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Il Diario Spirituale di Qohelet (1,1-3,22)

Il Diario Spirituale di Qohelet (1,1-3,22). Introduzione 1. Traduzione di Qoh 1,1-3,22 2. Struttura della sezione Qoh 1,1,-3,22 3. L’approccio spirituale/psicanalitico al testo di Qoh 1,1-3,22 3.1. L’approccio spirituale patristico

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Il Diario Spirituale di Qohelet (1,1-3,22)

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Presentation Transcript


  1. Il Diario Spiritualedi Qohelet (1,1-3,22)

  2. Introduzione • 1. Traduzione di Qoh 1,1-3,22 • 2. Struttura della sezione Qoh 1,1,-3,22 • 3. L’approccio spirituale/psicanalitico al testo di Qoh 1,1-3,22 • 3.1. L’approccio spirituale patristico • 3.2. L’approccio psicanalitico al libretto del Qohelet • 3.3. Lettura e interpretazione spirituale/psicanalitica • 3.3.1. La duplice funzione della domanda • 3.3.2. Il perché della ricerca

  3. 4. La natura umana solo nella mancanza a essere Qoh 1,1.2.3 • 4.1. La sentenza iniziale 1,2 • 4.2. La domanda antropologica 1,3 • 5. Il poemetto antropo/cosmo/logico Qoh 1,4-11 • 5.1. Il contesto scenografico 1,4-7 • 5.1.1. La cosmologia quale palcoscenico umano 1,8-11 • 5.2. L’antropologia si rispecchia nella cosmologia 1,8-11 • Conclusione

  4. 6. La scoperta consapevole dell’uomo Qoh 1,1-2,26 • 6.1. Il rispecchiarsi di Qohelet 1,12 • 6.2. Il progetto regale 1,12-15 • 6.2.2. Il gioco tra reale e immaginario 1,13-15 • 6.3. La nascita del simbolico o seconda fase di Edipo 1,16-18 • 6.4. La letizia, una prima «parte» nell’uomo 2,1-11 • 6.5. La svalutazione di sé 2,12-17 • 6.6. L’alienazione come rifiuto della realtà 2,18-23 • 6.7. La «mancanza» porta alla presenza del divino 2,24-26 • 6.7.1 I testi nel loro contesto • 6.7.1.1. Il «mangiare e bere» oggettiva la presenza divina • 6.7.1.2. La «fatica» dell’uomo • 6.7.1.3. La situazione dell’uomo è «sotto il sole» • 6.7.1.4. Il «buono» nella natura umana • 6.7.2. La «figura» della madre nella «mancanza» e nel «dono» • Conclusione

  5. 7. Il tempo è nelle mani di Dio Qoh 3,1-8 • 7.1. La distesa dei tempi • Conclusione • 8. La domanda come introduzione all’antropo/teologia

  6. 9. L’antropo/teo/logia è il progetto divino Qoh 3,10-15 • 9.1. L’antropo/teo/logia della creazione 3,10-11 • 9.1.1. Il lavoro dell’uomo è compartecipare all’agire di Dio 3,10 • 9.2. La «quinta» essenza del libretto Qoh 3,11 • 9.2.1. La «bellezza» del creato, dono di Dio • 9.2.2. Il «desiderio del tempo» al secondo grado • 9.3. L’antropo/teo/logia del dono 3,12-13 • 9.3.1. Il dono è presenza di Dio • 9.3.2. L’uomo tra «dono» e «grazia» • 9.4. La consapevolezza della presenza di Dio 3,14-15 • 9.4.1. Il «timor di Dio» grembo fecondo 3,14-15 • 9.4.2. Il dono, nella libertà della fede, diviene grazia per l’uomo • 9.5. Dio, Signore della storia 3,15 • Conclusione

  7. 10. Dio, l’unica speranza dell’uomo Qoh 3,16-22 • 10.1. L’uomo di fronte alla morte • 10.2. Il «tempo» del giudizio 3,16-17 • 10.3. Il giudizio di Dio 3,18-21 • 10.3.1. Il ritorno alla polvere 3,20 • 10.3.2. Il novum in Qohelet 3,21 • 10.4. L’unica «parte» per l’uomo è la letizia 3,22 • Conclusione • Conclusione generale

  8. IL TESTO di QOH 1,1-3,22

  9. 12. Proprio io,Qohelet, fuire su Israele in Gerusalemme. • 13. Applicaiil mio cuore ad indagare e ad esplorarecon sapienzasopra tutto ciò che si fa sotto i cieli. Questa è la cattiva occupazione che Dio ha dato ai figli dell’uomo perché vi lavorino. • 4. Viditutte le azioni che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è mancanza, è desiderareil desiderio. • 15. Quello che è storto non si può rendere dritto e quello che manca non si può contare.  • 16. Ho parlato, proprio io, con il mio cuore per dire ecco, proprio io, ho accresciuto ed ho incrementato la sapienza più di ognunoche fu prima di me sopra Gerusalemme e il mio cuore vide una grande abbondanza di sapienza e di conoscenza. • 17a. Così applicaiil mio cuore a conosceresapienza, conoscenza efollie, stoltezza, • 17b. conobbi che anche questo, ecco, è desiderare il desiderio. • 18. Certamente maggior sapienza maggior gravame così cheaumentodellaconoscenza aumentodellasofferenza. • 2,1. Ho parlato, proprio io, con il mio cuore vai ti metterò alla prova con la letizia, godi il buono ma ancheciò è mancanza. • 2. Quantoal riso ho detto «follia» e quanto alla letizia«che cosa fa?» • 3. Ho esplorato con il mio cuore trascinando con il vino la mia carne mentre il mio cuore agiva con la sapienza e catturando follia fino a vedere che cosa sia buonoper i figli dell’uomo di modo chelo faccia sotto i cieli nei giorni contati della sua vita. • 4. Realizzai opere magnifiche edificai per me palazzine piantai per me vigneti, • 5. feci per me orti e parchie vi piantai alberi di ogni genere di frutto, • 6. feci per me cisterne di acqua per irrigarneil bosco che produce alberi. • 7. Comprai schiavi e schiave e figli di casa furonoa me anche greggi di vacche e greggi di pecore furonoa me più di ognuno che fu prima di me in Gerusalemme. • 8. accumulai per me anche argento e oro e tesori di re e ricchezze delle province. Feci per me cantori e cantatrici e il piacere dei figli dell’uomo un copioso numero di donne. • 9. E fui grande e magnifico più di ognuno che fu prima di me in Gerusalemme e per colmo la mia sapienza rimase a me. • 10. E tutto quello che desideravano i miei occhi non glielo allontanai non ho ricusato al mio cuore alcun letizia perché il mio cuoreero lieto di tutta la mia fatica e questo fu la parte di tutta la mia fatica. • 11. Allora mi voltai, proprio io, su tutte le mie opere che hanno fatto le mie mani e sulla fatica che ho faticato per farle ed ecco tutto è mancanza e desiderare il desiderionon c’è guadagnosotto il sole.  • 12. Mi posi, proprio io, a riflettere sulla sapienza, sulla follia e sulla stoltezza. Perché quale tipo d’uomo verrà dopo il re il quale in altri tempi fecero? • 13. Vidi, proprio io, che c’è un guadagno per la sapienza sulla stoltezza come un guadagno ha la luce sulla tenebra. • 14. Il sapiente ha i suoi occhi nella sua testa, lo stolto cammina nelle tenebre maho capito, anche proprio io,che una sorte uguale tocca a tutte e due. • 15. Così ho detto, proprio io, nel mio cuore: la sorte dello stolto anche proprio io, miaccadrà e perchésono saggio proprio io? Dove è il guadagno?Allora ho parlato nel mio cuore: anche ciò è mancanza. • 16. Perché non vi sarà ricordo per il saggio così come per lo stolto, per sempre, perché ormai, nei giorni che vengono, il tutto sarà scordato. Come può il saggio morire come lo stolto? • 17. Presi in odio la vita perché male su di me l’azione che si compie sotto il sole perché il tutto è mancanza e desiderare il desiderio. • 18. Presi in odio, proprio io, tutta la mia fatica che proprio io feci sotto il sole la quale devo lasciarla all’uomo che sarà dopo di me. • 19. E chi può saperese sarà saggio o stolto? Sicuramenteavrà pieno dominio su tutta la mia fatica nella quale ho faticato e ho impegnato la mia saggezza sotto il soleanche ciò è mancanza. • 20. Dunque sono tornato dentro di me, proprio io, per far disperare il mio cuore per tutta la fatica che ho faticato sotto il sole. • 21. Perché c’è un uomo il quale ha faticato con sapienza e con scienza e con abilità e ad un uomo che non ha faticato con lui deve darglila suaparte di certo questo è mancanza e sventura grande. • 22. Perché cosa hal’uomo da tutta la sua fatica e preoccupazione del suo cuore con cui s’affatica sotto il sole? • 23. Perché tutti i suoi giornisono afflizioni e affanno è la sua occupazione neppure nella notte non si riposa il suo cuore anche ciò è mancanza. • 24. Non c’è buono nella natura umanache mangi, beva e faccia vederealla sua anima il buono della sua fatica, certamentequesto ho visto, proprio io, che ciòè dalla mano dell’Iddio. • 25. Perché chi mangia «e chi può sentire il piacere della letizia»senza di lui? • 26. Perché ad un uomo che è buono davanti a luidà sapienza, scienza e letizia e al peccatore dà il compito di raccogliere e di accumulare per daread un buono davanti l’Iddioanche ciò è mancanza e desiderare il desiderio.

  10. Struttura • 1,1 Titolo (rispecchiamento); • 1,2 Sentenza iniziale che fa da inclusione a tutto il libretto (1,2; 12,8); • 1,3 La domanda antropologica. Cambia la prospettiva non più «che cosa» e/o «chi è l’uomo» ma un più quotidiano e terrigeno «che ci guadagna»; • 1,4.5-7.8-11 Il poemetto antropo/cosmo/logico (contesto umano). L’antropologia si rispecchia nella cosmologia, contestualizzando la prospettiva umana; • 1,12-2,26 Finzione Regale in chiave ironica: • 1,12: rispecchiamento, Qohelet assume la maschera regale; richiamo di 1,1; io • 1,13-15 l’immaginario (progetto regale; strutturante fino a 3,22); io/tu • 1,16-18 il simbolico (onnipotenza edipica); io+/tu- rifiuto dell’altro, chiusura in sé; • 2,1-11: 1-2 la gioia; 3-9 il narcisismo; 10-11 valore e asseverazione finale; io+/tu- • 2,12-17 La pulsione di morte; io-/tu- stato depressivo; rifiuto della realtà; • 2,18-23 L’alienazione; io-/tu- svalutazione di sé e dell’altro; • 2,24-26: 24-25 il meglio nella natura umana; io+/tu+ equilibrio come realtà semplice ma positiva (comparsa della terzietà); - 26 sentenza tradizionale e sua asseverazione. La scena centrale della mascherata regale, in chiara chiave ironica, valuta il guadagno nella prospettiva umana situando l’uomo nella dipendenza. • Questa finzione regale, dopo aver giocato tutte le possibilità umane (1,12.2,1-11), è utilizzata da Qohelet come una chiave di accesso al cuore dell’uomo per ri-portarlo davanti a Dio (2,24-26); • 3,1.2-8 «Il poemetto dei tempi» (totalità del tempo umano). Da qui in poi, inizia il recupero della somma dell’agire umano (4 x 7 totalità) nella sfera divina (3,1-8); • 3,9 Ripresa della domanda. Tale ripresa sottolinea , con la caduta del sintagma «sotto il sole», il cambiamento di prospettiva già anticipato in 2,24-26. Ora è posta in assoluto; • 3,10-11.12-13.14-15 Il legame rivela il progetto divino. L’agire umano entra nella sfera divina, si noti la scomparsa di qualsiasi giudizio di insuccesso; • 3,16-17.18-19.20-21.22 Il legame con Dio, (fondamento antropologico). Speranza dell’uomo

  11. La maschera iniziale 1,1 «Parole di Qohelet, figlio di Davide, rein Gerusalemme»

  12. La sentenza iniziale 2 «“Mancanza a essere”,dice Qohelet,mancanza a essere tuttoè mancanza».

  13. La domanda antropologica 3 «Quale guadagnoall’uomo in tutta la sua dura fatica con cuis’affaticasotto il sole?»

  14. Il poemetto antropo/cosmo/logicoIl contesto scenografico 4. Generazioneva’e generazione viene ela terraper sempresta.

  15. La cosmologia quale palcoscenico umano • 5. Usciràil sole e rientrerà il sole • e al suo luogo anelando ecco colà esce. • 6. Andando a sud e girando a nord • girando rigirando va il vento • e al suo giro torna colà il vento. • 7. Tutti i fiumi vanno al mare • ma il mare non si colma • al luogo verso cui i fiumi vanno • colà essi ritornanoad andare.

  16. L’antropologia si rispecchia nella cosmologia • 8. Tutte le parole sono in effervescenza • un uomo nonè capace di parlar(le), • un occhio nonsi sazia di veder(le) • un orecchio nonsi colma di udir(le). • 9. Quel chefu ecco sarà • e quel che fu fatto ecco sarà fatto • e non c’è niente di nuovo sotto il sole. • 10. C’è una parola che si dice: • «Guarda questa è nuova!» • ecco giàfu in un altro tempo • che fu davanti a noi. • 11. Non c’è ricordo dei primi • e anche degli ultimi che saranno • non sarà ricordo di loro • con coloro che saranno ultimi.

  17. Il rispecchiarsi dell’uomo 12. Proprio io,Qohelet, fuire su Israele in Gerusalemme.

  18. Il progetto regale 13. Applicaiil mio cuore ad indagare e ad esplorarecon sapienzasopra tutto ciò che si fa sotto i cieli. Questa è la cattiva occupazione che Dio ha dato ai figli dell’uomo perché vi lavorino. 14. Viditutte le azioni che si fanno sotto il sole ed ecco tutto è mancanza, è desiderareil desiderio. 15. Quello che è storto non si può rendere dritto e quello che manca non si può contare.

  19. La nascita del simbolico o seconda fase di Edipo 16. Ho parlato, proprio io, con il mio cuore per dire ecco, proprio io, ho accresciuto ed ho incrementato la sapienza più di ognunoche fu prima di me sopra Gerusalemme e il mio cuore vide una grande abbondanza di sapienza e di conoscenza. 17a. Così applicaiil mio cuore a conosceresapienza, conoscenza efollie, stoltezza, 17b. conobbi che anche questo, ecco, è desiderare il desiderio. 18. Certamente maggior sapienza maggior gravame così cheaumentodellaconoscenza aumentodellasofferenza.

  20. La letizia, una prima parte nell’uomo • 2,1. Ho parlato, proprio io, con il mio cuore vai ti metterò alla prova con la letizia, godi il buono ma ancheciò è mancanza. • 2. Quantoal riso ho detto «follia» e quanto alla letizia«che cosa fa?» • 3. Ho esplorato con il mio cuore trascinando con il vino la mia carne mentre il mio cuore agiva con la sapienza e catturando follia fino a vedere che cosa sia buonoper i figli dell’uomo di modo chelo faccia sotto i cieli nei giorni contati della sua vita. 4. Realizzai opere magnifiche edificai per me palazzine piantai per me vigneti, 5. feci per me orti e parchie vi piantai alberi di ogni genere di frutto, • 6. feci per me cisterne di acqua per irrigarneil bosco che produce alberi. • 7. Comprai schiavi e schiave e figli di casa furonoa me anche greggi di vacche e greggi di pecore furonoa me più di ognuno che fu prima di me in Gerusalemme. • 8. accumulai per me anche argento e oro e tesori di re e ricchezze delle province. Feci per me cantori e cantatrici e il piacere dei figli dell’uomo un copioso numero di donne. • 9. E fui grande e magnifico più di ognuno che fu prima di me in Gerusalemme e per colmo la mia sapienza rimase a me. • 10. E tutto quello che desideravano i miei occhi non glielo allontanai non ho ricusato al mio cuore alcun letizia perché il mio cuoreero lieto di tutta la mia fatica e questo fu la parte di tutta la mia fatica. • 11. Allora mi voltai, proprio io, su tutte le mie opere che hanno fatto le mie mani e sulla fatica che ho faticato per farle ed ecco tutto è mancanza e desiderare il desiderionon c’è guadagnosotto il sole.

  21. La svalutazione di sé • 12. Mi posi, proprio io, a riflettere sulla sapienza, sulla follia e sulla stoltezza. Perché quale tipo d’uomo verrà dopo il re il quale in altri tempi fecero? • 13. Vidi, proprio io, che c’è un guadagno per la sapienza sulla stoltezza come un guadagno ha la luce sulla tenebra. • 14. Il sapiente ha i suoi occhi nella sua testa, lo stolto cammina nelle tenebre maho capito, anche proprio io,che una sorte uguale tocca a tutte e due. • 15. Così ho detto, proprio io, nel mio cuore: la sorte dello stolto anche proprio io, miaccadrà e perchésono saggio proprio io? Dove è il guadagno?Allora ho parlato nel mio cuore: anche ciò è mancanza. • 16. Perché non vi sarà ricordo per il saggio così come per lo stolto, per sempre, perché ormai, nei giorni che vengono, il tutto sarà scordato. Come può il saggio morire come lo stolto? • 17. Presi in odio la vita perché male su di me l’azione che si compie sotto il sole perché il tutto è mancanza e desiderare il desiderio.

  22. L’alienazione come rifiuto della realtà • 18. Presi in odio, proprio io, tutta la mia fatica che proprio io feci sotto il sole la quale devo lasciarla all’uomo che sarà dopo di me. • 19. E chi può saperese sarà saggio o stolto? Sicuramenteavrà pieno dominio su tutta la mia fatica nella quale ho faticato e ho impegnato la mia saggezza sotto il soleanche ciò è mancanza. • 20. Dunque sono tornato dentro di me, proprio io, per far disperare il mio cuore per tutta la fatica che ho faticato sotto il sole. • 21. Perché c’è un uomo il quale ha faticato con sapienza e con scienza e con abilità e ad un uomo che non ha faticato con lui deve darglila suaparte di certo questo è mancanza e sventura grande. • 22. Perché cosa hal’uomo da tutta la sua fatica e preoccupazione del suo cuore con cui s’affatica sotto il sole? • 23. Perché tutti i suoi giornisono afflizioni e affanno è la sua occupazione neppure nella notte non si riposa il suo cuore anche ciò è mancanza.

  23. La mancanza porta alla presenza del divino • 24. Non c’è buono nella natura umanache mangi, beva e faccia vederealla sua anima il buono della sua fatica, certamentequesto ho visto, proprio io, che ciòè dalla mano dell’Iddio. • 25. Perché chi mangia «e chi può sentire il piacere della letizia»senza di lui? • 26. Perché ad un uomo che è buono davanti a luidà sapienza, scienza e letizia e al peccatore dà il compito di raccogliere e di accumulare per daread un buono davanti l’Iddioanche ciò è mancanza e desiderare il desiderio.

  24. Il tempo è nella mani di Dio 3,1. Per tutto è una stagione ed un tempoè per ogni cosasotto il cielo.

  25. La distesa dei tempi • 2. Un tempo per partorireed un tempo per morire; • un tempo per piantare ed un tempo per sradicare il piantato. • 3. un tempo per uccidere ed un tempo per guarire; • un tempo per fare una brecciaed un tempo per ricostruire; • 4. un tempo per piangere ed un tempo per ridere; • un tempo facendo luttoed un tempo danzando; • 5. un tempo per scagliare sassi e un tempo raccogliendosassi; • un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dall’abbraccio; • 6. un tempo per cercaree un tempo per sacrificare; • un tempo per custodire e un tempo per gettare via; • 7. un tempo per strappare e un tempo per cucire; • un tempo per tacere e un tempo per parlare; • 8. un tempo per amare e un tempo per odiare; • un tempo guerra e un tempo pace.

  26. 1,3 «Quale guadagnoall’uomo in tutta la sua dura faticacon cuis’affaticasotto il sole?» • 3,9. Quale guadagno ha colui che facon ciò con cui s’affatica?

  27. L’antropo/teo/logia della creazione 10. Vidiil lavoro • che Dio ha dato ai figli dell’uomo • perché vi lavorino. • 11. Egli ha fatto il tutto bello a suo tempo • anche il «desiderio del tempo»ha datonel loro cuore • senzache l’uomo trovi l’opera • che Iddio ha fatto dall’inizioalla fine.

  28. L’antropo/teo/logia del dono • 12. Compresi che non c’è buono in loro • che star lieti e vivere bene nella sua vita. • 13. Ed anche ogni uomoche mangia e beve • e veda il buono in tutta la sua fatica, • ciòè dono di Dio.

  29. La consapevolezza della presenza • 14. Compresi che tutto ciò che fa Iddio, • quello è «in continuazione» • ad esso non c’è da aggiungere e da esso non c’è da ridurre • così Iddio fa che temanoalla sua presenza. • 15. Quello che è stato già fu e quel che ha ad essere già fu • e Iddio cerca il passato.

  30. Dio l’unica speranza dell’uomoIl tempo del giudizio • 16. Vidi, ancora, sotto il sole • il luogodel diritto colàl’iniquità, • il luogo della giustizia colàl’iniquità. • 17. Ho detto, proprio io, nel mio cuore • il giusto e il malvagio giudica Iddio • perché è un tempo perogni cosa • e per ogni azione colà

  31. Il giudizio di Dio • 18. Ho detto, proprio io, nel mio cuore • a propositodei figli dell’uomo • Iddio li prova sicuramente, • per vedere che, di per sé,essi sono bestie. • 19. Perché una sorte ha il figlio dell’uomo • e una sorte ha l’animale • un’unica sorte a loro, • come questo muore così quello muore • ed un unico spirito è per tutti • e non c’è guadagno dell’uomo sull’animale • certamentetutto è mancanza.

  32. Il ritorno alla polvere 20. Tutto camminaverso un unico luogo tutto fu dalla polvere e tutto ritorna alla polvere.

  33. Il novum di Qohelet 21. Chi può sapere se lo spirito dei figli dell’uomo quello che sale verso l’alto mentre lo spirito dell’animale quello discende in basso verso la terra?

  34. L’unica parte dell’uomo è la letizia • 22. Vidi, infine, • che realmente non c’è buono • che l’essere umano gioiscadel suo lavoro • perché questa è sicuramente la sua parte. • Giacché, chi lo porteràa vedere • che cosa ci sarà dopo di lui?

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