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2010: La protesta contro la riforma Gelmini

2010: La protesta contro la riforma Gelmini. A cura di: Coordinamento Ricercatori R29A Insubria, Coordinamento Ricercatori UniTo, Studenti Indipendenti. Aggiornamento 4 ottobre 2010. I dati della mobilitazione in Italia. 46 Atenei mobilitati su 66. 328 Facoltà su 533.

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2010: La protesta contro la riforma Gelmini

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  1. 2010:La protestacontro la riformaGelmini A cura di: Coordinamento Ricercatori R29A Insubria, Coordinamento Ricercatori UniTo, Studenti Indipendenti Aggiornamento 4 ottobre 2010

  2. I dati della mobilitazione in Italia • 46 Atenei mobilitati su 66. • 328 Facoltà su 533. • Su 17900 ricercatori universitari interpellati, 10012 (il 56%) si sono dichiarati indisponibili. • In molti Atenei la didattica di quest’anno sarà seriamente compromessa: accorpamenti, mutuazioni, taglio di insegnamenti opzionali e specializzanti.

  3. La riforma Gelmini degli atenei: • Senza fondi (tagli del 20% nel periodo 2009-2012), didattica e ricerca sono in ginocchio. Il diritto di studiare è violato, le tasse si stanno alzando. • Viene imposta una riforma che snatura il carattere pubblico dell’Università e ne punisce gli anelli più deboli: ricercatori, precari, studenti • Nessuna prospettiva di carriera per gli attuali ricercatori • Con l’abolizione del Ruolo dei Ricercatori, nessun futuro per i tantissimi precari: potrebbe essere la fine della Ricerca in Italia • Il CdA deciderà tutto, l’università diventerà un’oligarchia di baroni, politicanti e banche

  4. Le mansioni dei Ricercatori

  5. la legge in vigore (DPR 382/1980) prevede che i Ricercatori abbiano il compito di fare ‘RICERCA’ e DIDATTICA COMPLEMENTARE’ (esercitazioni) • In realtà, a causa della scarsità di ‘veri’ docenti (Professori di 1a e 2a fascia), la maggior parte dei Ricercatori da anni è titolare di uno o più corsi, a titolo volontario e spesso non retribuito. • Tuttavia, proprio l’insegnamento non rientra tra i criteri di valutazione dei Ricercatori, perché il loro compito è di stare in Dipartimento e fare Ricerca!

  6. I Ricercatori non stanno “scioperando”. Stanno rifiutando di coprire con il volontariato gratuito le carenze di organico!

  7. Le manovre finanziarie nel periodo 2008-2010

  8. Legge 133 (Tremonti) + Legge 1/2009 • Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) si riduce del 19,1% passando da 7.485 a 6.052 Milioni di Euro nel periodo 2009-2012 (Fonte: Parere su FF0 2010 - CUN 15/9/10) • Commissioni di concorso composte esclusivamente da professori ordinari • CONSEGUENZE • Collasso della maggioranza delle università; in molti casi sarà impossibile chiudere i bilanci di previsione 2011 non bastando i fondi per pagare gli stipendi • Reclutamento e progressioni di carriera affidati ai soli ordinari

  9. Decreto Legge 31/05/10, n. 78 • Blocco del turn-over (con deroga al 50% solo per Università “virtuose” che spendono per il personale meno del 90% del FFO) • Spesa per personale a tempo determinato e co-co-co: -50% rispetto a 2009 • Sospensione rinnovi contrattuali (personale Tecnico Amministrativo) • Abolizione degli scatti biennali degli stipendi di ricercatori e professori per 2011-2012-2013, senza futuri recuperi • Abolizione adeguamenti ISTAT per 2011-2013, senza futuri recuperi • Pagamento differito della liquidazione e frazionamento in 3 anni

  10. CONSEGUENZE • Riduzione indiscriminata dell'organico non potendo rimpiazzare i pensionamenti (con i tagli, come rimanere sotto il 90%?) • Taglio del personale precario (co-co-co e a tempo determinato) • Tagli alle retribuzioni di ricercatori e professori di diverse migliaia di Euro nel triennio i cui effetti si prolungano fino alla fine della carriera con effetti cumulativi che possono superare 100.000 Euro

  11. Il finanziamento della didattica in Italia e nel mondo

  12. Spesa per l’educazione universitaria su tutta la durata degli studi universitari in $ (a parità di potere d’acquisto) (Dati OCSE, 2007) • spesa pro-capite per studente per anno • Italia: 8.725 $ ; media OCSE: 12.236 $

  13. Spesa per studente per l’educazione universitaria pubblica (2006) http://statistica.miur.it/Data/uic2008/Le_Risorse.pdf

  14. % P.I.L. Spesa per l’educazione universitaria (% sul P.I.L.) (Dati OCSE)

  15. Rapporto studenti/docente: • Italia: 19,5 ; media OCSE: 15,8

  16. Borse di studio 1/2 (fonte Sole24Ore 7/6/10) • Fondi 08/09: tassa per diritto allo studio (30%) + fondo integrativo statale (43%) + integrazione regionale (27%) • Soglia Isee fra i 14.364 e i 19.152 euro • Beneficiari in Francia o in Germania: >>300mila (30% degli universitari) • Beneficiari in Italia: 150mila (13% degli universitari)

  17. Borse di studio 2/2 (fonte Sole24Ore 7/6/10) • Per mancanza di fondi, non tutti gli idonei riescono ad ottenerle: 151.760 su 184.043 aventi diritto nel 2008/09 (82.5%) (sarebbe un diritto costituzionale) • Nell’A.A. 2008/09 soltanto 10 regioni su 20 hanno garantito il sostegno al 100% degli aventi diritto (50% in Calabria, Campania, Puglia e Molise) • Fondo integrativo statale: dal 2009 al 2011 passa da 246 a 76 milioni (-69%) equivalente al taglio di 45.000 borse

  18. Conclusione: in Italia… • … la spesa per l’educazione universitaria è 30a su 33 Paesi considerati. • … la spesa media per studente durante la carriera universitaria è 16a su 24 Paesi. • … con una riduzione di budget del -19%, l’Italia competerà per l’ultimo posto!

  19. Il finanziamento della Ricerca in Italia e nel mondo

  20. L'arretratezza del paese rispetto al finanziamento alla RICERCA Mentre in generale nell’area OCSE in questi ultimi anni aumentano gli investimenti per ricerca e sviluppo, in Italia si ha addirittura la diminuzione al di sotto dell’ 1% per cento del PIL (Education at a Glance 2009: OECD Indicators, http://www.oecd.org/edu/eag2009 )

  21. EU – 27, 1,84% Italia, 1,09%

  22. L’efficienza della Ricerca in Italia e nel mondo

  23. Share mondiale di pubblicazioni scientifiche (in %; 2004) Italia

  24. Il reclutamento di nuovi Ricercatori ed il Precariato

  25. Il nuovosistemadireclutamento(ovverodiingressodeifuturiricercatori):ilricercatore ‘a tempo determinato’ E’ l'espulsionedeigiovanimigliori

  26. Il periodo di precariato oggi • l’aspirante ricercatore, al termine del dottorato, ha davanti a sé un periodo di precariato, di durata indeterminata. in questo periodo può percepire un assegno di ricerca (al massimo per 4-5 anni) o altre forme di borse e/o contratti. • l’ingresso in una figura a tempo indeterminato avviene con concorso da Ricercatore universitario (mediamente, l'età di ingresso è oltre i 35 anni).

  27. Il precariato Gelmini (1) Con la nuova legge NON ci saranno più bandi per posti per ricercatore a tempo indeterminato, ma solo posti a tempo determinato, con contratti di tre anni, rinnovabili una volta soltanto. gli Atenei non sono obbligati a garantire che ci siano le risorse necessarie per la chiamata in ruolo, quindi il ricercatore a TD, anche se ha conseguito l’idoneità, al termine dei 3+3 si potrebbe ritrovare senza lavoro per semplici motivi di bilancio L’età di ingresso in ruolo si alza di altri 6 anni, superando i 40 anni!!

  28. Il precariato Gelmini (2) Per gli attuali precari della ricerca (più di 50.000 persone) non è previsto alcuno sbocco A questo il D.L. 78/2010 aggiunge che le spese per contratti, assegni di ricerca etc. negli anni 2010-2013, non potranno superare il 50% delle spese del 2009. Quindi molti contratti non potranno essere rinnovati

  29. il problema del reclutamento di nuovo personale è eluso nella sostanza, e aggravato dalla mancanza di fondi. • la figura del ricercatore a tempo determinato tratteggiata nel DDL non potrà che dissuadere i giovani più motivati e brillanti dall’intraprendere le professioni accademiche. dopo la laurea, chi affronterebbe 3/4 anni di dottorato e altri 10 di precariato sapendo in anticipo che al termine molto probabilmente non ci saranno sbocchi accademici neppure per i più meritevoli?

  30. La messa in esaurimentodel ruolodiricercatore E’ ilmancatoriconoscimentodi anni e annidilavoro a titologratuitoche gliattualiricercatorihannosvolto con passione e competenza

  31. Il DDL penalizza gli attuali ricercatori non li considera: mette in esaurimento il ruolo, non riconosce il lavoro effettivamente svolto da tempo nella didattica, li esclude dalle commissioni per i concorsi universitari, li esclude dalla rappresentanza negli organi collegiali. • li penalizza economicamente: scatti stipendiali (non più automatici) da biennali a triennali, eliminazione della ricostruzione di carriera, pensionamento anticipato rispetto ai professori, blocco triennale degli scatti che penalizza maggiormente… gli stipendi più bassi!! • crea loro grosse difficoltà di avanzamento di carriera: i tagli al finanziamento dell’Università che inevitabilmente riducono i nuovi posti da Professore Associato e l’introduzione dei Ricercatore a TD che dopo 3+3 anni se non chiamato è disoccupato inducono una competizione iniqua e fratricida tra Ricercatori strutturati e precari

  32. Glieffettidellalegge 133/2008sultaglioall'FFOe il DDL 1905/2009 E’ negazione al diritto allo studio

  33. la legge 133/2008: il taglio all'FFO • a cosa serve il Fondo di Finanziamento Ordinario? didattica, servizi agli studenti, stipendi di personale docente, ricercatore e non docente, ordinaria manutenzione delle strutture universitarie (riscaldamento, pulizia, sorveglianza, etc.), ricerca scientifica (ad eccezione della quota destinata ai progetti di ricerca di interesse nazionale...) • l'entità dei tagli all'FFO: • 63.5 milioni di euro per l’anno 2009 • 90 milioni di euro per l’anno 2010 • 316 milioni di euro per l’anno 2011 • 417 milioni di euro per l’anno 2012 • 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013 LEGGE 6 agosto 2008, n. 133, Art. 66 comma 13, http://www.camera.it/parlam/leggi/08133L.htm

  34. Tagli+DDL= - diritto allo studio • l'effetto dei tagli della legge 133/2008 è l'impoverimento -in alcuni casi indebitamento- degli atenei. • i tagli al FFO possono portare gli atenei a barattare la propria autonomia concedendo posti nel Consiglio d’Amministrazione, unico centro decisionale, ai finanziatori esterni. • Il problema del sottofinanziamentodell’Università, cronico e in progressivopeggioramento a partiredalla L. 133/08, non è nemmenomenzionatonel DDL. • Il dirittoallo studiorisulterà in talmodonegato in un’Universitàgovernatadainteressiprivati, finanziataprincipalmentedallerettestudentesche e non piùdalloStato.

  35. Minor diritto allo studio e bassa qualità della didattica • L’unica misura di rilievo introdotta dalla riforma Gelmini è l’invito agli studenti ad indebitarsi: vengono introdotti i cosiddetti “prestiti d’onore” • Non si pone rimedio alla pericolosa tendenza per cui in periodi di crisi gli studenti di estrazione meno agiata cessano di immatricolarsi o abbandonano l'Università. • il diritto allo studio risentirà anche del generale abbassamento del livello di didattica e ricerca, conseguente alla complessiva contrazione delle risorse economiche e del personale (docente e non).

  36. In conclusione.. • L’università pubblica è il luogo dove si produce il futuro: sia formando le nuove generazioni, sia esplorando ed allargando i confini del sapere scientifico, tecnologico e culturale. • Oggi l’università pubblica si trova ad una svolta. Stretta tra i tagli di bilancio, la volontà di smantellamento del governo (l’esperienza della riforma della scuola insegna!) e le mire di potere dei Rettori, rischia di ricevere il colpo finale con il DdL Gelmini. • Le persone che sono coscienti della posta in gioco hanno il potere di fermare tutto questo, se riusciranno a dare vita ad un forte movimento civile che informi tutti i cittadini su quello che sta per succedere e sulle sue conseguenze non solo su chi lavora e studia, ma sulla società intera.

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