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Dott.ssa Patrizia Enzi

Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo L’osservazione del bambino e del contesto come modalità operativa di base per definire l’intervento educativo. Dott.ssa Patrizia Enzi. Dal latino competentia, cum-petere , ovvero

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Presentation Transcript


  1. Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il CurricoloL’osservazione del bambino e del contesto come modalità operativa di base per definire l’intervento educativo. Dott.ssa Patrizia Enzi

  2. Dal latino competentia, cum-petere, ovvero “chiedere”…..“dirigersi a”, indica “piena capacità di orientarsi in determinati campi, ….”; ma evoca anche l’italiano competere, cioè far fronte a una situazione sfidante.

  3. Qualche chiarimento…… • Capacità: potenzialità innate di ognuno, che devono essere portate a compimento (es. mobilità articolare, coordinazione) • Abilità: operazioni concrete dell’agire umano, determinano la competenza. È un saper fare, una bravura. • Conoscenze: insieme di informazioni sui contenuti disciplinari appresi e posseduti da un soggetto.

  4. Cos’è una competenza? È l’agire personale di ciascuno, basato sulle conoscenze e abilità acquisite, adeguato, in un determinato contesto, a rispondere ad un bisogno, a risolvere un problema, a eseguire un compito, a realizzare un progetto. E’ un agire complesso che coinvolge tutta la persona e che connette, in maniera unitaria e inseparabile, i saperi (conoscenze) e i saper fare (abilità), i comportamenti individuali e relazionali, gli atteggiamenti emotivi, le scelte valoriali, le motivazioni e i fini. Per questo, nasce da una continua interazione tra persona, ambiente e società, e tra significati personali e sociali, impliciti ed espliciti.

  5. Una persona competente ha la capacità, l’esperienza, la preparazione per compiere una data attività, svolgere un dato compito…è un esperto.

  6. “La competenza è come un iceberg”L. M. Spencer – S. M. Spencer

  7. Competenza e competenze • Competenza: “ capacità professionale, sociale, contestuale strategica” • Competenze: “l’insieme delle prestazioni che caratterizzano una competenza”

  8. Competenza e scuola • L’introduzione del concetto di “competenza” nella pedagogia scolastica è abbastanza recente, e non esiste una sua definizione precisa. • Il concetto di competenza è legato alla capacità di usare consapevolmente ed efficacemente le conoscenze in rapporto a contesti significativi, che riguardano anche la soluzione di problemi.

  9. I diversi aspetti della competenza: • si definisce sia sul comportamentoosservabile, sia sull’insieme delle operazioni cognitive che si compiono “nella testa” dell’alunno;

  10. implica un “sapere” e un “saper fare”: le conoscenze non devono soltanto essere ripetute verbalmente, ma devono essere usate come strumenti d’azione (nella soluzione di problemi, per esempio);

  11. richiede la capacità non solo di fare, ma di spiegare come si fa e perché;

  12. sono rintracciabili aspetti “cognitivi” e “affettivi”, poiché essa coinvolge anche atteggiamenti (es: la disponibilità ad impegnarsi nel campo in cui ci si sente competenti,) e motivazioni (es: la spinta ad agire con successo ed efficacia).

  13. LE 8 COMPETENZE CHIAVE Con l’obbligo di istruzione, l’Italia punta all’Europa facendo proprie le competenze chiave per l’apprendimento permanente indicate dall’Ue il 18 dicembre 2006. Il regolamento sul nuovo obbligo di istruzione 22 agosto 2007 (G.U. n. 202 del 31 agosto 2007) contiene le Indicazioni nazionali sulle competenze e i saperi che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano.

  14. 1) Imparare ad imparare: acquisire un proprio metodo di studio e di lavoro. 2) Progettare: essere capace di utilizzare le conoscenze apprese per darsi obiettivi significativi e realistici. 3) Comunicare: poter comprendere messaggi di genere e complessità diversi nella varie forme comunicative (difficoltà a leggere, comprendere e a scrivere anche testi semplici). 4) Collaborare e partecipare: saper interagire con gli altri comprendendone i diversi punti di vista. (troppo spesso atteggiamenti conflittuali e individualistici).

  15. 5) Agire in modo autonomo e responsabile: saper riconoscere il valore delle regole e della responsabilità personale. 6) Risolvere problemi: saper affrontare situazioni problematiche e saper contribuire a risolverle. 7) Individuare collegamenti e relazioni: possedere strumenti che gli permettano di affrontare la complessità del vivere nella società globale del nostro tempo. 8) Acquisire ed interpretare l’informazione: poter acquisire ed interpretare criticamente l’informazione ricevuta valutandone l’attendibilità e l’utilità, distinguendo fatti e opinioni. (molti giovani sono destinatari passivi di una massa enorme di messaggi perché sono sprovvisti di strumenti per valutarli).

  16. Legge n. 53 del 28.03.2003 “ è promosso l’apprendimento in tutto l’arco della vita e sono assicurate a tutti pari opportunità di raggiungere elevati livelli culturali e di sviluppare le capacità e le competenze, attraverso le conoscenze e le abilità, generali e specifiche…” 

  17. Il concetto di competenza nelle nuove Indicazioni per il curricolo Oggi ogni persona si trova ricorrentemente nella necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere di pochi anni.

  18. Per questo l’obiettivo della scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri.

  19. La struttura delle nuove Indicazioni • CULTURA – SCUOLA- PERSONA: la cornice di senso – il ruolo della scuola • L’ORGANIZZAZIONE DEL CURRICOLO: l’ossatura e il collegamento con il curricolo delle istituzioni • LA SCUOLA DELL’INFANZIA: finalità – i campi di esperienza • LA SCUOLA DEL PRIMO CICLO: finalità - aree e discipline • I TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLA/E COMPETENZA/E

  20. La scuola dell’infanzia    ” Per ogni bambino o bambina, la scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza. […] Sviluppare la competenza significa imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e l’esercizio al confronto; descrivere la propria esperienza e tradurla in tracce personali e condivise, rievocando, narrando e rappresentando fatti significativi; sviluppare l’attitudine a fare domande, riflettere, negoziare i significati.”

  21. I bambini, le famiglie, l’ambiente di apprendimento • I bambini sono ricchi di potenzialità, ma oggi è difficile crescere: la scuola deve rinnovarsi • Le famiglie sono portatrici di risorse, ma devono essere aiutate, valorizzate e sostenute • L’ambiente di apprendimento: - scuola: contesto di relazione, di cura (don Milani) e di apprendimento - pedagogia attiva e e delle relazioni - capacità degli insegnanti di: 1. dare ascolto e attenzione a ciascun bambino 2. cura dell’ambiente, dei gesti e delle cose 3. accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più elaborate e consapevoli - vengono definiti il curricolo implicito e il curricolo esplicito

  22. Curricolo esplicito Apprendimento attraverso: • L’esperienza • L’esplorazione • I rapporti tra i bambini • I rapporti con la natura, gli oggetti, l’arte, il territorio e le sue tradizioni • Rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze • Attività ludiche

  23. Curricolo implicito • Spazio accogliente • Tempo disteso • Documentazione (tracce, memoria, riflessione, progressi) • Stile educativo (osservazione, ascolto, progettualità) • Partecipazione (corresponsabilità, dialogo. Cooperazione)

  24. I campi d’esperienza • Il sé e l’altro le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme 2. Il corpo in movimento identità, autonomia, salute 3. Linguaggi, creatività, espressione gestualità, arte, musica, multimedialità 4. I discorsi e le parole comunicazione, lingua, cultura • La conoscenza del mondo ordine, misura, spazio, tempo, natura

  25. Ogni campo d’esperienza presenta un primo inquadramento concettuale, in forma narrativa, ed una analitica individuazione dei traguardi di competenza da conseguire, al termine di ogni livello scolastico.

  26. Traguardi per lo sviluppo delle competenze “Al termine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, per i campi di esperienza e per le discipline, vengono individuati traguardi per lo sviluppo delle competenze. Tali traguardi, posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare, dai tre a quattordici anni, rappresentano riferimenti per gli insegnanti, indicano piste da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’alunno.”

  27. Le competenze sono considerate come qualcosa che si “sviluppa”, che richiede un certo periodo di tempo. Infatti, i “traguardi” si riferiscono alla fine della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado (il raggiungimento di un dato livello di competenza richiede un intero grado scolastico). Gli obiettivi diventano gli “intermediari” per assicurare lo sviluppo delle competenze stesse.

  28. Quindi : • Rappresentano punti di riferimento posti al termine dei più significativi snodi del percorso curricolare (fine scuola infanzia, fine scuola primo ciclo) • Non sono livelli di apprendimento • Nell’idea di competenza c’è quella di perfezionamento, il “migliorabile”. Perciò, sviluppare le competenze significa assumere un atteggiamento verso il perfezionamento

  29. Gli aspetti della competenza vengono raggiunti dal bambino in maniera progressiva e si “amalgamano” nel corso dell’esperienza. • Per acquisire competenza, è necessario impegnarsi in certe attività, con l’aiuto di una guida adeguata.

  30. Come posso verificare se il bambino ha sviluppato delle competenze? L’osservazione è la tecnica più utile!

  31. Osservare significa guardare, esaminare con attenzione; si osserva perché si vuole scoprire qualcosa.

  32. -        perchéosservare? -> obiettivi osservazione; -chi osservare? -> insegnanti, bambino, bambini; -        che cosa osservare? -> contenuti da individuare; -        comeosservare? -> strategie e metodologie da utilizzare; -        con quali strumenti osservare? -> strumenti e tecniche; -        chiosserva? -> Attori dell’osservazione; -       quando osservare? -> quali momenti e per quanto tempo; -        doveosservare? -> spazi e ambienti da individuare; -        come documentare-> l’osservazione?

  33. Non ci si deve limitare ad osservazioni isolate, sporadiche o fortuite, ma bisogna prevedere anche una certa sistematicità, eliminando così quelle possibili distorsioni derivanti da casualità. Metodologie di osservazione

  34. L’osservazione sistematica: -  frutto di un preciso progetto di indagine, caratterizzata da intenzionalità; -  delimita il fenomeno da osservare cogliendo le caratteristiche di un evento, di un insieme di eventi o di un individuo attraverso una griglia di registrazione dei comportamenti messa a punto secondo l’uso di strumenti e di criteri precisi; -   rinforza il fare quotidiano; - raccoglie e cataloga dati significativi per il portfolio o per altro strumento.

  35. L’osservazione occasionale: -         è utile per formulare prime ipotesi;-         può essere attuata in una fase iniziale;-         serve per stabilire su cosa concentrare l’attenzione. L’osservazione partecipe: - coinvolgimento e distanziamento dell’osservatore;- successiva interpretazione da parte di un gruppo

  36. Perché osservare?Si osserva per conoscere.

  37. Saper osservare è molto importante nella scuola dell’infanzia: • per conoscere i bisogni e le potenzialità di ciascun bambino; • per porre attenzione a tutta la persona del bambino; • per impostare, cambiare o migliorare la nostra metodologia di lavoro; • per definire con adeguatezza il progetto educativo • per verificare i cambiamenti avvenuti; • per documentare.

  38. Osservando il comportamento, le azioni e le reazioni dei bambini se ne possono rintracciare i tratti, gli stili cognitivi, gli aspetti del carattere da esplicitare, valorizzare e rafforzare, contenere e riequilibrare.L’osservazione rappresenta la metodologia indispensabile anche per realizzare e documentare il percorso formativo di ciascun bambino.

  39. Alcune regole fondamentali CONOSCERE E OSSERVARE PER CAPIRE. • Conoscere e osservare il contesto e non solo l’alunno. CAPIRE PER PROGRAMMARE. • Capire, discutere, elaborare per una efficace progettazione di gruppo. PROGRAMMARE PER INTERVENIRE. • Una progettazione efficace è un presupposto fondamentale per un intervento altrettanto efficace.

  40. L’oggetto principale delle nostre osservazioni è il bambino:i suoi messaggi verbali e non verbali;i suoi elaborati (soprattutto grafico pittorici);i suoi comportamenti;il suo punto di vista;le sue risorse e le sue potenzialità;i suoi traguardi di sviluppo e di apprendimento;le sue relazioni. Chi e che cosa osservare.

  41. Possiamo osservare un bambino perché non lo conosciamo bene o perché sta attraversando un periodo particolare;Possiamo osservare anche un gruppo di bambini per poter rilevare le dinamiche relazionali che emergono; L’osservazione è sempre selettiva, si sceglie cosa osservare:

  42. Possiamo osservare una situazione in un particolare momento della giornata (accoglienza, commiato), ecc. • Inizialmente si possono prendere in considerazione alcuni tipi di esperienza come: le routines (pasto, sonno, igiene personale..), il gioco e le attività libere, le attività strutturate.

  43. È importante osservare la dinamicità della situazione che ci si prospetta innanzi, le attività svolte, gli stati d’animo le emozioni di ogni singolo bambinole dinamiche di gruppo che si vengono a creare;

  44. l’osservazione aiuta a cogliere i vari aspetti della comunicazione interpersonale durante le attività svolte, prestando attenzione agli aspetti cognitivi e a quelli relazionali ed emotivi che emergono man mano.

  45. L’osservazione dei comportamenti • in classe • nei laboratori • in sala motricità DURANTE • la lezione frontale • il lavoro individuale • il lavoro di gruppo NEI CONFRONTI • dell’insegnante • degli altri insegnanti • dei compagni DURANTE • attività didattiche • attività ludiche

  46. Durante momenti diversi della giornata scolastica: • l’entrata - la ricreazione - la mensa - l’uscita Durante attività esterne alla scuola: • uscite didattiche – gite – corsi (es. nuoto) Dei compagni • con l’alunno; tra di loro; con gli insegnanti Degli operatori scolastici • con l’alunno; con gli alunni; tra di loro.

  47. Possibili campi di osservazione • Gioco • Relazioni tra coetanei • Comportamento comunicativo • Relazione insegnante/bambino • Bambino con bisogni educativi speciali • Comportamento emotivo • Disegno nella sua evoluzione • Dispiegarsi di una competenza narrativa • ………………………..

  48. Non si osserva solo il bambino, naturalmente, ma anche il contesto educativo, le famiglie, gli insegnanti e noi stessi.

  49. L’osservazione ci mette alla prova nel rapporto con i bambini, con i colleghi, con le famiglie, ma anche e soprattutto con noi stessi in un delicato lavoro di introspezione. L’osservazione, oltre che essere uno strumento di attenzione al bambino e di tutta la sua persona, può essere uno strumento molto valido per una verifica costante e una revisione del proprio procedere, in modo che ci si possa mettere continuamente in discussione attraverso un costante lavoro di autovalutazione .

  50. L’ osservazione delle relazioni. • In ogni situazione educativa sentimenti ed emozioni possono emergere in forme più o meno evidenti e, in tal senso, i gruppi giocano un ruolo molto importante. • Osservando attentamente i comportamenti e le espressioni del bambino, si può notare quanto siano rilevanti gli scambi relazionali per poter conquistare sicurezza, autostima, accettazione di sé e degli altri.

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