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LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA. INDICE. Thomas Khun (Matteo Gardella, Alice Merenda Somma) Il Sistema Tolemaico (Marco Mazzavillani, Michele Mondelli) Francis Bacon (Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi) Scienza e Religione (Francesca Danesi, Ilaria Marinelli)

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LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA

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  1. LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Classe 4°B a.s. 2008/2009

  2. INDICE • Thomas Khun (Matteo Gardella, Alice Merenda Somma) • Il Sistema Tolemaico (Marco Mazzavillani, Michele Mondelli) • Francis Bacon (Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi) • Scienza e Religione (Francesca Danesi, Ilaria Marinelli) • Alexandre Koyré (Laura Capponi, Beatrice Moncada) Classe 4°B a.s. 2008/2009

  3. LE RIVOLUZIONI SCIENTIFICHE Thomas Kuhn (1922 Cincinnati-1996 Cambridge) Epistemologo “Se non sbaglio, la caratteristica principale delle rivoluzioni scientifiche è che modificano la conoscenza della natura che è intrinseca al linguaggio stesso, e che perciò è preliminare a qualunque cosa si voglia definire come descrizione o generalizzazione, di tipo scientifico o comune.” Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  4. Introduzione Sviluppo normale: Sviluppo rivoluzionario Processo cumulativo nel quale la ricerca scientifica Implica scoperte incompatibili con i concetti produce piccole scoperte che si vanno ad aggiungere preesistenti, appartenenti alla precedente alla riserva della conoscenza scientifica. tradizione scientifica. Vi è una continuità di metodi scientifici e si parte da Necessita di un modo completamente nuovo preconcetti o basi note e date per certe. di pensare e di analizzare i fenomeni e di superare i preconcetti e le teorie già esistenti. - Il concetto di moto Aristotelico e Newtoniano sono un valido esempio: secondo Aristotele il moto coincide con il mutamento (di colore, di forma, di luogo o di stato), mentre per Newton il movimento è lo stato per il quale un corpo si sposta da una posizione A ad una posizione B, con una velocità determinata da una accelerazione, pari al rapporto fra la forza applicata al corpo stesso e la sua massa. - Un altro valido esempio è rappresentato dalla rivoluzione Copernicana, che permise di modificare non solo la concezione del movimento dei corpi celesti, ma la stessa definizione dei corpi celesti. I mutamenti rivoluzionari non correggono dei singoli errori di un sistema scientifico preesistente corretto, ma stravolgono l’intero modo di interpretare la scienza e l suo rapporto con la natura. Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  5. La fisica aristotelica e quella Newtonaiana Aristotele aveva fondato le importanti basi della differiscono completamente sotto ogni punto logica e i suoi trattati di biologia erano stati punto di vista. di riferimento per i biologi del ‘500 e ‘600. È possibile che Aristotele abbia fallito completamente in fisica, essendogli venute a mancare le sue capacità? Non è così, per Aristotele certe parole Il movimento per Aristotele non è solo il passaggio da una avevano un significato completamente posizione ad un’altra, ma ogni mutamento (la crescita, diverso da quello che hanno per noi oggi. l’alterazione di intensità e cambiamenti qualitativi). Vi è una diversa concezione del concetto di La fisica Aristotelica sta in piedi, ma si basa su un materia e di qualità: per la fisica Newtoniana modo completamente diverso di intendere la la materia è un insieme di atomi e le sue scienza (analisi qualitativa non quantitativa). caratteristiche sono date dai legami atomici; per Aristotele, la materia è trascurabile mentre la sostanza è determinata da precise qualità. Cambiamento paradigma. Il movimento deve avere la stessa caratteristica Il vuoto non esiste perché essendo una qualità, asimmetrica di ogni mutamento: quindi anche il esiste dove c’è materia, ma se non c’è materia, moto deve avere una direzione preferenziale. non può esserci una qualità. L’universo sarebbe infinito, poiché se nell’universo vi fosse vuoto non si potrebbe determinarne una fine; ma in un universo infinito non si potrebbe determinare un centro o una posizione esatta. Newton rivoluzione questa analisi qualitativa, per dar vita alla scienza moderna. Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  6. Nel 1800 Volta crea la prima pila elettrica; Riteneva che la fonte di energia fosse l’interfaccia essa si componeva di uno strato di zinco, metallica, che generava una tensione elettrica, uno di argento e uno di carta bagnata. mentre la carta bagnata faceva solo da tramite. Considerando le tazze come dei mezzi di contatto, Applica lo stesso ragionamento anche e non come una parte integrante della cella, Volta al sistema detto “bottiglia di Leida”, il inverte la direzione del flusso di corrente e le cariche quale è costituito da una serie di tazze dei metalli. d’acqua, collegate tra loro da alcune pile elettriche (congegno = batteria). Inoltre la sorgente di energia non è più l’interfaccia metallica, ma l’insieme di zinco, argento e acqua. Con la nuova concezione della pila elettrica e della elettrostatica, si arriva alla formulazione di nuovi concetti, che non erano correttamente Per esempio, il circuito esterno di un sistema concepiti con il precedente modello. elettrico era inteso come un semplice cortocircuito. Per una formulazione scientificamente corretta e valida della resistenza elettrica bisognerà aspettare la legge di Ohm del 1840, che considerava il modello corretto di batteria e di circuito. Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  7. Nel 1877 Boltzman applica un’analisi statistica Trova risultati già ottenuti da altri scienziati, ma per determinare la percentuale delle molecole in una maniera completamente nuova. di un gas aventi una determinata velocità. -Conosce la media dei quadrati delle velocità Nel 1900 Plank riprende lo stesso procedimento delle molecole dalla tradizione precedente; per trovare la percentuale di molecole di un corpo -suddivide l’energia cinetica in celle, assegnando nero che assorbono ad una determinata frequenza. ad esse una molecola per estrazione. Modifica gran parte dei campi della fisica non -Calcola l’energia totale e la suddivide in celle che un singolo campo e cambia l’intero modo di possono avere solamente valore hv; concepire la fisica (assume grande importanza). -assegna le varie molecole alle celle per estrazione. Contribuisce a sancire lo stacco tra fisica Nel 1906 altri scienziati affermano per via sperimentale classica e moderna; infatti nella fisica delle che le celle di energia individuate da Boltzman e Plank basse temperature si pensava che allo zero sono indivisibili; esse vengono chiamate quanti e sono assoluto cessasse ogni forma di movimento particelle di energia indivisibili. molecolare: non è così, perché l’esistenza dei quanti fa sì che ogni atomo mantenga una sempre una piccola quantità di energia che gli consente di oscillare. (D.K.C. MacDonald “Verso lo Zero Assoluto”) Esempio di cambiamento di termini che si accompagna al cambiamento di paradigma. Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  8. Conclusioni - I processi rivoluzionari non possono avvenire passo dopo passo; se si tenta di aggiungere modifiche una alla volta, si ottengono solo due insiemi di generalizzazioni coerenti con sé stessi (uno iniziale e uno finale), mentre gli stadi intermedi risulterebbero contradditori ed erronei. - I processi rivoluzionari portano con sé, non solo un rinnovamento di alcune nozioni base legate alla scoperta rivoluzionaria, ma richiedono la rivisitazione di tutte gli altri campi della scienza legati ad esse, per evitare di ottenere un sapere scientifico incoerente. - Anche la scienza normale può contribuire, tramite nuove scoperte non rivoluzionarie, a modificare il modo in cui i termini si connettono alla natura; ma nei processi rivoluzionari, ciò che viene modificato non è solo il modo in cui i termini si connettono alla natura, ma l’insieme di oggetti o situazioni ai quali quei termini si riferiscono; questo mutamento viene detto mutamento tassonomico. - Nei processi rivoluzionari, risulta indispensabile l’abolizione dei rapporti di somiglianza tra elementi che appartenevano al sapere scientifico pre-rivoluzionario e post-rivoluzionario. Matteo Gardella, Alice Somma Merenda 4°B a.s. 2008/2009

  9. IL SISTEMA TOLEMAICO Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  10. Ostacoli a una nuova scienza “Quando ci si avvicina a un pensiero che non è il nostro, diventa importante cercare di dimenticare ciò che sappiamo o crediamo di sapere” - Paolo Rossi, La nascita della scienza moderna in Europa, cap.1 Ostacoli alla nuova scienza teorizzati dal filosofo francese Bachelard: -ostacoli epistemologici : convinzioni ricavate dal sapere comune e scientifico che tendono a impedire una rottura nella crescita del sapere scientifico, -distacco della scienza dal realismo del senso comune, -falsa continuità storica del pensiero scientifico poiché fondata sull’uso delle stesse parole. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  11. Premesse fisiche alla formulazione del sistema tolemaiconascono dal riferimento a situazioni legate all’esperienza quotidiana 1. Tendenza dei corpi al loro luogo naturale e la velocità di caduta di un corpo è direttamente proporzionale al peso. 2. La velocità di un corpo in caduta libera è inversamente proporzionale alla densità del mezzo. NB: il vuoto non esiste, poiché in esso la velocità del corpo sarebbe infinita. 3. Il moto violento di un corpo è prodotto da una forza che agisce su di esso, poiché tutto ciò che si muove è mosso da qualcosa d’altro (ad eccezione dei corpi celesti). NB: la quiete è lo stato naturale dei corpi Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  12. Cosmologia Mondo terrestre (o sublunare): • Mondo della generazione e delle corruzione • Risulta dalla mescolanza di 4 elementi: Terra e Aria (tendenza verso il basso), Fuoco e Acqua (tendenza verso l’alto) • Il suo divenire e mutamento il suo deriva dall’agitazione o mescolanza degli elementi all’interno di un corpo • Concetto di movimento nella fisica aristotelica: passaggio dall’essere in potenza all’essere in atto Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  13. Il movimento, per Aristotele, si può configurare come: 1.Alterazione nella qualità 2.Generazione e corruzione nella sfera dell’essere 3.Moto nello spazio non è uno stato dei corpi, ma una sorta di qualità che affetta i corpi Moto naturale: moto rettilineo (inteso come assoluto e non relativo) che dipende dalla naturale tendenza dei corpi a raggiungere il loro luogo naturale Moto violento: dovuto all’azione di una forza esterna che impedisce o limita il raggiungimento del luogo naturale da parte del corpo. Quando la forza cessa, il corpo tende a riprendere il proprio posto nel luogo naturale. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  14. Mondo celeste: • Inalterabile e perenne • Le stelle e i pianeti non sono formati dall’elemento divino: etere o quinta essentia (non soggetto ad alterazioni) • I corpi celesti e le sfere si muovono di moto circolare, uniforme e perenne (contrapposto a quello rettilineo del mondo sublunare) • L’universo è finito, poiché limitato dalla sfera delle stelle fisse • L’azione trasportatrice che il primo mobile compie sulla sfera della stelle fisse produce il moto che per contatto arriverà fino al cielo della Luna • La Terra non compie nessun moto: la sua centralità e immobilitàè confermata dall’ovvia esperienza quotidiana Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  15. Da Aristotele a Tolomeo L’universo di Aristotele è frutto di una trasposizione sul piano della realtà e della fisica del modello geometrico e astratto di Eudosso di Cnido applica artifici retorici per salvare i fenomeni CONTRAPPOSIZIONE TRA ASTRONOMIA COME COSTRUZIONE DI IPOTESI E ASTRONOMIA COME DESCRIZIONE DI EVENTI REALI DETERMINANTE PER LA FORMULAZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  16. Sistema tolemaico Tolomeo Sistema tolemaico è una mescolanza di fisica artistotelica e di astronomia tolemaica (campo di attività per fisici), inserite nel contesto di una cosmologia influenzata dalle correnti neoplatoniche, dall’astrologia, dalla teologia. la teoria sarà poi distrutta nel ‘600 dopo oltre un millennio Marcoo Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  17. L’astronomia degli antichi • LE PRIME OSSERVAZIONI: CALDEI: con lo scopo di fare previsioni astrologiche e prevedere il futuro, compiono una serie di osservazioni che gli permette di prevedere persino le eclissi. EGIZI: buon livello di conoscenza del moto dei pianeti, ma primitiva rappresentazione dell’universo immaginato come una scatola rettangolare chiusa costituta dalla terra, in cui l’Egitto è situato al centro e stelle sono appese al soffitto dell’universo. Solo con i Greci vengono ordinate le conoscenze di Caldei ed Egiziani e nasce una vera scienza dell’astronomia che si discosta sempre più dalla magia. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  18. I PITAGORICI (VI sec.) -per primi sostengono l’ipotesi che la Terra fosse sferica -il moto dei corpi celesti è governato da un’armonia universale esprimibile attraverso i numeri -il numero 10, rappresentato sotto una forma chiamata Tetraktys, rappresenta il compendio di tutto l’universo: -l’1 rappresenta il punto -il 2 rappresenta la linea -il 3 rappresenta la superficie -il 4 rappresenta il solido -il cosmo costituito da un fuoco centrale intorno al quale ruotano la Terra, il Sole, i 5 pianeti allora conosciuti e le stelle fisse -per raggiungere il numero 10 viene situata tra il fuoco centrale e la terra l’antiterra, togliendo così, per la prima volta, la terra dal centro dell’universo Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  19. PLATONE Formulazione dei primi 2 principi dell’universo: a) la terra è immobile al centro dell’universo (trova verifica diretta sia nella forma dell’ombra che la Terra proietta sulla Luna durante le eclissi, sia nelle indicazioni dei naviganti riguardo l’altezza degli astri alle varie latitudini) b) i cieli sono costituiti da sfere concentriche che ruotano con moto uniforme -Quanto la successione delle varie sfere, il moto più rapido corrispondeva alla sfera più vicina (la Luna), mentre quelli più lenti (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) a quelli più lontani. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  20. Le origini dell’universo secondo Platone -a causa del continuo mutamento del mondo naturale, non è possibile formulare una scienza, ma raccontare solamente un mito (discorso verosimile). - l’azione di un demiurgo da una materia preesistente, dà forma al mondo secondo il modello del mondo delle idee. -in quanto imitazione, il mondo naturale è imperfetto IL SISTEMA DI PLATONE, COSTITUISCE UN ENORME PROGRESSO RISPETTO ALLE CONOSCENZE PRECEDENTI, MA NON E’ IN GRADO DI SPIEGARE IL MOTO RETROGRADO DEI PIANETI. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  21. EUDOSSO DI CNIDO (discepolo di Platone) TENTATIVO DI CONCILIARE IL MOTO UNIFORME CON LE TRAIETTORIE REALMENTE OSSERVATE DEI PIANETI -introduzione di un sistema di 26 sfere concentriche tutte ruotanti con velocità diverse che però non riesce a spiegare il moto di Marte. -osservazioni sempre più numerose e precise (si calcola il diametri della terra o la distanza terra-luna) che spostano il Sole al di là di Mercurio e Venere, ponendo l’esigenza di un nuovo modello. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  22. ARISTARCO DA SAMO (III sec, Egitto) Ipotesi rivoluzionaria: Il moto dei pianeti è così complesso perché sono -OGGETTI IN MOVIMENTO OSSERVATI DALLA TERRA, ANCH’ESSA IN MOVOMENTO -IL MOTO CIRCOLARE UNIFORME E’ RISPETTO AL SOLE, NON ALLA TERRA il centro dell’universo non è più la Terra, ma il Sole. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  23. L’OPPOSIZIONE DEI SEGUACI DI ARISTOTELE E PLATONE -il moto celeste è circolare uniforme, al contrario sarebbe un moto violento e avrebbe bisogno di una forza (impossibile) -se la Terra si muovesse, il sasso lanciato in alto, non dovrebbe più ricadere nella stessa posizione -se la Terra si muovesse, cambierebbe periodicamente la posizione apparente delle stelle fisse Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s.2008/2009

  24. -Di fatto, questo spostamento esiste e prende il nome di parallasse annua (variazione angolare della posizione di una stella vicina rispetto a una stella fissa) ma, per la grande distanza delle stelle fisse, anche le più vicine, è talmente piccola da non poter essere visibile ad occhio nudo -perché la parallasse fosse non osservabile, occorreva che le stelle fisse fossero incomparabilmente più lontane del Sole Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s. 2008/2009

  25. RESISTENZE DI TIPO PSICOLOGICHE -di fronte a tali distanze, la mente degli antichi si ritraeva come un abisso -il senso comune, abituato da sempre a considerare la Terra “in quiete”, rifiutava un moto che non riusciva ad essere completamente spiegato dai sensi si cerca un modello che non entri in contrasto con la tradizione Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s.2008/2009

  26. Il sistema tolemaico - II sec a.C., astronomo Egiziano, scrive l’<<Almagesto>>. -ogni pianeta si muove su un epiciclo e il centro di questo cerchio si muove a sua volta intorno alla Terra, su un altro cerchio detto deferente. • occorre quindi spiegare le velocità di rotazione dell’epiciclo e del deferente, per spiegare il moto retrogrado e la variazione di luminosità (durante il moto retrogrado, il pianeta è più luminoso in quanto più vicino alla Terra). Ma introduzione insufficiente per spiegare il moto di ogni pianeta. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s.2008/2009

  27. si ricorre così all’ipotesi che il centro del deferente non fosse la Terra ma un altro punto S dette eccentrico (secondo i calcoli di Ipparco). poiché il moto del deferente non sarebbe uniforme visto da S, si introduce un secondo punto Q detto equante, che è simmetrico della terra rispetto al punto S. anche dopo la caduta dell’impero Romano, con la Scolastica e il suo tentativo di conciliare le tesi di Tolomeo con le Sacre Scritture, a causa di questioni teologiche e psicologiche, l’uomo rimarrà intrappolato da false conoscenze riguardo la struttura dell’universo. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s.2008/2009

  28. Da : -Paolo Rossi, <<La nascita della scienza moderna in Europa>, Caldiroli, Casati, Teadi , - <<Nuovo corso di fisica>>, Ghisetti e Corvi editori. Marco Mazzavillani, Michele Mondelli 4°B a.s.2008/2009

  29. Francis Bacon, filosofo dell’età industriale Benjamin Farrington Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  30. Capitolo Primo Filosofia baconianaIdeale umanitario Problema del ruolo“…il vero e legittimo fine delle scienze consiste semplicemente della scienza nella vitanell’arricchire la vita umana di nuove scoperte e nuovi poteri…” umanaNovum Organum (I, 81) Scopo del sapere: dominio dell’uomo sulla natura perché possa migliorane la condizione Necessità di un radicale cambiamento della concezione umana del sapere:ripristino del “Commercium mentis et rei” Svaluta il sapere dogmatico e la storia (intesa come avvenimenti politici, conquiste legate a grandi personaggi Massima importanza nella vita umana delle invenzioni meccaniche Ago calamitato Bussola Polvere da sparo Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  31. Capitolo Secondo Fin dalla giovinezza sviluppa antipatia nei confronti delle filosofie di: • Filosofi greci; • Aristotele; considerando inutili i metodi da loro adottati, in quanto sterili • S.Tommaso. per la produzione di opere vantaggiose per la vita umana “La scienza di tutti questi secoli trascorsi ci ha forse arricchiti anche forse di una misera invenzione? L’industriosità degli artigiani porta qualche piccolo miglioramento a cose già inventate; […] ma tutte le dispute dei dotti non sono mai riuscite a rivelare alcun effetto della natura prima sconosciuto. L’unica filosofia della natura oggi accettata è quella dei Greci, oppure quella degli alchimisti. Quella deii Greci è basata sulle parole, sull’ostentazione, la confutazione, le sette, le scuole, le dispute. Quella degli alchimisti è basata sull’impostura, sulle tradizioni orali e sull’oscurità” [Mr. Bacon in Praise of Learning (bozza per l’Instauratio Magna)] Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  32. Capitolo Terzo “Device” (1592): critica alla scienza della sua epoca: “Tutte le tesi copernicane non sono mai riuscite a rivelare alcun effetto della natura prima sconosciuto” Utilità delle nuove navi, Respinge le tesi copernicane, tuttavia attribuisce carte e strumenti grande importanza alla rivoluzione scientifica Obiettivo: guidare una grande impresa pratica, alla quale si unisce la sete di conoscenza universale Stabilire un rapporto cultura-industria Riorganizzare le scienze, per ampliare anche la facoltà d’azione dell’uomo Riforma della prassi Riforma del pensiero Ciò che è realizzabile in pratica, è vero anche in teoria (“Verità e utilità sono le medesime cose” Novum Organum) Bacone divenne uno dei pionieri della scienza teorica; l’indagine è intesa come una storia Dell’azione fisica dell’uomo sul suo ambiente. Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  33. Capitolo Quarto Filosofia basata sulla critica al metodo di Platone e Aristotele (“Advancement of learning”) Aristotele: miserabile sofista, “Logica” come un manuale di Attacco al metodo scolastico, per sciocchezze, “Metafisica” come la sua scarsa aderenza ai fatti e fondata su un esiguo fondamento superfluità argomentativa di realtà “questo tipo di sapere degeneratp regna soprattutto fra Platone: pretenzioso detrattore, gonfio poeta, teologo gli scolastici, che, essendo forniti di intelletto saldo ed deluso che propina una filosofia di “rifiuti di seconda acuto, […] e conoscendo ben poco la storia temporale, mano rimessi a nuovo”, mediante una saggezza ci propinano con non molta sostanza, ma con enorme Formata da “finzione realizzata affettando ignoranza” profusione di ingegno, quelle laboriose trame di sapere (dal “Temporis Partus Masculus”) che si trovano nei loro libri…” Tuttavia, Bacone riconosce l’acuto ingegno e intelletto dei due capisaldi della filosofia, e alla fine del “Temporis Partus Masculus” definisce la propria posizione: egli non apprezzava le due filosofie poiché troppo lontane dalla realtà, e quindi inapplicabili per l’utilità nella vita quotidiana; ciò nonostante riconosce comunque la validità delle menti dei due filosofi greci. “Sia ben chiaro che quanto è stato detto contro le conclusioni di questi autori riguarda solo le loro opinioni, e non l’ingegno o gli sforzi loro…” (dai “Cogitata et Visa”) L’utilità della filosofia nella vita umana, viene sottolineata mediante l’attenzione con cui Bacone si dedicò al proprio progetto di rivoluzione della conoscenza (in cui si collocava anche la rivoluzione degli insegnamenti nelle principali università), che molto spesso lo portò ad essere denigrato anche dalla Corona inglese, sostenitrice invece del modello conoscitivo scolastico. Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  34. Capitolo Quinto “Instauratio Magna”, necessaria per ribadire il legame fra conoscenza e mondo esterno, e Viene immaginata un’epoca appena riscoprire la reale conoscenza. successiva alla creazione del mondo, in cui (dall’Avvertenza” introduttiva all’opera) l’uomo era dotato di vera conoscenza, svanita poi per le cosiddette “favole dei poeti”, da cui derivano le testimonianze scritte giunte fino a Proposta di una restaurazione noi (“De Sapientia Veterum”, introduzione della conoscenza basata sulla all’Instauratio Magna”) leggenda di Prometeo, da cui è tratta questa conclusione: “Sappiano gli uomini che il L’Opera viene usata come motivo di credersi nell’abbondanza è una slancio per l’interesse scientifico degli delle cause principali dell’esser uomini, necessario per giungere a quel nel bisogno.” processo di rivoluzione morale avviato L’opera è così composta: dalla nuova scienza di Bacone. • Dedica e prefazione, avvertenze sul legame conoscenza-esperienza); • Divisioni nelle scienze (mancante); • Novum Organum (principi dell’interpretazione della natura); • Fenomeni dell’universo (storia naturale-sperimentale per la rinascita filosofica); • Scala dell’intelletto; Prodomi (anticipazioni della nuova filosofia); • Nuova filosofia (presentazione della nuova scienza attiva). Necessità della partecipazione del destino dell’uomo alla definizione della nuova conoscenza, anche per rendere l’uomo vero ministro ed interprete della natura. Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  35. Capitolo Sesto Il Novum Organum deve definire una storia naturale e sperimentale della conoscenza Senso storico-cronologico Descrizione di ciò che è compiuto dall’uomo Dominio dell’uomo solo con il sapere: Cade Aristotele, che non dimostra il dominio Scienza=potentia dell’uomo (riferimenti alle “anticipationes naturae” = conoscenze teoriche) “Il progresso della mente dell’uomo e il progresso della sua condizione materiale sono un’unica cosa” (Cogitata et Visa) La nuova conoscenza si fonda sulle “interpretationes naturae” = diretto contatto con la natura Viene illustrato il metodo logico. Eliminazione degli “idola” tribus, derivati dai sensi specus, derivati da convinzioni fori, convinzioni a parole Theatri, insegnamenti teologici Analisi delle filosofie della storia, sulla basse di segni che ne definiscono la validità (luogo e tempo di origine, risultati, sviluppo della ricerca, metodo seguito) Evidenziate le difficoltà ad affermarsi La nuova filosofia deve fare riferimento anche agli “experimenta lucifera” (conoscenza empirica) per rendere validi gli “experimenta fructifera” (relativi ai risultati raggiunti) Serena Carli, Giulia Suprani, Marco Turicchi 4°B a.s. 2008/2009

  36. IL RAPPORTO TRA SCIENZA RELIGIONE DURANTE LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  37. Fonti • Paolo Minotti e Valter Moro, Rendere Ragione, Le Stelle Scuola 1992 • Giuseppe Cambiano e Massimo Mori, Le Stelle di Talete. Storia e testi della filosofia dell’età moderna, Editori Laterza 2006. • G. Galilei, Opere, Barbera Firenze 1968 • G. Galilei, A Madama Cristina di Lorenza granduchessa di Toscana, in I.D, Opere, Ricciardi 1953 • Bertolt Brecht, Vita di Galileo, Einaudi 1994 • Il Sole 24 Ore, articolo pubblicato Martedì 25 novembre 2008 • http://www.vatican.va Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  38. Definizioni (fonte Devoto Oli) Scienza: il risultato dell’operazione di pensiero, spec. In quanto oggetto di codificazione sul piano teorico (scienza pura) e di applicazione sul piano pratico (scienza applicata). Religione: il rapporto, variamente identificabile in regole di vita, sentimenti e manifestazioni di omaggio, venerazione e adorazione, che lega l’uomo a quanto egli ritiene sacro o divino. Da un lato si afferma che la religione è soltanto superstizione e dogmatismo, espressione del fondo irrazionale dell’animo umano, mentre la scienza è manifestazione piena della razionalità ed è l’unica via per l’acquisizione di verità oggettive. La scienza sarebbe “la” forma di conoscenza razionale, laica e antidogmatica proprio perché, per sua natura, è relativista. In tal senso essa si contrappone inevitabilmente al dogmatismo religioso. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  39. Il metodo antico si proponeva… • di subordinare le leggi fisiche a principi divini e trascendenti, salvando i fatti • cioè: ricondurre le apparenze. • Realtà ricondotta alle teorie elaborate. …Ma con la rivoluzione scientifica… • La mentalità inizia a cambiare: bisogna spogliarsi dei pregiudizi per essere promotori di una ricerca oggettiva. Osservazioni Elaborazione di teorie Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  40. Il caso Galileo Una delle fratture più significative, che misero in luce la necessità di trovare un vero compromesso e definire le competenze tra scienza e religione, è rappresentata dalla disputa riguardante il sistema tolemaico (adottato dalla tradizione) e le innovazioni del sistema copernicano. Breve introduzione: Galileo Galilei (nato a Pisa nel 1564) fu matematico, fisico, astronomo e filosofo e grazie all’ausilio del cannocchiale fu l’autore di numerose osservazioni e scoperte astronomiche che pubblicò nel 1610 nel “Sidereus Nuncius”. Le sue scoperte andavano ad avvalorare la tesi copernicana che promuoveva un sistema nel quale la terra e gli altri pianeti orbitavano attorno al sole, mettendo di conseguenza in discussione non solo la centralità della terra nell’universo, ma la stessa importanza dell’essere umano. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  41. CONFRONTO TRA I DUE SISTEMI Sistema tolemaico Terra al centro dell’universo Orbite circolari e velocità dei pianeti costante Cicli epicicli equanti: teorie per giustificare incongruenze molto complesse Universo finito, chiuso dal cielo delle stelle fisse Sistema copernicano (conferma alcuni aspetti della tradizione astronomica aristotelica) Sole al centro dell’universo Orbite circolari e velocità costante Semplifica il sistema tolemaico e le rende superflue Universo finito Francesca danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  42. Scoperte galileiane e loro conseguenze Scoperta della struttura irregolare della Luna. NUOVA CONCEZIONE DELL’UNIVERSO: immenso, pieno di irregolarità, corruttibile, senza sfere perfette e senza nessun centro. Esistenza delle macchie solari. Esistenza dei satelliti di Giove. Esistenza di stelle non visibili a occhio nudo e Via Lattea NUOVA CONCEZIONE DELL’UOMO Non più essere prediletto da Dio che vive al centro dell’universo. RUOLO PIU’ MARGINALE DELLA RELIGIONE Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  43. “Quando osservo le fasi di Venere, ho sempre i miei genitori davanti agli occhi. […] Le sventure piovono loro addosso con regolarità.[…]Si son sentiti dire e ripetere che l’occhio di Dio è su di loro, indagatore e quasi ansioso; che intorno a loro è stato costruito il grande teatro del mondo perché vi facciano buona prova recitando ciascuno la grande o piccola parte che gli è assegnata. Come la prenderebbero ora, se andassi a dirgli che vivono su un frammento di roccia che rotola ininterrottamente attraverso lo spazio vuoto e gira intorno a un astro, uno fra tanti, e neppure molto importante? A che scopo potrebbe servire la Sacra Scrittura, che tutto spiega, dimostrando la necessità del sudore, della pazienza, della fame, dell’oppressione, a che potrebbe ancora servire se scoprissero che è piena di errori? Dunque, dicono, non c’è nessun occhio sopra di noi. Siamo noi che dobbiamo provvedere a noi stessi, ignoranti, vecchi, logori come siamo? Non ci è stata assegnata altra parte che di vivere così, da miserabili abitanti di un minuscolo astro, privo di ogni autonomia e niente affatto al centro di tutte le cose? Dunque, la nostra miseria non ha alcun senso, la fame non è una prova di forza, è semplicemente non aver mangiato; la fatica è piegar la schiena e trascinar pesi, non un merito. Capite adesso perché nel decreto del Sant’Uffizio ho scorto una nobile misericordia materna, una grande bontà d’animo?” Un frate che parla a Galileo. Tratto da “Vita di Galileo” di B. Brecht. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  44. Il Problema LA CHIESA DA UN’INTERPRETAZIONE TROPPO LETTERALE ALLE SACRE SCRITTURE. Quindi contesta: Che la terra (e di conseguenza l’uomo) non siano al centro dell’universo quindi non occupino più una posizione privilegiata. Tale convinzione deriva dal passo: “O sole, fermati su Gabaon, e tu o luna, nella valle di Aialon” (Gs 10, 12) Galileo espone il suo punto di vista in numerose lettere, in particolare in quella inviata a Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  45. In ogni caso Galilei, nei primi anni delle sue scoperte astronomiche, non si pose esplicitamente il problema delle conseguenze teologiche delle scoperte fatte con il suo cannocchiale e di come quell'universo immenso, pieno di irregolarità, corruttibile, senza sfere perfette e senza nessun centro potesse essere in conflitto con la visione del mondo difesa dalla Chiesa cattolica. “Libro della natura” Il primo documento in cui affronta tale questione è una sua lettera al Padre Benedetto in cui rivendica l'autonomia della scienza dalla religione. Scienza e fede non interferiscono affatto poiché lavorano su piani separati. Scienza Fede Tratta della questione del rapporto tra scienza e fede Piano fisico del mondo Piano metafisico, salvezza dell'anima Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  46. Le Lettere Il successo del Sidereus Nuncius e le altre scoperte relative alle macchie solari e alle fasi di Venere oltre a inserire lo scienziato toscano nel grande dibattito degli astronomi europei, lo esponevano alle critiche dei pensatori ortodossi e tradizionalisti e alle diffidenze delle gerarchie ecclesiastiche. Battaglia culturale per cercare di rassicurare la Chiesa. Tentativo di convincere che le posizioni copernicane non mettono a repentaglio né la fede né l’autorità religiosa. 1611-1615 “Lettere copernicane” • A Benedetto Castelli • A monsignor Pietro Dini • A Cristina di Lorena 1613-1615 Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  47. Lettera a Benedetto Castelli Nel 1613 Gal scrisse una lettera ad un suo vecchio studente, il benedettino Benedetto Castelli (1578-1643) su come non fosse necessario vedere il moto della terra in opposizione con la Sacra Scrittura. “Se bene la Scrittura non può errare, potrebbe nondimeno talvolta errare alcuno de’ suoi interpreti e compositori, in varii modi: tra i quali sarebbe uno gravissimo e frequentissimo, quando volessero fermarsi sempre nel puro significato delle parole, perché così vi apparirebbero non solo diverse contradizioni, ma gravi eresei e bestemmie ancora; poi che sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani e occhi, e non meno affetti corporali e umani, come d’ra, di pentimento, d’odio e talvolta l’obblivione delle cose passate e l’ignoranza delle future” Rischio di interpretare erroneamente le Sacre Scritture. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  48. Lettera a Cristina di Lorena La lettera scritta nel 1615 ha come proposito quello di rassicurare l’amica Cristina di Lorena e dimostrare che è possibile una riconciliazione tra i testi biblici e la visione scientifica. • “Il motivo, dunque, che loro producono per condennar l’opinione della mobilità della Terra e stabilità del Sole, è, che leggendosi nelle Sacre Lettere, in molti luoghi, che il Sole si muove e che la Terra sta ferma, né potendo la Scrittura mai mentire o errare, né séguita per necessaria conseguenza che erronea e dannanda sia la sentenza di chi volesse asserire, il Sole esser per se stesso immobile, e mobile la Terra. ” Condanna per chi non si attiene all’interpretazione letterale. • “Dal che ne séguita, che qualunque volta alcuno, nell’esporla, volesse fermarsi sempre nel nudo suono literale, potrebbe, errando esso, far apparir nelle Scritture non solo contradizioni e proposizioni remote dal vero, ma gravi eresie e bestemmie ancora: poi che sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani ed occhi, e non meno affetti corporali ed umani, come l’ira, di pentimento, d’odio, ed anco tal volta la dimenticanza delle cose passate e l’ignoranza delle future; le quali proposizioni, sí come, dettante lo Spirito Santo, furono in tal guisa profferite da gli scrittori sacri per accomodarsi alla capacità del vulgo assai rozo e indisciplinato […].” Rischi dell’interpretazione letterale e giustificazione del linguaggio delle Sacre Scritture. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  49. “Di qui mi par di poter assai ragionevolmente dedurre, che la medesima Sacra Scrittura, qualunque volta gli è occorso di pronunziare alcuna conclusione naturale, e massime delle piú recondite e difficili ad esser capite, ella non abbia pretermesso questo medesimo avviso, per non aggiungere confusione nelle menti di quel medesimo popolo e renderlo piú contumace contro ai dogmi di piú alto misterio.” Necessità di guidare il popolo per rendere possibile una maggiore comprensione dei testi. “Stante, dunque, ciò, mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie: perché, procedendo di pari dal Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima essecutrice de gli ordini di Dio.” Impossibilità di attenersi alle Scritture letteralmente e necessità dell’ esperienza. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

  50. “Nos definimus, Deum primo natura cognoscendum, deinde doctrina recognoscendum: natura, ex operibus; doctrina, ex praedicationibus.” da “Adversus Marcionem” di Tertulliano. Trad.: “Noi diciamo che Dio si deve prima conoscere dalla natura, quindi conoscere dalla dottrina; nella natura per le opere, nella dottrina per le predicazioni”. Riassume il punto di vista galileiano. • “E’ officio de’ saggi espositori affaticarsi per penetrare i veri sensi de’ luoghi sacri, che indubitabilmente saranno concordanti con quelle conclusioni naturali, delle quali il senso manifesto o le dimostrazioni necessarie ci avessero prima resi certi e sicuri.” Fiducia nella possibilità di conciliabilità tra scoperte scientifiche e realtà religiosa. Francesca Danesi, Ilaria Marinelli 4°B a.s. 2008/2009

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