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Seminario Leopoldina Fortunati

Seminario Leopoldina Fortunati. IULM, Master “Management dei processi creativi”, parte prima Milano , 17-18 Marzo 2008. Globalizzazione e industrie creative.

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Presentation Transcript


  1. SeminarioLeopoldina Fortunati IULM, Master “Management dei processi creativi”, parte prima Milano, 17-18 Marzo 2008 L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  2. Globalizzazione e industrie creative DR1: come mai soprattutto nel giro degli ultimi decenni si è sviluppato un settore industriale creativo di grande impatto sui processi complessivi di valorizzazione? - Intrattenimento (teatro, cinema, radio, televisione, eventi, musica, ecc.) • Informazione (stampa, radio, televisione, internet) • Comunicazione (telefono, cellulare, internet) L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  3. Globalizzazione e industrie creative • Conoscenza (editoria, musei, biblioteche, sistema scolastico, processi di social learning, educazione permanente) • - Ricerca, innovazione (laboratori, reti di ricerca (COST) brevetti, sperimentazioni, ecc.) • - Turismo e mobilità (incremento della pendolarità, dei piccoli e grandi viaggi) L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  4. Globalizzazione e industrie creative • Sport • Servizi avanzati a livello privato • Servizi della pubblica amministrazione L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  5. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico I percorsi storici che hanno creato le premesse per la creatività di massa sono stati: - Il passaggio dal fordismo al post-fordismo • L’inurbamento e l’abbandono delle campagne • Il nuovo ruolo delle donne e dell’infanzia • La svalutazione dell’autoritarismo • L’innalzamento del livello di istruzione • L’introduzione e appropriazione di nuovi media L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  6. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico Il passaggio dal fordismo al post-fordismo • Il fordismo è caratterizzato da: • Dipendenza (dalla famiglia, dai parenti, dal lavoro) • Stabilità e Continuità (una famiglia, una fabbrica per tutta la vita) • Capacità di esecuzione • Atomizzazione • Sfruttamento della forza muscolare L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  7. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico • Materialità dei processi • Relativa semplicità • - Dipendenza dello stile di vita dall’appartenenza di classe L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  8. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico Il passaggio dal fordismo al post-fordismo • Il postfordismo è caratterizzato da: • Instabilità (società del rischio e della precarietà) • Autonomia (popolo delle partite IVA) • Discontinuità (si cambia spesso azienda, settore, ecc.) • Intraprendenza, flessibilità e creatività • Capacità di collaborazione e mediazione • Sfruttamento della forza nervosa L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  9. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico  - immaterialità • Crescente complessità dell’ambiente lavorativo e della società • Crescente sganciamento dello stile di vita dall’appartenenza a una classe sociale. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  10. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico L’inurbamento e l’abbandono delle campagne è caratterizzato da: • Rottura del comando da parte delle generazioni anziane (capofamiglia, nonni, suoceri, ecc.) • Rottura del controllo da parte della comunità • Rottura con il senso di appartenenza al luogo natale • Rottura con l’inerzia della tradizione • Rottura di una continuità con il passato L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  11. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico Il nuovo ruolo delle donne e dell’infanzia, che innesca innumerevoli processi sociali: • Cambiamento dei rapporti di potere all’interno della famiglia a favore delle donne e dei figli • Nuovo valore dell’infanzia • Incremento dell’accesso femminile al mercato del lavoro extradomestico • Ristrutturazione del lavoro domestico e dell’organizzazione familiare L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  12. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico - Maggiore instabilità dei rapporti matrimoniali • Maggiore precarietà dei rapporti con i genitori • Maggiore intensità emotiva all’interno della famiglia • Maggiore libertà e controllo sulla sessualità • Nuovo ruolo del maschio adulto all’interno della famiglia • Allentamento e ridimensionamento dei rapporti parentali • Politica del figlio unico L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  13. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico La svalutazione dell’autoritarismo nasce fondamentalmente da alcuni fatti: • la seconda guerra mondiale segna la fine di un modello di accettazione del dispotismo politico, istituzionale e sociale che aveva portato a milioni di morti in Europa; • Entra in crisi culturale il binomio comando/obbedienza anche a livello familiare • Si diffonde l’ideologia del permissivismo L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  14. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico - I bambini sono i nuovi re della famiglia (i bambini che impongono la loro volontà e i genitori che accondiscendono) • Queste generazioni quando vanno a lavorare in fabbrica o in ufficio pretendono dai “capi” rispetto e considerazione • Il capo in azienda si rivela disfunzionale e viene sostituito dal leader L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  15. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico • L’innalzamento del livello di istruzione, che rende gli individui: • - Più idonei a sviluppare la loro identità personale e sociale più consapevoli dei loro diritti sociali, sindacali e politici • più capaci di difendere i loro interessi economici e normativi • Più capaci di esprimere il loro punto di vista e far sentire la loro opinione L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  16. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico • - Più idonei a sviluppare la loro identità personale e sociale • - Più capaci di condizionare il mercato • Più padroni della loro vita quotidiana • Con più strumenti culturali • Portatori di una forza-lavoro più complessa • Più capaci di muoversi in un ambiente multietnico e multiculturale L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  17. Globalizzazione e industrie creative: un percorso diacronico • L’introduzione e appropriazione di vecchi e nuovi media da parte degli individui a livello di massa, implica che per la prima volta le masse diventano proprietarie: • - dei mezzi di consumo immateriale (TV, radio, ecc.) • dei mezzi che potenziano la comunicazione interpersonale e di gruppo (telefono, cellulari) • dei mezzi che consentano almeno una parziale co-costruzione delle funzioni e servizi (internet). L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  18. Globalizzazione e industrie creative Tutti questi fenomeni sociali: • hanno fatto saltare i tappi sociali che sottosviluppavano la creatività. • Freud ci insegna che la creatività ha possibilità di svilupparsi durante l’età evolutiva solo se progressivamente si “uccide” l’autorità (pensiamo al fenomeno della famiglia lunga di oggi) • Jung ci insegna che la creatività è collegata alle forze della sessualità. Se quest’ultima si sblocca, anche la creatività si sblocca. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  19. Globalizzazione e industrie creative 2) hanno permesso, a fronte di un livello di conflittualità sociale e di lotte molto alto, di implementare la gestione delle tensioni sociali nell’immaginario. Come sottolineano Abruzzese e Borrelli, questo processo inizia nel Settecento. Con la grande industria e gli stati nazionali tale processo si organizza in modo forte a livello nazionale (ma dentro un contesto sempre più internazionalizzato). • Le industrie creative (cultura, informazione, turismo, ecc.) creano quel sostrato di opinioni, atteggiamenti e comportamenti che dà vita alle culture nazionali. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  20. Globalizzazione e industrie creative Ma tale processo subisce un grande salto di qualità con la globalizzazione. • La globalizzazione implica il salto alla dimensione glocal. C’è un metapopolo che si è costituito come entità in forza del suo accesso a internet. • La premessa è la diffusione dell’inglese (o meglio delle varie forme di inglese) come lingua franca. • Ma si è formato anche un immaginario globale con il cellulare. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  21. Globalizzazione e industrie creative Ma soprattutto si formano: società multietniche, che rappresentano pezzi di locale che si ricostruiscono altrove; social networks che creano altre modalità di rapporti interpersonali su cui si stanno costruendo nuovi business model commerciali e pubblicitari. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  22. Globalizzazione e industrie creative 3) Ma allo stesso tempo hanno creato le condizioni per un maggior potere dal basso. • fenomeni di empowerment e di condizionamento da parte dei fruitori/produttori (pro-sumers) • Fenomeni di espropriazione della conoscenza, competenza e know how delle industrie creativo da parte dei “consumatori” • Le industrie creative rischiano di lavorare per i propri competitors • Il mercato diventa sempre più inconoscibile L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  23. Globalizzazione e creatività DR2: come mai nel giro di pochi decenni i settori industriali nei paesi a capitalismo avanzato hanno delocalizzato la produzione • nei paesi dell’EST (Bulgaria, Romania, Ucraina ecc.) • nei due giganti asiatici (Cina e India), • o la stanno delocalizzando in Russia, Brasile e Sud Africa, ma tengono stretta tutta la filiera immateriale e creativa, cioè pianificazione, ricerca, innovazione, pubblicità, finanza? L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  24. Globalizzazione e creatività La produzione viene delocalizzata perché: • spesso è stata semplificata per cui anche una forza-lavoro più “semplice” può eseguirla • così si risparmia sui costi sia del lavoro che sociali • La filiera immateriale e creativa, cioè pianificazione, ricerca, innovazione, pubblicità, finanza, viene trattenuta qui perché essa è considerata strategica. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  25. Globalizzazione e creatività Essa è strategica perché permette di: • conservare il vantaggio competitivo dei paesi avanzati a livello industriale nei confronti dei paesi a nuova industrializzazione, quali Cina e India e ai paesi in via di sviluppo; • creare le premesse per costruire il vantaggio competitivo di domani L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  26. Globalizzazione e creatività Il mondo globale è molto complesso e spesso si lavora sul filo del rasoio: I paesi avanzati hanno una crescita più lenta se paragonata a quella dei paesi a nuova industrializzazione (è più facile passare dal poco all’abbastanza che dal molto al moltissimo). L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  27. Globalizzazione e creatività 2) Cina, India, ecc. imparano molto velocemente il know how e si appropriano di molti settori di produzione a basso valore aggiunto 3) Oggi anche questi paesi possiedono tecnologie molto sofisticate (India: software e cinema; Cina componentistica informatica e tecnologia spaziale) L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  28. Globalizzazione e creatività 4) Hanno dalla loro la forza dei grandi numeri sia a livello di produzione (la Cina è considerata oggi la fabbrica del mondo e l’India l’ufficio del mondo) sia a livello di consumo: insieme rappresentano più di un terzo del mercato mondiale. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  29. Globalizzazione e creatività Che cosa hanno ancora? Sono paesi : - Con strutture sociali e politiche che hanno ancora molto di pre-moderno • Con una certa noncuranza rispetto alla conservazione della memoria storica • Alla ricerca di “vestire” la loro nuova modernità (moda, architettura, organizzazione dello spazio urbano e del paesaggio) L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  30. Globalizzazione e creatività C’è una vocazione dell’Occidente, e in particolare dell’Italia, che può rispondere a una parte di questi bisogni. Il made in Italy è uno stile globale, perché risponde a un posizionamento del gusto a livello interculturale. Va ricordato che a livello interculturale di una cultura si selezionano due o tre aspetti: di quella italiana, ad esempio, moda, calcio, lirica. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  31. Globalizzazione e creatività Ma che problemi emergono a livello organizzativo nella creazione di figure professionali capaci di gestire processi economici complessi, mercati sempre più globali e sofisticati, ambienti multiculturali, multilinguistici e multietnici, una velocità sempre più accelerata nell’innovazione tecnologica e una forte mobilità? Per rispondere a questa domanda è prima necessario fare alcune considerazioni sulla globalizzazione. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  32. Globalizzazione e creatività Per capire la traiettoria della globalizzazione nei paesi a nuova industrializzazione, è necessario analizzare tre parole chiavi: tecnologia, modernità (o meglio post-modernità), industrializzazione, e i loro rapporti interni. Va chiarito che si parla di modernità al plurale. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  33. Globalizzazione e creatività L’esposizione all’industrializzazione e globalizzazione coinvolge le società in modo diverso. Infatti il processo di modernizzazione, che deriva dall’industrializzazione e dalla globalizzazione, è la conseguenza di un processo di co-costruzione portato avanti dalle culture e società indigene da un lato e dal sistema capitalistico dall’altro. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  34. Globalizzazione e creatività Ovviamente, la nuova situazione risente del fatto che entrambi i poli si influenzano e si trasformano reciprocamente. Noi spesso guardiamo ai cambiamenti che intervengono nelle culture e società locali senza considerare i cambiamenti che intercorrono allo stesso tempo nel sistema capitalistico . L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  35. Globalizzazione e creatività In questa co-costruzione anche il capitale cambia e diventa differente. Se consideriamo che il capitale è una relazione sociale, ne deriva che esso è soggetto al cambiamento, in quanto drena molti aspetti dalle specificità storiche e culturali a livello locale. Paradossalmente, il capitale oggi è meno moderno di ieri. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  36. Globalizzazione e creatività Essendo infatti fedele solo alla legge del plusvalore, il capitale in paesi quali la Cina, per esempio, può de-modernizzare se stesso senza troppi scrupoli. La modernizzazione non è stata un obiettivo del capitale. Ma è una delle conseguenze sociali che la negoziazione tra capitale e classe operaia ha posto in essere in quei paesi che sarebbero diventati industrializzati. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  37. Globalizzazione e creatività Infatti questa negoziazione delinea un quadro in cui le dimensioni sociali, culturali, politiche ed economiche sono scindibili. Il comunismo capitalistico è una delle prove più importanti di questa scindibilità. Ma ovviamente la coesistenza di questi due sistemi contrastanti crea non poche tensioni e conflitti sociali. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  38. Globalizzazione e creatività Dopo Hegel, essere moderni significa generalmente avere la capacità di seguire lo spirito del tempo, cioè lo spirito dello specifico momento in cui si vive, con tutte le sue caratteristiche. Se questa è la modernità, allora la nostra modernità è formata da costruzioni ibride. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  39. Globalizzazione e creatività Tali costruzioni emergono dall’incontro/scontro di processi economici, di sistemi socio-tecnici e culturali, nonché di organizzazioni sociali molto diverse. In questo quadro, è particolarmente cruciale la relazione tra il grado di innovazioni culturali e la velocità della diffusione tecnologica. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  40. Globalizzazione e creatività Se prevale il primo, la cultura può rimanere viva e flessibile; se prevale il secondo ciò può favorire l’omologazione e la rigidità o perfino comportamenti arretrati (uso dell’ecografia in Cina e India). Inoltre, il capitale ha una storia interna che minaccia sempre di riemergere. Ed è una storia di appropriazione selvaggia delle energie della classe lavoratrice. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  41. Globalizzazione e creatività Quando il capitale moderno incontra culture e sistemi sociali con aree di arretratezza e dispotismo, i suoi antichi comportamenti esplodono ancora. Per incrementare il processo di valorizzazione, il capitale non esita a mettere tutto il suo potere tecnologico al servizio del potere più arretrato (il ruolo di Google e Microsoft in Cina, per esempio). L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  42. Globalizzazione e creatività Così, accade che la modernità diventa anti-modernità, poiché ingloba sistemi e istituzioni che sono già stati sorpassati nella storia occidentale. Se la schiavitù o la semi-schiavitù diventano un mezzo per ottenere plusvalore, allora la schiavitù ri-appare. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  43. Globalizzazione e creatività Allo stesso tempo, altre contraddizioni derivano dalla natura dell’innovazione tecnologica che è altrettanto alla base della modernità. La macchina, che è basata su un principio di razionalità, contribuisce a creare un ambiente ‘razionale’ e laico. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  44. Globalizzazione e creatività Metto ‘razionale’ tra virgolette perché qui io non intendo parlare della razionalità, ma di una possibile razionalità. La secolarizzazione della società è stata una conseguenza anche della laicità dell’ambiente sociale che le macchine hanno contribuito a sviluppare, ma oggi c’è un uso molto intenso da parte delle organizzazioni religiose degli ICTs. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  45. Globalizzazione e creatività Inoltre, i sistemi socio-tecnici creano un mondo che oppone la città alla campagna, dove le tecnologie sono accumulate. Veblen (1904) sostiene che le macchine impongono una disciplina sociale basata sul nesso causa-effetto, l’adozione di misure precise e meccaniche, l’adattamento e la riduzione a unità standardizzate di tutti gli stili di vita, di ogni scopo e attività, bisogno, comodità e divertimento. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  46. Globalizzazione e creatività In altre parole egli descrive come la tecnologia razionalizza l’organizzazione e l’ordine sociale, anche a livello della struttura simbolica e dei valori. Le macchine sradicano le abitudini mentali antropomorfiche e obligano le persone ad adattarsi a questo nuovo modo di lavorare e di vivere. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  47. Globalizzazione e creatività Dopo tutto, Ferrarotti (1970, 111) ci ricorda che quando Marx parla delle macchine, egli implica o parla esplicitamente del sistema di fabbrica, con le sue norme e regole sociali. Cioè si parla della tecnica come di una struttura di potere che stravolge la tradizionale struttura sociale. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  48. Globalizzazione e creatività Se l’emblema della modernità può essere il guidatore, come Keyserling sostiene (1949), l’utilizzatore di cellulare può essere l’emblema della post-modernità, in cui le grandi narrazioni sono finite e in cui l’importanza dello strumento è spesso superiore allo spessore del contenuto. L. Fortunati – Milano – IULM 17 - 18 Marzo 2008

  49. Globalizzazione e creatività Secondo Manuel Castells (1996, 2000, 2002) and Castells et al. (2006), gli ICTs sono al centrodeicambiamentichecaratterizzanol’industrializzazionenellaglobalizzazione. Essirappresentano un cambiamentodiscontinuonelsistemaeconomico, sociale e culturale, poichéhannoimplicatoilpassaggiodaun’economia

  50. Globalizzazione e creatività capitalisticaintegrata a livellointernazionale a unaeconomiaglobaleche è capacedifunzionare come un’unità in tempo realesuscalamondiale. La premessaimportante per l’implementazionedegli ICT rimanesempre, come Laswellsostiene, l’alfabetismo (Flew, McElhinney, 2006).

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