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L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica

L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica. Modena, 16 maggio 2011. Silvia M enabue. L’Alternanza Scuola Lavoro come metodologia didattica. Organizzazione della scuola nella realizzazione del percorso di alternanza. 2 . Il ruolo del consiglio di classe e del docente tutor. 1 .

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L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica

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Presentation Transcript


  1. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica Modena, 16 maggio 2011 Silvia Menabue

  2. L’Alternanza Scuola Lavoro come metodologia didattica Organizzazione della scuola nella realizzazione del percorso di alternanza 2. Il ruolo del consiglio di classe e del docente tutor 1. Ruoli, funzioni e responsabilità dell’istituzione scolastica 3. La valutazione del percorso di alternanza dello studente e il suo inserimento nella valutazione complessiva al termine dell’anno scolastico

  3. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica La conoscenza “filo rosso” della vita La trazionale concezione di “conoscenza” Il dibattito di Lisbona • La concezione di conoscenza è stata a lungo considerata: • attività della prima età di vita • acquisita una volta per sempre • appresa in ambienti istituzionali separati dal mondo • A partire da Lisbona (2000) si è aperto un grande dibattito su temi di fondo quali: • la natura delle competenze • l’individuazione delle nuove “abilità di base” • una revisione della concezione tradizionale di conoscenza • La conoscenza è oggi considerata “filo rosso” del percorso di vita • Gli spazi dedicati all’istruzione e alla formazione si dilatano • Dilatazione verticale • Imparare lungo tutto l’arco dell’esistenza Lifelong learning • Dilatazione orizzontale • Imparare anche in luoghi non istituzionali(ambienti sociali e lavoro) Lifewide learning focus odierno

  4. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica Concezione “multi-identitaria” dello spazio (Barcellona 2001) “Non può esistere apprendimento lungo tutto l’arco della vita e in luoghi diversi da quelli istituzionali senza il coinvolgimento delle imprese” Il ruolo dell’impresa nella formazione Le modalità di apprendimento PPP IImpor Pari dignità delle esperienze di lavoro attraverso la certificazione e la valorizzazione dei risultati comunque acquisiti, individuando dispositivi per favorire percorsi in ambiti diversi e complementari (partenariati tra istituzioni educative e imprese) “Il luogo di lavoro non è solamente un contenitore delle competenze prodotte dal sistema educativo, ma anche un luogo di apprendimento e un autonomo produttore di conoscenze.” Il luogo di lavoro, perciò, è da promuovere e sistematizzare, poiché esso rappresenta la “seconda gamba” del processo di apprendimento L’apprendimento in contesti non formali implica il coinvolgimento del mondo del lavoro… …attraverso la valorizzazione delle esperienze e dei risultati in ambito lavorativo

  5. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica La dispersione scolastica Obiettivi di Lisbona La percentuale dei giovani che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione dovrebbe essere inferiore al 10% Lisbona 2020 Obiettivi Lisbona2000-2010 Obiettivi Lisbona2010-2020 Tassi di abbandono 2000 Tassi di abbandono 2010 Ciò corrisponderebbe ad almeno 1,7 milioni di abbandoni scolastici in meno nell’UE

  6. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica ”E’ necessario che tutti non solo debbano, ma vogliano apprendere” (Barcellona 2001) Normativa sull’obbligo di istruzione Innalzamento obbligo scolastico In Italia Nuove metodologie per l’apprendimento Motivazione a restare nel sistema di istruzione e formazione School retention Interventi di contrasto alla dispersione Reversibilità delle scelte Apprendistato Riforma dell’ apprendistato

  7. Motivazioni dello stare a scuola Orientamento e integrazione drop-out Orientamento durante tutto il percorso Scuola Lavoro Diagnosi precoce Consulenza follow-up Curricola alternativi mondo del lavoro Transizioni e passaggi: percorsi flessibili all’interno del sistema di istruzione e formazione Attività di supporto nel periodo scolastico Attività di orientamento e supporto personalizzato Integrazione dei drop-out Scuola Lavoro Sostegno ai datori di lavoro percorso scolastico Cooperazione a livello locale per scopi educativi, sociali ed economici integrati: centri per l’apprendimento realizzati secondo modelli di partenariato, con il contributo delle parti sociali

  8. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica Motivazioni dello stare a scuola: Apprendimento attraente . Ruolo importante dell’apprendimento che avviene in contesti non formali Ambienti di apprendimento che contribuiscono ad una nuova cultura dell’apprendimento Rendere l’apprendimento più attraente Nuove metodologie attive (approccio olistico al sapere, apprendimento basato su attività e progetti) Ambienti di apprendimento Necessità di incoraggiare le imprese e le istituzioni pubbliche a diventare organizzazioni formative Apprendere lavorando: l’Alternanza scuola-lavoro L’ASL passa da mero “progetto” a “metodologia didattica”

  9. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 1. Ruoli dell’istituzione scolastica Legge delega n. 53/03 e D. Lgs. n.77/2005 La normativa riconosce la possibilità di realizzare i corsi del secondo ciclo in alternanza scuola-lavoro, come modalità del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall'istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, con le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura L’alternanza attiva “modalità di apprendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica” I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro sono articolati secondo criteri di gradualità e progressività che rispettino lo sviluppo personale, culturale e professionale degli studenti in relazione alla loro età, e sono dimensionati tenendo conto degli obiettivi formativi dei diversi percorsi del sistema dei licei e del sistema dell'istruzione e della formazione professionale s

  10. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica: 2. Il ruolo del Consiglio di classe L’alternanza scuola-lavoro, a differenza delle esperienze di stage, assegna un ruolo determinante ai due soggetti chiamati a coprogettare l’intero percorso formativo: scuola e azienda, al fine di erogare azioni formative equivalenti a quelle dei percorsi istituzionali L Scuola Azienda S NNN Importanza della collegialità del C.d.c.: tutti i membri partecipano alla progettazione, al monitoraggio delle attività e alla valutazione delle competenze acquisite (pur con diversi gradi di coinvolgimento) Necessità di valorizzare l’apporto delle aziende nel momento della progettazione del percorso (e non solo nelle fasi di gestione, monitoraggio e valutazione delle attività in situazione)

  11. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica. 2. Il ruolo del docente tutor scolastico Il tutor interno “Nei percorsi in alternanza la funzione tutoriale e' preordinata alla promozione delle competenze degli studenti ed al raccordo tra l'istituzione scolastica o formativa, il mondo del lavoro e il territorio. La funzione tutoriale personalizzata per gli studenti in alternanza e' svolta dal docente tutor interno di cui al comma 2 e dal tutor esterno” “Il docente tutor interno, designato dall'istituzione scolastica o formativa tra coloro che, avendone fatto richiesta, possiedono titoli documentabili e certificabili, svolge il ruolo di assistenza e guida degli studenti che seguono percorsi in alternanza e verifica, con la collaborazione del tutor esterno di cui al comma 3, il corretto svolgimento del percorso in alternanza”

  12. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 2. Il ruolo del docente tutor di scuola Punto di partenza. La scuola mantiene la titolarità e il governo del progetto, finalizzato alla formazione dello studente, non all’addestramento al lavoro. Tutor interno Figura di confine Tra scuola e azienda Tra due mondi, che comprendono studenti, docenti, genitori, normative, strutture organizzative, associazioni di categoria, imprenditori, ecc. Ponte Facilitatore Rispetto a problematicheinterne ed esterne Percezione dell’ASL come attacco del mondo delle imprese all’autonomia della scuola e alla libertà di insegnamento Dibattito aperto sull’equivalenza formativa:”ore perse”? “rendimento scolastico migliore?” Aggiornamento dei docenti su nuovi ruoli Difficoltà nell’abbandono di pratiche consolidate

  13. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 2. Il tutor interno e il tutor esterno Importanza cruciale di questa figura formativa in tutte le fasi Fornisce alla scuola ogni elemento utile alla verifica e alla valutazione delle attività e dell’efficacia dei percorsi formativi Concorda con l’azienda le azioni specifiche di formazione professionale ed educativa Assicura l’accoglienza e l’inserimento dello studente in azienda, lo assiste nel percorso Tutor esterno • Necessità di • meglio caratterizzare la specificità dell’ASL rispetto agli stage tradizionali • strutturare più efficacemente l’apporto formativo dell’azienda(anche con test, prove, griglie di valutazione in azienda)

  14. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. Il ruolo del Consiglio di Classe nella valutazione La valutazione del percorso: il problema più spinoso Percorso scolastico Percorso ASL E Equivalenza formativa ? Equivalenza da intendere come “parità di valore”: formalizzazione da parte delle istituzioni scolastiche di apprendimenti acquisiti in ambienti “non formali ” temuto corollario Procedura interpretata come inopportuno carico per il mondo del lavoro per inadeguatezza dell’istituzione a ciò deputata Procedura interpretata come ammissione della perdita di monopolio del’apprendimento detenuto dalla scuola

  15. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione Il problema si pone non solo per l’ASL, ma anche quando il confronto riguarda lo stesso ambito formativo in senso proprio: IP e IeFP, ordini diversi del sistema di istruzione (passaggi, passerelle…) Equivalenza formativa Gestione di contenuti, alcuni dei quali dichiaratamente condivisi (ambiti professionalizzanti) Tratto generale comune agli ambiti scuola -lavoro Scuola: input Creazione di repertori Lavoro: output Prodotti Ulteriore difficoltà quando l’equivalenza nella quale è inclusa la valutazione riguarda azioni formative realizzate da due soggetti, per uno dei quali, la scuola, la realtà lavorativa rappresenta una finalità relativamente estrinseca e non direttamente perseguita

  16. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione Pluralità di forme di contaminazione tra i due ambiti, scuola e lavoro, e diverse conseguenti modalità di verifica e valutazione Tipologia a. Attraverso l’ASL vengono perseguiti contenuti e competenze coltivati a scuola e trasferiti nella realtà lavorativa, che ne riconosce la pertinenza rispetto al proprio settore. L’equivalenza riguarda il riconoscimento da parte della scuola della pari efficacia di ambienti e modalità di apprendimento diversi rispetto a quelli tradizionali, per rispondere alle diversità delle intelligenze (Gardner). In questo caso non pare difficile individuare un’equivalenza formativa tra i due ambienti di apprendimento Strumenti non diversi da quelli scolastici Governo complessivo del progetto spostato sul versante della scuola

  17. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione Tipologia b. Attraverso l’ASL vengono perseguiti contenuti e competenze diversi da quelli previsti dalla scuola, ma privilegiati in ambiente lavorativo • L’equivalenza riguarda: • il riconoscimento da parte della scuola della pari efficacia di ambienti e modalità di apprendimento diversi rispetto a quelli tradizionali, per rispondere alle diversità delle intelligenze (Gardner). • la validità di apprendimenti diversi, rispetto a quelli tipici dell’offerta formativa Valutazione sommativacome certificazione di apprendimenti “altri” che si aggiunge alla tradizionale valutazione per arricchire il portfolio dello studente

  18. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione Tipologia c. Percorso caratterizzato, accanto a standard formativi oggettivi, da una focalizzazione sulla persona e sui suoi bisogni, anche in relazione al suo specifico stile di apprendimento • L’equivalenza riguarda: • il riconoscimento da parte della scuola della pari efficacia di ambienti e modalità di apprendimento diversi rispetto a quelli tradizionali, per rispondere alle diversità delle intelligenze (Gardner); • la validità di apprendimenti diversi, rispetto a quelli tipici dell’offerta formativa; • la necessità di tenere quali punti di riferimento per la valutazione, i miglioramenti rispetto alla situazione individuale Entrambe le realtà, scolastica e lavorativa sono chiamate a modificare il loro approccio rispetto al progetto formativo, nel riconoscimento della centralità della persona come vera risorsa

  19. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione delle competenze Valutazione formativa: gli strumenti • In un’ottica formativa e dinamica possono risultare utili: • griglie di osservazione • strumenti per la registrazione dei momenti di autovalutazione • diari di bordo o autobiografie di apprendimento • grazie ai quali si tenga traccia del percorso nei vari segmenti e Gli strumenti dovrebbero essere costruiti tramite l’individuazione di indicatori e descrittori con cui si possa cogliere la padronanza delle regole di selezione-combinazione dei contenuti, di atteggiamenti e di comportamenti adatti ad affrontare e a risolvere situazioni reali, attraverso un approccio attento alla dimensione quali-quantitativa

  20. L’Alternanza scuola-lavoro come metodologia didattica 3. La valutazione delle competenze La valutazione complessiva • Va ricercato un “oggetto” che consenta di valutare le competenze attraverso una molteplicità di punti di vista, grazie al quali si possano rilevare: • l’assunzione di un ruolo attivo, autonomo e responsabile da parte dello studente • risultati osservabili delle prestazioni, a partire dagli esiti non previsti • Particolarmente adatto il Progetto che ogni studente sviluppa, realizza e valuta durante il proprio personale percorso di Alternanza scuola-lavoro La valutazione dell’ASL: da problema ad opportunità di riflessione su strumenti e modalità di valutazione delle competenze nel percorso scolastico.

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