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UNA PANORAMICA SULLA DIPENDENZA DA SOSTANZE

jillian
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UNA PANORAMICA SULLA DIPENDENZA DA SOSTANZE

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    1. UNA PANORAMICA SULLA DIPENDENZA DA SOSTANZE Accorti Margherita 545863 Amabile Lara 548333 Baroni Martina 549120 Bianchi Elisa 549029 Cataudella Concetta 548572 De Broi Vera 541394 Funes Annalisa 547874 Galante Ren 547970 Gregoris Laura 547875 Lenzi Michela 529093

    2. BIBLIOGRAFIA Sindromi e disturbi psichici e comportamentali dovuti all uso di sostanze psicoattive, in Fava Vizziello G., Psicopatologia dello sviluppo, Il Mulino Manuali, 2003. Nizzoli U., Pissacroia M., Trattato completo degli abusi e delle dipendenze,Volume 1,Piccin, 2003.

    3.

    5. INTRODUZIONE DROGA qualsiasi sostanza di origine naturale o sintetica estranea allorganismo, che introdotta nello stesso, capace di modificarne la funzione, a livello biologico, psicologico e sociale; (E. Costa, M. Colloca) il termine appartiene ormai a particolari connotazioni legate a problematiche normative, colpevolizzanti e di stigmatizzazione socio-culturale

    6. I DIVERSI TIPI DI CONSUMATORI Sperimentatore: ha avuto contatti sporadici con la droga o per curiosit o per la pressione del gruppo di appartenenza Consumatore occasionale: fa uso di droga in modo saltuario, con la possibilit di interromperne luso senza problemi di natura psichica o sociale Consumatore abituale: nonostante abbia sviluppato una certa tolleranza alla droga e subendo pi o meno una dipendenza psico-fisica, riesce a mantenere un buon livello di vita sociale; Farmacodipendente: consumatore di sostanze in stato di intossicazione , con una tendenza alluso continuo in seguito allinstaurarsi della dipendenza, ma riuscendo a mantenere una soddisfacente vita sociale Tossicomane: persona in stato di intossicazione con un bisogno continuo di assunzione, disponibilit a procurarsi la sostanza con ogni mezzo, assuefazione e unico interesse presente rivolto alla droga

    13. STORIOGRAFIA DELLE SOSTANZE Riferimenti bibliografici: E. Malizia storiografia della tossicodipenza E. Malizia, F. Navazio storiografia dellabuso e dipendenza dallalcol storiografia dellabuso e della dipendenza da tabacco

    24. LA SITUAZIONE ITALIANA Riferimenti bibliografici: Pallanti S., Epidemiologia clinica delle situazioni di abuso e delle condizioni di dipendenza in et adulta

    25. Lutilizzazione di sostanze stupefacenti in Italia considerato un problema importato dagli Stati Uniti alla fine degli anni 60. La tossicodipendenza, inizialmente ritenuta estranea alla nostra cultura, diventata un fenomeno diffuso e una parte rilevante della coscienza collettiva.

    26. La diffusione e lutilizzazione di sostanze stupefacenti ha seguito un percorso di 3 fasi: Fase esperienziale (fine anni 60-fine anni 70): Nellambito della contestazione giovanile la droga assume un valore trasgressivo ed esperienziale, tramite la quale raggiungere una conoscenza pi profonda di s e del mondo. C ancora pochissima informazione sugli effetti e sui danni e la droga pi usata leroina.

    27. 2. Fase edonistica (fine anni 70- anni 90): Il consumo della droga diventa edonistico: la giovent si concede piaceri estremi. Luso di eroina diminuisce, ma compensato dallemergente consumo di: - Cocaina Ecstasy Psicofarmaci Limmagine della droga diventa pi negativa: il tossico un malato, un emarginato, un criminale.

    28. 3. Fase attuale (ultimo decennio): Le fasce di et coinvolte sono sempre pi giovani. Allinterno di una cultura del rischio la droga diventa strumento autodistruttivo. Aumenta il consumo di droghe con effetti pi nocivi (ecstasy,crack,marijuana). Si diffonde lidea del drogato come persona debole,vittima di un ambiente familiare fallimentare e di modelli culturali negativi.

    29. LEGGE 49/2006 CONVERSIONE DEL DL 272/2005

    30. CAMBIAMENTI PI SIGNIFICATIVI: Scompare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti ( allo stesso livello sono collocati oppio, coca, cannabis e anfetamine). Introduzione della CIRCOSTANZA ATTENUANTE del FATTO DI LIEVE ENTITA

    31. Introduzione del parametro della QUANTITA nellaccertamento del reato:

    32. CLASSIFICAZIONI DELLE DROGHE Riferimenti bibliografici: E. Costa, M. Colloca: Definizione di droghe.

    34. CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI PRODOTTI SUL SNC Sostanze depressogene: -alcol, - oppioidi, -derivati della cannabis, - benzodiazepine, - barbiturici. 2. Sostanze stimolanti: - cocaina, - amfetamine, - nicotina, - caffeina. Sostanze allucinogene: - mescalina, - LSD. Sostanze euforizzanti: - cannabis e derivati, - solventi, - alcol.

    35. CLASSIFICAZIONE IN BASE ALL ORIGINE Naturali: vegetale, animale e minerale, possono ritrovarsi cos come sono in natura o parzialmente modificate da alcuni trattamenti. (morfina, hashish, cocaina, mescalina.) 2. Sintetiche: ottenute per un processo di sintesi chimica. ( barbiturici, benzodiazepine e amfetamine.) 3. Semisintetiche: ottenute da derivati naturali sottoposti a trattamenti chimici. ( eroina, LSD, alcol.)

    36. CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI Oppiacei: oppio, morfina, eroina. Inizialmente: sensazione di benessere fisico ed euforia, lucidit mentale ed aumento della creativit. Segue: profonda depressione fisica e psichica. 2. Cocaina: Fase euforica: esaltazione della fantasia, dellimmaginazione, delle facolt creative e delle funzioni sessuali. Segue: allucinazioni uditive, con talvolta idee persecutorie. Il cocainomane pu essere sociolesivo. Luso continuato causa anoressia e deperimento organico.

    37. Derivati dalla canapa: hashish, marijuana: Euforia, senso di benessere, rilassamento muscolare, allucinazioni che producono ilarit, piacevoli sensazioni visive e uditive. Passato leffetto della droga: astenia e desiderio di cibo. 4. Allucinogeni: LSD e i suoi simili Allucinazioni visive e uditive, sensazione di espansione della mente, aumentata velocit del pensiero, capacit di comprendere e rapportarsi con questioni comportamentali complesse. L LSD stata anche impiegata nella psicoterapia e nella cura dell etilismo cronico 5. Crack: sostanza eccitante ed economica ma molto pericolosa in quanto d assuefazione gi dopo le prime somministrazioni.

    38. CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGALI E ILLEGALI Droghe legali Droghe illegali: non hanno effetti positivi sull organismo la loro assunzione vietata dalla legge. Non bisogna dimenticare che ci che legale in una cultura pu non esserlo in altre ( es. alcol)

    39. CLASSIFICAZIONE TRA DROGHE LEGGERE E PESANTI (* DISTINZIONE IN USO PI TRA I GIOVANI CHE TRA GLI STUDIOSI DI DROGA) 1. Droghe leggere: (derivati dalla canapa e LSD) non danno dipendenza psichica non comportano l insorgenza di una sintomatologia di astinenza 2. Droghe pesanti: (oppioidi) danno dipendenza fisica e psichica assuefazione.

    40. LE TRE DIMENSIONI DELLA DIPENDENZA Riferimenti bibliografici: E. Aguglia, A. Riolo, E. Pascolo Fabrici: Dimensione sociale della dipendenza. G. Invernizzi, C. Bressi, G. Guggeri: Dimensione familiare della dipendenza. R. Rossi, P. Fele: Dimensione individuale della dipendenza.

    41. LA DIMENSIONE SOCIALE Non possibile ripercorrere levoluzione psicologica di un individuo senza tener conto delle sollecitazioni e delle proibizioni, delle esperienze o delle carenze che hanno caratterizzato, a partire dalla sua nascita, il suo contesto ambientale. Le regole di ogni cultura sono aspetti costitutivi della personalit. Ogni societ coinvolta direttamente o indirettamente in fenomeni di consumo di droghe. Le stesse droghe possono essere incoraggiate o proibite a seconda del Paese. La societ crea dei bisogni che non in grado di soddisfare completamente e la droga pu assumere il valore di risposta illusoria di fronte alla frustrazione provocata (Murphy).

    42. LA DIMENSIONE FAMILIARE LA FAMIGLIA IN OTTICA SISTEMICA Tossicodipendenza: sintomo che nasce all interno della famiglia e rappresenta lespressione di un disturbo. Funzioni: Funge da canale di una comunicazione altrimenti difficile o bloccata Tiene unita la famiglia un fattore disturbante che evita pi gravi cristallizzazioni del conflitti una condizione di allerta costante che blocca i genitori ad una certa fase del loro ciclo di vita proteggendoli dallansia di un ulteriore evoluzione Definisce un membro come indifeso e incompetente e ne impedisce lindividualizzazione. Il tossicodipendente stigmatizzato come pecora nera della famiglia e diviene il capro espiatorio dei problemi degli altri componenti (funzionale al mantenimento dellequilibrio allinterno del sistema)

    43. Elenco di condizioni /situazioni predittive: Sovversione gerarchica: sconvolgimenti che indeboliscono la coppia genitoriale. Ipercoinvolgimento emotivo (madre simbiotica) Perdita dei confini individuali Schemi relazionali: relazione madre-bambino con A)Assenza del padre. B)Notevole coinvolgimento paterno. La teoria transgenerazionale: attribuisce un peso maggiore alle componenti insoddisfacenti della relazione che ciascun genitore ha avuto con la propria famiglia dorigine nellinfanzia e nelladolescenza. i genitori del tossicomane trasmettono intergenerazionalmente una cultura affettiva e relazionale acquisita nella relazione carente coi rispettivi genitori

    44. La teoria transgenerazionale individua 3 tipologie di famiglie del tossicodipendente: Caratterizzata da modalit di accudimento ineccepibili formalmente, ma inadeguate sul piano affettivo. La droga assume una funzione antidepressiva. I genitori ripropongono le esperienza traumatiche vissute nella famiglia dorigine e strumentalizzano i figli allinterno delle disfunzioni di coppia. La droga come contenitore della confusione. Trasmissione transgenerazionale dellabbandono oggettivo come cultura affettiva dominante nelle relazioni. Droga per evacuare la forte carica aggressiva e la rabbia.

    45. LA DIMENSIONE INDIVIDUALE Le osservazioni psicoanalitiche riguardanti la tossicodipendenza IERI focalizzavano lattenzione sul controllo pulsionale erano incentrate sul concetto di fissazione orale (Freud). OGGI Puntano alle relazioni doggetto e alle identificazioni finalizzate alla costruzione dellidentit la visione in termini difensivi e adattivi piuttosto che regressivi la droga pu rinforzare le difettose difese dellIo contro affetti potenti come rabbia, vergogna e depressione

    46. La caratteristica che meglio qualifica i rapporti madre-bambino dei futuri tossicodipendenti la carenza affettiva: Precoce esperienza abbandonica non riconosciuta o riparata grazie a: Meccanismi di dissimulazione che impediscono al figlio di elaborare la realt La sofferenza generalmente minimizzata e occultata tanto che si crea unapparente condizione di stabilit familiare I meccanismi di scissione dei tossicodipendenti: Funzione di copertura degli aspetti carenziali della relazione con la madre. In adolescenza: Autonomia negata in nome del controllo Droga tampona la confusione derivata dallo svelamento delle carenza materne in una sorta di ribellione contro la figura primaria mantenendo per un legame Le richieste provocatorie che sembrano tagliar fuori la madre ne inaspriscono il controllo La tossicodipendenza sancisce la dipendenza perpetua dalla famiglia

    47. Struttura psicodinamica del tossicomane: perdita delloggetto damore antico che porta alla posizione melanconica: vissuto di immobilit, impossibilit di cambiare e di utilizzare modalit di rapporto oggettuale nuove, al di fuori di quella ripetitiva con loggetto chimico che non tradisce. Paura connessa alla perdita delloggetto primario supera i vantaggi dellevoluzione maturativa; la struttura melanconica tenta di mantenere narcisisticamente introiettato loggetto primario con la sua tragica ambivalenza . Lillusione di permanenza perenne delloggetto arcaico magicamente e onnipotentemente ricreato nella droga. Mancato superamento della posizione depressiva ( impedisce la costruzione di un valido oggetto transizionale ed il successivo investimento su oggetti sostitutivi per limpossibilit di tollerare la frustrazione della perdita). L unico investimento possibile quello sulloggetto chimico sempre disponibile.

    48. Lintroiezione delloggetto droga salva, con modalit narcisistica, dalla dipendenza da un oggetto non controllabile costruendo un oggetto sostitutivo, ma perverso perch mortifero per ovviare alla perdita delloggetto damore arcaico. In questottica loriginaria interpretazione psicodinamica della tossicodipendenza come regressione allo stadio orale pu essere sostituita da una visione dabuso di stupefacenti come difensivo e adattivo, piuttosto che regressivo

    49. UN BISOGNO ANOMALO: IL CRAVING Assoluta intolleranza della perdita, dallesigenza di una soddisfazione immediata e dal meccanismo del tutto e subito narcisistico. Ci fonte di alcuni problemi nel trattamento di questi pazienti: Terapie sostitutive: (metadone) Aspetti psicoterapeutici: La relazione con questi soggetti tende a ricalcare lintensa relazione diadica con la madre Concorrenza con la droga come oggetto chimico onnipotente gestibile

    50. ASPETTI TEORICI E CLINICI DELLA DIPENDENZA NORMALE E PATOLOGICA IN ET INFANTILE E ADOLESCENZIALE Riferimenti bibliografici: A. Cipriani: Aspetti teorici e clinici della dipendenza normale e patologica in et infantile e adolescenziale

    51. INFANZIA E DIPENDENZA J. McDougall: Particolari relazioni con la madre (ad es. simbiotico) non permettono di evolvere verso una dipendenza matura

    52. La dipendenza : un tentativo di autoterapia di fronte a stati psichici minacciosi, suddivisibili in tre categorie: angosce nevrotiche angoscia paranoide e depressiva angosce psicotiche Una forma di resa dei conti con le figure parentali che si esplica in tre diversi tipi di sfida: sfida all oggetto materno interno, sentito come assente o inadeguato a offrire sollievo agli stati emotivi intollerabili, mentre il sostituto esterno da cui si dipende sar sempre pronto a surrogare le funzioni materne mancanti. sfida al padre interno, vissuto come mancante nelle sue funzioni, che non ha liberato il figlio dalla simbiosi materna. Atteggiamento proiettato sullintera societ nella forma del disprezzo per ogni norma sociale. sfida alla morte, atteggiamento di onnipotenza iniziale e dopo una tendenza a ceder allimpulso di morte.

    53. ADOLESCENZA E DIPENDENZA Lassunzione di sostanze psicoattive uno dei fenomeni pi frequenti perch ladolescente deve separarsi dagli oggetti infantili per trovarne di nuovi, ricostruendo s stesso nella direzione di una migliore individuazione e autonomia, attraverso la sperimentazione di ogni possibile esperienza per lui disponibile. In adolescenza loggetto droga simbolizza il conflitto tra dipendenza infantile e matura di cui ci si vorrebbe sbarazzare e che si esprime nel continuo rivolgersi a diversi oggetti-S tutti rapidamente abbandonati e sostituiti. Alcuni autori sottolineano la positivit dello sperimentare tipico delladolescente che prova di tutto alla ricerca di identit e autonoma affermazione includendovi anche loggetto droga. Altri autori sottolineano il legame tra droga e appartenenza al gruppo dei coetanei allinterno di una sub-cultura sentita come libera dalla dipendenza verso ladulto.

    54. Gli aspetti problematici delladolescenza danno luogo, se non proprio ad una personalit, ad un atteggiamento tossicofilico che si fonda sull esperienza simbiotica non elaborabile. Nella maggior parte dei casi sono gli adolescenti ad abusare di droghe ma atti del genere si possono osservare anche in bambini piccoli (inalazione di colle e solventi chimici) Va sottolineato che un enorme numero di adolescenti sperimenta una o pi droghe ma solo un piccolo numero prosegue

    56. Riferimenti bibliografici: L. Viggiani, E. Colla, F. Pesci Luso e labuso di droghe da parte dei minorenni che transitano nei servizi della giustrizia minorile G. Scardaccione Tossicofilia giovanile e criminalit

    64. ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL PROBLEMA TOSSICODIPENDENZA NELLE CARCERI ITALIANE Qual il tipo di intervento migliore per i tossicodipendenti detenuti? Come rendere meno traumatico il passaggio dal carcere al mondo esterno? Quale educabilit in sede penitenziaria?

    65. DIFFICOLTA Assenza di condizioni idonee per la rieducazione (sovraffollamento,mancanza di spazi idonei..). Sovrapposizione riduttiva di mondo esterno e carcere. Disagio nel reinserimento in societ (qui ho trovato una casa e quasi una famiglia).

    66. RUOLO DELLOPERATORE Spesso alloperatore viene riconosciuta la funzione di ricostruire un soggetto ubbidiente alle regole,senza permettergli di introiettare il sistema educativo. Lintervento non dovrebbe ridursi alla somministrazione di psicofarmaci ma consentire lo sviluppo di una capacit di mentalizzazione.

    67. ANZIANI E ALCOL Riferimenti bibliografici: A. Di Salvatore I problemi alcolcorrelati nellanziano.

    68. I PROBLEMI ALCOLCORRELATI NELLANZIANO INTRODUZIONE GENERALE ALLALCOL

    72. I PROBLEMI ALCOLCORRELATI NELLANZIANO INTRODUZIONE GENERALE ALLALCOL Il consumo moderato di alcool pare avere effetti positivi sulla salute umana il bere in eccesso causa una serie di problematicit, sia fisiche, che mentali; In Italia il vino rimane la bevanda maggiormente consumata, collegata principalmente ad aspetti sociali e culturali ci sono persone che bevono pi di tre-quattro litri/al giorno, senza ubriacarsi, ma ad alto rischio di diventare epatopatici; Uso frequente e precoce in et adolescenziale di alcol fortemente correlato allabuso in et adulta di alcool e/o droghe illecite; Lalcool determina un aumento della mortalit fino a 2-5 volte rispetto latteso per fascia det secondo lOMS nei Paesi Industrializzati lalcool causa l1-2% della mortalit generale, e risulta causa diretta o indiretta di oltre il 10% della disabilit totale (anni vissuti con una invalidit totale);

    73. I PROBLEMI NELLANZIANO Spesso si tende ad osservare il problema dellalcol allinterno del mondo giovanile, tralasciando il problema degli anziani: Poco interesse nellanziano perch una si ritiene che la prevalenza dellalcol sia bassa dal momento che la maggior parte degli alcolisti tende a morire o smettere di bere prima dei 65 anni Credenza che pochi anziani bevano in quantit tale da avere dei problemi alcol-correlati Vecchi alcolisti considerati i barboni senza dimora Molti anziani alcolisti vivono isolati e raramente attirano lattenzione, e il loro bere giustificato come risposta allo stress collegato allinvecchiamento

    75. Di conseguenza si sviluppato uno scarso interesse per la creazione di programmi rivolti allalcol negli anziani, non considerando le reali ripercussioni che pu avere questa droga sugli anziani stessi! Fortunatamente di recente incrementato linteresse per gli alcolisti anziani, soprattutto a causa del progressivo invecchiamento della popolazione (vita media=75/80 anni) Lalcolismo tra gli anziani un fenomeno significativo, e caratterizza: 5-10% della popolazione anziana non istituzionalizzata 10-55% della popolazione anziana istituzionalizzata

    86. ASPETTI TERAPEUTICI E PREVENTIVI Riferimenti bibliografici: F. Bruno, Storiografia degli interventi preventivi. F. Bruno, Vetere C., Storiografia degli aspetti terapeutici e delle tecniche di riduzione del danno.

    87. COMPLESSITA SOCIALE DEL FENOMENO

    88. i tossicodipendenti non solo sono diversi uno dallaltro, ma ognuno diverso da se stesso in tempi diversi perch diverso il suo rapporto con la droga; Non auspicabile la stesura di uno schema terapeutico valido per tutti i tossicodipendenti occorre di volta in volta un sapere di base che personalizzi la terapia (Costa E., Colloca M.,) COMPLESSITA INDIVIDUALE DEL FENOMENO

    89. ATTIVITA POSSIBILI CONTRO LA DIFFUSIONE DELLABUSO DI DROGHE (F. Bruno) Da un punto di vista simbolico-immaginativo, tali attivit possono essere descritte mediante due tipi di reazione

    90. 1. PREVENZIONE (REAZIONE OFFENSIVA) Definizione di prevenzione: insieme di attivit adeguate e mirate a contrastare il verificarsi e il manifestarsi di un dato fenomeno in una determinata popolazione. Classificazione di Caplan (1964): Prevenzione primaria: le attivit riguardano la popolazione generale e sono rivolte ad impedire le cause stesse del fenomeno in questione, evitando che il rischio si manifesti Prevenzione secondaria: le attivit sono rivolte ad impedire che il fenomeno si manifesti in particolari gruppi della popolazione, detti a rischio, in quanto pi degli altri sono a rischio di rimanere vittima del fenomeno in questione. Prevenzione terziaria: tende ad identificarsi con il trattamento in quanto rivolta a soggetti che hanno gi subito il fenomeno, al fine di ridurne le conseguenze e limpatto.

    91. TIPOLOGIE DI ATTIVITA PREVENTIVE

    92. 2.CONTRASTO, CONTROLLO,TRATTAMENTO (REAZIONE DIFENSIVA)

    93. DUE DIVERSI APPROCCI POSSONO GUIDARE STRATEGIE E INTERVENTI (F. Bruno)

    94. PER QUANTO RIGUARDA I TRATTAMENTI

    95. ALCUNI ESEMPI DI INTERVENTO Servizi specialistici territoriali per la prescrizione (da uno studio di J. Marsden et al svolto in Inghilterra); Servizi di distribuzione di siringhe (da uno studio di J. Marsden et al svolto in Inghilterra); Le comunit terapeutiche chiuse ed aperte (di Costa E., Colloca M.)

    96. 1. SERVIZI SPECIALISTICI TERRITORIALI PER LA PRESCRIZIONE Destinati ai consumatori di droga prevalentemente dipendenti da eroina. Offrono un trattamento di sostituzione con oppiacei, solitamente mediante metadone (meno diffuso il trattamento con buprenorfina o con antagonisti quali naltrexone). Il metadone, per via orale, si pu somministrare a scalare mantenimento

    97. 2. SERVIZI DI DISTRIBUZIONE DI SIRINGHE Consumatori droghe per via endovenosa > rischio infezioni per via sanguigna Importanza relativa alla sensibilizzazione in merito allimpiego di attrezzatura per iniezioni pulita. Creazione di agenzie specialistiche e farmacie utili alla distribuzione di aghi e siringhe nuovi ed eliminazione dellattrezzatura usata.

    98. 3. LE COMUNITA TERAPEUTICHE (CT) (E. Costa, M. Colloca) Inghilterra, fine 700 recupero malati mentali; Italia, anni 60 recupero emarginati, malati mentali, poveri e tossicodipendenti. chiuso Attualmente CT aperto

    99. CT CHIUSE Funziona 24h al giorno; Entrando si perde ogni diritto; serie di pressioni e divieti; iter di espiazione e ricostruzione; Presenza di un capo carismatico e di unideologia di base; Alla dipendenza fisica/psichica si sostituisce quella della struttura/ leader/ideologia. CT APERTE Funziona meno di 24h; Iter di responsabilizzazione e riscoperta di alternative alla droga;

    100. ESEMPIO DI VILLA MARAINI (CT APERTA) Estate 76 su iniziativa della Croce Rossa; Regole: 1. Nessuna droga illegale. 2. Nessun furto. 3. Nessuna violenza fisica. Fine: no guarigione dal buco a tutti i costi: il buco solo un sintomo; la ricerca della droga il segno che qualcosa non va E la persona che sceglie la comunit e si impegna a rimanervi; Se la persona arriva fatta in comunit subir laggressione verbale degli altri ospiti e lo scontro avr un valore dialettico e terapeutico qualora canalizzato dalloperatore; Attivit: pulizia dei locali, preparazione del cibo, attivit artigianali, sportive; Quartiere e famigliari possono partecipare alle attivit permettendo il contatto tossicodipendente-societ.

    101. SERVIZI PER CONSUMATORI DI DROGA IN INGHILTERRA (J.Marsden, J.Strang et al.) Premessa: Le necessit dei consumatori di droga non possono essere soddisfatte da un singolo servizio; Per una risposta economica, efficiente ed efficace si richiedono committenza e presa in carico comuni ed appropriate, lavoro condiviso, operatori specializzati/generici.

    102. CLASSIFICAZIONE DEI SERVIZI IN 4 LIVELLI DI CURA

    103. SERVIZI UTILIZZABILI

    104. SERVIZI UTILIZZABILI

    107.

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