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IL CIELO, IL GIORNO E LA NOTTE. Scuola dell’infanzia “Carbonieri” Sezione 5 anni Anno scolastico 2009/2010 Insegnanti: Bartoli Maria Chiara, Sicchio Anna, Cantalice Teresa. Idea attorno alla quale si è sviluppata l’esperienza.
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IL CIELO, IL GIORNO E LA NOTTE Scuola dell’infanzia “Carbonieri” Sezione 5 anni Anno scolastico 2009/2010 Insegnanti: Bartoli Maria Chiara, Sicchio Anna, Cantalice Teresa
Idea attorno alla quale si è sviluppata l’esperienza Il percorso cerca di rispondere alle tante domande che i bambini si pongono: perché ci sono il giorno e la notte? Perché la luna cambia aspetto? Le stelle: di che cosa sono fatte? E ancora: cos'è il sole? E la luce: da dove viene? Com'è la città di giorno? E di notte? Chi sta sveglio mentre tutti dormono? E ancora: un paesaggio in piena luce, un tramonto o la notte hanno colori, toni, sfumature diverse così come sono diverse le emozioni che suscitano. Possiamo approfondire queste conoscenze e indagare le emozioni attraverso la proposta di immagini d'arte che li possano rappresentare. Ancora. La notte suscita emozioni legate al mondo dei sogni e ,spesso, delle paure... Perché non leggere quindi un libro che ci porti a scoprire come la notte possa essere anche bella, gentile e, addirittura, fantastica? Abbiamo anche voluto assecondare il grande interesse per la mitologia scaturito quasi per caso e aumentato con la lettura dei viaggi di Ulisse. La visita al Planetario, infatti, ci porterà a scoprire costellazioni e miti e sarà l'occasione per continuare a raccontare di storie antichissime, ma ancora nuove.
GLI OBIETTIVI IN RELAZIONE AI CAMPI DI ESPERIENZA La conoscenza del mondo: tempo e natura (campo prevalente): • Pone domande e chiede risposte • Formula ipotesi, previsioni, anticipazioni • Osserva e classifica • Percepisce il ritmo ciclico del tempo • Rileva e interpreta i cambiamenti che il tempo opera nell’ambiente La conoscenza del mondo: ordine, misura, spazio • Ordina in sequenza • Utilizza strumenti di rappresentazione (iconica, simbolica) I discorsi e le parole • Descrive sentimenti, sensazioni, emozioni, esperienze • Esprime idee, formula ipotesi, descrive • Amplia il proprio patrimonio lessicale • Utilizza un lessico specifico Linguaggi, creatività, espressione: • Comprendere le possibilità d’uso del linguaggio visivo, descrivendo sensazioni, emozioni suscitate da figure, forme, colori di immagini • Comprende e descrive immagini, precisando la posizione di elementi, situazioni, azioni rappresentate • Rappresenta graficamente elementi ed esperienze • Conosce i vari colori e le relative sfumature • Conosce e utilizza diversi materiali e tecniche di elaborazione • Utilizza utensili e strumenti in maniera adeguati • Sa utilizzare colori corrispondenti alla realtà Il sé e l’altro : • Mette in relazione i colori con la propria emotività • Collabora per un lavoro comune
Il percorso operativo • Conversazioni: com’è il cielo, dov’è, di che colori è, ecc. • Proposta di immagini fotografiche e d’arte • Esperienza diretta di situazioni di buio e di luce: quali differenze nella visione di forme e colori? • Gli elementi naturali del cielo: sole, luna, stelle, comete, pianeti • Il cielo di notte: la luna e le stelle • Le stelle: costellazioni e miti (visita al Planetario) • Conversazioni: la città di giorno e di notte, chi sta sveglio di notte • La città di giorno e di notte: lettura di immagini • Rappresentazioni grafico-pittoriche della città vista di giorno e di notte con uso di varie tecniche • Il giorno e la notte visti da grandi pittori: proposta di immagini d’arte (es. Pellizza da Volpedo, Van Gogh, ecc.) • Lettura di un libro: “Il gufo che aveva paura della notte di J. Tomlinson
Le esperienze dei bambini:Rappresentazione della città di giorno e di notte
CONVERSAZIONE COLLETTIVA: IL CIELO, IL GIORNO, LA NOTTE Dov'è il cielo? Sofia: in alto Hugo: nello spazio. Giovanni: no, lo spazio non è il cielo perché lo spazio è nero e il cielo azzurro, delle volte anche grigio... Valerio: il cielo è attaccato allo spazio, e è anche fuori dalla terra. Giovanni: il cielo è in aria! Cosa c'è tra la terra e il cielo? Valerio: le nuvole. Giovanni: l'aria. Giulia F.: il sole. Tommaso: lo spazio perché la terra è nello spazio. Valerio: nello spazio è sempre notte. Giovanni: lo sai che se uno lancia qualcosa nel sole si scioglie? Perché il sole è di fuoco. Tommaso: è tipo una palla di fuoco. Valerio: però nessuno può tirare un sasso fino al sole. Non ci riesci. È in cielo. È troppo lontano! Hugo: il sole non è in cielo, è nello spazio! Valerio: però il sole sta attaccato al cielo e allora sta anche il sole nello spazio. E anche la terra sta nello spazio perché è un pianeta. Naomi: perché e il pianeta e dopo c'è sempre notte e arrivano sempre le stelle. Marcello: sì, però il sole è vicino alla terra e non è attaccato allo spazio perché non sta attaccato con un raggio. Non ha la colla! Valerio: però il sole è nello spazio e il cielo è attaccato allo spazio. Giovanni: sai che il sole è più grande della luna e anche della terra? Giulia F.: il sole può girarsi perché quando si gira viene notte con le stelle. Hugo: io so che la luna è illuminata dal sole. Lo so perché, quando sono andato in Francia, al Palais de la découverte, alla tivù dicevano che la luna è Illuminata dal sole. Com'è il cielo di giorno? Marcello: azzurro! Naomi: con le nuvole bianche. Francesca M.: delle volte sono grigie. Giulia F.: e delle volte sono nere, quando c'è il temporale. Marcello: e quando piove forte. Tommaso: e si vedono i fulmini e le saette. Valerio: e i lampi e i tuoni! Da dove vengono fulmini e saette e lampi e tuoni? Francesca F.: dalle nuvole. Valerio: il sole spinge i raggi nelle nuvole nere e le nuvole lanciano i fulmini. Com'è il giorno? Giacomo: di giorno c'è il sole. Giovanni: invece, quando è notte, il sole è girato e si vede da un'altra parte. C'è un altro continente della terra dove, se lui è girato, lì è notte. E, se lì è notte, qui è giorno. Noemi: se qui è giorno, in America è notte. Francesca F.: arriva la notte quando il sole va giù. Francesca M.: va giù dove non si vede, dove non sappiamo cos'è. Marcello: quando va giù, vuol dire che c'è il tramonto. Giulia F: va sotto terra. Marcello: va dove è finita la terra. Giovanni: non va da nessuna parte. Quando il sole ruota, si gira dall'altra parte, diventa notte, scuro. Hugo: va sotto il mondo dove noi non lo vediamo. Da una parte è scuro, dall'altra parte è giallo e, quando è notte, il cielo diventa blu. Di notte cosa vediamo nel cielo? Marcello: la luna e le stelle. Francesca M.: la luna è a forma rotonda quando è piena. Invece è a forma di banana quando non è piena. Tommaso: l una è fatta di sabbia e di buchi. Giovanni: è una palla di sabbia. Hugo: degli astronauti raccolgono pezzi di pietre della luna per studiarle. Lorenzo: le stelle ci hanno la punta. Laura: di sabbia. Francesca F.: le stelle sono gialle. Giovanni: brillano. Francesca M.: brillano perché ci hanno la punta. Giovanni: ma non, non è quello che le fa brillare! Hugo: brillano perché sono infuocate. Giovanni: credo che... il sole è di luce come le stelle. Come le stelle che ho io in camera che loro prendono la luce e poi brillano.
Momenti del giorno: ispirandoci ai grandi pittori…Schinkel: La regina della notte (Berlino, 1825) Pellizza da Volpedo: Sole nascente (1904)
Lettura di un libro: “Il gufo che aveva paura della notte” di J. TomlinsonSi è proposta la lettura a capitoli della storia. Dopo ogni capitolo: la rappresentazione grafica e il ricordo del capitolo precedente.Alla fine i disegni e il racconto sono stati utilizzati per la costruzione di un libro individuale. IL BUIO È NECESSARIO (cap. 4) Camilla: c'era una bambina con la coda di cavallo... Giulia R.: la mamma gli aveva detto: “vai da quella bambina”. Marta: e la bambina gli ha detto: “La notte è necessaria perché senza notte, non arriva Babbo Natale.” Giulia F.: il gufo dice: “Chi è Babbo Natale?”. Laura: e la bambina glielo dice. Matteo: “Ha gli stivali rossi, il cappello rosso, il vestito tutto rosso, la barba lunga.” Lorenzo: e porta i regali. Marta: e poi dice che se non ci fossero le calze, Babbo Natale non potrebbe venire. Solo che i gufi non hanno la calza. E il gufo dice: “Se avessi una calza!”. Allora la bambina si toglie uno stivale, si toglie una calza e si toglie un'altra calza e la dà al gufo. Alice: il gufo prende la calza e la appende sul camino. Giovanni: no, sul letto. Giulia B.: e poi dorme. L BUIO È BELLISSIMO (cap. 7) Tombolo si sveglia quando è buio. Fa un voletto e cade dal suo ramo. Incontra un gatto che dice: “Sembri un pupazzo di neve piccolo e grasso. Ma, invece, sei solo un gufo!”. “Ma sai che gufo sono? Sono un Barbagianni!”. “E io sono un Baffogatto. Mi chiamo Orione!” “Ma sei il grande cacciatore!”, dice Tombolo. “Grazie! Però tutti mi chiamano Micio... Vuoi venire a caccia con me?” Tombolo dice: “Veramente, io ho paura del buio...”. E il gatto dice: “Ma come! Il buio è bellissimo! Guarda com'è bella la luna! Vieni con me ti farò vedere il mondo dei gatti!”. E dopo lo porta sui tetti e gli fa vedere la città di notte. Tombolo dice : “Che bello! Mi piace. Grazie. Adesso vado! Vado a fare una sorpresa ai miei genitori!”. Tombolo vola a casa e dice: “Il buio è super!”. “Ma no hai più paura del buio?”. “No, avevo paura tanto tempo fa!” E così il signor Barbagianni, la mamma e Tombolo vanno insieme a volare di notte.
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE La valutazione del percorso è molto positiva. I bambini hanno partecipato con interesse e motivazione a tutte le proposte. In particolare, molto successo ha avuto la vista al Planetario dove, attraverso l’osservazione delle stelle e dei disegni che formano nella volta celeste, i bambini hanno potuto ritrovare personaggi e narrazioni, già noti, dei miti greci. Anche la lettura del libro “Il gufo che aveva paura della notte” di J. Tomlinson è stata molto gradita, così come il prodotto finale (la costruzione di un libro individuale). La scoperta di artisti e l’osservazione di forme, tecniche, colori in opere che esprimono emozioni ha molto incuriosito i bambini. Così come ha interessato la riproduzione di un’opera scelta in base alle preferenze individuali. Molte attività sono state effettuate in maniera collettiva. Il fare insieme , infatti, è stato privilegiato nelle forme del prevedere, dell’operare, del rappresentare, del discutere in gruppo, nel confrontare le previsioni attese con i risultati.