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Sallustio. Vita e opere. vita. Nasce ad Amiterno, odierna l’Aquila il 1 ottobre dell’86 a.C. Di famiglia plebea ma legato alla nobilitas municipale. Giunge a Roma in giovane età per completare gli studi
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Sallustio Vita e opere
vita • Nasce ad Amiterno, odierna l’Aquila il 1 ottobre dell’86 a.C. Di famiglia plebea ma legato alla nobilitas municipale. • Giunge a Roma in giovane età per completare gli studi • Ha un anomalo cursus honorum, legato ai populares e a Cesare e diventò prima questore e poi tribuno della plebe.
L’ascesa politica e il ritiro negli hortiSallustiani . • Si distingue nelle violente campagne contro Milone (probabilmente perché era stato scoperto con Fausta, la moglie, e sarebbe stato fatto frustare e multato) e Cicerone. • Viene espulso dal senato per indegnità morale, per una ritorsione dei nobili. Ma dopo aver partecipato con Cesare alla guerra civile (49 a.C) quest’ultimo gli affida numerosi incarichi militari e civili, lo riammette in Senato e lo nomina governatore dell’Africa Nova. • L’esperienza di governo è fallimentare. • Dopo l’uccisione di Cesare si ritira dalla vita politica, acquista gli horti Sallustiani (tra il Pincio e il Quirinale), punto d’incontro per gli intellettuali e comincia a scrivere le opere storiche. • Muore nel 34 a.C.
Opere a carattere storiografico le prime 2 sono di carattere monografico: • Bellum Catilinae (la congiura di Catilina del 63); • bellum Iugurthinum (sulla guerra condotta contro il numida Giugurta), • Historiae(rimaste interrotte, narrano gli avvenimenti dal 78 al 63).
Altre opere AppendixSallustiana • Due Epistulae ad Cesaremsenemde re publicala prima, che sarebbe stata scritta nel 46 a. C. suggerisce a Cesare l'esercizio della clemenza; la seconda (50 a.C.) è l'esposizione di un programma politico collegato ai populares • Invectiva in Ciceronem - considerata autentica da Quintiliano, ma che è probabilmente opera di retore d'età augustea • L’Empedoclea - poema filosofico didascalico su dottrine ispirate a Pitagora attribuito a lui nel medioevo ma probabilmente scritto da un suo omonimo, Gneo Sallustio
La concezione della storia Egli ritiene: • le attività pubbliche superiori a quelle private • la riflessione storica si rivela come l’unica possibilità di servire degnamente le istituzioni (bene dicere). • La storiografia è dunque la prosecuzine dell’attività politica. Narra, per episodi, le gesta dei Romani iniziando dalla congiura di Catilina; passa poi alla guerra giugurtina in cui si contrasta la supponenza dei nobili. Sceglie gli argomenti in cui può individuare gli episodi emblematici dai quali è scaturita la crisi di Roma. .
Indagare il passato per capire il presente. Il metodo storico è ripreso da quello di Tucidide (storico ateniese del V secolo a. C.) ricava il procedimento: • i discorsi direttamente attribuiti ai protagonisti, • gli excursus storici che tendono a culminare drammaticamente in un grande discorso o in un ritratto. • lo stile arduo e austero, conciso. Utilizza il principio di brevitasnella scelta degli avvenimenti e sceglie quelli funzionali al discorso. Nonostante questo il risultato è quello di una scrittura ricca di pathos, drammatizzazione degli eventi,variazioni tematiche, digressioni, rilievo dei ritratti. • La narrazione è ordinata su piani diversi non segue un ordine cronologico.
Concezione individualistica e virtus • Concepisce la storia come l’espresione del dramma dei singoli uomini (concezione individualistica della storia) e spesso i i protagonisti sono eroi negativi. • Iavirtusormai degradata dall’insorgere di viziose passioni, condiziona i rapporti umani che presiedono ai movimenti storici. Da questo Il pessimismo di Sallustio che nasce dall’analisi concreta dei fatti.
De CatilinaeConiuratione E’ la monografia sul tentativo di colpo di stato messo in atto da Catilina nel 63 a.C. scritta fra il 43 e il 41 (non si conosce il titolo originario). Vicenda Catilina dapprima trama ai danni dello stato poi ,una volta scoperto, cerca di organizzare un esercito di sbandati e scontenti per muovere guerra contro la repubblica (opera scritta forse per difendere Cesare dalle accuse di aver partecipato). La crisi dello Stato romano è il risultato di una degenerazione morale e sociale che ha avuto inizio con la caduta di Cartagine nel 146 a. C. Prima della congiura divide la storia in 2 periodi contrapposti: • fino al 146 prevalsero i buoni costumi, dopodiché la città fu in preda all’avaritia, all’ambitione e il culmine fu raggiunto nell’età di Silla. I congiurati sono una torbida miscellanea di aristocratici decaduti, plebei indebitati, giovani sbandati e viziosi. Catilina è l’emblema di una generazione traviata dalla politica sillana
Colpe dello sfacelo costituzionale • Sallustio ricerca le obiettive ragioni di uno sfacelo istituzionale e morale. • Le colpe maggiori sono della nobilitas patrizio-plebea. Mentre la plebe urbana pare sia stata sollecitata. Sallustio si pone come un moralista moderato che chiede una politica di maggiore giustizia sociale, denuncia la demagogia dei populares pronti a sfruttare il malcontento. • Catilina è rappresentato come un mostro per l’impasto di vizi e di virtù. Esemplari invece sono i ritratti di Catone e di Cesare. Roma deve la sua potenza all’operato di persone eccezionali (concezione eroica della storia) dotate di mores diversi ma ugualmente utili alla respublica. Cicerone è invece confinato in un o spazio narrativo esiguo e ridimensionato da un’antica inimicizia.
Historiae • 5 Libri con una struttura annalistica. narrano anno per anno gli avvenimenti successivi alla morte di Silla (78 a.C.)e alla fine della sua dittatura. L’opera è forse incompiuta perché doveva ricollegarsi all’episodio di Catilina del 63 a. C. ma giunge sino al 67. Dell’opera sono rimaste 4 orationes e 2 epistulae. Formalmente sono la continuazione dell’opera di Sisenna (storico contemporaneo di Sallustio).
contenuto • L’opera inizia un rapido excursus sulle antiche origini di Roma. Sallustio scrive durante lo scontro tra Antonio, Ottaviano e Sesto Pompeo (figlio di Gneo). • Lui si comporta da cesariano moderato favorevole alle rivendicazioni degli Italici e simpatizza per i democratici. Critica Pompeo che considera ambizioso desideroso di potere. • Il tema dominante resta la denuncia della dominatiopaucorum, mentre i pauci (aristocratici) si dividono le grandi ricchezze delle conquiste, sulla gran massa dei cittadini grava solo il servizio militare. Vorrebbe dar vita ad uno Stato romano fondato sulla pax e libertas.
BellumIugurthinum • Narra le vicende della guerra a Roma contro Giugurta, usurpatore numida, fra il 112 e il 105. Il proemio è simile a quello del Bellum Catilinae. Vuole tornare più indietro per comprendere l’origine della crisi delle istituzioni. Secondo Sallustio dal 146 era anche iniziato un furibondo conflitto di potere sfociato poi nella lotta dei Gracchi, repressa nel sangue. La guerra giugurtina rappresenta il primo tentativo della plebe di reagire ai soprusi della nobiltà (la vera nobiltà non deriva dalla stirpe, ma dalla virtus e dalla buona condotta). • Le responsabilità della corruzione sono addossate ai nobili che cercano , comprati dall’oro di Giugurta, dapprima di rimandare un’inevitabile guerra, poi di giungere a una pace disonorevole. Sono gli uomini nuovi come Mario a consentire una seria conduzione della guerra, ma anche Metello, console della Nobilitas, sa coprirsi di gloria e la vittoria finale è opera dell’astuzia di Silla. • Sallustio è dunque un moderato che simpatizza per i populares ma cerca di mantenersi critico ed equidistante nell’analisi degli eventi storici.
Confronto con il de Catilinae…. • Quest’opera si propone come l’approfondimento del discorso iniziato col Bellum Catilinae, le problematiche e la tensione espressiva sono le stesse, ma si amplia la visuale. Rispetto alla Coniuratio: • comprende un numero maggiore di anni, • ci sono 2 excursus di natura etno-geografica, • è più avventuroso • cresce l’attenzione per gli eventi militari. • Di Giugurta non finisce un unico ritratto, bensì costruisce il personaggio poco a poco. Subito è un giovane virtuoso dotato di grandi qualità, si fa notare dai romani e per le loro lusinghe desidera di regnare da solo sulla Numidia à si fa sempre più complesso, ondeggia tra paura ed esaltazione, calcolo e impulsività. La scoperta della congiura lo conduce alla follia, diffida di tutti e cadde in un agguato di Silla.