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SERVIZIO PER GLI STUDENTI DISABILI DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA. di Sara Beltrami. Via Petroni 26 Tel. 051/220467 E-mail: disabili @ unibo.it. SE PARLIAMO DI SORDITA'. Che cosa vi viene in mente?. Cosa vi piacerebbe conoscere. Esperienze passate. Curiosità. Che cos’è la sordità?.

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Presentation Transcript


  1. SERVIZIO PER GLI STUDENTI DISABILI DELL'UNIVERSITA' DI BOLOGNA di Sara Beltrami Via Petroni 26 Tel. 051/220467 E-mail: disabili@unibo.it

  2. SE PARLIAMO DI SORDITA'........ Che cosa vi viene in mente? Cosa vi piacerebbe conoscere Esperienze passate Curiosità

  3. Che cos’è la sordità? “La sordità è la privazione totale o parziale della capacità di percezione dei suoni nel tempo” (Favia, M.L., Maragna, S., 1995) Quando la privazione è parziale viene chiamata ipoacusia.

  4. Sordomuto o sordo? Legge 95/06 del 20/02/2006 1. In tutte le disposizioni legislative vigenti, il termine «sordomuto» e' sostituito con l'espressione «sordo». 2. Il secondo comma dell'articolo 1 della legge 26 maggio 1970, n. 381, e' sostituito dal seguente: «Agli effetti della presente legge si considera sordo il minorato sensoriale dell'udito affetto da sordita' congenita o acquisita durante l'eta' evolutiva che gli abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato, purche' la sordita' non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio». 3. Al primo comma dell'articolo 3 della legge 26 maggio 1970, n. 381, le parole: «L'accertamento del sordomutismo» sono sostituite dalle seguenti: «L'accertamento della condizione di sordo come definita dal secondo comma dell'articolo 1». La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sara' inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Data a Roma, addi' 20 febbraio 2006

  5. L’organo uditivo e le sue funzioni L'Orecchio è senz'altro ritenuto un organo importante e sofisticato del corpo umano. E’ suddiviso essenzialmente in tre parti: 1. L'ORECCHIO ESTERNO:padiglione auricolare e condotto uditivo esterno. 2. L'ORECCHIO MEDIO:timpano, catena degli ossicini e tuba di Eustachio. 3. L'ORECCHIO INTERNO:canali semicircolari, coclea e il nervo uditivo. FILMATO

  6. Sordità ereditarie e acquisite LE SORDITA’ EREDITARIE si presentano quando il deficit uditivo è presente in più generazioni nello stesso nucleo familiare esse si distinguono in : - Recessive: qualora la sordità interessa uno scarso numero di individui distribuiti in varie generazioni; esse sono responsabili delle sordità gravi, tali da non permettere un’acquisizione del linguaggio verbale. - Dominanti, se interessa molti individui di ogni generazione esse provocano sordità gravi, ma non tali da inibire l’apprendimento del linguaggio verbale. LE SORDITA’ ACQUISITE vengono distinte a seconda dell’epoca nella quale ha agito l’elemento patologico responsabile del danno uditivo, si distinguono in: • - Sordità prenatali, sono quelle dovute a malattie che colpiscono la donna durante la gravidanza; l’agente patogeno può essere o un virus (herpes, rosolia, ecc.) o dei batteri (meningococco, streptococco, ecc.) • Sordità neonatali causate dal traumatismo ostetrico, la prematurità, l’anossia, una grave emolisi ecc. • Sordità postnatali sono da identificarsi in affezioni dopo la nascita e le cause possono essere traumatismi, malattie infettive, intossicazioni da farmaci.

  7. Forme di sordità e ipoacusie Nell'ambito clinico la sordità viene definita“ipoacusia” (ipo=meno; akousis=udito). LE IPOACUSIEpossono essere classificate in tre grandi gruppi: • DI TRASMISSIONE:se l'alterazione interessa le porzioni adibite alla trasmissione sonora: l'ostacolo alla trasmissione del suono può essere dovuto a malformazioni congenite, infiammazioni o lesioni, ostruzione del condotto uditivo esterno. 2. NEUROSENSORIALI:quando una lesione interessa i recettori cocleari e le vie nervose acustiche deputate alla ricezione e trasformazione del suono in impulsi neuronali, 3. MISTE:sia ha quando un danno a carico dell'apparato di trasmissione si innesta su di una lesione neurosensoriale, aggravandola.

  8. Gradi di sordità • UDITO NORMALE,quando la perdita uditiva è inferiore a 20 dB (decibel, quantità di energia emessa dalla sorgente sonora), di conseguenza, non esiste alcuna difficoltà all'apprendimento della lingua parlata; • SORDITÀ LIEVE(fino a 40 dB di perdita uditiva), quando non tutti i componenti delle parole d'uso comune sono compresi, anche se l'acquisizione del linguaggio verbale è spontanea ed in tempi normali; • SORDITÀ MEDIA(soglia d’udito compresa tra i 40 ed i 70 dB), che, sé presente in età precoce, rende molto difficoltosa l'acquisizione spontanea del linguaggio; • SORDITÀ GRAVE(e tra i 70 ed i 90 dB di perdita di udito), caso in cui non si ha l’acquisizione spontanea del linguaggio verbale; • SORDITÀ GRAVISSIMA (soglia uditiva inferiore o uguale a 90 dB) in cui nesuna parola viene percepita.

  9. Percezione dei suoni

  10. Audiogramma

  11. SORDITA’ PRELINGUALEse la sordità compare prima che si sviluppi il linguaggio SORDITA’ POSTLINGUALE se l’ipoacusia compare dopo lo sviluppo del linguaggio egli sfrutterà il ricordo del linguaggio precedentemente appreso (dipende dall’età in cui il bambino è diventato sordo) Comparsa della sordità

  12. Le protesi e la loro evoluzione Protesi Analogiche: sono apparecchi tradizionali che captano il segnale d’ingresso che viene amplificato e restituito in analogia in uscita il risultato è che il suono (voce o rumore di fondo) all’uscita risulta più forte ma identico a quello d’entrata. Protesi Digitali:sono apparecchi di ultima generazione e hanno la possibilità di essere programmati a seconda delle esigenze della persona riuscendo a discriminare automaticamente la voce dal rumore di fondo

  13. Le protesi Le protesi acustiche si possono classificare in quattro grandi famiglie: I RETROAURICOLARI: Questo apparecchio acustico si colloca dietro l’orecchio dell’ipoacusico. Il suono, amplificato dalla protesi, viene convogliato da un tubetto trasparente al quale è collegato un adattatore realizzato su misura (denominato chiocciola). Adatto per recuperare tutte le perdite uditive, da lievi a profonde

  14. Le protesi ENDOAURICOLARE: E’ formato da un guscio fatto su misura in materiale anallergico, all’interno del quale viene montato il circuito. Questo tipo di apparecchio viene inserito più o meno profondamente nel condotto uditivo esterno rendendolo di fatto l’apparecchio acustico più utilizzato. Adatto a recuperare tutte le perdite uditive eccetto quelle profonde

  15. Le protesi A OCCHIALE: L’apparecchio acustico ad occhiale è collocato nella stanghetta. Può essere per via aerea se sfrutta la principale via di ricezione del nostro orecchio (sempre utilizzando una chiocciola su misura), o per via ossea se sfrutta la trasmissione del suono attraverso un vibratore osseo che appoggia sull’osso mastoideo

  16. Le protesi L’IMPIANTO COCLEARE: è un dispositivo elettronico progettato per aiutare le persone con perdite uditive da gravi a profonde che riescono ad ottenere pochi o addirittura nessun benefici dagli apparecchi acustici convenzionali. Il funzionamentoavviene attraverso più fasi: 1) I segnali sonori vengono raccolti da un microfono e convertiti in un segnale elettrico. 2) Questo segnale raggiunge il processore vocale dove viene “codificato” (convertito in uno speciale schema di impulsi elettrici). 3) Questi impulsi vengono inviati alla bobina quindi vengono trasmessi attraverso la pelle integra (a mezzo di onde radio) all'impianto. 4) L'impianto invia una serie di impulsi elettrici agli elettrodi presenti nella coclea. 5) Il nervo acustico raccoglie questi piccoli impulsi elettrici e li invia al cervello. 6) Il cervello riconosce questi segnali come segnali sonori.

  17. Come avviene la comunicazione per una persona sorda? • Comunicazione verbale (produzione verbale lettura labiale) • Comunicazione non verbale LIS • Comunicazione verbale e non verbale LIS

  18. Metodi di educazione linguistica I metodi d’educazione linguistica sono indispensabili per il bambino sordo in quanto permettono di comunicare con altre persone, udenti e non. I Metodi sono principalmente 4: l’oralismo, la lis (lingua italiana dei segni), il metodo bimodale e il bilinguismo.

  19. ORALISMO E’ un metodo di educazione linguistica che ha come fulcro, la produzione verbale e la lettura labiale, ciò implica per il bambino un lungo e faticoso iter riabilitativo che gli permette di comunicare con altre persone. Metodi di educazione linguistica

  20. A N A A N C C A A N C A Equivoci possibili nella lettura labiale • FONEMI OMOLOGHI M P B

  21. SIMULAZIONE

  22. Consegne della simulazione • Descrivi il tragitto dalla stazione di Bologna a casa tua (ogni tanto ti giri di spalle, ti copri la bocca con un foglio ma continui sempre a parlare) • Descrivi la tua famiglia e per ogni componte di quando sono nati cosa fanno e gli hobby. (faccia girata a destra o a sinistra sempre) • Parla della trama del tuo film preferito (NON DIRE IL TITOLO) (distanza più di 1 metro e mezzo • Parla della tua ultima vacanza (in controluce) • Fissa un appuntamento per una visita medica (parla velocemente) • Fate finta di parlare tra di voi raccontando delle cose dette all’inizio della lezione Consegne: Non è necessario dire la verità sulla propria famiglia o sul percorso per andare a casa, vietato parlare

  23. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale (sintesi) Fattori relativi alla persona sorda • La capacità di mantenere un’attenzione e una concentrazione costante con lo sguardo fisso all’interlocutore • Avere una buona flessibilità, ovvero avere la capacità di basarsi sul contesto globale della conversazione • Avere una buona memoria ovvero la capacità di passare dal riconoscimento visivo delle parole al “setaccio” semantico, tenedo a mente tutta la frase letta.

  24. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale (sintesi) La persona sorda deve: • Mantenere un’attenzione e una concentrazione costante • Tenere lo sguardo fisso all’interlocutore • Comprendere il significato generale della conversazione • Collegare la lettura labiale con il significato della parola • Ricordarsi tutta la frase.

  25. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale (sintesi) L’interlocutore deve: • Parlare frontalmente • Posizionare il viso alla luce • Non schermare le labbra con oggetti, matite, fogli, barba o baffi • Mantenere un ritmo del parlato “normale” e un movimento delle labbra decifrabile. • Parlare con un tono di voce normale; • Rispettare i turni di dialogo • Segnalare con un gesto l’intenzionalità della comunicazione

  26. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale (sintesi) • Usare frasi brevi. • Riproporre la frase con parole diverse (se non capita) • Scrivere nomi propri e parole nuove/specifiche • Contestualizzare la parola o la frase con esempi pratici e vicini al vissuto della persona sorda • Supportare la comunicazione con le immagini Fattori relativi all’ambiente: • Buona illuminazione, no in controluce • Distanza ottimale non superiore a 50 cm Ancora …….......

  27. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale Fattori relativi all’interlocutore: • Non parlare mai di spalle. Scrivendo alla lavagna • La posizione del viso, la sua illuminazione, la presenza di barba o baffi, e tutto ciò che influisce sulla visibilità della barba. • L’andamento dell’eloquio: se è troppo veloce, non permette di distinguere visivamente bene le parole; se è troppo lento, rischia di falsare il ritmo e di confondere il sordo; • Il modo di parlare dell’interlocutore: parlare a labbra molto chiuse, mangiarsi le parole, stroncare le parole • Chi parla deve tenere la testa ferma e il viso rivolto verso l’alunno; • E’ inutile gridare: basta parlare con un tono di voce normale; • Parlare a turno uno per volta e segnalare con un cenno della mano quando qualcuno interrompe o interviene nella conversazione

  28. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale Fattori relativi all’interlocutore: • Conviene usare frasi brevi, semplici e complete nel caso che la persona sorda non abbia raggiunto una buona autonimia linguistica uditiva e labiale; • Riproporre la frase con parole diverse per verificare la reale comprensione • Per i nomi di persona, località e per i termini inconsueti, è necessario scrivere la parola in stampatello o usare la dattilologia, se la si conosce • Non masticare chewing-gum o tenere la matita in bocca • Fare uso di immagini • Contestualizzare la parola o la frase con esempi pratici e vicini al vissuto della persona sorda

  29. Condizioni necessarie per una buona lettura labiale Fattori relativi all’ambiente: • Scarsa illuminazione • La posizione della fonte luminosa rispetto al sordo: se l’interlocutore si trova in controluce, il sordo rischia di venire abbagliato e di perdere gran parte del messaggio visivo; • La distanza ottimale nella conversazione non deve essere inferiore a 50 cm e superiore al metro e mezzo;

  30. LA LINGUA DEI SEGNI ITALIANA-LIS E’ una lingua vera e propria formata da un sistema di simboli relativamente arbitrari e di regole grammaticali che mutano nel tempo e che i membri di una comunità condividono ed usano per: interagire gli uni con gli altri, comunicare idee, intenzioni ed emozioni, elaborare conoscenze e trasmettere la cultura di generazione in generazione. Metodi di educazione linguistica FILMATO da 2.08

  31. Metodi di educazione linguistica Questa metodologia si avvale, nell'insegnamento dell'italiano, di un sistema di segni codificati che serve da supporto visivo all'apprendimento della lingua parlata e scritta. Il metodo utilizza alcuni segni della LIS (Lingua dei Segni Italiana), e ne inventa di nuovi (articoli, preposizioni, ecc.) per rendere completamente "visibile" la struttura della lingua parlata. CANE I-L INSEGUE I-L GATTO EDUCAZIONE BILINGUE In molti paesi europei e negli Stati Uniti viene proposto da alcuni anni un modello di educazione per i bambini sordi che prevede l'uso parallelo della lingua dei segni e della lingua parlata e scritta in contesti diversi (ad es. famiglia e scuola) o con diversi interlocutori (ad es. madre udente e padre sordo; insegnante udente e sordo). Anche in Italia, negli ultimi anni, sono state ideate e realizzate esperienze di bilinguismo con il coinvolgimento di adulti sordi. FILMATO da 1.00

  32. I primi educatori Le prime notizie relative all'educazione dei sordi risalgono a un monaco benedettino, Pedro Ponce de Leon (1520-1584). Sappiamo che utilizzava una forma di alfabeto manuale, un sistema in cui ad ogni lettera dell'alfabeto corrisponde una particolare configurazione della mano. La teoria e la pratica di questo metodo furono esposte per la prima volta da Bonet nell'opera Reducciòn de las letras y arte para enseñar à hablar los mudos (1620). Charles-Michel de l'Epée e Roche-Amboise Sicard (Francia) In Francia, l'abate de l'Epée fondò la prima scuola pubblica per sordomuti (1770). L'Epée elaborò una lingua dei segni convenzionale, prendendo come nucleo centrale i gesti utilizzati dai suoi stessi allievi e creando una serie di segni per designare gli elementi grammaticali. Il suo metodo venne poi perfezionato dall'abate Sicard (1742-1822). Abate Roche-Amboise Sicard Abate Charles-Michel de l'Epée

  33. Thomas Hopkins Gallaudet (USA) Thomas Gallaudet, un religioso americano, visitò la scuola di Parigi dove rimase alcuni mesi per apprendere il metodo educativo dell'abate Sicard. Al suo ritorno negli Stati Uniti portò con sé un insegnante sordo, Laurent Clerc, che durante la lunga traversata gli insegnò i segni. Nel 1817 nasceva la prima scuola americana per sordi ad Hartford (Connecticut); il figlio di Thomas, Edward Miner Gallaudet, fonderà poi nel 1864 il Gallaudet College a Washington. Tommaso Silvestri (Italia) In Italia, l'abate Silvestri, inviato nel 1783 presso l'abate de l'Epée per imparare il suo metodo, fondò nel 1784 a Roma la prima scuola per sordi. Dagli scritti dell'abate sappiamo che il metodo usato si basava sullo studio dell'articolazione e della lettura labiale, sempre con l'aiuto dei segni come mezzo primario di comunicazione.

  34. I PRINCIPALI ISTITUTI ITALIANI PER SORDI La figura illustra l'ubicazione dei principali Istituti italiani con le rispettive date di fondazione. La maggiore densità di Istituti è facilmente individuabile nei territori che facevano parte dell'Austro-Ungarico Regno Lombardo-Veneto, del Regno di Sardegna, dei Ducati e della parte settentrionale ed orientale degli Stati Pontifici. • 1784 Istituto dei Sordomuti di Roma • 1788 Istituto Governativo di rieducazione per i sordomuti di Napoli • 1802 Istituto Nazionale Sordomuti di Genova • 1805 Regio Istituto dei Sordomuti di Milano • 1814 Regio Ospedale di Carità: Sezione Sordomuti di Torino • 1815 Regio Istituto dei Sordomuti di Pisa • 1820 Istituto delle Figlie della Provvidenza per le Sordomute di Modena • 1826 Stabilimento dei Sordomuti di Parma • 1828 Istituto "Tommaso Pendola" per Sordomuti di Siena • 1829 Istituto Provinciale Sordomuti di Ferrara • 1829 Stabilimento dei Sordomuti di Cremona • 1830 Istituto "Antonio Provolo" per l'educazione dei Sordomuti di Verona • 1832 Pio Istituto Sordomuti di "San Gualtiero" di Lodi • 1834 Regio Istituto dei Sordomuti di Palermo • 1842 Istituto Principesco Arcivescovile per i sordi di Trento • 1850 Istituto Gualandi per i sordomuti e le sordomute di Bologna • 1882 Istituto Nazionale Sordomuti di Firenze • 1882 Istituto dei Sordomuti di Cagliari • 1885 Pio Istituto "Filippo Smaldone" di Lecce Nel secolo XIX, furono aperti Istituti per sordomuti in diversi Stati della penisola. I contatti e le informazioni reciproche erano mantenute dai sacerdoti preposti all'educazione dei sordi. I sacerdoti godevano di una maggiore mobilità tra Stato e Stato perché le succursali dei vari Ordini Religiosi erano presenti nei vari Stati. Negli Istituti veniva utilizzata la lingua dei segni nella trasmissione dei contenuti scolastici ed erano presenti anche alcuni insegnanti sordi.

  35. Il congresso di Milano 1880 Il "Congresso Internazionale per il miglioramento della sorte dei Sordomuti", riunitosi a Milano dal 6 all'11 settembre 1880, rappresenta una svolta nella storia dell'educazione dei sordi. Fu approvata una risoluzione che esaltava la lingua orale e che bandiva la lingua dei segni. La "preparazione" del Congresso Il Congresso era stato concepito e condotto come un raduno di oppositori della lingua dei segni. I rappresentanti ufficiali del Congresso erano stati selezionati per assicurare la vittoria del metodo orale: dei 164 delegati presenti, 56 erano oralisti francesi e 66 oralisti italiani; insieme i due paesi rappresentavano i sette-ottavi dei partecipanti. A parte i discorsi di benvenuto e di addio, le escursioni e le visite, i lavori del Congresso si limitarono ad una dozzina di ore durante le quali tre o quattro membri oralisti rassicuravano il resto del gruppo della giustezza delle loro posizioni di fronte a difficoltà evidenti. Un delegato inglese scrisse da Milano: "La vittoria della parola era in gran misura stabilita ancora prima che il Congresso cominciasse". La risoluzione Tutti i delegati, salvo i quattro americani, votarono le seguenti risoluzioni: Il Congresso, considerando la non dubbia superiorità della parola sui gesti per restituire il sordomuto alla società e dargli una più perfetta conoscenza della lingua,Dichiara:- Che il metodo orale deve essere preferito a quello della mimica per l'educazione e l'istruzione de' sordomuti. Il Congresso,- Considerando che l'uso simultaneo della parola e dei gesti mimici ha lo svantaggio di nuocere alla parola, alla lettura sopra le labbra ed alla precisione delle idee,Dichiara:- Che il metodo orale puro deve essere preferito. Dagli Atti del Congresso emerge, però, che i pochi sordi presenti si erano schierati a favore della lingua dei segni, ma la loro mozione non venne neppure portata a votazione. Si evidenziò allora una grande 'frattura ideale' fra il mondo dei sordi e quello degli udenti. I sordi accusavano di avere scelto per loro una lingua ed una educazione che non condividevano, senza averli mai consultati. Dopo il Congresso la lingua dei segni venne bandita dall'insegnamento e con essa sparirono anche gli insegnanti sordi negli Istituti.

  36. Studi sulla LIS La comunicazione in segni dei sordi è nota sin dall'antichità, ma inizia ad essere studiata da un punto di vista linguistico solo a partire dagli anni '60. William Stokoe, un ricercatore americano, fu il primo a dimostrare che questa forma di comunicazione non è una semplice mimica, ma una vera lingua, una lingua dei segni, con un suo lessico e una sua grammatica, in grado di esprimere qualsiasi messaggio. • La presenza di precise regole grammaticali è uno degli elementi più importanti e distintivi delle lingue dei segni rispetto ad altre forme di comunicazione gestuale che non possono definirsi lingue, come i gesti e le pantomime. • LA GRAMMATICA ESPRESSA PRINCIPALMENTE ATTRAVERSO ALTERAZIONI SISTEMATICHE: • del luogo di esecuzione dei segni • di alcuni tratti del movimento, come la direzione, la durata, l'intensità o l'ampiezza.

  37. Alcune caratteristiche della lingua dei segni Segni trasparenti: chiunque può capirli anche chi non ha nessuna conoscenza della LIS. Es. Casa Segni traslucidi: Possono essere capiti solo da chi ha una conoscenza anche base della LIS. Es. Elicottero

  38. Parola Fonemi "Mamma" /m/a/m/m/a/ Parametri o Cheremi Segno MAMMA Luogo Configurazione Orientamento Movimento Le lingue dei segni hanno una grammatica? Le parole di una lingua vocale sono formate sulla base della combinazione di un certo numero di suoni (fonemi); così pure, tutti i segni di una lingua gestuale sono formati attraverso la combinazione di quattro parametri formazionali. I segni risultanti dalla combinazione di questi quattro parametri, costituiscono il vocabolario di una lingua dei segni, il suo lessico.

  39. Parametri della LIS MAMMA LUOGO:Punto di articolazione dove si svolge il segno (I davanti alla guancia il II sulla guancia) CONFIGURAZIONE:conformazione della mano (configurazioni Base: B.A.S.C.O 1, 5 nei segni a 2 mani vengono svolte dalla mano non dominante es. Elicottero,vuoto) ORIENTAMENTO:posizione del palmo della mano MOVIMENTO: movimento che fa la mano nell’esecuzione del segno

  40. Nella Lis sono stati identificati:- 15 Luoghi- 38 configurazioni- 6 orientamenti- 32 movimenti Alcune caratteristiche della lingua dei segni • Segni ad una mano (es. Bravo) o due mani (es.Contento) • Segni simmetrici (es. Correre) e segni asimmetrici (es. Famiglia)

  41. Alcune caratteristiche della lingua dei segni • Il principio che ha guidato nell’identificazione di questi parametri è un principio classico della linguistica quello della coppia minima. Nelle lingue vocali due fonemi si dicono distinti e significativi se esistono almeno due parole, che variano nel significato al solo variare dei due suoni. • Es. Pasta e Basta • Così anche la lingua dei segni si dice che due parametri sono distinti quando un segno si differenzia per la variazione di un elemento. • Es. Due segni identici in tutti i parametri tranne che per: • Il Luogo: Conoscere e Parlare • Configurazione: Bicicletta e cambiare • Movimento: Africa e Sbagliare • L’orientamento: papà e uomo

  42. Alcune caratteristiche della lingua dei segni • L’uso delle configurazioni: • -La configurazione 4 è usata molto nella Lis, la metafora visiva di questa configurazione è quella di più oggetti in fila e in parallelo es. Matematica, Re, Traffico…. • La configurazione 5 sembra rappresentare una superficie aperta e trasparente dove ci passano le cose es. acqua, nebbia, vetro • La configurazione B invece rappresenta superfici chiuse es. camera, porta ….. • La configurazione a F rappresenta un tipo di afferramento es. stipendio e cucire altri hanno altre configurazioni es. spazzare, afferrare l’ombrello…. • La cofigurazione ha chiaramente una connotazione negativa es. diavolo, tentazioni ecc.

  43. Alcune caratteristiche della lingua dei segni • L’uso delle configurazioni: • Il discorso delle metafore visive vale anche per quanto riguarda i luoghi dove vengono eseguiti i segni. • -Molti segni eseguiti sul capo rimandano a oggetti che si pongono sul capo es. vescovo, indiano.. • Oppure all’attività di pensiero; pensare, idee, imparare…. • Nella zona degli occhi attività che riguardano la vista es. vedere, binocolo… • Nella zona vicino all’orecchio, sentire, telefono • Vicino alla bocca con l’attività del mangiare, parlare….che si differenzia per gli udenti e per i sordi dal luogo di esecuzione es. Chiaccherare o conversazione. • Nella zona centrale del petto le emozioni, piacere, arrabbiato…

  44. Vado al cinema Frase Affermativa:L'espressione facciale è neutra e le spalle e il tronco non hanno particolari posizioni. IO CINEMA VADO Non vado al cinema Frase Negativa:Le spalle sono spostate all'indietro e il capo è leggermente inclinato da una parte. IO CINEMA VADO NO Le lingue dei segni hanno una sintassi? La sintassi viene espressa con mezzi quali: l'ordine dei segni nella frase le espressioni facciali, l'orientamento, la postura del capo, degli occhi e di tutto il corpo.

  45. Vai al cinema! Frase Imperativa:Le sopracciglia sono corrugate e gli occhi sono sbarrati, mentre i segni manuali sono prodotti in maniera più tesa. TU! CINEMA! VAI! Vai al cinema? Frase Interrogativa:Le sopracciglia sono inarcate, la fronte è corrugata e la testa e le spalle sono inclinate in avanti. TU? CINEMA? VAI? In tutti questi esempi, l'ordine dei Segni nella frase è del tipo Soggetto - Oggetto - Verbo, che è l'ordine frasale usato più di frequente nella lingua dei segni. Nella frase negativa, la negazione è posta alla fine.

  46. Segno e lingue Uno stesso segno può avere significati completamente diversi nelle varie lingue dei segni. ROMA (in LIS) NOME (in ASL) Italia Stati Uniti Albero Mamma Italia Spagna Cina Danimarca Australia Stati Uniti Nel mondo esiste un'unica Lingua dei Segni?

  47. Segno e lingue Uno stesso segno può avere significati completamente diversi nelle varie lingue dei segni. ROMA (in LIS) NOME (in ASL) Italia Stati Uniti Albero Mamma Italia Spagna Cina Danimarca Australia Stati Uniti La Lis è una lingua iconica?

  48. Il vecchio alfabeto manuale italiano La dattilologia (alfabeto manuale) Gli alfabeti manuali, o dattilologie, sono la rappresentazione manuale delle lettere utilizzate nella scrittura. Sono usati per scrivere nello spazio parole della lingua parlata o scritta. Variano da paese a paese e si modificano nel tempo. In Italia era diffuso, fino a circa 20 anni fa, un alfabeto manuale noto anche agli udenti, mentre oggi i sordi italiani utilizzano un nuovo alfabeto manuale, molto simile all'alfabeto manuale internazionale. Questo viene sempre eseguito con una sola mano all'altezza del collo del segnante. Il nuovo alfabeto manuale italiano

  49. La dattilologia (alfabeto manuale) Gli alfabeti manuali, o dattilologie, sono la rappresentazione manuale delle lettere utilizzate nella scrittura. Sono usati per scrivere nello spazio parole della lingua parlata o scritta. Variano da paese a paese e si modificano nel tempo. In Italia era diffuso, fino a circa 20 anni fa, un alfabeto manuale noto anche agli udenti, mentre oggi i sordi italiani utilizzano un nuovo alfabeto manuale, molto simile all'alfabeto manuale internazionale. Questo viene sempre eseguito con una sola mano all'altezza del collo del segnante. Per comunicare nomi propri o non conosciuti La dattilologia viene utilizzata per comunicare nomi propri (geografici o di persona), nomi non conosciuti e parole di lingue estere. Il segno nome Esistono anche segni che rappresentano nomi propri, ma questi non sono l'esatta traduzione del nome "italiano", esprimono piuttosto l'appartenenza della persona al mondo e alla cultura dei sordi, sono la sua nuova o doppia identità. Qui accanto è riprodotto il segno nome di Paolo Rossini. A cosa serve la dattilologia? FILMATO 2.30

  50. Nomi flessivi Per la classe di nomi che ha come luogo di esecuzione lo spazio davanti al segnante (spazio neutro), il plurale viene ottenuto ripetendo il segno, modificando il luogo di articolazione e, in parte, anche il movimento. CITTÀ (singolare) CITTÀ (plurale) Verbi flessivi o direzionali Per la classe di verbi che ha come luogo lo spazio neutro ed è caratterizzata da un movimento tra due punti di articolazione, è possibile tralasciare il pronome personale, perché si modifica la direzione del movimento secondo chi è il soggetto e l'oggetto della frase. IO TI REGALO TU MI REGALI Linea del tempo SETTIMANA PASSATA OGGI SETTIMANA PROSSIMA Isegni per il presente, il passato e il futuro sono eseguiti lungo una linea astratta, denominata "la linea del tempo", situata sul piano orizzontale all'altezza della spalla del segnante: i segni riferiti al passato muovono verso la spalla del segnante, quelli riferiti al presente nello spazio davanti al segnante, e quelli riferiti al futuro muovono in avanti rispetto al segnante. Le lingue dei segni hanno una grammatica?

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