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Teoria assiomatica delle scelte sociali

Teoria assiomatica delle scelte sociali. Arrow propone un’analisi assiomatica, seguendo un’impostazione analoga a quella percorsa dalla teoria della scelta individuale nella teoria del consumatore.

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Teoria assiomatica delle scelte sociali

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Presentation Transcript


  1. Teoria assiomatica delle scelte sociali Arrow propone un’analisi assiomatica, seguendo un’impostazione analoga a quella percorsa dalla teoria della scelta individuale nella teoria del consumatore. Nel contesto delle scelte sociali, dati alcuni assiomi sul modo in cui la collettività prende le decisioni, si dovrebbe stabilire quale scelta in concreto essa matura in ogni circostanza.

  2. Condizione T di completezza e transitività; • Condizione U del dominio universale: la società dovrebbe darsi una struttura normata per risolvere tutte le possibili controversie; • Condizione P del principio di Pareto debole o dell’unanimità: se ciascun individuo preferisce strettamente x ad y, allora anche la società deve preferire x ad y; • Condizione I dell’indipendenza dalle alternative irrilevanti: la scelta sociale tra ogni coppia di alternative deve dipendere dagli ordinamenti individuali su quelle due alternative soltanto; • Condizione D di non-dittatorialità: non deve esserci alcun individuo la cui preferenza stretta su ogni coppia di alternative sia sistematicamente rispecchiata nella relazione sociale di preferenza stretta.

  3. Teorema dell’impossibilità di Arrowprima versione: non esiste alcuna funzione del benessere sociale (FBS) che soddisfi le condizioni T, U, P, I, D.seconda versione: qualunque funzione del benessere sociale (FBS)  che soddisfi le condizioni  T, U, P, I  pone un agente nelle condizioni di essere un dittatore.

  4. L’indebolimento degli assiomi di ArrowPoiché il teorema di Arrow è vero, non è possibile evitarlo se non rigettando o indebolendo alcuni assiomi.I più discussi: condizione U (eccessiva, poiché non tutte le situazioni sono ugualmente probabili); condizione I (eccessiva, poiché troppo restrittiva); condizione T (si propongono indebolimenti, quasi-transitività, aciclicità).Altra strada: sostituire a una funzione di benessere sociale una funzione di decisione sociale

  5. Teorema della possibilità di Sen: Per un insieme di stati sociali finito, esiste una funzione di decisione sociale (FDS) che soddisfa le condizioni U, I, P, D  e la transitività della sola relazione di preferenza sociale stretta P (norma del consenso). La norma del consenso non rappresenta però un’alternativa risolutiva al problema di Arrow, perché molto spesso non è decisiva. Inoltre, un teorema più generale che ritorna all’ideologia di un’oligarchia: Teorema di  Gibbard: Ogni funzione di decisione sociale (FDS) che genera una R quasi transitiva e che  soddisfa le rimanenti condizioni di Arrow, deve essere oligarchica.

  6. I tre principali teoremi di impossibilità (Arrow, Gibbard e Sen) rappresentano un risultato imbarazzante per la politica e la politica economica in particolare. • Affermano tutti, pur nella varietà delle loro assunzioni, che • NON ESISTE • alcuna regola di scelta sociale che soddisfi certi assiomi desiderabili. • Essi conducono alla conclusione che la democrazia di un comitato sembra essere un’utopia. • Le reazioni sono state: • le dimostrazioni contengono errori • tentativo di indebolire gli assiomi.

  7. “La risposta probabilmente più feconda e fruttuosa ai teoremi di impossibilità nella teoria delle scelte sociali è quella che sottolinea la necessità di un mutamento di prospettiva, anziché di un indebolimento delle condizioni (…) esplicitare i giudizi di valore impliciti nelle scelte pubbliche” (Denicolò, 1990) Questa conclusione avvicina le scelte sociali al problema da cui eravamo partiti il ruolo dell’ideologia interna nella politica economica

  8. Le scelte pubbliche riguardanti la formazione degli obiettivi di politica economica sono sempre l’espressione ideologica di qualcuno, anche se effettuate tramite le istituzioni democratiche.Lo stesso teorema dell’efficienza della concorrenza perfetta è sostenuto dall’ipotesi del dittatore benevolente.“Attualmente i margini di imprecisione nelle precauzioni prese contro le possibili incoerenze parrebbero così grandi e la nostra esatta conoscenza delle funzioni del benessere individuali così limitata, che appare preferibile che la politica economica assuma come punto di partenza la funzione di preferenza dei responsabili politici”. (Tinbergen, 1965)

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