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Progetto FORMA - GENERE Provincia di Massa Carrara introduzione al BILANCIO di GENERE

Progetto FORMA - GENERE Provincia di Massa Carrara introduzione al BILANCIO di GENERE. a cura di Maria Grazia Anatra Luglio 2012. QUATTRO DOMANDE PER INIZIARE. 1 . Che cosa intendere per GENERE ? 2. Cosa significa pensare in ottica di GENERE ? 3. Che cosa è il BILANCIO DI GENERE ?

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Presentation Transcript


  1. Progetto FORMA - GENEREProvincia di Massa Carraraintroduzione alBILANCIO di GENERE a cura di Maria Grazia Anatra Luglio 2012

  2. QUATTRO DOMANDE PER INIZIARE 1. Che cosa intendere per GENERE ? 2. Cosa significa pensare in ottica di GENERE? 3. Che cosa è il BILANCIO DI GENERE? 4. Quali motivi per il BILANCIO DI GENERE?

  3. CHE COSA INTENDERE PER GENERE? Definiamo GENEREun insieme di concezioni socialmente acquisite e di pratiche discorsive e relazionali che tendono a normalizzare la differenza sessuale(Poggio, Murgia, De Bon, 2010) Il concetto di GENERE nato negli anni ‘70 per evidenziare l’asimmetria di potere tra donne e uomini ha l’intento di evidenziarne la NATURA SOCIALMENTE COSTRUITA E QUINDI MODIFICABILE (Scott, 1986 - Piccone Stella, Saraceno, 1996)

  4. CHE COSA SIGNIFICA PENSARE IN OTTICA DI GENERE? Molteplici gli approcci MODELLO INDIVIDUALISTA/FUNZIONALISTA della società e delle organizzazioni . Basato su differenze funzionali (legate alla maternità) tra uomini e donne. Si favorisce come correttivo un processo di assimilazione al modello maschile: acquisizione di competenze tecniche o rinforzando qualità trasversali tipicamente maschili (assertività, leadership, ecc.)

  5. CHE COSA SIGNIFICA PENSARE IN OTTICA DI GENERE? MODELLO centrato sulle DIFFERENZE STRUTURALI DELLA SOCIETA’ L’enfasi viene posta sulla visione patriarcale/maschilista che impronta la società, penalizzando la donna. Si favoriscono pertantopolitiche o misure di PARI OPPORTUNITA’,volte ad abbattere gli impedimenti a sostegno di una equilibrata partecipazione alla vita economica, sociale, politica.

  6. CHE COSA SIGNIFICA PENSARE IN OTTICA DI GENERE? 3. MODELLO CENTRATO sulle differenze circa i TRATTI DIPERSONALITA’ e STILI DI COMPORTAMENTO Si mettono in risalto ad es. l’assertività e all’autoaffermazione negli uomini, le capacitàrelazionalie la collaborazione nella donna. Ne consegue l’esigenza di prevedere un approccio diversificatonella gestione delle risorse umane, valorizzando le differenze (diversity management)

  7. CHE COSA SIGNIFICA PENSARE IN OTTICA DI GENERE? 4. MODELLO CENTRATO sulla DIMENSIONE CULTURALE (cultura organizzativa) risultante da processi di costruzione e negoziazione tra gli attori dell’organizzazione. In questo caso si tratta di promuovere il cambiamento tramite il sovvertimento di pratiche, atteggiamenti, costrutti relazionali spesso interiorizzati e taciti

  8. CHE COSA E’ IL BILANCIO DI GENERE? E’ un DOCUMENTO di bilancio che ANALIZZA e VALUTA in un’ottica di genere gli impegni economici-finanziari e dunque le SCELTE POLITICHE di un’Amministrazione Il Bilancio di genere trasforma il suo scopo nel percorso di attuazione: da uno STRUMENTO DI ANALISI del contesto da parte dell’Ente a STRUMENTO DI AVVIO AL CAMBIAMENTOdi politiche e strategie promosse dall’Ente.

  9. QUALI MOTIVI PER IL BILANCIO DI GENERE? Comprendere la ricaduta sulle donne e sugli uomini delle attività degli enti, tenendo fermo il valore della parità, costituzionalmente garantito, ma anche dall’esigenza di valorizzarele differenze di genere. Analizzare e valutare le politiche di un ente che agendo apparentemente in maniera “neutra” nei confronti dei propri stakeholder, in realtà produce effetti diversi sugli uomini e sulle donne. Integrare una prospettiva di genere nella definizione delle priorità e delle strategie di un ente

  10. ORIGINE E DIFFUSIONE DEL BILANCIO DI GENERE Le tappe fondamentali 1. L’Australia (1984) è il primo paese a sperimentare il bilancio di genere allargandosi poi ad altri paesi 2. Nel 1995 la Quarta Conferenza Mondiale sulle donne di Pechino individua nel bilancio di genere una delle azioni volte ad affermare il principio del gm 3. Il Parlamento europeo (2003) adotta bilancio di genere riconoscendolo come conseguente applicazione del gm 4. In Italia (dal 2002) da parte delle Province di Modena,Siena e Genova viene siglato un protocollo d’intesa per la diffusione del bilancio di genere, costruendo reti di buone pratiche 5. Ad oggi più di sessanta enti (Comuni, Province, Regioni) hanno adottato il bilancio di genere.

  11. IL QUADRO NORMATIVO A CUI FARE RIFERIMENTO LIVELLO EUROPEO 2003 Relazione al Parlamento Europeo sul Gender Budgeting di Fiorella Ghilardotti (Commissione per i Diritti della Donna) adottata dal Parlamento Europeo. LIVELLO NAZIONALE 2007 Direttiva “Misure per attuare parità e pari Opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche” (Pollastrini-Nicolais) 2009 D.L. 150 del 2009 (Decreto Brunetta) di riforma della Pubblica Amministrazione (art. 10) 2010 Legge 183 art. 21 istituzione “Comitati unici di garanzia per le pari opportunità… CUG) LIVELLO REGIONALE TOSCANO 2009L.R. 16 del 2009 Cittadinanza di genere (art. 13)

  12. I DESTINATARI DEL BILANCIO DI GENERE I DECISORI POLITICI allo scopo di conoscere caratteristiche ed esigenze della popolazione, definendo obiettivi e strategie IL PERSONALE DIPENDENTE al fine di rafforzare il senso di appartenenza, di responsabilità, di consapevolezza circa le ricadute dei servizi erogati GLI ATTORI DEI TERRITORI INTERAGENTI CON L’ENTE allo scopo di facilitare e rendere più efficace la loro interazione LA CITTADINANZA per informarla sull’utilizzo delle risorse pubbliche e sulle strategie perseguite

  13. IL BILANCIO DI GENERE COME STRATEGIE DI PERFORMANCE METODOLOGIA PROPOSTA relazione tra LETTURA DI GENERE DEL BILANCIO e GESTIONE DEL CICLO DELLA PERFORMANCE

  14. COME SI REDIGE UN BILANCIO DI GENERE Precisazione l’analisi di genere può interessare BILANCIO DI PREVISIONE o BILANCIO CONSUNTIVO (gender budgeting) (gender auditing) tuttavia è auspicabile che SI PARTA dalle POLITICHE EFFETTUATE per RIDEFINIRE e PROGETTARE quelle future

  15. COME SI REDIGE UN BILANCIO DI GENERE FASI FONDAMENTALI 1. ANALISI DEL CONTESTO 2. ANALISI DELLE POLITICHE E DEI PROGRAMMI 3. RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO SECONDO IL GENERE 4. ANALISI DEL PERSONALE 5. ANALISI DELLE ATTIVITA’ 6. INDIVIDUAZIONE DI OBIETTIVI E AZIONI DI MIGLIORAMENTO

  16. LE FASI DEL BILANCIO DI GENERE ANALISI DEL CONTESTO (importanza della raccolta disaggregata per genere dei dati) Obiettivo: definire la condizione femminile sul territorio e le eventuali discriminazioni AREA DI ANALISI : COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE ETA’ STRUTTURA FAMILIARE ISTRUZIONE E FORMAZIONE CONDIZIONE SOCIO-ECONOMICA - OCCUPAZIONE E POSIZIONE PROFESSIONALE - PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA POLITICA

  17. LE FASI DEL BILANCIO DI GENERE ANALISI DELLE POLITICHE E DEI PROGRAMMI Obiettivo: comprendere tramite l’analisi delle strategie programmatiche dell’ente , se e in quale misura tengano conto degli impatti sulla popolazione femminile AREA DI ANALISI: - PROGRAMMA DI MANDATO DEL SINDACO - PIANO ESECUTIVO DI GESTIONE (PEG) - RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA (RPP) - PIANO DELLA PERFORMANCE E RELAZIONE SULL A PERFORMANCE (D.l.150/09, art.10) *** significativa l’esistenza o meno di Piani di Azioni Positive ( Legge 125/91), oppure Piano di coordinamento degli orari (legge 53/2000)

  18. LE FASI DEL BILANCIO DI GENERE RICLASSIFICAZIONE DEL BILANCIO SECONDO IL GENERE Obiettivo: evidenziare l’impatto dell’allocazione delle risorse sulle donne e sugli uomini, facilitandone una lettura di genere. AREE DIRETTE ALLE PARI OPORTUNITA’ AREE INDIRETTE RISPETTO ALLA PERSONA E ALLA FAMIGLIA AREE INDIRETTE RISPETTO ALLA QUALITA’ DELLA VITA AREE INDIRETTE RISPETTO ALL’ AMBIENTE AREA RESIDUALE DI BILANCIO DELL’ENTE NB: La riclassificazione riguarda non solo le SPESE, ma l’intero bilancio, comprendendo dunque anche le ENTRATE

  19. LE FASI DEL BILANCIO DI GENERE ANALISI DEL PERSONALE Obiettivo: comprendere meglio le spese circa la dotazione organica e la strategicità per la sensibilità al genere di tale voce Area di analisi : ORGANIGRAMMA FEMMINILE E MASCHILE DATI DI TIPO DEMOGRAFICO Età, titolo di studio, disabilità, nazionalità DATI DI TIPO STRUTTURALE Livello contrattuale, distribuzione settoriale, orario di lavoro

  20. LE FASI DEL BILANCIO DI GENERE ANALISI DELLE ATTIVITA’ Obiettivo: individuare la ricaduta di genere dell’operato dell’ente attraverso la rilevazione di servizi, interventi, iniziative di specifica significatività in chiave di genere AREE DI ANALISI : - AREE DIRETTE ALLE PARI OPPORTUNITA’ - AREE INDIRETTE SERVIZI ALLA PERSONA - AREE INDIRETTE - SERVIZI PER LA QUALITA’ DELLA VITA E DELL’ AMBIENTE

  21. INDIVIDUAZIONE DI OBIETTIVI E AZIONI DI MIGLIORAMENTO Fonte essenziale per individuare gli obiettivi di miglioramento sarà l’intera attività di analisi di genere che ha condotto alla redazione del Bilancio di genere ELEMENTI IN POSSESSO ANALISI DI CONTESTO ANALISI DELLE POLITICHE E DEI PROGRAMMI ANALISI DELLA SPESA ANALISI DEL PERSONALE ANALISI DEI SERVIZI

  22. IL BILANCIO DI GENERE DIVENTA STRUMENTO DI PERFORMANCE (in situazione di perdurante crisi) INELUDIBILE MISURARE L’IMPATTO SULLE PERSONE delle scelte pubbliche Il BILANCIO DI GENERE diventa Strumento di CONSAPEVOLEZZA della progettualità dell’ente dell’erogazione dei servizi dei costi affrontati della capacità di rispondere alle esigenze Strategia di TRASPARENZA E VALUTAZIONE tramite una comunicazione chiara, semplice, efficace

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