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IL DISTRETTO DELLA RUBINETTERIA DEL PIEMONTE NORD ORIENTALE

IL DISTRETTO DELLA RUBINETTERIA DEL PIEMONTE NORD ORIENTALE. Roberta Rabellotti Dipartimento di Scienze Economiche e Metodi Quantitativi Università del Piemonte Orientale. Nel 2001 in Provincia di Novara: 412 unità locali 5100 addetti nel settore della rubinetteria. (Fonte CCIAA, ATECO 2913).

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IL DISTRETTO DELLA RUBINETTERIA DEL PIEMONTE NORD ORIENTALE

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Presentation Transcript


  1. IL DISTRETTO DELLA RUBINETTERIA DEL PIEMONTE NORD ORIENTALE Roberta Rabellotti Dipartimento di Scienze Economiche e Metodi Quantitativi Università del Piemonte Orientale

  2. Nel 2001 in Provincia di Novara:412 unità locali5100 addettinel settore della rubinetteria.(Fonte CCIAA, ATECO 2913)

  3. Nel 2000 il distretto cusiano-valsesiano ha registrato un fatturato di circa 1.3 miliardi di Euro (40 % del fatturato nazionale) nel settore rubinetteria-valvolame.Fonte: Cranec-Montedison

  4. Fortemente export-oriented • nel 2000 esportazioni pari a 850 milioni di Euro (65% del fatturato del distretto e 46% del totale delle esportazioni italiane nel settore) • Nel 2001 le esportazioni hanno superato i 1000 milioni di Euro Fonte: Cranec-Montedison

  5. Le caratteristiche del distretto • Quali sono i vantaggi per le imprese derivanti dall’essere localizzate in un distretto • Il mercato • Le sfide future del distretto

  6. Le caratteristiche del distretto • Storicamente l’origine del distretto viene fatta risalire all’antichissima tradizione nella zona di fonderia in ottone della campane • La produzione di rubinetti e valvole si sviluppa a partire dal dopoguerra, con un processo di crescita particolarmente intenso negli anni ’60 e ’70 grazie al boom edilizio

  7. La specializzazione • 57 % del fatturato: rubinetteria sanitaria in ottone cromato • 43 % del fatturato valvolame in ottone per impieghi idro-termosanitari

  8. Il prodotto • Elevato contenuto di design • Elevati standard di qualità nel processo di produzione • Introduzione di innovazioni tecnologiche in alcune tipologie di prodotto • Elevate competenze nella vendita e nella fornitura di servizi post-vendita

  9. La concentrazione geografica • 25 % delle imprese manifatturiere nell’area sono imprese del settore rubinetteria-valvolame • 70 % nell’area di S. Maurizio d’Opaglio • 22 abitanti su 100 nell’area del Cusio lavorano in un’impresa di rubinetti • Elevata densità imprenditoriale: 3 unità locali manifatturiere per 100 abitanti

  10. La dimensione delle imprese

  11. La filiera produttiva • Fonderie prevalentemente localizzate nel distretto di Lumezzane • Imprese di subfornitura che svolgono lavorazioni meccaniche e trattamenti superficiali del metallo • Imprese di subfornitura specializzate in singole fasi di lavorazione • Stime Cranec-Montedison per il 2000: 12000 occupati nel distretto cusiano-valsesiano in attività dirette e dell’indotto della rubinetteria-valvolame

  12. I vantaggi delle imprese nei distretti • Economie esterne: gratuite e accessibili da tutte le imprese del distretto (esempio: manodopera specializzata) • Effetti di cooperazione: accessibili solo alle imprese che investono in attività di cooperazione (esempio: partecipazione congiunta a fiere, missioni)

  13. Le economie esterne nel distretto dei rubinetti • Mercato del lavoro specializzato • Elevata disponibilità di materie prime, componenti • Elevata disponibilità di imprese subfornitrici • Elevata disponibilità di informazione specializzata, know-how specifico, spillovers • Concentrazione attrae clienti

  14. Le diseconomie esterne nel distretto dei rubinetti • Congestione e carenza delle infrastrutture

  15. La cooperazione nel distretto dei rubinetti • Cooperazione tra imprese lungo la filiera produttiva • Cooperazione tra imprese attraverso le associazioni industriali • Il riconoscimento ufficiale del distretto da parte della Regione Piemonte e la costituzione del Comitato di Distretto hanno sollecitato alcune iniziative collettive • Progetto per la creazione di un marchio di qualità a livello nazionale

  16. Il mercato • I rubinetti sono un bene di consumo durevole che tuttavia i consumatori acquistano meno frequentemente di beni come le automobili o le televisioni: è difficile quindi creare affezione al marchio

  17. Tre tipi di consumatori • I consumatori che hanno poca informazione e scelgono soprattutto in base a fattori estetici ed al prezzo • Gli architetti che hanno più informazione e scelgono in base a fattori estetici ed alla qualità dei prodotti • Le imprese di costruzioni che scelgono prevalentemente in base al prezzo

  18. Due tipologie di punti vendita • I negozi specializzati che vendono soprattutto prodotti di prezzo medio ed alto • I centri commerciali e la grande distribuzione, in forte espansione soprattutto all’estero, che vendono prodotti di prezzo basso e medio-basso

  19. Principali tendenze nel mercato • Crescente concorrenza produttori fortemente competitivi dal punto dei vista dei costi (esempio Cina) nella fascia di prodotto di basso prezzo • Concentrazione della distribuzione soprattutto all’estero • Polarizzazione del mercato in due fasce di prodotto: prezzo basso e prezzo elevato. Il segmento di mercato intermedio perde quote di mercato.

  20. Alcune questioni chiave per il futuro del distretto • Delocalizzazione • Razionalizzazione dei rapporti all’interno della filiera ed integrazione a monte con produzioni complementari • Miglioramento infrastrutture e questione ambientale • Accesso a servizi specializzati ed innovativi • Marketing territoriale • Certificazioni internazionali e marchi di qualità

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