1 / 46

Questione di classe Giovedì 20 Marzo 2014 CTRH Salo’

Questione di classe Giovedì 20 Marzo 2014 CTRH Salo’. D.ssa Laura Leviani Specialista in Pedagogia Clinica laura.leviani@virgilio.it. La relazione in classe. Ogni processo educativo è caratterizzato dalla relazione, e la relazione contraddistingue ogni atto educativo.

enrico
Télécharger la présentation

Questione di classe Giovedì 20 Marzo 2014 CTRH Salo’

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Questione di classe Giovedì 20 Marzo 2014 CTRH Salo’ D.ssa Laura Leviani Specialista in Pedagogia Clinica laura.leviani@virgilio.it

  2. La relazione in classe Ogni processo educativo è caratterizzato dalla relazione, e la relazione contraddistingue ogni atto educativo

  3. Nella relazione in classe è centrale il rapporto docente -alunno. . I bambini per apprendere hanno bisogno di vivere in un contesto in cui possono STARE BENE e sentirsi RICONOSCIUTI.

  4. L’INCLUSIVITA’ IN CLASSE • ASCOLTO ATTIVO • COMPRENSIONE E CALORE AFFETTIVO • COMPRENSIONE DELLE DINAMICHE DI GRUPPO • CAPACITA’ INTERPERSONALI E INTRAPERSONALI Per sentirsi parte di un gruppo e apprendere il bambino ha bisogno di:

  5. L’INCLUSIVITA’ IN CLASSE Prima di tutto dobbiamo fare un’ OSSERVAZIONE delle abilità sociali dei bambini All’inizio dell’anno scolastico bisogna dedicare tempo all’osservazione durante il gioco non strutturato per capire le loro abilità sociali , cioè come interagiscono con gli altri. Progetto psicomotricità Avere più informazioni possibili dalla scuola precedente.

  6. IMPORTANTE! Una buona relazione educativa in classe aiuta i bambini nell’apprendimento per tutta la fase in cui i bambini saranno a scuola. Bisogna investire in questo. E bisogna farlo all’inizio dell’anno. E all’inizio dei cicli scolastici. Una volta fatto sarà un investimento per tutti gli anni successivi.

  7. Se un bambino apprende in un contesto in cui sta bene, l’apprendimento diviene significativo, e l’insegnamento è efficace.

  8. Un bambino per poter apprendere ha bisogno di RELAZIONI EDUCATIVE : • una buona relazione con i suoi genitori • una buona relazione con le sue insegnanti • una buona relazione con i suoi coetanei

  9. Durante l’apprendimento si attivano anche processi emozionali ( Bowlby) EMOTIVITA’ AFFETTIVITA’ AUTOSTIMA-MOTIVAZIONE

  10. SE UN BAMBINO HA UN BUON RAPPORTO DI ATTACCAMENTO CON LE FIGURE DI RIFERIMENTO sarà un bambino che potrà essere avvantaggiato nell’apprendimento rispetto ai suoi compagni. Perché è un bambino SICURO. (Bowlby)

  11. Teoria dell’attaccamento J. Bowlby Ogni bambino sviluppa una forma di attaccamento (più o meno sicuro) verso la madre . La ricerca ci dice che quel bambino tenderà a ripetere il modello relazionale appreso anche con le altre figure di riferimento (insegnanti).

  12. Il legame di attaccamento può essere: 1 Sicuro 2 Insicuro 3 disorganizzato

  13. INSEGNANTE GENITORE CULTURALE

  14. Studi americani dicono che una buona relazione con l’insegnante allontana il rischio di disagio scolastico e abbandono. (Robert Pianta,Virginia University)

  15. L’insegnante deve essere un MODELLO POSITIVO CON IL QUALE IL BAMBINO POSSA IDENTIFICARSI. Attraverso pratiche educative SICUREZZA AFFETTIVA

  16. La scuola deve aiutare ogni bambino a sentirsi riconosciuto come PERSONA per favorire la crescita di una IDENTITA’ ARMONICA

  17. La relazione insegnante- alunno • Cosa può fare l’insegnante: • 1 OSSERVARE IL PROPRIO STILE EDUCATIVO • ogni insegnante della stessa classe, dovrebbe avere la stessa linea educativa. • stile autoritario, rigido, competitivo, poco aperto al dialogo e a richieste degli alunni • stile permissivo-passivo • stile empatico-assertivo

  18. Stili comunicativi stile competitivo= contrapposizione e Contrasto con e tra gli studenti Effetti : insoddisfazione,frustrazione, inferiorità, rabbia, fuga Stile passivo = Comportamento di rinuncia e di sottomissione Effetti: disistima per l’altro, senso di colpa e di rabbia, disagio

  19. STILE EMPATICO-ASSERTIVO comportamento teso a realizzare o migliorare il benessere dei bambini, attraverso l’ascolto attivo, la comunicazione reciproca, rispettando l’individualità dell’altro. Effetti: soddisfazione, autostima, espressione di sé, rispetto dell’altro, prosocialità. Stile inclusivo

  20. Osservare il clima affettivo emozionale sviluppato in classe, all’interno del gruppo i bambini osservano le relazioni che l’insegnante stabilisce con i compagni.

  21. I bambini costruiscono rappresentazioni mentali di se stessi e degli altri in seguito alla relazione affettiva vissuta con l’insegnante in classe. (MOI - specchio) .

  22. Il bambino costruisce l’idea di sé attraverso la relazione tra lui e l’insegnante e attraverso le relazioni che l’insegnante tiene con i suoi compagni INCLUSIVITA’

  23. La ricerca americana ha dimostrato che i ragazzi con più abilità prosociali (altruismo) sono quelli che hanno avuto insegnanti autorevoli, emozionalmente positivi orientati alla fiducia e all’incoraggiamento.

  24. La ricerca in questo campo ha dimostrato che più aumenta l’autoritarismo degli insegnanti, tanto più cresce l’aggressività degli studenti.

  25. Per la Professione Insegnante è di fondamentale importanza un BUON FUNZIONAMENTO EMOTIVO

  26. Riconoscere le proprie emozioni • Riconoscerne le cause interne ed esterne • Riflettere su di esse • Regolare l’espressione emotiva BUON FUNZIONAMENTO EMOTIVO

  27. La risposta emotiva inizia da una “valutazione soggettiva” circa le esperienze che si stanno vivendo

  28. Confronto tra docenti sull’ esperienza relazionale in classe, spazio in cui ogni docente deve riflettere sul suo vissuto e confrontarsi con gli altri.

  29. La stessa esperienza può essere interpretata in maniera “ emotivamente differente”

  30. Relazione in classe • Analisi del proprio stile-educativo e del repertorio di categorie pedagogiche che lo sostiene. (Credenze) • 2. Comprensione delle abilità socio-relazionali degli alunni. • 3. Confronto educativo didattico con il gruppo di docenti. • 4. Progetto d’intervento educativo

  31. MODALITA’ OPERATIVE 1 Incontri con esperti supporto operativo , supervisione rispetto alla pianificazione degli interventi 2 Gruppo di confronto-studio finalizzato all’innovazione e alle buone prassi nella didattica. 3 Progettazione di Unità di Apprendimento tenendo conto dell’approfondimento e rilevazione degli stili di apprendimento e di insegnamento.

  32. Adottare in classe un atteggiamento basato sull’incoraggiamento di ciascun bambino. Ogni bambino deve essere incoraggiato nel proprio lavoro in base al proprio livello cognitivo e di apprendimento. (Frante e Colasanti 1993) Attraverso questo stile dell’incoraggiamento vengono rinforzati sentimenti di sicurezza e di autonomia a livello personale, di dialogo e di collaborazione interpersonale e di gruppo.

  33. Variabili che concorrono nella formazione del “comportamento incoraggiante” : ATTIVARE (cioè far leva sulle motivazioni interne degli alunni) COMPRENDERE ( basandosi su un’ attenta lettura della situazione in classe) SOTTOLINEARE IL POSITIVO (apprezzare, stimolare) RIDIMENSIONARE (sdrammatizzare esperienze di insuccesso) RESPONSABILIZZARE (rendere i bambini parte attiva dell’agire scolastico)

  34. Attività di DECENTRAMENTO COGNITIVO Utilizzare alcune attività che aiutano i bambini a capire il punto di vista dell’altro. Sviluppo della capacità di decentramento. Programma Co.R.T. di De Bono finalizzato all’insegnamento di STRATEGIE DI PENSIERO teoria della mente dai 5 anni

  35. Si tratta di una serie di percorsi che aiutano i bambini a risolvere problemi di natura cognitivo-sociale: • esaminare punti di vista diversi, • riconoscere il torto e la ragione, • trovare punti di accordo, • saper valutare il contesto, • superare il pregiudizio.

  36. Esaminare parti contrastanti (EPC) è un attività che aiuta gli alunni a prestare ascolto alle ragioni dell’altro alunno. EPC è un modo per esaminare entrambe le parti. Ciò significa che si dovrebbero esaminare le ragioni dell’altra parte così bene da poterle sostenere se venisse richiesto di farlo. Esempio: -punto di vista dell’alunno A Punto di vista dell’alunno B

  37. dopo avere sentito le due parti e i pareri e le idee contrastanti dei due bambini, o eventualmente due gruppi, la parte A dovrebbe essere in grado di sostenere le ragioni della parte B se le venisse richiesto di fare un EPC. Allo stesso modo la parte B dovrebbe essere in grado di sostenere le ragioni esatte della parte A se venisse richiesto di fare un EPC. Scopo della lezione: stimolare i ragazzi a mettersi intenzionalmente a esaminare il punto di vista dell’altro.

  38. Programmi di educazione socio-affettiva nella scuola La ricerca ci dice che in uno studio ove era stato fatto un programma di questo tipo in una prima elementare, rispetto alla classe di controllo, gli allievi del gruppo sperimentale presentavano un maggiore grado di fiducia nelle proprie capacità, di consapevolezza dei propri limiti e, in particolare, un più alto indice di orientamento positivo verso gli altri, attraverso sentimenti di solidarietà, amicizia e collaborazione. (Francescato, Putton e Cudini).

  39. Intervento di educazione socio-affettiva Questo progetto educativo si basa sulla terapia razionale-emotiva RET, ideata dallo psicologo Albert Ellis. Obiettivo: raggiungere un certo benessere emotivo utilizzando la propria capacità di pensare in modo razionale e costruttivo. Per alunni di quinta della scuola scuola primaria. Secondo questa teoria le reazioni emotive ai diversi eventi sono influenzate dal modo in cui l’individuo rappresenta nella propria mente tali eventi, cioè dal modo in cui pensa ad essi.

  40. METODO ABC A=qualsiasi evento B= sono i pensieri riguardanti l’evento cioè A C= la reazione emotiva e il comportamento che ne deriva. (collegata al pensiero) Tecnica usata anche per gli insegnanti.

  41. Lo psicologo Mario Di Pietro ha scritto un saggio “l’abc delle mie emozioni” che può essere un valido supporto per organizzare un laboratorio sulle emozioni utilizzando questa tecnica educativa.

  42. Questi interventi aiutano i bambini a conoscere le proprie emozioni e ad ascoltare il proprio “dialogo interiore”. Obiettivo di questo progetto è insegnare al bambino a pensare positivo. Per bambini dagli 8 ai 12 anni.

  43. Tappe del percorso: incontrare le proprie emozioni comunicare i propri sentimenti sentire il proprio corpo consapevolezza il metodo ABC i virus mentali la giusta visione delle cose tollerare le frustrazioni fare le proprie scelte ...

  44. DIDATTICA CHE FAVORISCE LA RELAZIONE COOPERATIVE LEARNING Dewey-Johnson BRAIN STORMING TUTORAGGIO - Vygotskij PROBLEM SOLVING - Ann Brown METACOGNIZIONE - Cornoldi LABORATORIO ESPERIENZIALE (apprendimento in un contesto concreto)

  45. DIDATTICA INDIVIDUALIZZATA DIDATTICCA ESPERIENZIALE PERCETTIVO MOTORIA (no schede) FEEDBACK AUTOVALUTAZIONE IN ITINERE

  46. GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE!

More Related