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Dr. Giuseppe Caruso Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione

LA MALATTIA DI PARKINSON. Dr. Giuseppe Caruso Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione. PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE. Morbo di Alzheimer Morbo di Parkinson Corea di Huntington Patologie da Prioni (encefalopatie spongiformi trasmissibili). DEFINIZIONE.

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Presentation Transcript


  1. LA MALATTIA DI PARKINSON Dr. Giuseppe Caruso Specialista Medicina Fisica e Riabilitazione

  2. PATOLOGIENEURODEGENERATIVE • Morbo di Alzheimer • Morbo di Parkinson • Corea di Huntington • Patologie da Prioni (encefalopatie spongiformi trasmissibili).

  3. DEFINIZIONE • Lamalattia ( morbo ) di Parkinson è una patologia neurodegenerativa a eziologia ignota e rappresenta il 60-75 % delle sindromi parkinsoniane ( intese come associazione di ipertono plastico + acinesia + tremore a riposo ). • Va distinta dalle s.p. che coinvolgono in maniera più diffusa il SNC o hanno un’eziologia tossica, infettiva, traumatica o tumorale. • Si stimano circa 150 casi su 100.000 persone, ciò ne fa la malattia neurodegenerativa più diffusa dopo il morbo di Alzheimer.

  4. FISIOPATOLOGIA • Lamalattia di Parkinson risulta principalmente dalla degenerazione dei neuroni dopaminergici costituenti la pars compacta del locus niger ( sostanza nera di Sommering ) le cui proiezioni terminano sullo striato. • La depigmentazione del locus niger è visibile microscopicamente con perdita neuronale associata a gliosi di grado moderato. • I corpi di Lewy ( inclusi neuronali citoplasmatici eosinofili ) sono un marcatore della malattia di Parkinson idiopatica e sono presenti anche nelle forme familiari.

  5. EZIOLOGIA • Ipotesi multifattoriale : prevede un’ interazione tra più fattori di rischio, genetici (geni che codificano per enzimi detossificanti) e ambientali (pesticidi, erbicidi, sostanze utilizzate nell’industria). • Ipotesi genetica: nelle forme ereditarie intervengono mutazioni del gene Park1( codificante per la sinucleina ) responsabili di una forma autosomica dominante di malattia. In certe famiglie sono state riscontrate altre associazioni genetiche nei geni Park3, Park4, Park5 ( codificante per una idrolasi dell’ubiquitina ) . Mutazioni del gene Park2 ( codificante per la parkina ) sono chiamate in causa nelle forme autosomiche recessivead esordio giovanile.

  6. SEGNICLINICI(a) • Tremore a riposo, regolare ( 4-5 cicli/sec ), si riduce o scompare durante i movimenti volontari, interessa principalmente gli arti sup. ( “contar monete” ) ma possono essere interessati anche arti inf., mandibola e labbra • Sindrome ipertonico-acinetica acinesia  riduzione e lentezza dei movimenti, amimia volto e riduzione ammiccamento spontaneo, perdita penzolamenti delle braccia durante marcia, difficoltànei movimenti rapidi alternati ipertonia riduzione mobilità passiva, rigidità plastica “a tubo di piombo” diversa dalla spasticità della sindrome piramidale.

  7. SEGNI CLINICI (b) • Disturbi della postura e della marcia Ipertonoa carico dei muscoli flessori determina atteggiamento in lieve flessione del collo, del tronco e degli arti che può essere responsabile di una postura inclinata in avanti Deambulazione rigida, a piccoli passi, talora con accelerazioni o blocchi ( freezing ) causa di frequenti cadute. • L’e.n. per il resto è essenzialmente normale, a parteun riflesso glabellare inesauribile e possibilepresenza discialorreae seborrea. Seppur raramentealterazioni cognitivea carico dell’attenzione erallentamentoideativo.In fasi tardive possibiledemenzasottocorticale.

  8. STADI DI HOEHN E YAHR

  9. TRATTAMENTO (a) • Esistono farmaci efficaci sui sintomi della malattia ma privi di azione neuroprotettiva. a)farmaci minori (anticolinergici di sintesi, piribedil, selegilina) b)farmaci maggiori (L-Dopa , dopaminoagonisti : bromocriptina, lisuride, ropinirolo, pergolide, apomorfina ). Un recente studio ha dimostrato che l’uso diGDNF( fattoreneurotrofico di derivazione gliare ) rigenera le fibre nervose dopaminergiche. Vantaggi • Miglioramento funzione motoria del 38% dopo 24 mesi • Miglioramento qualità di vita del 70% dopo 19 mesi Svantaggi • Difficile somministrazione ( necessarie microscopiche cannule intracerebrali per arrivare direttamente sul bersaglio cerebrale ) Da verificare • Se le fibre rigenerate dal GDNF sono funzionali come quelle originali.

  10. TRATTAMENTO (b) NOcompromissione funzionale NO trattamento farmacologico • SI trattamento farmacologico • < 70 aa. raccomandabile dopaminoagonista • in età avanzata prima scelta cade su L-Dopa • così come nella fasi di aggravamento della • malattia SIdeficit funzionale Nelle forme gravi :trattamento NCHbasato su interventi stereotassici sui nuclei grigi centrali : pallido interno e nucleo subtalamico. In esperimenti su cavie è stato possibile indirizzare cellule neuronali capaci di secernere dopamina prodotte dal bulbo olfattivo, in areecerebrali precise (striato) attirate da proteina guida specifica(tenascina) . Il passo successivo sarà replicare l’esperimento sui primati, poi avviare studi clinici sull’uomo.

  11. Grazie

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