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26 – Il tasso naturale di disoccupazione

26 – Il tasso naturale di disoccupazione. Problema: La disoccupazione è un grave problema economico e sociale. Come misurarla?. Obiettivo: passare da un concetto (vago) che tutti conoscono ad una misura (ben definita) per interventi di politica economica. Una prima distinzione di base.

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26 – Il tasso naturale di disoccupazione

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Presentation Transcript


  1. 26 – Il tasso naturale di disoccupazione

  2. Problema: La disoccupazione è un grave problema economico e sociale. Come misurarla? Obiettivo: passare da un concetto (vago) che tutti conoscono ad una misura (ben definita) per interventi di politica economica

  3. Una prima distinzione di base • tasso “naturale” di disoccupazione • tasso ciclico di disoccupazione

  4. Il tasso “naturale” di disoccupazione è la disoccupazione che non si elimina “da sola” neanche nel lungo periodo. In altri termini, è la misura di disoccupazione che una determinata economia conosce nella normalità Misurato come: il valore medio del tasso di disoccupazione attorno al quale si registrano le oscillazioni di breve periodo. Il tasso ciclico di disoccupazione è riferito alle fluttuazione della disoccupazione rispetto al tasso naturale Dipende dall’andamento positivo e negativo di breve periodo del ciclo economico. Misurato come: la deviazione del tasso di disoccupazione rilevato rispetto al suo livello naturale.

  5. L’Istat (www.istat.it) per l’Italia (il Bureau of Labor Statistics per gli USA) rilevano i dati sul lavoro tramite osservazione periodica di un campione di famiglie • Dati sugli adulti (> 16 anni) considerati: • occupati • disoccupati • non appartenenti alle forze di lavoro

  6. Occupato: ha trascorso la maggior parte della settimana precedente svolgendo un lavoro retribuito Disoccupato: temporaneamente privo di lavoro; o in attesa di iniziare un nuovo lavoro; o in cerca di occupazione Non appartenente alle forze di lavoro: un adulto che non rientra nelle due precedenti (es. studente, pensionato, casalinga)

  7. Forza lavoro = n. occupati + n. disoccupati n. disoccupati Tasso di disoccupazione = x 100 Forza lavoro Forze di lavoro Tasso di partecipazione al lavoro = x 100 Popolazione adulta Alcune Definizioni:

  8. Occupati Forza lavoro (124.9 milioni) (132.3 milioni) popolazione adulta (198.6 milioni) Non nella forza lavoro (66.3 milioni) Suddivisione della popolazione degli USA, 1995 Tasso di disoccupazione: 7.4 / 132.3 = 5.6% Disoccupati (7.4 milioni) Tasso di partecipazione: 132,3 / 198.6 = 66.6%

  9. Suddivisione della popolazione in Italia al 31.12.1996

  10. Tassi di disoccupazione USA

  11. Tassi di disoccupazione Italia

  12. Andamento dell’occupazione negli USA % delle forze di lavoro 10 Tasso di disoccupazione 8 6 Tasso naturale 4 di disoccupazione 2 0 1970 1975 1980 1985 1990 1995

  13. Tasso di partecipazione alla forza lavoro Uomini 80 60 40 Donne 20 0 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 Partecipazione al lavoro negli USA: uomini e donne maggior scolarità; pensionamento e aspettative di vita; cambiamento ruoli tecnologia e elettrodomestici; demografia; cambiamento ruoli

  14. La disoccupazione è misurata correttamente? Difficoltà a distinguere chi è disoccupato e chi non fa parte delle forze di lavoro Lavoratori scoraggiati che desidererebbero lavorare, ma non cercano più attivamente il lavoro Nonostante le possibile imprecisioni, la misura funziona

  15. Durata della disoccupazione La durata dei periodi di disoccupazione è nella maggior parte dei casi breve (ruolo del collocamento) La maggior parte della disoccupazione rilevata in ogni dato momento è di lunga durata La maggior parte dei disoccupati trova lavoro in fretta; ma il peso della disoccupazione grava su pochi disoccupati che rimangono tale a lungo (distinzione importante per gli interventi attivi di politica del lavoro)

  16. Perché esiste la disoccupazione (nel lungo periodo)? In un mercato del lavoro ‘ideale’ i salari eguagliano offerta e domanda di lavoro, eliminando la disoccupazione. Nella realtà, però la disoccupazione esiste. Distinguiamo tra: Disoccupazione frizionale: relativa alle imperfezioni nell’incontro tra lavoratori e imprese. (Di breve durata). Disoccupazione strutturale: quando la quantità di lavoro offerta è maggiore della domanda. (Di più lunga durata).

  17. Principali ragioni per cui il mercato del lavoro si discosta dall’“ideale” di mercato in pieno impiego: • leggi sul salario minimo (disoccupazione strutturale) • Sindacalizzazione (disoccupazione strutturale) • salario efficiente (disoccupazione strutturale) • meccanismi di collocamento (disoccupazione frizionale)

  18. Offerta Eccesso di lavoro = di lavoro disoccupazione Domanda di lavoro (1) Salario minimo legale Salario Salario minimo WE 0 LD LE LS Quantità di lavoro

  19. (2) Sindacalizzazione Un sindacato è una associazione di lavoratori dipendenti che negozia (tramite contratti collettivi) con i datori di lavoro le retribuzioni e le condizioni di lavoro E’ una sorta di cartello e come tutti i cartelli rappresenta un gruppo di venditori che, tramite il cartello, tenta di aumentare il proprio potere di mercato (gli operatori in concorrenza sono invece price taker e non hanno potere di mercato) Lo sciopero è lo strumento principale utilizzato per esercitare il potere di mercato

  20. L’esercizio dello sciopero determina: • un aumento delle retribuzioni a vantaggio degli iscritti (in Italia la contrattazione collettiva ha invece efficacia anche per i lavoratori non iscritti al sindacato) • aumento dei salari al di sopra del livello di equilibrio • aumento dell’offerta di lavoro e diminuzione della domanda, quindi disoccupazione, per gli stessi motivi del grafico sul salario minimo • (a danno di chi? iscritti o non iscritti? certo – ma non è il caso italiano - i non iscritti non beneficiano dell’aumento delle retribuzioni)

  21. I sindacati sono un bene o un male per l’economia? Bene: antidoto al potere di mercato dei datori di lavoro; inducono le aziende a rispondere in modo efficiente alle esigenze dei dipendenti Male: le retribuzione al di sopra del livello di equilibrio riducono la domanda di lavoro e causano disoccupazione, con vantaggi per alcuni lavoratori a danno di altri

  22. (3) Salario ‘efficiente’ Le imprese operano con maggiore efficienza se pagano retribuzione al di sopra del livello di equilibrio, che incentiva la produttività. La conseguenza è ancora la disoccupazione Perché esisterebbe un salario efficiente? • Migliore salute dei lavoratori (paesi sviluppati? in via di sviluppo) • Minore ricambio (la conoscenza in impresa, incorporata nelle persone) • Impegno sul lavoro e minaccia della disoccupazione • Selezione e qualità dei dipendenti (Ford)

  23. Inevitabilità della disoccupazione da ricerca di lavoro: Cambiamento continuo dell’economia e adattamenti (fluttuazioni) settoriali e regionali, con necessità di tempo di adattamento Politiche pubbliche per il lavoro: agenzie pubbliche (servono?), formazione (realizzata come?), sussidi di disoccupazione (vantaggi e svantaggi)

  24. Discussione: quale tra quelle viste è la causa principale della disoccupazione? differenza delle opinioni e quindi delle azioni da intraprendere il cambiamento nell’economia come minaccia o come potenzialità

  25. Esercitazione: Caso pratico n.1 Usare le seguenti informazioni, dati in milioni, sull’occupazione nel paese per rispondere alle domande.

  26. Forze di lavoro Tasso di partecipazione al lavoro= x 100 Popolazione adulta Qual è il valore delle “forze di lavoro” nel 1998 e nel 1999? Forze di lavoro = n. occupati + n. disoccupati Nel 1998 forze di lavoro = 105,2 + 7,4 = 112,6 milioni Nel 1999 forze di lavoro = 104,2 + 8,1 = 112,3 milioni Qual’è il tasso di partecipazione alle forze di lavoro nei due anni? Nel 1998 (112,6/168,2) x 100 = 66,9% Nel 1999 (112,3/169,5) x 100 = 66,3%

  27. n. disoccupati Tasso di disoccupazione= x 100 Forze di lavoro Qual è il tasso di disoccupazione nei due anni? Nel 1998 (7,4/112,6) x 100 = 6,6% Nel 1999 (8,1/112,3) x 100 = 7,2% Dal 1998 al 1999, la popolazione adulta è aumentata mentre le forze di lavoro sono diminuite. Indicare qualche possibile ragione per spiegare tale andamenti. Prepensionamenti, gli studenti rimangono all’università più a lungo, aumenta il numero di genitori che rimane a casa con i bambini, lavoratori scoraggiati che smettono di cercare un impiego.

  28. Tasso di disoccupazione naturale Tasso ciclico di disoccupazione Tasso di disoccupazione dell’anno - = Se il tasso naturale di disoccupazione nel paese è del 6,6%, quanto sarà il tasso di disoccupazione ciclica nel 1998 e nel 1999? L’occupazione nel paese presenta una recessione in questi anni? Nel 1998 6,6% - 6,6% = 0 % Nel 1999 7,2% - 6,6% = 0,6% Nel 1998, la disoccupazione registra un livello “normale” per il paese, quindi non si può parlare di recessione. Nel 1999, invece, il tasso di disoccupazione è al di sopra del livello naturale (disoccupazione ciclica positiva) quindi l’occupazione nel paese potrebbe essere in recessione.

  29. Caso Pratico n.2 Supponiamo che il mercato del lavoro sia segmentato in due distinti mercati quello del lavoro specializzato e quello del lavoro non specializzato. Inoltre supponiamo che il salario d’equilibrio, in condizioni di concorrenza, nel mercato del lavoro non specializzato sia di 3,00€/ora e nel mercato del lavoro specializzato sia di 15,00€/ora.

  30. Salario Salario S S 5€ Eccesso di offerta Disoccupazione 15€ 3€ Qtà lavoro (occupati) Qtà lavoro (occupati) D D LE LE Se il salario minimo fosse fissato a 5,00€/ora , su quale dei due mercati si registrerebbe il maggior livello di disoccupazione? Dimostrare graficamente. Mercato lavoro non specializzato L’imposizione di un salario minimo di 5 € provoca, su questo mercato, una quota di disoccupazione, per eccesso di offerta di lavoro. Mercato lavoro specializzato L’imposizione di un salario minimo di 5 € non ha alcun effetto su questo mercato.

  31. Perché l’imposizione di un salario minimo non ha avuto alcun effetto sul mercato del lavoro specializzato? Perché il salario d’equilibrio, in concorrenza, è più elevato del salario minimo imposto. I risultati ottenuti appaiono coerenti con i dati statistici relativi al mercato del lavoro? Si, perché si osserva un più elevato tasso di disoccupazione sul mercato del lavoro non specializzato; dove, in genere , operano lavoratori più giovani e con minore esperienza.

  32. Supponiamo che il mercato del lavoro specializzato diventi sindacalizzato e il nuovo salario negoziato sia di 18€/ora. Questa evenienza ha qualche effetto anche sul mercato del lavoro non specializzato? Si. Sul mercato del lavoro specializzato si crea un eccesso di offerta, a causa di questo eccesso di offerta alcuni lavoratori non specializzati restano disoccupati e si rivolgono al mercato del lavoro non specializzato. Sul mercato del lavoro non specializzato aumenta l’offerta di lavoro riducendo il salario d’equilibrio e aumentando la disoccupazione su questo mercato.

  33. Caso pratico: Esercizio n.13 pag. 492 Supponete che il Parlamento approvi una legge che impone ai datori di lavoro di provvedere ai dipendenti alcuni benefici aggiuntivi (come l’assistenza sanitaria), con un aggravio di costi di 4 euro orari.

  34. W S1 W1 W2 4 euro D1 D2 L2 L1 L a) Che effetto ha tale obbligo sulla domanda di lavoro? Se le imprese non corrispondevano tali benefici prima dell’entrata in vigore della legge, questa provocherà un aumento del costo del lavoro, esattamente di 4 euro all’ora. La curva di domanda di lavoro si sposterà verso il basso esattamente di 4 euro. (le imprese pagheranno salari più bassi per compensare i maggiori costi in benefici) Diminuisce il numero dei lavoratori impiegati da L1 a L2 . Diminuisce il salario da W1 a W2

  35. W S1 S2 4 euro W1 W2 4 euro 4 euro W1- 4 D1 D2 L2 L1 L b) Se il lavoratore attribuisce al beneficio aggiuntivo un valore identico al suo costo per l’impresa , che effetto ha l’obbligo sull’offerta di lavoro? Se i lavoratori Valutano i benefici esattamente 4 euro all’ora, saranno disposti a lavorare per lo stesso tempo per un salario più basso di 4 euro, la curva di offerta di lavoro si sposterà verso il basso di 4 euro ( pagati in meno sul salario ma compensati dal valore dei benefici aggiuntivi)

  36. c) Se il salario è libero di fluttuare in modo da equilibrare domanda e offerta, in che modo la legge modifica il salario e l’occupazione? I lavoratori ne traggono un vantaggio o un danno? E i datori di lavoro? Nel grafico precedente si può rilavare che se le curve di domanda e offerta si spostano entrambe verso il basso di 4 euro, senza vincoli sul salario, all’equilibrio si avrà la stessa quantità di lavoro impiegato ad un salario inferiore rispetto al precedente esattamente di 4 euro ( che vengono esattamente compensati dai maggiori benefici). Sia i lavoratori che i datori di lavoro non hanno né vantaggi né danni, dall’introduzione dei benefici per legge, se il salario è lasciato libero di fluttuare.

  37. S2 W S1 < L1s- L1d L2s - L2d Wimposto Disoccupazione finale Disoccupazione iniziale D1 D2 L2s L2d L1d L1s L d) Se una legge sul salario minimo impedisce ai salari di aggiustarsi ed equilibrare domanda e offerta, in che modo tale legge influenza salario, occupazione e tasso di disoccupazione? I lavoratori ne traggono un vantaggio o un danno? E i datori di lavoro? Se una legge impedisce al salario di fluttuare verso il basso, si avrà come risultato un aumento della disoccupazione.

  38. W S1 L’effetto negativo sulla disoccupazione, di un salario imposto, è minore, la disoccupazione aumenta solo per l’effetto dello spostamento della curva di domanda W1 W2 4 euro D1 D2 L2 L1 L e) Supponete che i lavoratori non attribuiscano alcun valore al beneficio aggiuntivo. Sulla base di questa ipotesi, come cambiano le risposte che avete dato alle domande b), c) e d)? La curva di offerta non si sposta

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