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Sovrappeso e obesità quali rischi aggiuntivi per la salute e sicurezza dei lavoratori

Sovrappeso e obesità quali rischi aggiuntivi per la salute e sicurezza dei lavoratori. XXXVII Giornata Romana di Medicina del Lavoro “Antonello Spinazzola” Roma 29 maggio 2010. Prof. Daniele Gamberale Direttore Dipartimento di Prevenzione

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Sovrappeso e obesità quali rischi aggiuntivi per la salute e sicurezza dei lavoratori

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Presentation Transcript


  1. Sovrappeso e obesità quali rischi aggiuntivi per la salute e sicurezza dei lavoratori XXXVII Giornata Romana di Medicina del Lavoro “Antonello Spinazzola” Roma 29 maggio 2010 Prof. Daniele Gamberale Direttore Dipartimento di Prevenzione Direttore U.O.C. Servizio Prevenz. Sicurezza Ambienti di Lavoro Dott.ssa Anna Pecora Dirigente Medico Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di lavoro AUSL RME

  2. L’alimentazione deve essere considerata come elemento fondamentale per la salute di un individuo. Non a caso l’esistenza di un legame tra cio’ che si mangia e lo stato di salute o lo svilupparsi di alcune malattie è riconosciuta fin dall’antichità.

  3. 475 a.c. Anassagora, filosofo greco, sosteneva che nel cibo esistono dei principi che vengono assorbiti dal corpo umano e usati come componenenti “generativi” • 400 a.c. Ippocrate di Cos diceva ai suoi pazienti: ”lascia che il cibo sia la tua medicina, e la medicina sia il tuo cibo” cogliendo per primo il nesso tra stato di salute e cervello, quale regolatore degli stimoli di fame e sazietà

  4. alimentazione e nutrizione

  5. E’ necessario distinguere il concetto di alimentazione e nutrizione Alimentazione: processo di assunzione di alimenti al fine di nutrire l’organismo, garantendo l’apporto di tutte le sostanze necessarie allo sviluppo dei distretti corporei e allo svolgimento delle funzioni vitali. Nutrizione: insieme dei fenomeni che riguardano l’utilizzazione dei nutrienti necessari al sostentamento dell’individuo

  6. Alimentazione più che alle dinamiche della fisiologia è legata ad abitudini personali, riconducibili a svariati fattori quali quelli geografici, climatici, storici, culturali Nutrizione è il complesso dei processi biologici attraverso i quali gli organismi viventi assorbono gli alimenti, li assimilano, li trasformano e li utilizzano per le loro funzioni

  7. Alimenti: tutti quei prodotti di varia natura di cui fa uso l’uomo per la sua nutrizione. • fornire materiale energetico • fornire materiale plastico per la costruzione e riparazione dei tessuti • fungere da “catalizzatori” per facilitare alcune reazioni chimiche del nostro organismo.

  8. Gli alimenti sono costituiti da nutrienti: i nutrienti possono essere calorici, cioè fornire energia e non calorici. In particolare: • glucidi, protidi e lipidi forniscono calorie e materiale plastico • acqua, minerali e vitamine non forniscono calorie ma intervengono nella costruzione dei tessuti e fungono da catalizzatori

  9. Valore energetico totale degli alimenti si misura in laboratorio utilizzando la BOMBA CALORIMETRICA misura il calore rilasciato dall’alimento quando brucia completamente(principio della calorimetria) VALORI CALORICI DI ATWATER permettono la determinazione del contenuto calorico di ogni alimento di cui si conosca il peso e la composizione in nutrienti

  10. Valore energetico o valori calorici di Atwater • 1 gr di proteina ha un valore calorico di 4,1 Kcal • 1 gr di glucidi ha un valore calorico di 4,1 Kcal • 1 gr di lipidi ha un valore calorico di 9,3 Kcal • 1 gr di alcol ha un valore calorico di 7,1 Kcal

  11. Nelle varie fasi del nostro sviluppo il corpo necessita di elementi nutritivi differenti Fabbisogno calorico giornaliero (o energetico): la quantità di energia di origine alimentare espressa in Kcal o Kj necessaria al mantenimento del peso corporeo ideale. Il consumo calorico giornaliero è dato dalla somma di diversi fattori, tra cui:

  12. metabolismo di base: consumo calorico in condizioni di riposo assoluto, a digestione avvenuta e a temperatura costante; è l’energia necessaria a compiere le funzioni vitali; 20% utilizzata dai muscoli, 80% da altri organi. • termogenesi indotta dalla dieta: è l’energia consumata dall’organismo per digerire e metabolizzare i nutrienti • costo energetico dell’attività fisica: è l’energia necessaria per compiere le attività muscolari

  13. E’ una quota estremamente variabile che può oscillare tra circa il 15% del dispendio energetico totale di una persona molto sedentaria e circa 3-4 volte il metabolismo basale in casi di attività particolarmente faticose costo energetico dell’attività fisica:

  14. La determinazione del fabbisogno energetico deve tener conto delle seguenti variabili: • Età • sesso • stato fisiologico • peso • statura • attività fisica

  15. Indice di massa corporea (IMC o BMI, acronimo Inglese di Body Mass Index) è un parametro che mette in relazione la massa corporea e la statura di un soggetto • si calcola dividendo • il proprio peso espresso in kg per il quadrato dell‘altezza espressa in metri: IMC = massa corporea (Kg) / statura (m2)

  16. Esiste una profonda correlazione tra indice di massa corporea e rischio di mortalità per complicazioni cardiovascolari Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'IMC, o indice di massa corporea, è raggruppabile incategorie

  17. Circonferenza addominale E’ un parametro molto utilizzato per valutare il rischio cardiovascolare di un soggetto. La prevalente distribuzione di grasso sottocutaneo a livello addominale è infatti correlata all'aumento del grasso viscerale ed è proporzionale alla sua circonferenza esterna.

  18. Assume significato diverso in relazione all'età ed al sesso dell'esaminato. In particolare, per un individuo adulto: • Valori superiori a 94 cmnell'uomo e ad 80 cm nelladonna sono indice di obesità viscerale e si associano ad un "rischio moderato“ • Valori superiori a 102 cm nell'uomo e ad 88 cm nelladonna sono associati ad un "rischio accentuato"

  19. “Regole” per una sana alimentazione: • 1943 Stati Uniti elaborarono RDA (Recommended Dietary Allowance) codificavano le necessità nutrizionali e fornivano gli standard per una nutrizione ottimale in grado di proteggere la popolazione dal rischio di deficit alimentari • Anni successivi altri paesi seguirono l’esempio degli Stati Uniti stilando tabelle adattate alle singole realtà locali

  20. 1976 Italia (Sinu) elaborò Larn (Livelli di assunzione raccomandati di nutrienti) • 1986 e 1996 aggiornamenti suggeriscono il comportamento più corretto nella scelta degli alimenti pur variando in base all’età, allo stato fisiologico (crescita, gravidanza, allattamento..) e alla presenza di particolari condizioni (malattie, sedentarietà,impegno fisico).

  21. Classificazione degli alimenti: • Molti paesi europei e USA 5 / 6 gruppi • Italia (INRAN+SINU) 7 gruppi nutrizionali classificazione più ampia in quanto considera come gruppo a parte i legumi e si è sdoppiato il gruppo della frutta e degli ortaggi sulla base dei contenuti di vitamina C o A

  22. Ai fini di una alimentazione equilibrata è importante che almeno un alimento di ciascun gruppo sia presente nella nostra dieta quotidiana

  23. Gruppo 1: carne, pesce,uova • Gruppo 2: latte e derivati • Gruppo 3: cereali e derivati • Gruppo 4: legumi secchi • Gruppo 5: grassi di condimento • Gruppo 6: ortaggi e frutta fonti di vitamina A • Gruppo 7: ortaggi e frutta fonti di vitamina C

  24. Piramide alimentare Schema visivo che illustra in maniera schematica, attraverso suddivisioni in aree nutrizionali che si estendono dalla base al vertice, le regole per una sana ed equilibrata alimentazione Alla base si trovano i cibi da consumare quotidianamente, al vertice quelli da assumere con moderazione.

  25. La piramide si basa sulla suddivisione degli alimenti secondo la loro appartenenza ai diversi gruppi di nutrienti necessari all’organismo umano e sulla ripartizione degli stessi secondo un criterio che considera le porzioni giornaliere raccomandate.

  26. la base è costituita da carboidraticomplessi (pane, pasta,cereali,riso) al di sopra abbiamo frutta e verdura in seguito il gruppo delle proteine animali e vegetali all’estremità superiore il gruppo degli oli, dei grassi e dei dolci a sostenere la piramide vi è l’ attività fisica regolare 6 porzioni 3/5 porzioni di verdura 2/4 porzioni di frutta 2/3 porzioni consumo moderato raggiungimento e mantenimento benessere psico-fisico

  27. alimentazione e patologie

  28. Alimentazione e nutrizione hanno grande rilevanza nella prevenzione delle malattie e nella promozione della salute Una dieta mal bilanciata può avere seri effetti sulla salute Tra le prime dieci cause di morte e inabilità nel mondo troviamo patologie legate all’alimentazione

  29. Ruolo della dieta nell’insorgenza dei tumori L’importanza di una corretta alimentazione nella prevenzione di alcune patologie è nota Compaiono intorno al 1930 alcuni interessanti studi epidemiologici tesi ad individuare il legame tra abitudini alimentari e tumori Nel 2000, secondo quanto riportato dal World cancerreport 2003 (WRC) sono stati registrati oltre 10 milioni di nuovi casi di tumori

  30. 6,2 milioni di morti, circa 16.986 al giorno Italia: ogni anno 240.000 nuovi casi e 140.000 decessi Secondo gli studiosi oltre il 30% dei tumori è direttamente riconducibile all’alimentazione Significa che una larga percentuale dei tumori potrebbe essere prevenuta semplicemente con una dieta corretta

  31. Ruolo della dieta nell’insorgenza dell’aterosclerosi Numerosi studi confermano la relazione tra abitudinialimentari e arteriosclerosi; è stato accertato che i grassi saturi prevalentemente contenuti nei tessuti animali aumentano il livello di quelle frazioni di colesterolo fortemente coinvolte nella formazione delle placche arteriosclerotiche e sono pertanto indicati fra i principali fattori di rischio per accidenti cardiovascolari.

  32. alimentazione e lavoro

  33. Alimentazione e luoghi di lavoro Poiché la maggior parte della popolazione adulta in Europa lavora regolarmente e trascorre almeno ¼ della vita nel proprio luogo di lavoro, questo può diventare luogo privilegiato per la buona riuscita degli interventi di promozione della salute e per la realizzazione di iniziative volte al miglioramento della salute dei lavoratori Si raccomanda la promozione della salute in ambiente di lavoro rispetto a diverse problematiche quali fumo, attività motoria, corretta alimentazione,stress correlato al lavoro.

  34. Alimentazione e luoghi di lavoro I luoghi di lavoro individuati come ambiti in cui sviluppare le 4 linee programmatiche individuate dal Ministero e attinenti: • Alimentazione • Attività fisica • Fumo • Alcol

  35. Alimentazione e luoghi di lavoro Troppo spesso l’alimentazione sul lavoro è percepita come una questione secondaria o un ostacolo da parte di alcuni datori di lavoro. Le mense, quando esistono, spesso offrono cibo mediocre e ripetitivo. I distributori automatici offrono generalmente alternative poco salubri.

  36. Alimentazione e luoghi di lavoro I ristoranti di quartiere possono rivelarsi cari o scarsi I lavoratori stessi a volte non hanno né il tempo né il luogo dove mangiare oppure non hanno denaro per acquistarlo.

  37. Alimentazione e luoghi di lavoro L’attenzione verso il benessere del lavoratore nasce dall’esigenza di proteggerlo dai rischi per la salute che possono derivare dallo svolgimento dei compiti lavorativi. Proteggere il lavoratore non significa tutelarlo solo dai rischi fisici Non è più sufficiente la protezione da incidenti Occorre rendere il posto di lavoro un ambiente positivo, che sostenga il benessere sia fisico che psico-sociale del lavoratore, in un clima organizzativo che stimoli la creatività e l’apprendimento.

  38. Alimentazione e luoghi di lavoro La promozione della salute nei luoghi di lavoro è il risultato dell’impegno dei datori di lavoro e dei lavoratori favorito dall’organo di vigilanza secondo i criteri indicati nel D.P.C.M. 17/12/2007 Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro" I datori di lavoro devono garantire attivamente il miglioraramento della salute e del benessere dei lavoratori

  39. Alimentazione e luoghi di lavoro La promozione della salute nei luoghi di lavoro comporta numerose conseguenze positive quali: • < assenteismo • > motivazione e produttività • miglioramento dell’immagine del datore di lavoro

  40. Alimentazione e luoghi di lavoro Per ciascun lavoratore è necessario considerare alcunecaratteristiche individuali: età, sesso, statura, peso corporeo alcuni fattori legati all’attività svolta: tipo di mansione, dispendio energetico, tipo di turno

  41. Alimentazione e luoghi di lavoro Esistono infatti alcune attività lavorative che comportano un dispendio energetico > di altre: Impiegato o altra tipologia di lavoro sedentario: 1,3-1,8 Kcal/min Lavoratore nell’edilizia: 3-8 Kcal/min Vigile del fuoco in attività: fino a 12 Kcal/min

  42. Esistono alcune condizioni lavorative che comportano un > rischio di sovrappeso ed obesità: Orario prolungato Turnazione Lavoro notturno Richiesta di prestazioni lavorative Rilevata maggiore incidenza di infortuni sul lavoro nei soggetti sovrappeso o obesi

  43. in particolare la turnazione e il lavoro notturno possono favorire il sovrappeso per due motivi: • I cibi assunti di notte determinano maggior accumulo di energia anche sotto forma di grasso • La turnazione può essere causa di stress che molto frequentemente comporta variazioni nel comportamento alimentare con sovrappeso.

  44. Uno studio condottoin un policlinico universitario italiano ha valutato se l’attività lavorativa in turno abbia un nesso causale con l’incidenza della sindrome metabolica (SM). Sono stati valutati un totale di 201 infermieri gen. e prof. di età compresa tra i 23 e i 60 anni, esenti alla prima visita da SM. Sono stati adottati i criteri ATPII modificati: presenza contemporanea di 3 delle seguenti condizioni:

  45. Circonferenza vita >o=102 cm negli uomini e >0= a 88 cm nelle donne • Trigliceridi > o = a 150 mg/l • Colesterolo HDL > o = 40 mg/dl negli uomini e 50 mg/dl nelle donne • Pressione arteriosa sistolica >o=130 mmHg • Pressione arteriosa diastolica > o = 85 mmHg • Glicemia >o = 100 mg/l La popolazione è stata suddivisa in 2 gruppi in base alla turnazione lavorativa

  46. Conclusioni: Si è dimostrato che la turnazione notturna si associa ad un aumentato rischio di sviluppare la sindrome in lavoratori esenti da essa in condizioni di base

  47. Secondo un recente studio che ha visto la partecipazione di 7.338 adulti, i lavoratori obesi affetti da diabete di tipo 2 risultano essere meno produttivi sul lavoro rispetto ai colleghi normopeso Minore efficienza lavorativa con una perdita di tempo lavorativo dall’ 11% al 15%, ovvero 5,9 ore a settimana.

  48. Aumentato rischio di sviluppare patologie occupazionali: • Patologie muscoloscheletriche • Asma • Patologie cardiovascolari • Patologie da sostanze chimiche • Disturbi da stress

  49. Obesità e asma • Motivi meccanici legati alla modificazione dell’apparato respiratorio indotta dall’accumulo adiposo addominale e nelle fasce toraciche • Motivi metabolici per la stretta interdipendenza con l’organismo (apparato respiratorio, cardiovascolare..)

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