito […] […] nella convinzione di trovarsi di fronte a un rito dell’intelligenza cui ha l’onore di essere ammessa[…] […] per gli orfani del centro-destra a Nord del Po, Oscar è una reliquia […]

  37. L’ironia • Grice colloca l’ironia tra le violazioni della massima della qualità • Si tratta anche di una forma di disconferma, di svalutazione della parola altrui • Va ricondotta al fenomeno della polifonia: presenza nello stesso enunciato di due voci, di cui una si oppone all’altra (Mizzau, L’ironia. La contraddizione consentita, Feltrinelli, 1984).

  38. «Il Foglio», 3.5.2011, Andrea’s Version Avranno anche restituito un po’ di orgoglio all’America, ridato ossigeno all’amor proprio, sollevato entusiasmi, avranno pure messo la parola fine a quello che dopo l’11 settembre sembrava un incubo inafferabile. Avranno forse dimostrato che le barbe finte della Cia sanno ancora combinare qualcosa e saranno riusciti, probabilmente, a convincere i più scettici che doveva pur esistere qualche motivo, se nemmeno Obama aveva accettato di chiudere Guantanamo. Potrà avere talune ragioni anche Hillary Clinton, a dire che Bin Laden era altresì un mortale nemico dell’Islam, e a sostenere che la storia dovrà ricordarsi di come il principale tra i terroristi sia stato tolto dalla scena “mentre nel mondo arabo avanzavano le richieste di libertà e di democrazia”. Sarà tutto vero, tutto giusto, tutto soddisfacente e sarà quindi inevitabile che, da sinistra a destra, tutti, ma proprio tutti, applaudano. Noi vorremmo semplicemente far notare, dopo l’animata discussione cui abbiamo assistito, che quei crumiri dei Navy Seal hanno lavorato il 1° maggio.

  39. S. Rodotà, RE, 27.4.2011 Sia lode al presidente del Consiglio. Con la disinvoltura che lo contraddistingue ha svelato le vere carte del governo sul nucleare, carte peraltro niente affatto coperte.

  40. N. Porro, «Il Fatto», 21.5.2011 Bertelli solo pochi mesi fa consegnava ad Aldo Cazzullo, sul Corriere della sera, alcune considerazioni che riportiamo: «L’impresa deve insegnare a collaboratori e dipendenti l’appartenenza, a essere compartecipi di un processo che porta risultati, che mantiene famiglie, che manda bambini a scuola, che trasmette l’orgoglio di far parte di un Paese. La politica deve ricreare le condizioni dell’appartenenza, che sono fondamentali per chiunque: l’identità italiana, il rischio d’impresa, lo sviluppo, la ricerca». Belle parole, non c’è che dire. Magari, sapendo che si stava preparando a vendere un quinto della propria azienda ai cinesi, per spuntare legittime condizioni e prezzi migliori, la pappina sull’«orgoglio del paese», l’«identità italiana» poteva risparmiarcela.

  41. Implicature secondo la Relazione • Grande influenza della massima di Relazione nelle implicature conversazionali --> teoria della Pertinenza • La Pertinenza non riguarda l’oggetto del discorso o la focalizzazione dell’attenzione sulle sue proprietà, ma l’enunciato, che deve risultare un contributo conversazionale pertinente rispetto al discorso o alla situazione comunicativa.

  42. Relazione e pertinenza • Sperber e Wilson (Relevance. Communication and Cognition Blackwell 1986/1995) considerano sufficiente la massima di Relazione, fondata sul principio di Pertinenza. • Tale principio sarebbe innato e verrebbe seguito automaticamente dalla mente, che tende a processare tutti gli stimoli che riceve per ricavarne il massimo di informazione con il minimo sforzo. • Critiche di Sbisà a questo appiattimento delle massime, che riduce le strategie argomentative a supporto degli impliciti: • la teoria di Sperber e Wilson è una teoria cognitiva della comprensione, una ipotesi sul funzionamento effettivo della mente • Quella di Grice è una ricostruzione razionale dei percorsi di comprensione, che si interroga sulla legittimità di certe attribuzioni di senso implicito e sui modi a disposizione del parlante per giustificarle.

  43. Relazioni fra enunciati Assumere che la massima di Relazione sia rispettata comporta assumere che un enunciato sia la prosecuzione pertinente di ciò che lo precede e cercare di ricostruirla • Accostamenti tematici Esempio: I Franchi […] nutrivano per di più grandi ideali e dividevano il mondo tra cristiani e infedeli (pagani e musulmani) Nella scrittura giornalistica spesso gli accostamenti tematici da elaborare mediante l’assunto della pertinenza servono a comunicare implicitamente il messaggio centrale di un articolo. (vedi anche l’analisi semiotica delle isotopie e delle tematizzazioni nella impaginazione dei giornali)

  44. Coreferenze Gli accostamenti tra enunciati, sintagmi e parole vengono assunti come rispettosi della pertinenza, che così contribuisce alla coesione testuale La coesione è dunque una questione di Relazione, mentre la coerenza è una questione di Qualità Mentre la coerenza è data dall’assenza di contraddizione, la coesione riguarda la superficie del discorso, l’effetto di uniformità, la ricorrenza di forme ed elementi lessicali (vedi il problema della ripetizione e degli incapsulatori anaforici). Stabilire tra parti del testo connessioni che garantiscono la coesione del testo comporta spesso accettare assunti integrativi del senso del testo

  45. Variatio ed economia informativa Esempio: Sette bambini e un impero come quello pilotato dal marito […] non impediscono a Kate Capshaw […] di avere una vita autonoma. La bionda nata nel Texas e cresciuta nel Missouri dice che non ha mai chiesto al marito di essere scritturata per uno dei suoi film […] La signora più potente di Hollywood […] sta tifando […] per l’affermazione agli Oscar di “An American Beauty”.

  46. Incapsulatori anaforici (o nomi riassunto) Sintagmi nominali definiti o dimostrativi che hanno come antecedenti intere parti di testo. L’incapsulazione è dunque un meccanismo coesivo (Wanda D’Addio Colosimo). La connessione tra gli incapsulatori e le parti di testo antecedenti richiede un assunto di pertinenza e attiva implicature di prevenzione secondo la Relazione A volte quanto viene ripreso non è testualizzato ma è implicito nel testo. Congiungono dunque un aspetto presupposizionale (presupposizioni di esistenza) con l’attivazione di una implicatura di Relazione. Contribuiscono a categorizzare o classificare il materiale testuale che riprendono, in modi che al momento della prima formulazione non erano ovvi.

  47. Possono svolgere azione anaforica incapsulante: • Nomi generali: questa cosa, questo fatto, la situazione, la questione • Deverbali: il progetto, questo invito, l’innovazione, la chiusura • Nomi astratti assiologicamente neutri: questa fenomenologia, tale atteggiamento, tale prospettiva • Sintagmi più valutativi: questo declino, questo risultato • Sintagmi ancora più valutativi: questo increscioso episodio, tale condotta criminosa, questa delicata congiuntura, lo scandalo, questo ricatto, la tragedia (Caffi, Pragmatica, 2009, p. 106) • Nel caso di riprese con nomi generali (fatto, cosa, questione, faccenda, circostanza ecc.) si ha una riduzione della quantità di informazione; • nel caso degli altri nominali si ha invece un incremento di informazione.

  48. Qualche esempio • 1) Da una parte i gestori dei locali, che chiedono l’isola pedonale estiva già dal 15 febbraio. Dall’altra i comitati residenti, contrari ai progetti di chiusura definitiva, che preparano azioni legali nei confronti del Palazzo Marino. La contesa fra negozianti e abitanti sui Navigli non è mai stata così aspra (RE, 30.1.2009) • 2) Gerusalemme – Torna il terrore in Israele. Un’autobomba ha ferito dieci persone a Mea Shearim, il quartiere ultraortodosso della città santa. L’attentato è considerato il primo avvertimento al neo premier Ariel Sharon da parte degli estremisti palestinesi. Poco dopo l’esplosione, una telefonata ha rivendicato l’agguato a un’organizzazione finora sconosciuta, “Martiri di Shabra e Chatila” (RE, 9.2.2001)

  49. 3) E’ rimasta due ore incastrata tra le lamiere della sua Mercedes e, alla fine, è stata estratta dai vigili del fuoco. Silvia Soffiantini, una donna di 44 anni abitante a Chignolo Po, ha riportato la frattura del bacino e i medici del Pronto soccorso dell’ospedale San Matteo l’hanno giudicata guaribile in due mesi. Era alla guida della sua Mercedes che, all’incrocio della strada che porta a Monticelli Pavese, si è schiantata contro un camion. Il drammatico incidente stradale avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi (“la Provincia pavese, 11.2.2009)

  50. 4) Fa chiaro presto a Tokio, ma verso le cinque di mattina, oltre ai corvi che si cibano delle prelibatezze abbandonate agli angoli dei ristoranti, gli unici ad abitare la città sono gli uomini in coda ordinata, che aspettano la razione giornaliera di riso e proteine. Accade nella stazione di Shinjuku o a Sanya, a nordest di Tokio, o ancora a Osaka e a Nagoya, dove cresce quotidianamente il numero di persone senza lavoro e senza casa. Il Giappone è in piena recessione e i dati parlano chiaro: il Pil dell’ultimo trimestre 2008 ha perso il 12,7% rispetto all’anno precedente, Toyota e Nissan licenziano rispettivamente 40 mila e 20 mila dipendenti, persino Sony e altri colossi della moderna tecnologia tagliano personale. Davanti a questo disastro, il ministero del Lavoro ha annunciato che concederà per un anno un vero prestito a fondo perduto (RE, il Venerdì, 27.2.2009).

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