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CNV C OMUNICAZIONE N ON V ERBALE

CNV C OMUNICAZIONE N ON V ERBALE. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) Ruolo centrale nel comportamento sociale dell’uomo: eventi esterni, passato, futuro Uso corretto CNV = capacita’ e competenze sociali Intimamente legata al linguaggio, lo sostengono, feedback, sincronizzazione

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CNV C OMUNICAZIONE N ON V ERBALE

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Presentation Transcript


  1. CNV COMUNICAZIONE NON VERBALE

  2. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) • Ruolo centrale nel comportamento sociale dell’uomo: eventi esterni, passato, futuro • Uso corretto CNV = capacita’ e competenze sociali • Intimamente legata al linguaggio, lo sostengono, feedback, sincronizzazione • Alcune cose si esprimono adeguatamente solo con la CNV e non con le parole • Negli animali riguarda stati interiori e intenzioni

  3. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) • CNV complessa: Arte, Musica, Riti in generale, Riti Religiosi.

  4. FUNZIONI (CNV) • ESPRIMERE EMOZIONI: Attraverso il corpo, la voce e le espressioni facciali • COMUNICARE ATTEGGIAMENTI PERSONALI: Stabilire e mantenere relazioni interpersonali (amicizie) attraverso tono di voce, espressioni facciali, vicinanza fisica, contatto fisico, sguardo • ACCOMPAGNARE IL DISCORSO: Interlocutori si scambiano cenni del capo, sguardi e suoni non verbali sincronizzati con il discorso • LA PRESENTAZIONE DI SE’: Soprattutto attraverso l’aspetto esteriore, in misura minore la voce • RITUALI: Saluti, e altri riti in generale

  5. APPLICAZIONE PRATICA (CNV) • Recupero abilita’ sociali pazienti: Depressi, adolescenti borderline, ecc… • Addestramento abilita’ sociali in ambito professionale: Medici, Assistenti di Volo, Candidati Politici • Addestramento contatti interculturali: Personale che lavora all’estero o in organizzazioni internazionali (Parlamento Europeo, ONU)

  6. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) • Ha luogo ogni volta che una persona (emittente) influenza il comportamento di un’altra (ricevente) attraverso uno dei seguenti “canali”: • 1 espressione facciale • 2 sguardo • 3 gesti e altri movimenti del corpo • 4 postura • 5 contatto fisico • 6 comportamento spaziale • 7 abbigliamento; aspetto esteriore (pettinatura) • 8 vocalizzazioni non verbali • 9 odore

  7. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) Emittente Ricevente Stato di A Segnale NV Stato di B codifica decodifica A in codifica e B in decodifica attribuiscono lo stesso significato al segnale B decodifica in modo sbagliato perche’ A non e’ un buon emittente o B non e’ un buon ricevente o entrambi A invia un messaggio ingannevole che B non riesce a decodificare A non intende comunicare ma il suo comportamento puo’ essere decodificato da B corretamente A non intende comunicare e B decodifica in modo scorretto

  8. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) Consapevole (intenzionalita’ di comunicare)= Segnali diretti ad un fine Es. Offerta ad un’asta Incosapevole (nessuna intenzionalita’) = Segni fisiologici involontari Es. Tremore, sudore in un contesto emotivo Frequentemente osserviamo una “miscela” dei due tipi di CNV. Es. Espressioni facciali di un’emozione

  9. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) Segnali discreti invariabili come le parole gesti simbolici come: autostop, ok Segnali variabili e probabilistici, lungo un continuum (vicinanza, volume della voce) Segnali “iconici” che richiamano nella loro forma il significato Il linguaggio dei segni non e’ CNV

  10. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV)

  11. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) SIGNIFICATO Emittente nel suo stato emotivo o altro, o nel messaggio Ricevente nell’interpretazione del segnale Il significato del segnale CNV varia dal contesto. Es. CONTATTO FISICO: il/la proprio marito/moglie, il/la marito/moglie di un’altra/o, uno sconosciuto, un paziente, una persona in un ascensore affollato, un partecipante ad un gruppo di incontro Dipende anche dalla posizione spazio-temporale, quindi dipende da cio’ che ha preceduto, nell’interazione, il segnale che stiamo inviando.

  12. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) VARIAZIONI CULTURALI ESPRESSIONI FACCIALI: fondamentalmente universali e transculturali. Alcune variazioni. Veicolo per l’espressione delle EMOZIONI

  13. EMOZIONI • EMOZIONI ADATTATIVE: Affetti positivi e negativi preparano e guidano comportamenti motivati che promuovono la sopravvivenza e la riproduzione (Darwin) Agiti o interpretati (espressioni facciali) Comunicazione non Verbale: I neonati comunicano gli stati emotivi attraverso le espressioni facciali (entro i sei mesi tutte le emozioni fondamentali vengono espresse)

  14. EMOZIONI

  15. EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI • Le emozioni hanno un valore adattativo anche nelle relazioni interpersonali • Soggetti che si uniformano alle regole non vengono allontanati da un gruppo sociale • Soggetti inseriti socialmente hanno piu’ probabilita’ di riprodursi

  16. EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI • SENSO DI COLPA: Il senso di colpa ha un valore adattivo nelle relazioni interpersonali perche’ la percezione di una nostra responsabilita’ sullo stato di salute altrui ci porta ad evitare comportamenti potenzialmente pericolosi per gli altri e a favorire comportamenti che rafforzano le relazioni interpersonali • Mostrare il proprio senso di colpa, dimostra che vi e’ un interessamento sulle condizioni altrui • Indurre il senso di colpa influenza il comportamento altrui!!!!!!!!

  17. EMOZIONI E RELAZIONI INTERPERSONALI • IMBARAZZO: L’imbarazzo (arrossire) dimostra un senso di colpa per una trasgressione di una norma sociale • Chi dimostra imbarazzo viene percepito come sottomesso e suscita da parte del gruppo sociale piu’ simpatia e disponibilita’ al perdono. • Quindi, anche l’imbarazzo consolida le relazioni interpersonali e l’integrazione sociale • Scuse non-verbali • Arrossire per l’imbarazzo e’ un reazione tipicamente umana

  18. ESPRESSIONI FACCIALI • L’emisfero DESTRO e’ cruciale per il riconoscimento delle espressioni facciali e del riconoscimento delle situazioni emozionali • Lesioni dell’emisfero destro producono gravi deficit di riconoscimento delle espressioni emotive facciali • L’emisfero sinistro probabilmente assegna delle descrizioni verbali alle espressioni facciali che possono agevolarne il riconoscimento. E’ comunque coinvolto nel riconoscimento delle situazioni emozionali

  19. COMUNICAZIONE NON VERBALE (CNV) VARIAZIONI CULTURALI ESPRESSIONI FACCIALI: fondamentalmente universali e transculturali. Alcune variazioni. Veicolo sociale per l’espressione e la segnalazione delle EMOZIONI Molto importanti sono le “norme di comportamento” all’interno di diverse culture che regolano l’ostentazione di ogni espressione emotiva. Difficolta’ particolare nel riconoscimento di emozioni nelle espressioni facciali diGiapponesi. “Lasciare trasparire sul volto le proprie emozioni era considerato indegno di un samurai” (Nitobe, 1969) Ambiti sociali all’interno di culture: Esercito, Politica, ecc…

  20. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): Oltre alle emozioni fondamentali inviamo segnali su stati piu’ sfumati o “umori”: Es. Piacere, dispiacere, soddisfazione della fame o del sesso, sonnolenza eccitazione. • “lettura a voce alta” dello stato interno a beneficio di terzi • Vengono inviati segnali nonostante il controllo del comportamento espressivo: • Alcuni sono reazioni psicologiche dirette senza intenzione di comunicare: nausea, sonnolenza, eccitazione • Alcuni si sono evoluti come segnali sociali con valore adattativo • Alcuni sono segnali sociali inviati intenzionalmente per accompagnare o sostenere il discorso

  21. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): • Oltre alle emozioni fondamentali vi sono altre emozioni che non vengono altrettanto studiate ma che sono importanti nella CNV: • Divertimento • Noia • Impazienza • Stanchezza fisica • Dolore • Eccitazione sessuale • Sentimento religioso

  22. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): • Le aree corporee che trasmettono emozioni: • Volto: bocca, sopracciglia, pelle, movimento facciale • Occhi: apertura oculare, dilatazione pupille, durata sguardo • Gesto: forma e movimenti della mano, mano al volto, mani unite • Postura: tesa o rilassata, erezione della postura, stile dei movimenti del corpo • Tono di voce: tonalita’, velocita’, volume, ritmo, difficolta’ nel discorso

  23. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): Espressione di emozioni evocate naturalmente un po’ diversa da quelle evocate artificialmente (attori) Mentre il volto sembra esprimere la qualita’ dell’emozione, i gesti la postura ed i movimenti del corpo sembrano fornire l’intensita’ dell’emozione Il tono della voce (prosodico) indica lo stato emozionale. I depressi e altri pazienti neurologici si esprimono in un monotono senza prosodia emozionale Molti dei segnali di CNV che veicolano lo stato emozionale sono emessi con maggior frequenza in presenza di altri anche inconsapevolmente. Ma si riscontrano anche in soggetti isolati e con buona correlazione con il loro stato emotivo.

  24. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): Regole sociali di ostentazione possono ostacolare l’espressione emozionale. Le persone possono anche esibire espressioni di emozioni che non provano E’ comunque difficile controllare volontariamente l’espressione spontanea di emozioni: Possiamo controllare piu’ il volto, meno il tono della voce, la dilatazione delle pupille e la traspirazione, ed il corpo al di sotto del collo (aree “Spia”) Macchina della verita’ Regole sociali che modulano l’espressione emotiva: matrimoni, funerali e professioni: medici, assistenti di volo Contesti che favoriscono la decodifica delle emozioni: funerale, festa di laurea

  25. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): • INGANNO: “Se le sue labbra tacciono, parla con le punte delle dita; il tradimento trapela da ogni poro” Freud (1905) • Indizi non verbali che rivelano la menzogna: • dilatazione pupille • tono di voce piu’ alto • incertezze e lentezza nell’eloquio • espressioni verbali brevi • minori fissazioni reciproche con lo sguardo • pause vuote • sorriso ridotto • maggiori cambiamenti di posizione • ridotti movimenti della testa • maggior uso di frasi negative

  26. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): INGANNO: Gli indizi che si usano per scoprire l’inganno non sono correlati con gli indizi che lo accompagnano USATI CORRETTAMENTE: Lentezza nell’eloquio, tono di voce piu’ alto, esitazione nell’eloquio USATI NON CORRETTAMENTE: reciprocita’ dello sguardo ridotta, diminuzione del sorriso, errori nell’eloquio Espressioni facciali brevissime (1/4 s) possono tradire l’inganno e si possono riconoscere con l’addestramento Espressioni facciali che tentano di “soffocare” la menzogna come il sorriso. Ma i sorrisi falsi sono diversi da quelli autentici: terminano bruscamente e non influenzano la parte superiore del volto.

  27. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): Movimenti delle mani che lasciano trasparire l’emozione (inganno). Gesti emblematici incompleti.

  28. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): QUALE CANALE PER LA DECODIFICA DELLE EMOZIONI? Il volto in generale veicola il maggior numero di informazioni sulle emozioni. Seguito dal corpo e dal tono delle voce. Dipende anche dal tipo di emozione e di controllo volontario:

  29. ESPRESSIONI DELL’EMOZIONE (CNV): QUALE CANALE PER LA DECODIFICA DELLE EMOZIONI? I segnali NON verbali hanno un impatto molto maggiore nella decodifica delle emozioni. Si attribuisce piu’ importanza ai segnali negativi che veicolano emozioni negative. In caso di segnali contrastanti (tentativo di celare l’emozione) vengono considerati solo i segnali negativi perche’ considerati piu’ autentici. Quando segnali verbale e segnali NV sono discordanti si presta piu’ attenzione a quelli NV

  30. ATTEGGIAMENTI INTERPERSONALI (AI) (CNV): • Essere felici e’ un’emozione (felicita’) ma provare simpatia verso una persona e’ un atteggiamento interpersonale. Emozioni e AI usano le stesse espressioni facciali come CNV • L’espressione degli AI puo’ essere spontanea o volontariamente regolata in base alle regole sociali. Es: L’attrazione sessuale segue il principio edonistico del piacere ma e’ regolata dal principio di realta’. • Ci sono diversi gradi di controllo degli AI e dipendono dal contesto: • stabilire una relazione • mantenere o modificare una relazione esistente • Motivazione di Affiliazione, Dominanza o Sessuale

  31. MOTIVAZIONI • Bisogni: Stati di carenza come conseguenza della percezione della mancanza di qualcosa di essenziale e importante (cibo, amore, conoscenza). Energia interna che richiede il ripristino di uno stato di equilibrio (omeostasi). • Motivi: Sinonimi di bisogni. Anticipano il soddisfacimento dei bisogni. Sovrintendono alle azioni volte al soddisfacimento di un bisogno attribuendogli priorita’. Protratti nel tempo e conducono a stili di vita volti al raggiungimento di mete con alta priorita’ con costi in termini di sacrificio e dilazione di altre mete (piu’ importanti per altri)

  32. MOTIVAZIONI • Incentivi: Oggetti o condizioni associate con la sensazione, da parte del soggetto, di soddisfacimento di bisogni. Sinonimo di scopo o che ne promuove il conseguimento. Primari: Indipendenti dall’apprendimento (modulazione). Soddisfano alla prima presentazione (gusto dolce, sensazione sessuale). Secondari: Associati ai primari grazie all’apprendimento (denaro, alta votazione ad un esame) • Scopi: La meta ultima del comportamento “motivato” (promozione, laurea)

  33. MOTIVAZIONI • Teoria Psicodinamica: Bisogni Biologici o Viscerogeni (fame, sete…), Bisogni Psicogeni (affiliazione, dominio, autonomia, successo…) • Need: Bisogni che premono per essere soddisfatti • Press: Fattori ambientali che ne condizionano l’appagamento • Bisogni Manifesti (immediati) • Bisogni Latenti (rimossi) • Test di Appercezione Tematica (TAT) Test proiettivo Rivelazione dei bisogni rimossi attraverso la proiezione su oggetti presenti (figure) dei contenuti immaginativi del soggetto. • Importanza della biografia individuale

  34. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Ragioni dell’Agire: Le persone normalmente forniscono delle ragioni del proprio agire. Le ragioni fornite dal soggetto sono fondamentali per intuirne le motivazioni che orientano il suo agire • Ricostruzione del Passato e Proiezione nel Futuro • Ragionamento del Soggetto: Assegnazione di priorita’ ai bisogni, Predizione sul percorso intrapreso, Organizzazione dei mezzi per realizzarla • Proposito: Decisione che porta ad attribuire priorita’ all’agire • Volonta’: Modulazione dell’azione conforme ai propositi

  35. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Ricerca Spontanea: Spontaneamente si cerca di dare un senso a cio’ che si pensa o che si e’ inclini a fare • “Raccontarsi”: Difficilmente le persone non sanno dare una spiegazione dei loro intendimenti o delle loro mete. La psicologia delle motivazioni non puo’ prescindere dal “racconto” del soggetto. Riflettere su se stessi, imparare dall’esperienza, interagire con gli altri, progettare il futuro • Dare un Senso alla Vita: Vitale quanto quello di nutrirsi

  36. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • MOTIVI: Successo, Affiliazione, Potere • SUCCESSOAFFILIAZIONEPOTERE • DESIDERIO DI DESIDERIO DI DESIDERIO DI • ECCELLENZA PROTEZIONE DOMINIO • PAURA DI FALLIRE PAURA DEL PAURA DI • RIFIUTO DIPENDENZA • Fusione dei vari motivi e loro soddisfazione • Dominanza di un motivo sugli altri che regola l’agire • Questionari, Resoconti Verbali, TAT: Motivi reali dell’agire, svelati dalla produzione spontanea di proiezione

  37. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Motivazione alla Riuscita o al Successo: Raggiungimento dell’eccellenza, Ottimizzazione delle prestazioni • Bisogno: Riuscire nello Studio • Scopo: Raggiungere prestazioni eccellenti • Motivo: Decisione di cimentarsi in alcune attivita’. Avvio dell’azione per garantire lo scopo che si intende raggiungere e garanzia del massimo impegno • Fase di Decisione: Riconoscimento di un bisogno, stime e anticipazioni; Formazione dell’intenzione ad agire • Fase di Realizzazione: Passaggio all’azione ed estinzione del bisogno (raggiungimento dello scopo) Stime e anticipazioni. Verifica online dei risultati intermedi ottenuti e valutazione dell’azione

  38. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Motivazione alla Riuscita o al Successo: Le persone sono piu’ motivate ad impegnarsi quando percepiscono che possono riuscire traendone il massimo vantaggio • Persone Motivate: Tendono a cimentarsi in compiti moderatamente difficili ed evitano quelli troppo facili e troppo difficili • Persone Meno Motivate: Tendono a cimentarsi in compiti o estremamente facili o estremamente difficili evitando quelli moderatamente difficili • Cimentarsi in una prova e ancora di piu’ in una sfida: Desiderio di riuscire ma anche desiderio di non fallire • Chi e’ portato a riuscire (Motivato) non esita di fronte ai rischi moderati, non e’ attratto da compiti facili e manifestatamente disinteressato ai compiti difficili

  39. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Chi ha paura di fallire (Non Motivato) Sceglie compiti facili in cui non si puo’ fallire o, paradossalmente, compiti molto difficili in cui non c’e’ timore di fallire dato che tutti falliscono • Motivazione al Successo: Interazione della Tendenza alla Riuscita e della Tendenza ad Evitare il Fallimento

  40. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Stime e Aspettative dipendono dalla percezione del soggetto delle cause che determinano il successo o il fallimento e dalle convinzioni di poter dominare le circostanze • Caso, Fortuna o Impegno e Capacita’ Personali? • Ritenere che il successo dipenda dal proprio impegno e dalle proprie abilita’ e’ determinante nella formazione dei propositi e nell’erogazione degli sforzi • Attribuzione di Causalita’: Fondamentale nella formazione delle intenzioni, nell’impegno profuso, nel valore attribuito a successi e fallimenti, nello stato d’animo (affetti) • Questo vale per le azioni che si intraprendono, ma anche per le responsabilita’ che si vuole assumere,

  41. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • lezioni che si traggono dall’esperienza, influenze protratte nel tempo su decisioni future. • Se il raggiungimento di una meta e’ attribuito a fattori esterni quali: fortuna o aiuto degli altri, ci si affida alla sorte e alla benevolenza altrui • Al contrario, se il raggiungimento di una meta e’ attribuito a tenacia e capacita’ individuali, ci si affida alla prima per migliorare le seconde • Atteggiamenti di sorpresa o rassegnazione per successi o fallimenti, rispettivamente, sono le emozioni che si osservano quando il raggiungimento o no di una meta’ e’ attribuito a fattori esterni • Atteggiamenti di orgoglio o di colpa si accompagnano, invece, a successi e fallimenti quando questi ultimi

  42. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • sono attribuiti a fattori interni

  43. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • Volizione: Sostentamento dell’impegno, Direzione dell’azione, Controllo sulle interferenze, fra una DECISIONE e una REALIZZAZIONE (non tutte le decisioni-desideri si realizzano) • Orientamento all’Azione: Perseguire efficacemente la realizzazione dei propri propositi: Controllo dell’attenzione della concentrazione, della persistenza dell’energia, impegno focalizzato delle energie • Orientamento allo Stato: Pressione di stati interni di urgenza, eccitazione, incertezza che fanno dubitare della scelta intrapresa, distraggono l’attenzione, impacciano l’azione, minacciano la determinazione. Continue esitazioni, dubbi, incertezze, che sprecano risorse utili.

  44. PSICOLOGIA DELLE MOTIVAZIONI • I due orientamenti possono coesistere nella stessa persona a seconda del contesto delle risorse disponibili e della presenza o meno di ostacoli (intervento sulle condizioni stressanti che ostacolano il raggiungimento della meta) • Possono anche, singolarmente, divenire veri e propri tratti di presonalita’: Orientamento all’Azione = Energia e Coscienziosita’; Orientamento allo Stato = Impulsivita’ e Vulnerabilita’ • Per armonizzare l’equilibrio fra Desiderio e Realizzazione e’ necessario individuare le azioni che favoriscono o ostacolano il raggiungimento delle mete. In alcuni casi si tratta di intraprendere un’azione corretta, in altri e’ necessario sospendere un’azione dannosa.

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