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A cura del direttore del corso Nino Capece

A cura del direttore del corso Nino Capece. FEDERAZIONE ITALIANA ATTIVITÀ SUBACQUEE. PROVINCIA DI COSENZA. COMUNE DI AMENDOLARA. FEDERAZIONE ITALIANA ATTIVITÀ SUBACQUEE. PROVINCIA DI COSENZA. COMUNE DI AMENDOLARA. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale.

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  1. A cura del direttore del corso Nino Capece FEDERAZIONE ITALIANA ATTIVITÀ SUBACQUEE PROVINCIA DI COSENZA COMUNE DI AMENDOLARA

  2. FEDERAZIONE ITALIANA ATTIVITÀ SUBACQUEE PROVINCIA DI COSENZA COMUNE DI AMENDOLARA 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Introduzione e ringraziamenti Il 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionali tenutosi ad Amendolara (CS) da Gennaio ad Aprile 2006 si è posto l’obiettivo di fornire agli allievi le più ampie basi teoriche e tecniche per affrontare la professione di Guida in un Centro Subacqueo. In tal senso il corso ha avuto caratteristiche inedite, come si evince dall’impegno richiesto, e profuso, da allievi e docenti. In primo luogo va rimarcata la frequenza giornaliera, per cinque giorni alla settimana, con un impegno quotidiano suddiviso in attività in acqua, in aula e in laboratorio, intercalate dalle esercitazioni in mare. Il programma teorico, di per se vasto, è stato ulteriormente ampliato e arricchito con esercitazioni pratiche, curando in special modo l’uso e la manutenzione delle attrezzature subacquee. Alle materie tradizionali dei corsi, sono state aggiunti elementi di carteggio, navigazione e meteorologia, nonché l’introduzione al sistema internazionale GMDSS di soccorso in mare, con cenni sulla gestione delle emergenze attraverso l’uso corretto della radio di bordo. Ci è sembrato opportuno, infatti, dare al professionista le nozioni per organizzare la propria attività sia da basi a terra che da imbarcazioni e navi che, sempre più spesso, organizzano crociere subacquee. La possibilità di portare a termine questo impegno va suddivisa tra tutti coloro che hanno avuto un ruolo attivo e che ci preme ringraziare per la parte svolta: La Provincia di Cosenza, per l’opera instancabile e tenace dell’architetto Giuseppina Donato e della dottoressa Gabriella Fittante, che hanno fermamente voluto e sostenuto la realizzazione del corso. Senza il loro appassionato impegno le risorse economiche per la copertura finanziaria del progetto non sarebbero state reperite. La FIAS (Federazione Italiana Attività Subacquee), che nelle persone del Presidente Bruno Galli e del Direttore del Centro Tecnico Nazionale, Gianni Escuriale, ha sostenuto lo sforzo organizzativo fornendo le risorse tecniche e l’attrezzatura didattica necessaria. Il Comune di Amendolara, per la sensibilità del Sindaco Mario Melfi, che ha messo a disposizione i locali per ospitare lo staff e gli allievi, le aule, il magazzino per il ricovero delle attrezzature, e il carburante. Il signor Pino Golia, titolare dell’Ogigia Diving Center di Amendolara, per la disponibilità all’uso delle sue attrezzature. Il Punto Mare FIAS “Costa del Sud” di Santa Caterina di Nardò (LE), e gli Istruttori FIAS Andrea Costantini e Federico Sorrentini che hanno curato con scrupolo e professionalità le esercitazioni in mare, e l’istruttore FIAS dott. Luigi Palmisano, che ha organizzato e svolto il programma di biologia marina. La Confraternita di Misericordia di Trebisacce, per l’entusiastico sostegno del suo Governatore Vincenzo Liguori, del dottor Giorgio Maturo, dell’infermiere caposala Carmine Mazzotta e degli altri volontari che hanno organizzato ad hoc il corso di rianimazione per i nostri allievi. Il centro subacqueo FIAS Continente Blu di Marina di Camerota, per essersi fatto carico dell’ospitalità degli allievi durante il successivo periodo di tirocinio. Milano, 30 settembre 2006 Il direttore del corso Nino Capece

  3. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale • Premessa • L’organizzazione di un corso per la formazione professionale di operatori per il turismo subacqueo nasce dalla richiesta esplicita della Provincia di Cosenza, come primo passaggio per la formazione di professionalità in grado di inserirsi nella valorizzazione del patrimonio storico e naturalistico della regione, nel contesto molto più vasto di un’iniziativa internazionale per lo studio del patrimonio archeologico sottomarino. • Dopo i primi contatti, che risalgono all’inverno del 2005, si è giunti alla definizione, da parte della FIAS, di un programma successivamente sottoposto alla Provincia. • Nel programma erano indicati i limiti minimi e massimi del corso. In termini di allievi, il numero massimo era fissato a 15 partecipanti che avessero, come requisiti indispensabili, una sufficiente acquaticità ed una buona condizione fisica attestata da certificazione medica specifica. Il programma di studio prevedeva, come canone di base, l’iter didattico dei corsi FIAS CMAS di 1°, 2°, e 3° livello, del corso di Salvamento, di Pronto Soccorso in Ossigeno, Biologia Marina, Guida Subacquea. Detti corsi sarebbero stati integrati con attività di laboratorio per la manutenzione delle attrezzature, attività nautiche per la gestione delle imbarcazioni, ed esercitazioni tecniche per le diverse tipologie d’immersione. L’impegno previsto sarebbe stato di 100 giornate di attività a tempo pieno. Successivamente, la FIAS avrebbe offerto agli allievi un tirocinio nei suoi centri Continente Blu. • Stabilito così il programma di lavoro, si è passati, attraverso alcuni sopralluoghi, alla ricerca delle strutture necessarie. La Provincia di Cosenza aveva individuato nel Comune di Amendolara il luogo ove organizzare il corso. Per soddisfare le esigenze della scuola era necessario individuare: • Un aula per le lezioni teoriche • Un magazzino per il ricovero delle attrezzature subacquee, con vasche idonee al lavaggio di desalinizzazione delle stesse. • Un officina per l’ordinaria manutenzione delle attrezzature. • Uno spazio per la ricarica delle bombole, ove allocare il compressore, con opportuno impianto elettrico. • Una piscina per le esercitazioni e l’addestramento • Un pontile agibile per un’imbarcazione di 7,5 metri di lunghezza. • Oltre dette strutture erano da prevedere: • Locali per alloggiare lo staff e gli allievi • Convenzioni con strutture di ristorazione per fornire i pasti. • Il Comune di Amendolara ha reperito e messo a disposizione ampi spazi di una struttura detta “ex liceo”, nella quale sono stati ricavati: • Un magazzino per il ricovero delle attrezzature e la loro manutenzione. • Un’area dove collocare apposite vasche per il risciacquo delle attrezzature. • Un area dove sistemare le attrezzature individuali. • Un area da adibire a refettorio e ad aula. • Un locale per l’alloggio dello staff. • Due locali per alloggio degli allievi. • Non è stato possibile trovare un locale per ricaricare le bombole, sia perché non ce n’erano di liberi a livello del piano stradale, sia perché non c’era la possibilità di avere impianto elettrico adeguato. • Non è stato possibile, inoltre, trovare una struttura portuale adeguata in loco. La struttura più prossima era a Sibari, distante oltre 20 Km. Per le esercitazioni e l’allenamento si è utilizzato la piscina coperta di Policoro (25 metri di lunghezza e 1metro e 80 di profondità massima), a 35 Km di distanza, essendo l’unica disponibile.. • Per rendere operativa la scuola era necessario procedere ad altre convenzioni con il centro subacqueo “Ogigia Diving Center” che avrebbe dato accesso al suo centro di ricarica e avrebbe fornito il suo gommone per le esercitazioni in mare, avendo riscontrato l’impossibilità di alare quello della FIAS. Per la piscina ci si è dovuti adattare prevedendo dei tempi di trasferimento di circa un’ora.

  4. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale • L’ambiente • La costa dell’alto Ionio declina lentamente verso il mare. Il litorale è sabbioso, piatto, senza ridossi. Nel mare sfociano molti corsi d’acqua; alcuni, come il Sinni, hanno un bacino composto da vari affluenti. L’area è molto esposta allo scirocco. Al largo di Amendolara, a circa sette miglia, c’è l’omonimo banco, che sprofonda da 20 ad oltre 180 metri. Il banco ha dimensioni consistenti, tali che, al primo segno di cambiamento delle condizioni meteo l’onda diventa ripida e frangente, fino a creare seri problemi per le piccole imbarcazioni, quali quelle adibite all’accompagnamento dei sub. • Il passaggio delle perturbazioni, piuttosto frequente nel periodo che va da gennaio ad aprile, provoca un rapido e prolungato intorbidamento delle acque per due ragioni collegate tra loro. • La prima è data dal frangersi del moto ondoso che solleva e trascina la sabbia delle spiagge, la seconda dal riversamento dei detriti che, dalle montagne dell’interno, le piogge trascinano nei bacini fluviali che sfociano in mare. • Il fondale sabbioso è ricco di particole che restano in sospensione per molti giorni dopo che le cause che le hanno indotte, come piogge e mareggiate, hanno cessato la loro azione. • Per queste ragioni, durante il periodo invernale, ci sono state poche condizioni idonee alle esercitazioni subacquee. • A fine febbraio il programma di esercitazioni in mare registrava un certo ritardo per le seguenti ragioni: • Permanere di condizioni meteomarine sfavorevoli • Ritardo indotto dal posticipato inizio del corso • A quanto detto s’è aggiunta la necessità di sospendere le lezioni per due settimane alla fine di febbraio per indisponibilità del Direttore. Lezioniteoriche Quasi tutta la parte teorica del corso è stata sviluppata nell’aula ricavata nei locali dell’ex liceo. Come strumenti didattici ci si è serviti esclusivamente di una lavagna tradizionale e di un pc portatile, che, per un numero esiguo d’allievi, crediamo sia lo strumento più idoneo, permettendo una comunicazione più diretta e immediata. Due delle materie del corso, la biologia marina e il pronto soccorso, sono stati trattati da specialisti del settore. Il corso di biologia marina è stato tenuto da Luigi Palmisano, istruttore FIAS della sezione di Lecce, nonché studente di Bilogia prossimo alla laurea, mentre il pronto soccorso e le tecniche di rianimazione sono state trattate dal dottore del 118, Giorgio Maturo, e dall’infermiere caposala Carmine Mazzotta, col supporto logistico della Confraternita della Misericordia di Trebisacce. Durante il laboratorio è stata portata avanti la manutenzione ordinaria di erogatori, bombole e rubinetterie, e ogni allievo, sotto la diretta supervisione dell’istruttore, ha partecipato attivamente a smontare, pulire, fare manutenzione, rimontare e provare ogni pezzo. Allo stesso modo è stata organizzata la corretta messa in servizio della stazione di ricarica delle bombole.

  5. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Esercitazioni in Piscina La piscina più vicina ad Amendolara, che avesse requisiti idonei al nostro scopo, è stata individuata a Policoro (MT), a circa 35 Km di distanza. Si tratta di una piscina coperta, con due vasche, una dedicata alle attività natatorie, l’altra ad attività di recupero per disabili. La vasca del nuoto raggiunge, nella parte più profonda, 1,80 metri. La lunghezza è di 25 metri, ed è divisa in tre corsie. L’addestramento svolto ha teso a sviluppare la tecnica natatoria, l’acquaticità, la capacità d’intervento in situazioni d’emergenza, oltre a favorire l’acquisizione e il mantenimento della buona forma fisica. Nel totale gli allievi hanno svolto circa 100 ore di attività in piscina. Al termine dell’addestramento tutti gli allievi hanno superato la prova di acquaticità che consisteva 1200 metri di nuoto continuato (suddivisi in sequenza di 200 metri di nuoto a rana, 200 metri in stile libero, e 800 metri di nuoto pinnato) e un percorso subacqueo in apnea orizzontale di 50 metri. Le sessioni in piscina non potevano andare oltre le due ore perché la distanza tra la piscina e la scuola imponevano circa un’ora di tempo perso in spostamenti. Esercitazioni in Mare L’esercitazioni in mare si sono rivelate il tallone d’Achille del corso. Le condizioni meteorologiche sono state avverse per lunghi periodi. Stando alle opinioni della gente del posto, che vanno prese con debita cautela, si è trattato di una stagione particolarmente inclemente. Non abbiamo dati statistici per confermare tale tesi, avendo verificato, oltretutto, che le previsioni meteo fatte sulla zona di Crotone, dove esiste la stazione di rilevamento i cui dati sono disponibili sulle pagine web dell’Aeronautica Militare, erano spesso discordanti da quelle che osservavamo ad Amendolara. La prima immersioni è stata effettuate in Febbraio, partendo da terra, nei pressi del faro di Trionto, a circa 60 km da Amendolara. Un tale spostamento è stato necessario per trovare una zona ben riparata dallo scirocco, e che permettesse, perciò, di avere condizioni d’onda e di visibilità accettabili. Una seconda immersione sul litorale davanti alla scuola è abortita per il fondale troppo basso anche a notevole distanza dalla costa. Una seconda immersione sul litorale davanti alla scuola è abortita per il fondale troppo basso anche a notevole distanza dalla costa. Una terza immersione, con l’uso d’imbarcazione dell’ Ogigia D.C. è stata effettuata su una secca al largo di Montegiordano, ma anche in questo caso la pessima visibilità ci ha sfavorito. L’area prescelta, dunque, si è rivelata davvero poco idonea. Il vento predominante, lo scirocco, fa sentire la sua azione su un vasto litorale, e l’unica zona effettivamente riparata è quella tra Sibari e Capo Trionto, che però è ben esposta ai venti settentrionali, che cominciavano a soffiare appena s’attenuavano quelli meridionali. E’ stato perciò necessario ricercare un’area più idonea all’attività, che è stata identificata nella costa Salentina, tra Porto Cesareo e Gallipoli. Il lavoro per modificare i piani è cominciato a metà febbraio: per venirne a capo si doveva trovare una struttura a cui appoggiarsi, cercando di contenere l’inevitabile aggravio economico. La base delle immersioni è stata individuata a Santa Caterina di Nardò (LE), dove opera un centro d’immersione FIAS, il Costa del Sud D.C. diretto dall’istruttore Andrea Costantini. L’area è una zona ricca di baie e insenature, con fondali che rapidamente raggiungono e superano i 20 metri. Caratteristica del litorale frastagliato è di offrire innumerevoli punti da cui immergersi, così da permettere l’attività quasi a dispetto delle condizioni meteo. Unico vento che avrebbe reso impraticabile la zona è il libeccio. Con questa soluzione, che prevedeva trasferte giornaliere di 400 Km è stato possibile recuperare parzialmente i ritardi del corso. Durante questo periodo, tra marzo e aprile, sono state effettuate 11 giornate per 23 immersioni totali, di cui una notturna. Le esercitazioni sono state focalizzate alla corretta esecuzione delle manovre d’emergenza, come il recupero di sommozzatori infortunati, il lancio di pedagni, la navigazione subacquea e le tecniche d’accompagnamento e l’assistenza ad un corso subacqueo per principianti. Durante queste immersioni è stato svolto anche il programma di Biologia Marina, di cui si è occupato un istruttore FIAS laureando in biologia, che, oltre a curare l’esposizione teorica, ha guidato gli allievi in acqua per effettuare il riconoscimento “dal vero” delle varietà biologiche viste in teoria. Alla fine di aprile erano rimaste da effettuare solo le immersioni profonde previste dal 3° livello FIAS CMAS. Tali immersioni sono state effettuate tra maggio e giugno presso il centro di Marina di Camerota.

  6. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Tirocinio Il tirocinio degli allievi si è svolto presso il Centro Subacqueo FIAS Continente Blu di Marina di Camerota, dal 1° giugno al 30 Settembre. La presenza degli allievi non è stata costante: dopo il primo mese, grazie anche ai brevetti conseguiti durante il corso, un allievo si è aggiudicata la partecipazione al DIARSUB, un master di 2° livello sulla diagnostica, recupero e restauro dei beni culturali sommersi, organizzato dalla Regione Calebria e dalle Università di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza. La frequenza al master ha comunque implicato il ritiro dell’allievo dal tirocinio. Gli altri tre hanno continuato, seppur con assenze saltuarie dovute a inevitabili ragioni personali. Durante questo periodo gli allievi hanno maturato un completo dominio delle tecniche d’immersione e di gestione di un gruppo di sommozzatori in varie situazioni. La costa di Camerota offre possibilità d’immersioni di diversa tipologia, grotte, pareti e secche, regolarmente visitate durante l’attività estiva. Gli allievi più presenti hanno effettuato un centinaio d’immersioni a testa. Un importante fase del tirocinio è stata la gestione dell’imbarcazione, un gommone di 7,5 metri con motorizzazione di 180 cavalli, da manovrare in porto e in mare aperto, anche sotto condizioni meteomarine impegnative. La gestione dell’imbarcazione, oltre ad implicare la corretta esecuzione attracchi, ormeggi e ancoraggi, comportava anche il delicato compito dell’assistenza dalla superficie del gruppo in immersione. Naturalmente le diverse attitudini caratteriali sono emerse determinando quelle differenziazioni che, alla fine, caratterizzano il lavoro d’equipe. In sostanza la squadra che si è formata è stata all’altezza della situazione, amalgamando i diversi temperamenti e le differenti attitudini fino a presentarsi, verso l’esterno, come un equipe molto professionale, pur evidenziando, su aspetti senz’altro marginali, quei modesti dettagli derivanti dall’inesperienza dei singoli. Conclusioni Il nostro giudizio sulla qualità del lavoro svolto è senz’altro positivo. Durante la fase didattica siamo riusciti a portare gli allievi al livello minimo di capacità richieste per affrontare con sicurezza il periodo di tirocinio previsto. Le condizioni in cui gli allievi hanno operato durante il corso sono state sfavorevoli. Il mare ancora freddo, spesso a 10 gradi, la visibilità non eccessiva neanche nelle giornate migliori, il moto ondoso quasi sempre presente sono stati elementi di forte disturbo. A dispetto di queste condizioni gli allievi hanno superato tutte le difficoltà profondendo un grande impegno individuale e collettivo, e mostrando un incrollabile entusiasmo. Le difficoltà logistiche hanno imposto comunque un ridimensionamento del programma, e di cui non si poteva non risentirne. Molto più proficuo è stato il tirocinio in campo, che, seppur più impegnativo dal punto di vista fisico, per gli allievi è stato molto più entusiasmante. Per un eventuale seconda edizione del corso, crediamo che la sede più idonea dovrebbe essere la stessa Cosenza, che è la città che ha fornito gli allievi. La possibilità di risiedere in loco riduce i costi, non essendo più necessario fornire vitto e alloggio agli allievi, ed evita, inoltre, quei problemi spiccioli che la convivenza forzata di più persone inevitabilmente crea. Inoltre a Cosenza sarà senz’altro possibile trovare piscine più prossime e più profonde di quella di Policoro, con sensibile risparmio di costi di gestione e una migliore qualità dell’addestramento. Le esercitazioni in mare potrebbero effettuarsi presso i numerosi centri subacquei che operano sia sulla costa tirrenica che su quelle ionica. In tal modo, oltre ad avere più scelte in funzione delle condizioni meteo, c’è la possibilità di frequentare fondali differenti, con indubbi vantaggi didattici. Il corso terminato permette agli allievi di aspirare ad una formazione più specifica, quale quello di OTAS (Operatore Tecnico per l’Archeologia Subacquea), brevetto molto richiesto, seppure non indispensabile, dalle ditte che operano nel settore degli scavi archeologici. E’ evidente che, per dei giovani che vedano nell’archeologia la loro prospettiva di vita, acquisire una conoscenza anche pratica di lavoro nei cantieri subacquei può fornire una competenza professionale molto utile. Un eventuale raccordo tra una scuola di formazione che operi partendo dagli standard appena testati, l’Università e la Sovrintendenza può essere un fattore che dia impulso reciproco alle diverse attività. Operando in un contesto sociale più vasto, la formazione di figure professionali capaci d’inserirsi correttamente nel settore del turismo subacqueo fornisce una possibilità concreta di sfruttamento economico di una risorsa, il mare, di cui la Calabria è particolarmente ricca.

  7. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Allegati Piscina Le esercitazione in piscina sono d’importanza fondamentale. La piscina è disponibile anche a dispetto delle condizioni meteorologiche, e permette di operare in condizioni di assoluta tranquillità e sicurezza. La frequenza giornaliera ha permesso di lavorare su tre filoni: quello del nuoto, imprescindibile per l’acquaticità e la buona forma fisica, quello dall’apnea, che, pur senza spingerla oltre certi limiti, è comunque un passaggio indispensabile per acquisire la necessaria confidenza con l’ambiente acquatico, e quello della tecnica d’immersione, sviluppando esercizi individuali e collettivi facilmente controllabili. Nuoto: ci si è soffermati esclusivamente sullo stile libero, sulla rana, e sul nuoto pinnato. L’obiettivo da raggiungere, come prova finale, è stato un percorso continuato di 1200 metri, eseguendo i primi 200 metri a rana, subito seguiti da altri 200 in libero e poi, dopo la pausa strettamente indispensabile a calzare pinne e maschere, gli ultimi 800 metri in nuoto pinnato. Apnea: l’apnea è stata vista soprattutto come strumento per migliorare la propria confidenza con l’acqua e le proprie capacità di rilassamento e concentrazione, e non come elemento agonistico. Durante le esercitazioni si è lavorato per sviluppare le attitudini personali all’introspezione e al controllo della propria prestazione, anche se, inevitabilmente, dal confronto delle reciproche prestazioni nasce sempre uno stimolo di competitività. L’apnea, inoltre, è stata usata moltissimo per le simulazioni di salvataggio subacqueo, proprio perché, riducendo sensibilmente i tempi di permanenza sul fondo, riproduce bene quelle condizioni di tensione emotiva che si creano durante le emergenze. L’obiettivo della prova finale era un percorso subacqueo in apnea orizzontale di 50 metri. Foto1 Tecnichesubacquee: L’esigua profondità della piscina non ha permesso di sviluppare un programma troppo complesso d’esercitazioni. La piscina, comunque, è un buon posto per introdurre il concetto dell’assetto subacqueo e della comunicazione tra sub in immersione. Oltre agli esercizi canonici per l’apprendimento delle funzioni dei vari componenti dell’attrezzature e ai modi di porre rimedio ai piccoli inconvenienti che si possono manifestare in immersione, come l’allagamento della maschera o lo scambio di un erogatore, si è puntato su esercizi specifici per imparare a scegliere correttamente la pesata e all’uso della respirazione per regolare l’assetto. Le immersioni si facevano con solo schienalino e bombola da 10 litri, così che i sub dovevano regolare l’assetto con la respirazione (foto 1). I percorsi avvenivano mantenendo specifiche formazioni, con frequenti scambi di figure precedentemente concordati a secco. In tal modo, oltre al proprio assetto, era necessario controllare la propria posizione relativa ai compagni e lo scambio reciproco di segnali per il posizionamento delle diverse formazioni (Foto 2 e 3). Foto 2 Foto 3

  8. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Laboratorio Lo scopo del laboratorio non è quello di creare tecnici autorizzati alla manutenzione delle attrezzature subacquee, la cui formazione si sviluppa su canali già definiti dalle ditte produttrici, quanto quello di far acquisire una conoscenza pratica delle stesse. In questo caso gli allievi hanno operato su equipaggiamento Coltri, sotto la supervisione del direttore del corso che è stato, a sua volta, addestrato presso la Casa madre. Ogni allievo ha eseguito autonomamente la pulizia degli erogatori, la sostituzione delle parti consumate e la taratura. Assieme sono state aperte e controllate trenta bombole, ricorrendo, dove era il caso, ad una sommaria pulizia. Naturalmente la diversa attitudine alle attività manuali è stata determinante nello svolgimento delle esercitazioni, ma ha anche contribuito a creare il giusto spirito di gruppo (foto 4, 5, 6) attraverso il lavoro collettivo. Tra le attività del laboratorio s’include la ricarica delle bombole e la gestione del compressore Coltri, messo a disposizione dall’ Ogigia Diving Center. Il compressore è stato preparato alla messa in servizio con il cambio dell’olio, la sostituzione dei filtri e la loro successiva rigenerazione. La ricarica delle bombole è stata sempre fatta dagli allievi (foto 7) Foto 4 Foto 6 Foto 5 Foto 7

  9. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Esercitazioniin mare Le esercitazioni si sono svolte sotto varie condizioni meteorologiche. Durante il corso sono state effettuate sempre immersioni con partenza da terra, se si eccettua una sola immersione fatta sulla secca di Montegiordano. Il lavoro più importante è stato svolto a Santa Caterina di Nardò, sotto la direzione di Andrea Costantini. Le immersioni da terra devono essere programmate con una certa lungimiranza specie se effettuate da coste scoscese (foto 9; 10; 11). Le profondità operative non superavano i 20 metri, perché entro tale quota ci sono le migliori condizioni per svolgere, con il massimo livello di sicurezza, un intenso programma di esercitazioni. In ogni immersione, oltre al consueto giro esplorativo (foto 12), venivano svolte esercitazioni d’orientamento naturale e con bussola, simulazioni d’incidenti con recupero e trasporto dell’infortunato, risalite d’emergenza con lancio del pedagno di segnalazione sul quale effettuare le soste di sicurezza, e penetrazioni in (foto 13; 14) in modeste caverne a bassa profondità. Foto 8 - Esercitazione in mare a Santa Caterina di Nardò (LE) Da dx verso sn: Andrea Costantini, istruttore FIAS e direttore del Diving Center “Costa del Sud”, che si è occupato direttamente dell’addestramento in mare degli allievi; Marina Mittica, allieva; Vincenzo Lopresti, allievo; Giuseppe Silano, allievo; Emilio De Rose, allievo; Nino Capece, direttore del corso Foto 9 - partenza dalla riva Foto10 - entrata dagli scogli Foto11- uscita dall’acqua su coste rocciose

  10. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Le immersioni dalla costa devono essere ben programmate, scegliendo opportuna-mente i punti d’entrata e di uscita dall’acqua. Queste esercitazioni sono state svolte anche sotto condizioni meteo particolarmente impegnative. Penetrazione in ambienti ostruiti (foto 13 e 14): l’immersione nelle grotte e nei relitti sono particolari perché non permettono una risalita immediata. Richiedono un buon addestramento psicologico per mantenere il necessario controllo emotivo (foto 15). Foto14 Foto 12 Foto 13 Foto 15

  11. 1° Corso di Formazione per Guide Subacquee Professionale Tirocinio Lo scopo del tirocinio è stato quello di proiettare gli allievi in una realtà operativa. Il centro prescelto, Continente Blu di Marina di Camerota (SA), con base al Green Village, è medio piccolo, e perciò particolarmente idoneo per fornire i primi rudimenti del mestiere. Date le dimensioni, infatti, non è ipotizzabile alcun tipo di divisione del lavoro, e lo staff deve affrontare e risolvere tutti i problemi che si presentano, operando come guide in mare, cooperando alla gestione della clientela, curando le attrezzature, assistendo ai corsi (foto 18 e 19), e collaborando alla promozione dell’attività. Proprio durante il tirocinio si manifesta la differenza tra l’attività amatoriale, che vede solo l’aspetto ludico, e quella professionale, che rimarca la pratica commerciale. Dal punto di vista didattico, durante il tirocinio si sono sviluppate quelle tematiche marinaresche che non sono state affrontate nel corso. Sono state effettuate oltre un centinaio di manovre d’attracco o di ancoraggio (foto 17), e oltre 750 miglia di navigazione. Dal punto di vista subacqueo sono state effettuate più di 150 immersioni diurne e notturne, su secche, pareti e grotte (foto 15 pagina precedente) . Alla fine del tirocinio alcuni allievi avevano superato le 100 immersioni. Preme notare che l’addestramento, pur svolto con serietà e impegno, può essere considerato completo solo rispetto alle condizioni nel quale si è operato. E’ auspicabile che gli allievi seguano praticando l’attività subacquea venendo a contatto con altri operatori, si da poter constatare le differenze di metodo operativo legato ad altre situazioni o altri ambienti. Foto 16 - Tirocinio al centro Continente Blu di Marina di Camerota da dx a sn: Marina Mittica, Emilio de Rose, Giuseppe Silano, Vincenzo Lopresti, Nino Capece Foto18 e 19 Assistenza ai corsi Foto17 - Esercitazione di pilotaggio a turno gli allievi assumono la funzione di barcaiolo e assistente di superficie

  12. Banner sul sito “continenteblu.org” Annuncio stampa per quattro riviste di settore Pagina web pubblicata sul sito “continenteblu.org” Locandina col bando Cover per la copertina del consuntivo attività La comunicazione per il progetto “1° Corso di formazione Guide Subacquee Professionali” è opera di Nunzio Capece

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