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Lo spirito dell idealismo

La filosofia moderna e il problema gnoseologico. Il problema fondamentale della filosofia moderna

ladonna
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Lo spirito dell idealismo

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Presentation Transcript


    1. Lo spirito dellidealismo Cfr. J. Evola, Saggi sullidealismo magico, Mediterranee, Roma, 2006 (Atanor, 1925)

    2. La filosofia moderna e il problema gnoseologico Il problema fondamentale della filosofia moderna quello gnoseologico, cio il problema della conoscenza. Infatti ogni esperienza costituita dalla congiunzione di un soggetto e di un oggetto, di un conoscente e di un conosciuto. Scopo di gran parte della riflessione moderna stabilire come sia possibile la relazione fra questi due elementi.

    3. Riformulazione del problema gnoseologico Come possibile la relazione soggetto-oggetto? Questa domanda pu essere riformulata in altri termini. Che cosa mi garantisce lautenticit, laffidabilit, la verit di tale relazione? Perch quando entro in relazione con un oggetto qualsiasi (una cosa, un essere vivente, unaltra persona, me stesso i miei pensieri e le mie emozioni) posso affermare qualcosa di vero circa questoggetto?

    4. Importanza del problema gnoseologico E assolutamente primario giustificare la nostra conoscenza, perch significa giustificare la possibile verit delle nostre affermazioni su qualsiasi argomento. Infatti attraverso la conoscenza si stabilisce che esistono e sono reali la natura, gli altri uomini, il mondo materiale e anche quello spirituale. Se non siamo in grado di farlo tutto questo sprofonda nellincertezza e alla fine nel nulla.

    5. La posizione scettica non sfugge alla necessit di giustificare la propria conoscenza Anche qualora volessimo affermare che non esiste alcuna certezza, dovremmo pur sempre dare ragione di una tale affermazione. Infatti anche lo scettico, cio colui che dice che non esistono certezze, almeno di questultima opinione deve essere certo. Ma per esserne certo deve giustificarla gnoseologicamente.

    6. La soluzione idealistica Lidealismo il punto di sviluppo ultimo e pi radicale della riflessione moderna e sostiene che un mondo esterno esistente in se stesso indipendentemente dal conoscere e perci dallIo, non in alcun modo coerentemente affermabile: che quindi lintero universo non che il sistema del nostro conoscere, cio non che in virt dellIo e per lIo.

    7. LIo al centro Ci significa che lidealismo radicalizza la rivoluzione copernicana di Kant, che implicava la messa al centro del soggetto nel processo conoscitivo (Kant diceva che nella conoscenza, in tutti i fenomeni che noi andiamo ad analizzare, non traiamo dalloggetto le notizie scientifiche su di esso, bens, utilizzando il materiale bruto delle sensazioni fenomeniche, siamo noi a dar loro una forma, siamo noi dunque a COSTRUIRE la conoscenza, e non loggetto che ci sta di fronte). Gli idealisti evidenziano particolarmente questultima notazione.

    8. Dimostrazione Largomento fondamentale per dimostrare che tutta la realt dipende dal soggetto che la conosce insiste sulla seguente constatazione: Di qualcosa di cui lIo, cio un qualsiasi soggetto conoscente, non ha nessuna notizia, nemmeno alla lontana, nemmeno per sentito dire; di cui pertanto lIo non possa sapere assolutamente niente, non si pu affermare niente, nemmeno che e nemmeno che esista

    9. Dunque: Di conseguenza tutto ci che abbia una minima realt, anche solo spirituale, anche solo immaginata, tutto ci che nel senso pi ampio del termine abbia un minimo essere DIPENDE DALLATTO CONOSCITIVO DELLIO

    10. Obiezione 1 (le cose esistono per s) A tale posizione possono essere mosse tre obiezioni: Il fatto che non esista qualcosa per me (per lIO), non implica che essa non possa esistere per se stessa, cio indipendentemente dalla mia attivit conoscitiva. Tant vero che la nostra vita conoscitiva la scoperta di cose di cui prima non sospettavamo lesistenza. Infatti, dopo che le abbiamo conosciute, sappiamo anche che sono esistite prima di conoscerle.

    11. Risposta 1 Se per queste cose che esistono lo stesso non sono conosciute dallIo, nemmeno alla lontana e per sentito dire, nemmeno con il pi lieve dei sospetti, la loro esistenza unipotesi assolutamente gratuita. Un volta che noi le abbiamo conosciute, anche il loro essere-sempre-state, in realt, dipende dalle modalit con cui lIo le ha conosciute e ha dato loro realt effettiva (lo spazio e il tempo sono anchessi forme a priori, cio strutture proprie del soggetto conoscente, dunque anche il passato di un oggetto che ho conosciuto il suo apparire come gi esistito prima di me - non una propriet delloggetto, ma qualcosa che il soggetto pone, mette in atto, determina).

    12. Obiezione 2 (gli altri e le cose percepite da loro sono sicuramente esterne) Per me non esistono solo le cose percepite da me, ma anche quelle percepite da altri. E gli altri hanno la funzione di confermare o smentire le mie percezioni. Gli altri sono indubbiamente esterni alla mia coscienza, e lo sono a maggior ragione le cose percepite da loro.

    13. Risposta 2 Qui la risposta evoliana coglie solo un aspetto dellidealismo. Infatti Evola dice io nulla so degli altri fuor di quello che o per percezione o per discorso, o per intuizione, o per qualunque altro modo del mio conoscere vengo a coscienza e perci riconduco allinterno della sfera della mia soggettivit. Quindi anche per le notizie che mi provengono dagli altri, tutto dipende dalla mia soggettivit.

    14. Soggetto empirico e trascendentale La risposta evoliana interessata perch Evola intende apportare una modifica allidealismo classico, eliminando la distinzione tra trascendentale ed empirico:per lui il soggetto il soggetto in carne ed ossa che noi siamo (il soggetto che gli idealisti classici chiamano empirico). Gli idealisti classici parlano invece di un soggetto trascendentale, che non si sovrappone completamente al soggetto empirico e che ci che rende il soggetto empirico veramente soggetto.

    15. Esempio ad usum delphini Per fare un esempio (da prendere con le molle e solo quale orientamento in una questione assai pi complessa): come se si parlasse dei motori delle singole automobili (empiriche), e si facesse invece un discorso generale sul Motore (a priori, la forma, la struttura di cui ogni motore empirico dotato proprio in quanto motore). I motori empirici, delle singole automobili, sono tali perch ciascun motore a sua volta un Motore, questo Motore non coincide con i singoli motori, ma ci in virt del quale tutti i singoli motori sono motori

    16. Continua Ma non bisogna fraintendere tale affermazione in senso platonico, poich tale Motore non una realt sussistente di per s, fuori e a parte dei singoli motori (non unidea platonica trascendente), ma la struttura universale che appartiene ai tutti i singoli motori, il Motore inteso in senso trascendentale, cio la-priori in quanto condizione di possibilit del funzionamento di ogni motore, lo stesso modo di funzionare di tutti i singoli motori e vive in tutti i singoli motori. In maniera analoga il Soggetto trascendentale il modo di funzionare di tutti i singoli soggetti conoscenti e vive in tutti in singoli soggetti.

    17. Risposta idealistica allobiezione 2 Dunque non necessario che il mio proprio io empirico conosca una cosa per renderla effettiva, ma che questa cosa sia investita, sia stata formata e resa reale da quella struttura universale che il Soggetto trascendentale, la Soggettivit conoscente che fonte di ogni realt. Il discorso idealistico dice che nulla se non stato in generale formato, istituito, reso effettivo da una struttura conoscitiva che ha agito su di lui, chiamandolo allessere.

    18. Obiezione 3 (le cose vengono conosciute come esterne) Le cose quando vengono conosciute da un soggetto vengono conosciute come ESTERNE al soggetto, cio come indipendenti dal lui. Ogni volta che noi conosciamo qualcosa, abbiamo la netta impressione che quella cosa sia esterna al nostro soggetto e non sia stata posta dal soggetto stesso.

    19. Risposta 3 La risposta a questa obiezione sottolinea il fatto che, se qualcosa conosciuto da noi come esterno, sempre la nostra coscienza soggettiva ad attribuire il carattere di esteriorit alla cosa. Cio la nostra coscienza conosce qualcosa; questo dunque interno alla coscienza; ma, dentro alla coscienza, tale oggetto dalla coscienza considerato come un oggetto esterno. Dunque lesteriorit di un oggetto conosciuto sempre relativa, relativa alla coscienza che lo individua e lo pone come tale, cio come esterno. Senza la coscienza, nessun oggetto, esterno o interno, sarebbe conoscibile.

    20. Conclusione Dalle risposte alle obiezioni si evince la seguente conclusione: Ogni realt non che determinazione della mia coscienza o Io o Soggetto trascendentale.

    21. Kant Kant il filosofo al quale si deve linizio dellidealismo. Infatti, come gi detto la rivoluzione copernicana di Kant quellevento filosofico che ha ispirato i successivi sviluppi idealistici. Kant ha sottolineato infatti la dimensione ATTIVA della coscienza nellatto conoscitivo. Essa non si limita a registrare ci che comunica loggetto, ma mette ordine in modo attivo alla massa disordinata delle sensazioni attraverso le sue forme a priori, determinando i risultati conoscitivi dellindagine delloggetto e rendendo possibile la sua qualificazione da un punto di vista rigoroso, universale e scientifico.

    22. Fichte Il migliore seguace di Kant, J.G.Fichte anche liniziatore dellidealismo, poich radicalizza limpostazione kantiana affermando che il soggetto non si limita a mettere ordine nei dati che la sensazione ci fornisce circa un oggetto esterno, IN S inconoscibile. INFATTI tale cosa in s non esiste. Il soggetto (lIo) conoscente al contrario colui che crea e pone completamente loggetto (da Fichte chiamato non-Io).

    23. Critica idealistica allidea di noumeno Infatti se la conoscenza dovesse lasciar fuori il noumeno o cosa in s dalla propria sfera di azione, di tale noumeno non potremmo avere nessuna notizia, ma ci di cui non si ha notizia non assolutamente nulla. Al contrario il fatto stesso che possiamo chiamare il noumeno o cosa in s noumeno o cosa in s dimostra che ne abbiamo notizia. Ma se ne abbiamo notizia, essa non pi indipendente dal nostro conoscere, ma dentro un soggetto che la conosce, dunque non pi in s, ma per me ed, essendo per me, sono Io che lho generata.

    24. LIo-soggetto LIo soggetto creativo ed posto allinizio di ogni ulteriore realt. Come tale per esso non coincide con un cosa. LIo non un ente originario, o divino. Non qualcosa che , bens un azione, lIo un atto (Im Anfang war die Tat = Allinizio era lazione, cos Goethe traduce il primo versetto del vangelo di Giovanni: In principio era il Verbo). Precisamente latto di un Conoscere universale che pone, crea, chiama allessere ogni altra cosa, ogni altro oggetto.

    25. Ogni conoscere un riconoscere Dopo che il Soggetto-Io ha posto loggetto (non-Io), egli lo RI-CONOSCE, se ne riappropria con gli atti conoscitivi dei singoli io empirici. Come mai questi ultimi avvertono la novit della conoscenza? Come mai io non posso creare qualcosa a mio piacimento (cio far comparire Naomi Campbell qui adesso davanti a me, per poi ovviamente ri-conoscerla)? Tale aporia, che Evola risolve attribuendo effettivamente allIo capacit magiche, viene pi realisticamente risolta da Fichte indicando lattivit creatrice originaria dellIo come attivit inconscia, cui segue il vero e proprio processo conoscitivo cosciente. Dunque ci che lIo ha prodotto inconsciamente, viene dallIo stesso riconosciuto e colto nella sua realt, sin da sempre interna alla coscienza soggettiva, alla fine del processo.

    26. Lio chiama allessere se stesso e tutto il resto La dimensione originaria dellattivit dellIo il fatto che essa si pone prima di tutte le cose implica che la realt stessa dellIo in quanto essere posta dallIo stesso (Fichte: lIo pone se stesso). Alla posizione di s, segue per lIo la posizione dellOGGETTO (lIo chiama allessere tutta la realt; Fichte: lIo pone il non-Io).

    27. Io e non-Io Lattivit dellIo, essendo pura azione senza limiti n confini (che cosa potrebbe limitarla se nulla prima di lei?), atto infinito. Il prodotto di un atto infinito (la realt opposta allIo, il non-Io o oggetto) infinito come latto da cui dipende. Ma, una volta prodotto il non-Io, abbiamo un Io e un non-Io (un soggetto e un oggetto che si stanno di fronte) Di qui sorge la reciproca limitazione cui soggiaciono i vari Io empirici che risultano distinti dagli oggetti. Cio dal momento in cui un Io opposto ad un non-Io in modo tale che l Io un Io limitato da un non-Io, viene alla luce appunto lIo empirico, finito, una mente umana concreta che ha a che fare con un mondo concreto: io sono distinto, diverso, colgo la realt esterna, del computer che ho di fronte a me, perch con la mia attivit inconscia lo ho creato come esterno, sebbene in realt tale oggetto non dipenda che da mio atto creativo.

    28. La prigione che non ha muri In conclusione ogni realt dipende dallIo che la ha posta. Dunque la coscienza tutto (almeno virtualmente) ed al tempo stesso in cammino, un cammino infinito, verso la riappropriazione di tutto luniverso: tutto ci che dobbiamo rifarlo nostro, perch fin dallinizio era nostro. Questo il compito che lidealismo affida alluomo, diventare ci che si , cio riavvicinarsi sempre pi a quellinfinito che la coscienza. Ci possibile senza mai uscire dalla coscienza perch la coscienza-soggetto gi tutto. Certo se non si esce dalla coscienza, la coscienza la nostra prigione, ma poich atto creativo infinito, essa una prigione che non ha muri.

    29. Perch nellidealismo risolto il problema gnoseologico Tutto quanto qui detto elimina alla base la maggiore difficolt che incontra ogni riflessione gnoseologica: come possibile il rapporto tra due elementi, il soggetto e loggetto che sono realt estranei fra loro? Questa estraneit, come aveva dimostrato Hume risulta essere insormontabile, e conduce dritto dritto allo scetticismo. Con Kant e la sua rivoluzione copernicana essa comincia ad essere superata. Con gli idealisti essa definitivamente cancellata, poich stabilito che loggetto nel soggetto che lo conosce. Tale situazione la condizione di possibilit di ogni certezza conoscitiva e rende la scienza umana qualcosa che, in linea di principio, pu essere affidabile.

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