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LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI. Ottocento e Novecento. 1841: “Archivio storico italiano”. Fondato a Firenze dall’imprenditore svizzero Giampietro Vieusseux (editore dell’ “Antologia”) e da Gino Capponi, con Lambruschini, Ridolfi, Polidori, Forti, Capei, Montani.
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LE RIVISTE STORICHE INTERNAZIONALI Ottocento e Novecento
1841: “Archivio storico italiano” • Fondato a Firenze dall’imprenditore svizzero Giampietro Vieusseux (editore dell’ “Antologia”) e da Gino Capponi, con Lambruschini, Ridolfi, Polidori, Forti, Capei, Montani. • È il primo periodico italiano tutto di storia, aperto alla collaborazione di studiosi di tutt’Italia (da Torino: C.Balbo, L. Cibrario; da Napoli: C. Troya). • ORIENTAMENTO: liberale moderato – “patriottico” • TAGLIO: prevalentemente erudito • Raccolta e edizione di fonti (per lo più medievali) • Discussioni Attualmente è l’organo della Deputazione toscana di storia patria.
1859: “Historische Zeitschrift” • Espressione della storiografia accademica tedesca, pubblicata a Monaco di Baviera dalla metà del XIX secolo, è la più antica e prestigiosa fra le riviste storiche tedesche. • Fondata da Heinrich von Sybel (1817-1895), professore a Berlino e dal 1875 direttore degli archivi prussiani, ha avuto fra i suoi collaboratori J. G. Droysen, T. Mommsen, L. von Ranke, O. Hintze e E. Troeltsch. Dapprima espressione della “scuola prussiana” liberal-nazionalista, quindi della storiografia accademica “rankiana” basata sul culto delle fonti. • Nel primo Novecento (1896-1936) è stata a lungo diretta da F. Meinecke, caratterizzandosi prevalentemente come rivista di storia politica e intellettuale.
1859: “Historische Zeitschrift” • Dopo la parentesi nazista la rivista ha rapidamente riconquistato la sua autorevolezza internazionale sotto la lunga direzione (1948-1976) di Theodor Schieder: uno dei maggiori studiosi della Prussia del Sette-Ottocento, dal 1967 al 1972 presidente dell’Associazione degli storici tedeschi.
1876: “Revue Historique” • Fondata a Parigi nel 1876 - come risposta laica e repubblicana alla storiografia cattolica ultraconservatrice della “Revue des questions historiques” (1866) - e fino al 1912 diretta da Gabriel Monod, è da sempre l’espressione più tradizionale della scuola storica della Sorbona, vicina alla storiografia erudita e filologica di matrice tedesca. • Inizialmente di matrice positivista e attenta soprattutto alla storia politica (l’“histoire événementielle” deprecata da Marc Bloch), in contrapposizione alle “Annales”, successivamente si apre anche alle nuove espressioni della storiografia, pur mantenendosi super partes. • Diretta attualmente da Claude GAUVARD, Jean-François SIRINELLI e Jean-Pierre BRUNTERC’H, si presenta come il principale strumento di comunicazione della comunità degli storici francesi, contemplando ampie rassegne, relazioni di convegni, bibliografia e recensioni, segnalazioni di tesi di dottorato in storia discusse nelle università francesi.
Dopo l’Unità d’Italia. La stagione del positivismo storico: “Bollettini” e Deputazioni • La grande stagione del positivismo storico e dell’erudizione – sviluppatasi fra gli anni Settanta dell’Ottocento e i primi anni del Novecento - è una delle più feconde per la storiografia locale. • È la stagione in cui vediamo all’opera le Deputazioni storiche regionali, in cui nascono decine di società storiche, di riviste e di «Bollettini storici», in cui il lavoro di scavo archivistico sfugge in gran parte al controllo delle ristrette cerchie accademiche e universitarie per investire schiere di professori di liceo, di bibliotecari, di sacerdoti, di professionisti, di colti borghesi e di eruditi aristocratici, in gara fra loro nell’affermare il primato del proprio municipio, piuttosto che l’antichità del proprio feudo d’origine, o l’interesse delle antiche vicende della propria parrocchia. • Fra le esperienze più significative ricordiamo quella del piemontese Ferdinando Gabotto allievo a Torino di Carlo Cipolla e poi docente di storia all’Università di Genova, fondatore nel 1892 della Società storica subalpina e nel 1898 del «Bollettino storico bibliografico subalpino», tutt’ora esistente e classificato fra i periodici di interesse nazionale.
La stagione delle riviste accademiche • Tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta in tutt’Europa vengono fondate società storiche e riviste storiche sia a carattere nazionale che a carattere locale. • Nel 1883 nasce a Roma l’ Istituto Storico Italiano della cui prima direzione fanno parteBartolomeo Capasso, Cesare Correnti, Pasquale Villari, Michele Amari, Ruggero Bonghi, Cesare Cantù, Giosuè Carducci, Fedele Lampertico. • Nel 1884 il professore di liceo Costanzo Rinaudo fonda a Torino la «Rivista Storica Italiana», destinata – con gli anni – ad affermarsi come la più prestigiosa rivista accademica di storia pubblicata nella penisola. • Già nella primadirezione della rivista figurano infatti, accanto al nome di Rinaudo, quellidell’egittologo piemontese Ariodante Fabretti, dello storico padovano Giuseppe De Leva e del napoletano Pasquale Villari, professore a Firenze. • Due anni prima negli stessi ambienti dell’Università di Torino, era nato il «Giornale storico della letteratura italiana», animato da Rodolfo Renier e Francesco Novati e per breve tempo anche da Salomone Morpurgo e Albino Zenatti
1884: “Rivista storica italiana” • Fondata a Torino dal professore di liceo Costanzo Rinaudo (espressione da sempre della “scuola storica torinese”), nel secondo dopoguerra, sotto la direzione del valdostano Federico Chabod si afferma come espressione più prestigiosa della storiografia accademica italiana di matrice liberal-democratica. Direttori: • Pietro Egidi (1923-1929) • Francesco Cognasso (1930-1934), con Walter Maturi, Francesco Lemmi e Giorgio Falco • Gioacchino Volpe (1934-1943) assorbita dall’ Istituto fascista di cultura • 1943-46: pubblicazioni sospese durante la guerra. • Federico Chabod (1946-1960) espressione della storiografia antifascista (D. Cantimori, G. Falco, E. Sestan, A. Momigliano) • Franco Venturi (1960-1994) • Emilio Gabba (1995-2006) • Giuseppe Ricuperati (2006)
Le stagioni della “Rivista storica italiana” • 1884-1930: Inizialmente (Rinaudo, Egidi) espressione della storiografia di matrice positivista; • 1930-43: Quindi espressione ufficiale della cultura storica del regime fascista (Cognasso, Volpe); • 1946-1994: Infine espressione della più prestigiosa storiografia di matrice laica e liberale (Chabod, Venturi) Gioacchino Volpe Franco Venturi
1886: “The English Historical Review” • Fondata a Londra nel 1886 da lord John Emerich Edward Dalberg Acton, professore di storia a Cambridge, insieme con M. Creighton e James Bryce, è il più antico periodico inglese di storia, espressione della storiografia accademica di Cambridge e di Oxford di ispirazione liberale e whigh. • Si occupa prevalentemente di storia politica e giuridico-amministrativa dell’Inghilterra medievale e moderna. Negli ultimi decenni si è aperta anche a tematiche di storia sociale e di storia contemporanea. J. E. E. D. Acton
1895: “The American Historical Review” • È l’organo dell’ American Historical Association, fondata nel 1884 per riunire i professori universitari di storia di tutto il Nord America. • Ha carattere prettamente scientifico e da oltre un secolo stabilisce gli “standard” di scientificità internazionali dei prodotti della ricerca storica. • Ha sempre dedicato notevole spazio alla storia europea moderna e contemporanea e negli ultimi decenni anche alla storia socio-culturale. • Pubblica un imponente apparato di note bibliografiche e recensioni che spesso risultano determinanti per la fortuna di un libro a livello internazionale.
1899: “Revue d’Histoire Moderne et contemporaine” • Fondata nel 1899, la “Revue d’Histoire Moderne”, poi “d’Histoire Moderne et Contemporaine” è oggi, accanto alle “Annales” la più importante rivista francese di storia moderna e contemporanea. • Attualmente diretta dal contemporaneista Pierre Milza e dal modernista Daniel Roche, incarna oggi il più alto livello della storiografia accademica di lingua francese, in grado di evitare i settorialismi e di rivolgersi anche al pubblico colto. • Presenta ricerche inedite, saggi di sintesi, rassegne e un’ampia sezione di bibliografia e recensioni.
La grande stagione delle riviste di scienze sociali (1891-1929) • 1891 – Paul Vidal de la Blache fonda le «Annales de Gèograpfie», dirette dal 1894 da Lucien Gallois. • 1896 – Emile Durkheim fonda l’«Anné Sociologique». • 1900 – Henri Berr fonda la «Revue de Synthèse Historique», prima rivista europea interdisciplinare. • 1903 – Max Weber fonda l’«Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik». • 1925 – Henri Berr fonda il «Centre internationale de synthèse» come luogo d’incontro di studiosi di diverse discipline (ma costantemente tenuto ai margini dalla comunità accademica francese). Lo stesso Berr non otterrà mai una cattedra universitaria, rimanendo professore di liceo. • 1929 – Marc Bloch e Lucien Febvre fondano a Strasburgo le «Annales d’histoire économique et sociale».
1892-1913: “Studi storici”(prima serie) • Fondata dal medievista Amedeo Crivellucci e dall’antichista Ettore Pais (professori a Pisa); collaboratori: i giovani Gioacchino Volpe e Gaetano Salvemini (successivamente avversi per ragioni politiche). • È la prima rivista di storia di ampio respiro, anche internazionale; d’impianto positivista, affianca filologia e filosofia della storia e si apre al “materialismo storico” e alla storia economico. • La rivista entra in crisi con la prima guerra mondiale. • La testata sarà ripresa nel 1959 da un gruppo di storici marxisti. Ettore Pais
1914: “Rassegna storica del Risorgimento” • Fondata alla vigilia della grande guerra come organo dell’Istituto italiano per la storia del Risorgimento. Direttore: C. M. De Vecchi di Valcismon (esponente monarchico e poi gerarca fascista) • Propone un modello di storiografia patriottica ed erudita (fonti) con forti connotati pedagogici. • Fortemente nazionalista (1914-1924) e poi fascista (1924-1944) • Nel dopoguerra si apre alla nuova storiografia uscita dalla Resistenza e a una nuova lettura del Risorgimento popolare Direttori: Alberto Maria Ghisalberti ed Emilia Morelli Collaboratori: R. Romeo, A. Galante Garrone, F. Venturi, L. Valiani, F. Valsecchi, F. Della Peruta • A partire dalla metà degli anni settanta il suo ruolo critico si appanna, parallelamente alla sempre più evidente crisi della disciplina.
1917: “Nuova rivista storica” Fondata nel 1917 da Corrado Barbagallo Collaboratori: Antonio Anzillotti, Federico Chabod, Ettore Ciccotti, Luigi Dal Pane, Gino Luzzatto, Nello Rosselli, Walter Maturi. • Espressione inizialmente della nuova storiografia sperimentale, aperta al marxismo e ai nuovi approcci storico-economici; raccoglie una parte dei reduci di “Studi storici” e si contrappone all’approccio eccessivamente accademico della “Rivista storica italiana”. • Durane il fascismo resiste all’omologazione e raccoglie storici di orientamento antifascista. • Nel dopoguerra diviene espressione della storiografia milanese dell’Università Statale, metodologicamente eclettica: Direttore: Gigliola Soldi Rondinini Collaboratori: L. Cracco Ruggini, E. Decleva, L. De Rosa, V. Fiorani Piacentini. C. D. Fonseca, G. G. Merlo, A. Padoa Schioppa, G. Pistarino, G. Rumi, C. Vasoli.
1929: “Journal of Modern History” • Fondata a Chicago nel 1929 è la più autorevole rivista americana di storia moderna, attenta in particolare alla storia politica e intellettuale europea fra il XV e il XIX secolo.
1929: la rivoluzione delle “Annales”: verso una nuova storiografia
La nascita delle “Annales” (Strasburgo, 1929)
L’affermazione negli anni trenta • 1936 - Marc Bloch è nominato professore alla Sorbona, succedendo ad Henri Hauser nella cattedra di storia economica. • Bloch e Febvre propongono dalle pagine delle "Annales" un'inchiesta collettiva sulle nobiltà europee di antico regime. • 1937 - F. Braudel entra nel comitato di direzione delle "Annales". • 1938 - con l'avvicinarsi della guerra anche la rivista entra in crisi: nel mese di novembre l'editore Armand Colin ritira il suo appoggio, le "Annales“ cambiano sede ed editore e riprendono la periodicità trimestrale, adottando una veste più economica. • 1939 - la rivista viene ribattezzata "Annales d'histoire sociale".
La crisi bellica (1940-45) • 1940 - Febvre rimane solo a Parigi a dirigere la rivista; nel mese di luglio manda in stampa tutti gli articoli in suo possesso, prevedendo il disastro. Nel vol. III (1941) della rivista comparirà il saggio di L. Febvre, La sensibilité et l'histoire. Comme reconstruire la vie affective d'antan, tentativo di fondare una psicologia storicache costituisca la chiave d'interpretazione del problema della sensibilità religiosa degli uomini e delle donne del XVI secolo. • 1941 - in seguito alle leggi razziali Febvre è costretto a togliere il nome di Bloch dal comitato di direzione delle "Annales", per evitarne la chiusura. Bloch lo considera un atto di debolezza e lascia Parigi per Montpellier dove entra nella Resistenza. • 1941-45 - sotto l'occupazione tedesca la rivista interrompe le pubblicazioni, ma Febvre riesce ugualmente a pubblicare qualche fascicolo sotto il titolo di "Mélanges d'histoire sociale". • 1944 – Marc Bloch è catturato a Lione e fucilato dai tedeschi della Gestapo.
Da Febvre a Braudel (1946-1956) • 1946 - ricostituita la redazione dopo la morte di Bloch, la rivista viene ribattezzata "Annales: Economies, Societés, Civilisations"; ne assume la direzione L. Febvre (1946-56). • 1947 - con un contributo della statunitense "Rockfeller Foundation" nasce la Sixième Section (scienze economiche e sociali) dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes (EPHE), non abilitata a concedere titoli accademici (direttore per le ricerche storiche: F. Braudel; direttore per le ricerche economiche: Ch. Morazé). • 1949 - F. Braudel è nominato membro del Collège de France (cattedra di civiltà moderna), ma l'istituzione è ancora snobbata dagli accademici della Sorbona. • 1949 - L. Febvre è nominato membro del consiglio d'amministrazione del CNRS • - L. Febvre è nominato presidente del comitato UNESCO degli storici francesi e presidente del comitato per la storia della seconda guerra mondiale • 1950 - viene costituito, sotto la direzione di F. Braudel, il Centre de Recherches Historiques (CRH) presso la VI section dell'EPHE. • 1951 – lo storico americano F.C. Lane è nominato rappresentante a Parigi della "Rokfeller Foundation" e procura al Centre de Recherches Historiques dell'EPHE un finanziamento di 4.5000.000 di franchi per tre anni. • 1952 - Pierre Goubert presenta sulle "Annales" una sintesi della sua ricerca su Beauvais che rivoluziona il tradizionale uso delle fonti demografiche. • 1956 – muore Lucien Febvre.
L’ “era Braudel” (1956-68) • 1956 - F. Braudel assume la direzione delle "Annales" (1956-68). • 1958- rispondendo all'Anthropologie structurale di C. Lévi-Strauss, F. Braudel pubblica sulle "Annales" il celebre articolo Histoire et sciences sociales. La "longue durée", che sarà considerato il manifesto programmatico del nuovo approccio "strutturalista" alla storia. • 1959 - con l'articolo pionieristico Histoire et climat Emmanuel Le Roy Ladurie propone agli storici e ai geografi un nuovo tema di ricerca: la climatologia storica. • 1960 - Jacques Le Goff pubblica l'articolo Temps de l'église et temps du marchand, nel quale affronta la diversa percezione del tempo degli uomini del medioevo. • 1961 - nell'articolo Problèmes et méthodes d'une histoire de la psychologie collective Alphonse Dupront tende la mano agli psicologi proponendo di approfondire insieme i suggerimenti di Febvre sulla storia delle sensibilità collettive del passato. • - con il fasc.3 del 1961 Braudel lancia l'inchiesta collettiva su Vita materiale e comportamenti biologici, aperta da una serie di articoli di storia dell'alimentazione. • 1967 - l'articolo di Jean-Pierre Peter su Malati e malattie alla fine del XVIII secolo apre un nuovo e fecondo filone di studio, chiamando gli storici a confrontarsi con le scienze della vita. Il tema - in una chiave diversa - era stato già affrontato nel 1963 da Michel Foucault nel libro Naissance de la clinique. Une archéologie du regard médical. • 1968 - alla fine dell'anno e dopo la rivolta studentesca esplosa nel mese di maggio F. Braudel lascia la direzione delle "Annales".
Il ricambio generazionale (1968-72) • 1970 - con la decisione, assunta da Braudel nel 1968, di lasciare la direzione della rivista, emerge e si afferma la "terza generazione" degli storici delle "Annales“: • Emmanuel Le Roy Ladurie • Jacques Le Goff • François Furet • Marc Ferro • Maurice Agulhon • André Burguière • Jacques Revel • Roger Chartier • Tratto comune alla biografia di molti di loro è l'aver militato, fra gli anni '40 e‘50, nel Partito Comunista Francese, allontanandosene poi - spesso in modo traumatico - dopo la crisi del 1956. L'abbandono del marxismo e la crisi d'identità politica degli anni sessanta conduce probabilmente alcuni di loro al rifiuto della storia politica e alla ricerca di una nuova "scientificità" nello strutturalismo e nelle scienze sociali.
La terza generazione delle “Annales” • 1968 - F. Braudel lascia la direzione delle "Annales", chiamando a far parte del nuovo comitato di direzione alcuni storici della generazione più giovane: • Emmanuel Le Roy Ladurie, Jacques Le Goff, Marc Ferro, André Burguière, Jacques Revel • 1972 – F: Braudel si ritira dalla direzione della rivista e dalle principali cariche accademiche: E. Le Roy Ladurie è direttore delle "Annales“. • 1975 - la Sixième Section si trasforma in Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) finalmente abilitata a concedere titoli accademici post-laurea (dottorato III ciclo e dottorato di stato). • 1984 - a coronamento della sua lunga carriera Braudel è nominato Accademico di Francia. • 1985 - Braudel muore improvvisamente a Parigi il 29 novembre, all'età di 83 anni.
Gli storici della terza generazione J. Le Goff E. LE Roy Ladurie C. Ginzburg F. Furet
Storia e strutturalismo • 1971 - il fascicolo monografico delle "Annales" su Histoire et structure (XXXI), a cura di A. Burguière, conclude e ricompone la discussione fra storici, sociologi e antropologi: il "nemico" viene non già affrontato, ma inglobato, mostrando che le innovazioni che esso propone sono già state pensate e realizzate nella pratica storiografica. • La guerra tra lo strutturalismo e la storia non avrà luogo. Questo numero speciale non nasce dall'intenzione di rilanciare una contesa retorica promossa dalla moda, ma al contrario dall'intenzione di approfittare di una congiuntura di specificazione (A. Burguière) • - sul medesimo fascicolo F. Furet pubblica l'articolo L'histoire quantitative et la construction du fait historique nel quale si propone la storia quantitativa e seriale come nuova frontiera della ricerca: in questa prospettiva il "dato", il documento non esiste di per se stesso, ma solo in rapporto alla serie che lo precede e lo segue; il "fatto storico" è un fenomeno scelto e costruito in funzione del suo carattere di ripetitività.
Una difficile eredità • 1985 - dopo la scomparsa di Braudel, con il quale tutto il mondo aveva finito per identificare la "scuola storica francese“, si apre una crisi all'interno del gruppo dirigente delle "Annales". • L'ottuagenario Charles Morazé (unico superstite del gruppo originario del 1948) resta a rappresentare la continuità della tradizione; • Emmanuel Le Roy Ladurie, pur rimanendo nella direzione della rivista, diviene presidente della Biblioteca Nazionale di Parigi; • Jacques Le Goff, più di altri disponibile ad intervenire anche sulla stampa e sulla televisione, ritaglia per sé il ruolo di ambasciatore internazionale della storiografia francese. • François Furet, dedito ormai principalmente allo studio del pensiero politico europeo fra otto e novecento, lascia la direzione dell'EHESS e si trasferisce negli Stati Uniti all'Università di Princeton; • I più giovani André Burguière e Jacques Revel assumono la guida della rivista. • In mancanza di un vero ed unico erede di Braudel, la direzione collegiale della rivista non riesce però a mantenere una fisionomia così netta come nel passato, oscillando dalla nuova erudizione al gusto per la provocazione intellettuale, in presenza di una sempre più evidente frammentazione dei temi di ricerca e degli approcci metodologici.
I fondatori Lucien Febvre (1879-1956) Marc Bloch (1886-1944) …e accanto a loro: Albert Demangeon (1872-1940) François Simiand (1873-1935) Maurice Halbwachs (1877-1945) Georges Lefebvre (1874-1959) Ernest Labrousse (1895-1986) Quattro generazioni di storici attorno alle “Annales”
Seconda generazione Fernand Braudel (1902-1985) Alphonse Dupront (1905) Jean Meuvret (1909-1971) Charles Morazé (1913) Philippe Ariés (1914-1982) Pierre Goubert (1915) Georges Duby (1919) Robert Mandrou (1921-1984) ed inoltre il polacco: Witold Kula (1916-1988) Terza generazione Pierre Chaunu (1923) Jean Delumeau (1923) Jacques Le Goff (1924) Marc Ferro (1924) Maurice Agulhon (1926) François Furet (1927) Emmanuel Le Roy Ladurie (1929) Pierre Nora (1931) Michel Vovelle (1933) Daniel Roche (1935) André Burguière (1938) ed inoltre i polacchi: Bronislaw Geremek «1932) Krzysztof Pomian (1934) Seconda e terza generazione
Le “Annales” fuori dalla Francia gli americani: Immanuel Wallernstein (1930) Robert Darnton (1939) Nathalie Zemon Davies (1939) gli inglesi: Lawrence Stone (1919) Peter Burke (1937) gli italiani: Ruggiero Romano (1923) Alberto Tenenti (1924) Carlo Ginzburg (1939) Giovanni Levi (1939) Quarta generazione Jacques Revel (1942) Roger Chartier (1945) Jean-Claude Schmitt (1946) Arlette Farge (1947) La quarta generazione e la rete internazionale delle “Annales”
1952: “Past and Present” • Fondata nel 1952 ad Oxford da E. Hobsbawm, M. Morris,C. Hill, M. Dobb, E. P. Thompson e e poi arricchita dalla presenza di J. Elliott e di L. Stone, diviene rapidamente l’espressione della nuova storiografia sociale inglese di ispirazione marxista (anche se non tutti i suoi collaboratori sono marxisti). Eric Hobsbawm
1952: “Past and Present” • Si apre ai grandi dibattiti sulle origini del capitalismo, sulla crisi del XVII secolo, sulla Rivoluzione inglese, sulla storia delle classi subalterne, sulla crisi dell’impero britannico, sull’impatto ecologico del colonialismo in Africa, sull’ “invenzione delle tradizioni”. • Solo in parte ispirata al modello francese delle “Annales”, mantiene una caratterizzazione più netta in senso marxista, anche se il suo è un marxismo duttile, eclettico e nient’affatto dogmatico. Maurice Dobb ed Edward Paul Thompson
1958: “The Historical Journal” • Espressione della “scuola di Cambridge”, è la principale rivista inglese di storia politica, prevalentemente moderna e contemporanea; attenta soprattutto ai temi di storia britannica ed europea, ospita più raramente dibattiti storiografici o metodologici. • Presenta una ricca e aggiornata informazione bibliografica organizzata per temi. • Direzione: Clare Jackson, Robert Tombs,William O’Reilly • Collaboratori: C. A. Bayly, Q. Skinner, P. Ginsborg (Fi)
1959: “Studi storici” (nuova serie) • Espressione della nuova storiografia italiana di orientamento marxista, nasce come rivista dell’Istituto poi Fondazione “A. Gramsci” (legato al Partito Comunista Italiano) Prima stagione (1956-1979) • Direttori:Gastone Manacorda, poi Rosario Villari (con R. Zangheri, F. De Felice, F. Della Peruta, E. Ragionieri, G. Procacci) • Storiografia più nettamente di tendenza. Temi privilegiati: la storia del movimento operaio, le grandi rivoluzioni inglese e francese, il fascismo, la storia contemporanea. Seconda stagione (1980-1998) • Direttore:Francesco Barbagallo con A. Giardina (antica), R. Comba (medievale), G. Ricuperati (moderna), L. Mangoni (contemp.), G. Doria (economica) • Si distacca dall’ortodossia marxista e allarga gli orizzonti a nuove tematiche. Terza stagione (1998-) • Direzione diffusa:coordinatore Barbagallo conquattro “gruppi di discussione” a Roma, Firenze, Napoli e Torino. Rosario Villari
1960: “History and Theory. Studies in the Philosophy of History” • Rivista statunitense di teoria e filosofia della storia, aperta anche al dibattito storiografico, ma impegnata soprattutto su questioni metodologiche. • Fondata presso la metodista Wesleyan University di Middletown (Connecticut), è diretta da R. T. Vann; nel comitato di direzione figurano lo statunitense Hayden Whithe, gli inglesi Arthur Danto e William Dray, i tedeschi Reinhard Koselleck e Wolfgang Mommsen, il polacco Jerzy Topolski, il francese Paul Veyne. • Di orientamento prevalentemente “narrativista”, ma interessata al dialogo con le scienze sociali, pubblica frequentemente supplementi monografici su temi di discussione (la storia della scienza, il concetto di tempo, il rapporto storia-scienze sociali, la rappresentazione degli eventi storici, la storia di genere, ecc.).
1969: “Quaderni storici” I “Quaderni storici delle Marche” (1966-69), espressione di un gruppo di docenti dell’Università di Ancona, si trasformano in rivista storica nazionale. Fondatori: A. Caracciolo, P. Villani, S. Anselmi Collaboratori: E. Grendi, G. Levi, M. Rosa, R. Romanelli, E. Sori poi C. Ginzburg, C. Poni, L. Gambi, G. Sergi, G. Pomata, M. Luzzati. Si ispirano al modello francese delle “Annales” proponendo una storia sociale, sperimentale e interdisciplinare. 1969: editoriale di Fernand Braudel • Struttura monografica (ogni fascicolo un tema) • La microstoria si alterna alla macrostoria • Carattere sperimentale e di frontiera (temi poco usuali) • Apertura a diversi approcci: economia, antropologia, etnografia, psicologia, mentalità • Largo spazio alle ricerche dei giovani
1978: “Società e storia” Fondata nel 1978 è espressione di un gruppo di storici milanesi, successivamente allargatosi a livello nazionale. Fondatori: F. Della Peruta (già Studi storici), A. De Bernardi, C. Capra, F. Bonelli, G. Ghittolini, G. Cherubini Collaboratori: L. Faccini, P. Malanima, A. Massafra, M. Mirri, G. Ricuperati, M. Rosa (già QS), G. Sapelli Ispiratore occulto:Marino Berengo, docente a Milano. • Si colloca a mezza via fra SS e QS proponendo un marxismo duttile e una storia sociale ad ampio respiro. • Prende dalle distanze da quel marxismo che si caratterizza per l’oggetto (temi rivoluzionari) piuttosto che per il metodo della ricerca. • Propone una “storia della società” e non la “storia sociale” come disciplina a se stante. • Rifiuta la frammentazione della microstoria come unica soluzione e rifiuta ogni chiusura specialistica. • Propone in ogni fascicolo un’ampia selezione di recensioni.
1970-1996: “Storia contemporanea” • Fondata e diretta da Renzo De Felice (con Emilio Gentile, Guido Pescosolido, Francesco Perfetti) è la prima rivista italiana di storia contemporanea. • Rifiuta ogni caratterizzazione ideologica e in particolare l’ “antifascismo” storiografico degli Istituti della Resistenza. Tema dominante: la storia del regime fascista in Italia • Con la morte di R. De Felice (1996) la rivista cessa le pubblicazioni e i suoi collaboratori si dividono fra due nuove riviste, che saranno sovente in contrasto fra loro: “Nuova storia contemporanea” di F. Perfetti e “Contemporanea” di F. Traniello.
1972-1995: “Rivista di storia contemporanea” • Fondata nel 1972 da torinese Quido Quazza, con G. Rochat, E. Collotti, C. Pavone, U. Levra. M. Salvadori, L. Foa, è la seconda rivista italiana di storia contemporanea, aperta anche alla storia dell’Europa e dei paesi “in via di sviluppo”, è l’espressione di una nuova generazione di storici nettamente caratterizzati in senso antifascista e “di sinistra”, formati fra Università e Istituti per la storia della Resistenza. • Si contrappone alla rivista di De Felice di cui denuncia il “revisionismo”. • Storiografia “militante” (marxismo critico) a molto attenta alla didattica. • Temi privilegiati: l’antifascismo e la Resistenza, il movimento operaio, le minoranze, le lotte di liberazione dell’Africa, Asia e America latina. • Con la morte di G. Quazza (1995) la rivista cessa le pubblicazioni.
1982: “Passato e presente” • Fondata a Firenze da un gruppo di contemporaneisti toscani di formazione marxista, allievi di E. Ragionieri (G. Turi, F. Andreucci, S. Soldani, G. Gozzini), successivamente si allarga alla collaborazione di altri storici, non solo contemporaneisti (N. Tranfaglia, L. Guerci, P. Ginsborg), raccogliendo una parte dei “reduci” della torinese“Rivista di storia contemporanea”. • È una delle più giovani fra le rivista di storia contemporanea e Molto interessata al dibattito storiografico, estende i suoi orizzonti su una parte della storia moderna (rivoluzione francese e periodo napoleonico). • Recupera la funzione civile della storia
1995: “Storica” • Fondata nel 1995 e pubblicata inizialmente dall’editore Donzelli e poi da Viella, “Storica” è l’espressione di un gruppo di storici della generazione di mezzo - modernisti e contemporaneisti, per lo più attivi nelle università del centro-sud - destinati in pochi anni a conquistare posizioni i notevole prestigio e potere a livello accademico. • Interessata soprattutto al dibattito storiografico, più che alla pubblicazione di saggi di ricerca, presenta numeri tematici articolati in rubriche (Primo piano, Filo rosso, Questioni, Contrappunti) con libri recenti di storici letti da altri storici. • Direzione: A. M. Banti, A. Barbero, M. Bellabarba, F. Benigno, R. Bizzocchi, G. Calvi, P. Dogliani, A. Graziosi, S. Lupo, M. Meriggi, E. I. Mineo, G. Petralia, B. Salvemini, M. Verga
1997: “Nuova storia contemporanea” • Dopo la morte di De Felice un gruppo dei suoi allievi, guidati da Francesco Perfetti, fonda alla fine del 1997 la rivista bimestrale “Nuova storia contemporanea” che – scegliendo la distribuzione in edicola e non solo in libreria - si propone di intercettare un pubblico più ampio di quello accademico e in effetti, in pochi anni, “Nuova storia contemporanea” si impone come una delle più diffuse riviste storiche italiane, alimentando in più occasioni vivaci dibattiti. • Richiamandosi idealmente al magistero storiografico defeliciano, si presenta come “una rivista di impostazione liberale, aliena da ogni tipo di ostracismo preconcetto”. • Ma secondo alcuni storici la rivista è l’espressione della “destra defeliciana” più propensa ad alimentare il cosiddetto revisionismo storiografico piuttosto che ricerche scientifiche originali. • Direttore: Francesco Perfetti • Comitato scientifico:Giuseppe Bedeschi, Dino Cofrancesco, Antonio Costa Pinto, Giuseppe Galasso, Luigi Lotti, Raimondo Luraghi, Nicola Matteucci, Valeri Mikhailenko, Sergio Minerbi, Paolo Nello, Giuseppe Parlato,Guido Pescosolido, Sergio Romano
1998: “Contemporanea. Rivista di storia dell’Ottocento e del Novecento” • Dopo la chiusura di “Storia contemporanea” un’altra parte degli allievi di De Felice – la cosiddetta “sinistra defeliciana” – insieme con studiosi di diversa provenienza e formazione, fonda nel 1998 la rivista “Contemporanea”, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino di Bologna e diretta da Francesco Traniello, studioso di formazione cattolico-liberale, docente a Torino. • Attenta alla dimensione internazionale e anche alla storia dell’Ottocento, in una chiave di storia sociale e politica lontana dalla vecchia risorgimentistica, la nuova rivista promuove l'incontro tra studiosi di diverse generazioni e il dialogo tra gli storici di professione e gli appassionati di storia, gli insegnanti e gli studenti, per discutere di ricerca, ma anche di formazione e didattica, di documenti e di attualità. • Direzione: Francesco Traniello (direttore), Daniela L. Caglioti, Simone Neri Serneri (vicedirettore), Maria Serena Piretti (vicedirettore), Elisabetta Vezzosi. • Redazione: R. Balzani, E. Betta, P. Capuzzo, F. De Giorgi, F. Fasce, Ch. Liermann, S. Salvatici, C. Sorba.