1 / 33

Il Sé e l’emozione nell’ottica socio-cognitiva

Il Sé e l’emozione nell’ottica socio-cognitiva. L’apertura verso gli “stati interni” promossa dalla social cognition fa si che vengano ripresi gli studi sul self , rimasti confinati alla psicologia di derivazione personalistica e psicoanalitica. .

lotus
Télécharger la présentation

Il Sé e l’emozione nell’ottica socio-cognitiva

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Il Sé e l’emozione nell’ottica socio-cognitiva

  2. L’apertura verso gli “stati interni” promossa dalla socialcognition fa si che vengano ripresi gli studi sul self, rimasti confinati alla psicologia di derivazione personalistica e psicoanalitica.

  3. SELF CONCEPT: l’insieme dei pensieri e dei sentimenti che definiscono ciò che ciascuno di noi ritiene di essere (Arcuri, 1995)

  4. Tale definizione di sé non è neutra, ma è associata ad un giudizio di valore. Il valore, positivo o negativo, che la persona attribuisce in generale a se stessa è definito come autostima.

  5. La ricerca contemporanea sul sé trae le sue origini dal pensiero di William James (1890) Duplicità del sé: - sé come soggetto, come conoscitore (Io) - sé come oggetto di conoscenza (Me)

  6. Secondo James fanno parte del Me tutti gli elementi con i quali la persona sviluppa un’identificazione emotiva: - Me materiale; - Me sociale; - Me spirituale.

  7. Nell’ottica cognitiva il sé diventa il nocciolo attivo della persona, elemento di coordinazione dei processi psicologici e di controllo dell’azione.

  8. Le linee di ricerca contemporanea sul sé riguardano sostanzialmente due aspetti: - il sé come struttura di conoscenza; - il sé come regolazione e motivazione;

  9. 1) Il Sé come struttura di conoscenza Il sé è concepito come una struttura cognitiva che organizza in memoria l’insieme delle credenze su noi stessi (informazioni circa i propri attributi, ruoli, esperienze passate e prospettive future)

  10. Nella rappresentazione di sé entrano diverse componenti: “una gerarchia di concetti contesto-specifici, ognuno relativo alle diverse impressioni di sé in differenti tipi di situazioni” (Kihlstrom, 1988)

  11. Il sé può essere concepito come un sistema di conoscenze, una rete costituita da nodi (vari concetti di sé) collegati tra loro e collegati a un nodo centrale che costituisce l’identità individuale

  12. Vive a Ypsilanti Aiutato un anziano ad attraversare la strada Atletico SELF Gentile Corre ogni giorno Ama Mozart Dato a un derelitto opportunità di cambiare Buono Colto Onesto Restituito un portafogli al proprietario

  13. Secondo Markus (1977), il self è un sistema di schemi di sé; uno schema integra tutte le informazioni note sul sé in un settore particolare della condotta. Ciascuno di noi considera alcune caratteristiche più importanti di altre per definire se stessi.

  14. Gli schemi di sé: - si dimostrano più forti e più complessi di quelli che ci costruiamo sulle altre persone - influenzano l’elaborazione delle informazioni relative a se stessi e agli altri - non sono sempre tutti contemporaneamente attivi

  15. Markus (1986), definisce i sé possibili le componenti del sistema di sé orientate al futuro: • ciò che vorremmo diventare; • ciò che si teme di diventare; • ciò che gli altri si aspettano da noi.

  16. 2) Il Sé come regolazione e motivazione Il processo di autoregolazione è relativo ai modi in cui le persone controllano e direzionano le proprie azioni. Quando l’attenzione è focalizzata sul sé, questa istanza diventa un “me”, il fuoco dell’attenzione.

  17. Spesso si ha una stabile rappresentazione di sé che non sempre viene confrontata con i dati della realtà (sé imperativo) Quando l’attenzione è focalizzata sul sé si possono cogliere le discrepanze tra i propri standard personali e i comportamenti in atto.

  18. Carver e Scheier (1981) modelli a retroazione: • si effettua una prestazione; • si confronta con uno standard di riferimento; • se si verifica una discrepanza si modifica il comportamento • si effettua un secondo confronto • si torna indietro o si esce dal circuito

  19. Emozione e cognizione

  20. Molti autori definiscono l’emozione come un’esperienza multicomponenziale: • -antecedenti • valutazioni cognitive • reazioni fisiologiche/espressive • tendenza all’azione • comportamenti • regolazione

  21. Il termine emozione indica un processo che comporta dei cambiamenti piuttosto ampi ed interrelati nell’organismo e che si verifica in risposta a un evento scatenante, che ha un significato fondamentale per l’individuo

  22. L’emozione è un processodinamico con un inizio ed una fine e di durata relativamente breve L’umore è uno stato generalmente più diffuso, di durata assai maggiore e non necessariamente scatenato da un evento concreto.

  23. A livello teorico, gli studi sulle emozioni hanno affrontato in maniera differente il problema della relazione tra i dati di ordine fisiologico e le operazioni mentali di valutazione e di giudizio: • Le teorie somatiche • Le teorie cognitive

  24. 1) Le teorie somatiche Presuppongono dei centri nervosi specifici (centrali o periferici), deputati alla produzione di specifiche emozioni La teoria alla base dei modelli somatici è quella di James-Lange (1885), detta anche “posizioneperiferica”, poiché si concentra sul sistema nervoso periferico, autonomo e somatico, piuttosto che su quello centrale.

  25. Secondo questa concezione, un’emozione è provocata dalla consapevolezza, da parte della persona, di uno specifico modello di cambiamenti a livello corporeo. Ogni tipo di emozione avrebbe una specifica configurazione somatico-viscerale

  26. La teoria periferica di James-Lange è stata criticata da Cannon (1927), che mostrò come le reazioni automatico-viscerali sono poco specifiche. Egli assunse che per ciascuna delle principali emozioni esistano dei meccanismi all’interno del sistema nervoso centrale che producono cambiamenti fisiologici appropriati

  27. Teoria del feedback facciale (Izard, 1977): Per questi autori esiste un piccolo numero di emozioni universali con specifici modelli di risposte espressive e fisiologiche.

  28. Esistono dieci pattern di base (attività elettrochimica del sistema nervoso) che danno vita alle dieci emozioni fondamentali (paura, dolore, gioia, disgusto, interesse, sorpresa, disprezzo, vergogna, tristezza, colpa)

  29. L’emozione è attivata da un evento che modifica il livello di attività elettrochimica del sistema nervoso; tale modificazione si dirige al sistema espressivo facciale e il feedback sensoriale ne deriva genera l’esperienza soggettiva dell’emozione.

  30. 2) Le teorie cognitive All’inizio degli anni ’60 lo psicologo sociale sperimentale Schachter fu uno dei primi a proporre una teoria cognitiva delle emozioni.

  31. Per Schachter sono necessari due fattori per suscitare e differenziare le emozioni: -la percezione di un aumento di attivazione somatica (arousal) -cognizioni riguardanti l’interpretazione della situazione.

  32. Ancora negli anni ’60M.Arnold fa un discorso prettamente psicologico sulle emozioni, sostenendo che è il significato attribuito a un evento a provocare un’emozione. Appraisal:valutazione immediata tra buono e cattivo, che consente di generare un impulso di avvicinamento/allontanamento.

  33. Alcuni anni dopo, Lazarus (1966) introdusse i concetti di appraisal primario e appraisal secondario. È un modello transazionale perché viene valutata la relazione persona-ambiente.

More Related