1 / 19

I care conoscere e riflettere per cambiare

I care conoscere e riflettere per cambiare. perche' dobbiamo ricordare? e che cosa bisogna ricordare?

duff
Télécharger la présentation

I care conoscere e riflettere per cambiare

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. I care conoscere e riflettere per cambiare

  2. perche' dobbiamo ricordare?e che cosa bisogna ricordare? Bisogna ricordare il Male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo bene anche quando si presenta in forme apparentemente innocue: quando si pensa che uno straniero, o un diverso da noi, e' un Nemico si pongono le premesse di una catena al cui termine , scrive Levi, c'e' il Lager, il campo di sterminio (V. Foa)

  3. Il vecchio razzismo si fondava su differenze di carattere fisico quello di oggi su differenze culturali Ieri si aspirava alla sottomissione di altre razze (Hitler all’eliminazione) Oggi si desidera l’allontanamento da noi (Todorov)

  4. Il modo migliore di combattere i campi è quello di rivelarne l’esistenza, di diffondere l’informazione Il totalitarismo non ha attecchito in chi ha opposto una resistenza morale con il proprio dissenso e difendendo la verità in pubblico (Todorov)

  5. Se morremo qui in silenzio come vogliono i nostri nemici, se non ritorneremo, il mondo non saprà di che cosa l’uomo è stato capace, di cosa è tuttora capace (P. Levi)

  6. L’intera storia del breve ‘Reich millenario’ può essere riletta come guerra contro la memoria (P. Levi)

  7. Dicono A. Bravo e D. Jalla nella prefazione a La vita offesa La memoria non è il magazzino del passato ma l’atto che lo richiama in vita dandogli senso

  8. La memoria dei deportati è difficile: non ha alleati La speranza di sopravvivere coincide con la speranza ossessiva di far sapere agli altri (La vita offesa)

  9. La memoria della deportazione nel nostro Paese non è diventata patrimonio comune I deportati italiani hanno avuto un rientro lento e difficile esso è stato trascurato e ostacolato dalle istituzioni In patria i deportati hanno conosciuto la solitudine (anche materiale) l’indifferenza il rifiuto (anche di veder pubblicate le loro memorie) Le associazioni dei deportati non hanno ricevuto alcun appoggio istituzionale

  10. La memoria della deportazione è frammentata deportati politici hanno avuto, nell’immediato, maggiore visibilità perché assimilati ai partigiani sono stati visti come combattenti deportati militari ignorati perché il rifiuto di arruolarsi nelle milizie della RSI è stato letto come un tradimento deportati ebrei sono stati ignorati lungamente perché visti come perdenti

  11. Ogni memoria è una costruzione narrativa necessaria ai vivi. due gli usi della memoria memoria collettiva costruita come identità, in una collettività possono esserci memorie divise e contrapposte (possono degenerare in fondamentalismi e/o guerre etniche) memoria come strumento di coscienza civile nel presente(ritenersi responsabili della propria storia anche quella che precede la propria vita) A. Rossi Doria

  12. La memoria può essere strumentalizzata e volta ai fini delle necessità del presente (es. la guerra tra fascismo e antifascismo nel dopoguerra si è trasformata in guerra tra democrazie occidentali e comunismo) Occorre situare i fenomeni storici nel loro contesto Oggi si assiste all’equiparazione degli opposti campi delle guerre civili e delle guerre europee e mondiali

  13. La condizione moderna impedisce che storia ed eventi possano riproporsi secondo forme tradizionali Oggi alla logica della potenza bisogna opporre la forza del pensiero con la costruzione quotidiana della libertà, dell’uguaglianza, della giustizia sociale

  14. Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che e' l'unico documento al mondo su cui si sono messi d'accordo tutti o quasi i popoli del pianeta. L'articolo uno di questa dichiarazione dice: "All human beings are born free and equal in dignity and rights. They are endowed with reason and conscience and should act towards one another in a spirit of brotherhood." "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di coscienza e dovrebbero agire uno verso l'altro in uno spirito di fratellanza".

  15. Abu Graib

  16. Indonesia

  17. I numeri dei genocidi Cambogia 2.ooo.ooo 1975-79 Bosnia-Erzegovina 200.000 1992 Ruanda 800.000 1994 Burundi 250.000 1994 Kosovo 10.000 (dato ancora incerto) 1999 … Bosnia; Ruanda

More Related