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Aristotele (384/383-322 a.C.) il repertorio espressivo degli animali

Aristotele (384/383-322 a.C.) il repertorio espressivo degli animali. “Alcuni animali emettono suoni ( tà psophetiká ) alcuni sono senza voce ( tà áphona ), altri invece hanno una voce ( tà phonéenta ), e di

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Aristotele (384/383-322 a.C.) il repertorio espressivo degli animali

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Presentation Transcript


  1. Aristotele (384/383-322 a.C.)il repertorio espressivo degli animali • “Alcuni animali emettono suoni (tà psophetiká) alcuni sono senza voce (tà áphona), altri invece hanno una voce (tà phonéenta), e di • questi ultimi alcuni hanno una voce articolata (tà diálekton), altri sono privi di lettere (tà agrámmata) [...] tutti hanno in comune di cantare e di parlare (laleîn) soprattutto nella stagione dell'amore."(Hist. anim. 488a32-488b 1)

  2. Il repertorio espressivo degli animali psophetiká phonéenta áphona agrámmata diálekton

  3. Le tre unità el repertorio espressivo/comunicativo “ la voce (phoné) e il suono (psóphos) sono due cose diverse e una terza è la voce articolata (diálektos). La voce non può venire emessa da nessuna altra parte se non dalla laringe: perciò quegli animali che sono privi di polmoni neppure possono emettere la voce...(Hist.anim. 535a 27sqq)

  4. Le tre unità del repertorio espressivo/comunicativo La voce articolata è l’articolazione (diárthrosis) della voce mediante la lingua (tê glótte). Dunque le vocali (tà phonéenta) sono emesse dalla voce, cioè dalla laringe, mentre le consonanti (tà áphona) dalla lingua e dalle labbra e di qui consta la voce articolata. Perciò quegli animali che non hanno lingua o non l’hanno sciolta, non possono formare la voce articolata (dialégetai). È invece possibile emettere suoni anche con altre parti.” (Hist.anim. 535a 31sqq).

  5. Le tre unità el repertorio espressivo/comunicativo • Psóphos: con qualsiasi parte del corpo • Phoné: polmoni+ laringe • Diálektos: lingua+ labbra

  6. Psóphos "il suono è sempre prodotto dall’urto di qualcosa contro qualcosa in qualcosa, perché ciò che lo produce è una percussione. È pertanto impossibile che si abbia suono in presenza di un solo oggetto, giacché il percuziente e il percosso sono distinti. Di conseguenza ciò che risuona, risuona contro qualcosa."(De anima 419b10-14) "Il suono non è la percussione di due oggetti qualsiasi […] deve prodursi un urto dei corpi solidi l’uno contro l’altro e contro l’aria." (De an. 419b 14-21).

  7. Animali e psóphos Insetti (Hist. Anim. 535b 3-10): producono suoni con il penuma interno al loro corpo (ma non con il respiro); “ Questi ultimi producono il suono con la membrana posta sotto il diaframma, quando presentano questa fenditura: ad esempio in un genere di cicale esso è provocato dall’attrito del pneuma contro tale membrana. Le mosche, le api e tutti gli altri insetti producono invece il suono sollevando e richiudendo le ali in volo: il suono, infatti, risulta dall’attrito del pneuma interno”

  8. Animali e psóphos I pesci (Hist. Anim. 535b 14-33): privi di voce (áphonoi) (perché non hanno polmoni né trachea né laringe) “ emettono quella che sembra una voce in parte strofinando le branchie, la cui zona è spinosa, in parte mediante le parti interne site nella regione dello stomaco: ognuna di esse, infatti, contiene pneuma, il cui attrito e spostamento producono i suoni. [...]Non è però corretto dire che questi animali emettono voce (phoneîn): si tratta piuttosto di suoni (psopheîn)”.

  9. Phoné: requsiti fisiologici "La voce non può venire emessa da nessun altra parte se non dalla laringe: perciò quegli animali che sono privi di polmoni neppure possono emettere la voce.”(Hist.Anim..535a 28-30). "la cosiddetta laringe e la trachea sono costituite di materiale cartilaginoso: esse non sono finalizzate soltanto alla respirazione ma anche alla voce. (De part. anim. 664a 35-b2)

  10. Phoné:requisiti psicologici "Quanto alla voce, essa è un suono dell'essere animato (empsýchou )[...] non ogni suono dell'animale è voce (giacché si può emettere un suono anche con la lingua o tossendo), ma il percuziente deve essere animato ed accompagnarsi ad un'immagine (metà phantasías tinós). In effetti la voce è un suono che significa qualcosa (semantikòs), e non semplicemente, come la tosse, il suono dell'aria inspirata."(De an. 420b 5- 34).

  11. Animali e phoné • Quadrupedi -Ovipari (rana) • Quadrupedi- Mammiferi • L’”eccezione” del delfino: “Anche il delfino emette stridii e mormorii quando balza fuori all’aria aperta, ma in modo ben diverso dagli animali suddetti: in questo caso si tratta di una voce (phoné), perché esso possiede sia polmoni sia trachea. Non ha però la lingua sciolta (glôttan apolelyménen) e le labbra (cheíle) sì da poter articolare in qualche modo (árthron ti poieîn) la voce”(Hist. anim. iv, 535b 33 sqq.)

  12. Diálektos: lingua, labbra... • Modo particolare in cui si manifesta la voce :“eîdos phonês” (Probl. 898b 30); attivazione del tratto sopralaringeo “La voce articolata è l’articolazione (diárthrosis) della voce mediante la lingua (tê glótte). Dunque le vocali (tà phonéenta) sono emesse dalla voce, cioè dalla laringe, mentre le consonanti (tà áphona) dalla lingua e dalle labbra:e di queste consta la voce articolata. Perciò quegli animali che non hanno lingua o non l’hanno sciolta, non possono formare la voce articolata (dialégetai)” (Hist.Anim. 535a 30sqq.)

  13. Diálektos: denti “Ma nell’uomo la forma e il numero di questi denti sono soprattutto in funzione della voce articolata (diálekton) giacché i denti anteriori contribuiscono molto alla formazione delle lettere (grammatôn)." (De part.anim. 661b 13-15)

  14. Animali e diálektos • Uccelli e i requisiti fisiologici: “Il genere degli uccelli è in grado di emettere una voce e si avvicinano di più (málista) al possesso di voce articolata (diálekton) quelli che hanno la lingua larga, e fra essi quanti hanno la lingua sottile”(Hist. anim. 536a 21sqq.) “Certi generi di uccelli hanno la facoltà di emettere suoni articolati (grámmata phthéngetai) in grado maggiore di tutti gli altri animali, secondi in questo solo all’uomo: tale facoltà spetta soprattutto agli uccelli a lingua larga”(Hist. anim. 504b 1-3)

  15. Animali e diálektos • I limiti degli uccelli “Quanto agli uccelli il loro becco è osseo per l’assunzione del cibo e la difesa: esso sostituisce da solo i denti e le labbra, proprio come se ad un uomo si asportassero le labbra, si saldassero da una parte i denti superiori e dall’altra quelli inferiori e poi si prolungassero in avanti le due sezioni restringendole progressivamente; questo sarebbe già una sorta di becco di uccello.” (De part. anim. 659a 21sqq)

  16. La diálektos/lógos dell’uomo • La diálektos è “caratteristica propria dell’uomo” (Hist. anim. 536a 21sqq) • Conformazioneadattadella lingua e dellelabbra, presenzadeidenti: “Gli uomini invece hanno labbra morbide, carnose e in grado di separarsi l’una dall’altra; esse sono finalizzate, come negli altri animali, alla protezione dei denti, ma ancora più a uno scopo dotato di valore: anche esse cioè sono in funzione dell’uso del linguaggio (tô lógo)”(De part.anim.659b31sqq.)

  17. La diálektos/lógos dell’uomo “L’uomo ha la lingua più sciolta, più molle e più larga, perché possa assolvere entrambe le sue funzioni, cioè sia la percezione dei sapori {...} sia la pronuncia delle lettere e l’articolazione (diárthrosin) in vista del linguaggio (pròs tòn lógon), per le quali è pure utile una lingua molle e larga: grazie a tale configurazione ed alla propria scioltezza, essa è perciò in grado di ripiegarsi e avanzare in ogni direzione. Ciò risulta chiaro in coloro che non hanno la lingua sufficientemente sciolta: sono difatti blesi e balbuzienti, e questo dipende dall’incapacità di pronunciare alcune lettere.” (De part.anim.660a17)

  18. La diálektos/lógos dell’uomo “Il linguaggio (lógos) in effetti, così come lo si esprime mediante la voce (dià tês phonês), consta di lettere (grammáton), la maggior parte delle quali non sarebbe possibile pronunciare se la lingua non fosse quale è e se le labbra non fossero umide: alcune risultano infatti da una propulsione della lingua, altre da un combaciare delle labbra”(De part. anim. 660a2sqq.)

  19. La diálektos/lógos dell’uomo “Gli uomini possono pronunciare molte lettere, mentre gli altri animali non ne pronunciano nessuna, o pronunciano due o tre consonanti [...]Insieme con le vocali, queste formano il linguaggio(diálekton)” (Probl. 895a 4-14)

  20. Una comparazione: piano fisiologico • Uccelli Lingua Becco Alcuni grámmata • Uomo Lingua (più sciolta, più molle e più larga) Labbra/denti Molti grámmata

  21. Piano culturale: varietà dialettali “Quanto alla voce, sono constatabili soprattutto le differenze tra il timbro acuto e grave, mentre all’interno di uno stesso genere essa non si differenzia affatto quanto alla specie (eîdos) ; la voce però che consta di suoni articolati (en toîs árthrois), e che si potrebbe definire una sorta di voce articolata (diálekton), è differenziata sia fra gli animali appartenenti a generi diversi, sia, secondo i luoghi, fra quelli compresi nello stesso genere: così ad esempio certe pernici chiocciano, altre trillano” (Hist. anim. 536a 21sqq.)

  22. Piano culturale: apprendimento e trasmissione dei canti “E fra i piccoli uccelli, alcuni non cantano con la stessa voce dei loro genitori, se sono stati allevati lontani da essi e hanno udito il canto di altri uccelli. È accaduto del resto di osservare una femmina di usignolo che insegnava a cantare a un suo piccolo, segno che la voce articolata non è altrettanto naturale della voce e può essere plasmata”. (Hist. anim.536b14sqq.)

  23. Il dibattito attuale • P.Marler : "Birdsong and speech devolopment: could there be parallels?“ in American Scientist, 1970; pp.669-73. • L.H. Salwiczeck-W.Wickler: “Birdsong: an evolutionary parallel to human language” in Semiotica 2004, vol 151, pp.163-182.

  24. Il dibattito attuale 1)Apparato di vocalizzazione: similarità funzionale di siringe e laringe (aree specializzate del cervello per l’apprendimento, memorizzazione e produzione vocale) 2)Sviluppo ontogenetico: - trasmissibilità a livello sociale di un set di vocalizzazioni da un adulto a un giovane (l’isolamento sociale procura degli sviluppi vocali anormali)/varietà dialettali

  25. Il dibattito attuale -esistenza di un periodo critico (periodo sensibile entro cui il giovane uccello deve apprendere il canto della propria specie, oltrepassato il quale l'apprendimento non è più possibile) -ascolto della propria voce come fattore vitale per il normale sviluppo vocale (fase di lallazione dei bambini e sub-song negli uccelli).  http://www.scricciolo.com/eurosongs/canti.htm#rassegna

  26. Specificità della diálektos dell’uomo • Articolazione • Scomponibilità in lettere (grámmata) • Loro componibilità in unità più complesse (onómata) vs I suoni delle bestie sono “agrámmatoi”, nessuno di essi “costituisce un nome”(De int. 16a 28-29).

  27. Specificità della diálektos dell’uomo • Caratteristiche semantiche: La diálektos/ lógos è portatrice di una semanticità notevolmente più estesa di quella espressa dalla phoné: “Infatti, secondo quanto sosteniamo, la natura non fa nulla invano, e l’uomo è l’unico animale che abbia il lógos. La voce è segno del piacere e del dolore e perciò l’hanno anche gli altri animali, in quanto la loro natura giunge fino ad avere e a significare agli altri la sensazione del piacere e del dolore. Invece il lógos serve a indicare l’utile e il dannoso, e perciò anche il giusto e l’ingiusto. ”(Pol.1253a 7sqq.)

  28. Aristotele continuista “Anche nella maggior parte degli animali si trova una traccia dei modi (trópon) dell’anima, che però negli uomini presentano differenze più evidenti: indole domestica e selvatica, mitezza e aggressività, coraggio e codardia, paure e ardimenti, desideri e malizie e una certa facoltà di intendere (tês synéseos): in molti di loro si trovano somiglianze (omoiótetes) [...] Certuni, infatti, differiscono rispetto all’uomo secondo il più (tô mâllon) e il meno (kaì êtton), e così anche l’uomo rispetto a molti degli animali [...] (Hist. anim. VIII, 588a 16sqq)

  29. Aristotele continuista come infatti all’uomo appartengono arte, saggezza e intendimento (sýnesis) così agli animali appartiene una certa potenza naturale (physikè dýnamis) come questa ma diversa [...] in questo modo la natura passa gradualmente (katà mikròn) dagli esseri inanimati agli animali, tanto che a causa della continuità (synecheía) sfugge dove si trovi il confine tra loro e da che parte sta ciò che è intermedio.” (Hist. anim. VIII, 588a29 sqq.)

  30. Aristotele continuista “I caratteri degli animali, come s’è detto prima, differiscono per viltà, mitezza, coraggio, mansuetudine, intelligenza (noûs)[...] Quanto agli animali selvatici quadrupedi, si ritiene che il cervo non sia tra quelli meno intelligenti (phrónimon), poiché partorisce lungo le strade (le bestie feroci, infatti, non si avvicinano per via degli uomini) . Molti altri animali quadrupedi si comportano in modo intelligente (phronímos) per proteggersi [...] (Hist. anim. IX, 608a 11sqq.)

  31. Aristotele continuista “In generale, quanto ai modi di vita, si possono osservare negli altri animali molte imitazioni della vita umana, e più negli animali piccoli che in quelli grandi, si può scorgere l’acutezza dell’intendimento (dianoías), come in primo luogo, tra gli uccelli, nel caso della costruzione del nido della rondine, poiché questa segue lo stesso ordine nella mistura di paglia e fango, poiché alle pagliuzze intrecciate unisce il fango [...]. (Hist.anim.612b18sqq.)

  32. Aristotele continuista Quando un cacciatore trova il nido, la pernice si dibatte davanti al cacciatore restando a portata di mano e lo distoglie facendogli credere che stia per prenderla, finché i piccoli non sono fuggiti: quindi vola via e li richiama. [...] Tra tutti gli animali selvatici, il più mite e docile è l’elefante, che impara e comprende (xyníesin) molte cose: gli si insegna persino a inchinarsi di fronte al re. Ha buona sensazione e intendimento(synései) eccezionale per altri versi.” (Hist. anim. IX, 613b18sqq.)

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