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Il continuismo di Plutarco

Il continuismo di Plutarco. La teoria “zoopsicologica”. Rapporto di interdipendenza tra capacità percettive e cognitive: chi percepisce è dotato di pensiero e non si può pensare senza capacità di percepire Gradualità dell’intelligenza e delle capacità cognitive

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Il continuismo di Plutarco

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Presentation Transcript


  1. Il continuismo di Plutarco

  2. La teoria “zoopsicologica” • Rapporto di interdipendenza tra capacità percettive e cognitive: chi percepisce è dotato di pensiero e non si può pensare senza capacità di percepire • Gradualità dell’intelligenza e delle capacità cognitive • Il linguaggio è strettamente legato alle capacità cognitive : apprendimento, insegnamento e “auto” apprendimento

  3. Capacità percettive e cognitive De soll. anim. 960d Tutto quanto è dotato di percezione sensoriale (aisthéseos) è dotato pure di intelligenza (synéseos), e non esiste essere vivente che non possegga per natura opinione e ragione (dóxa kaì logismòs), così come capacità di percepire coi sensi (aísthesis) eimpulso (hormé).

  4. Capacità percettive e cognitive De soll.anim. 960c "Tutto ciò che è inanimato (ápsychon) in quanto privo di ragione (álogon) e intelligenza (anóeton), si oppone senz'altro a ciò che, assieme alla vita (metà psychês), possiede ragione (lógon) e intelletto (diánoian)".

  5. Capacità percettive e cognitive De soll. anim. 961a C’è appunto un’opera del filosofo naturalista Stratoneche dimostra come non esista affatto la facoltà di percepire con i sensi se manca quella di comprendere (toû noeîn). {...} Ne consegue come tutti gli esseri dotatidi percezione sensoriale (aisthánesthai) dispongono anche della facoltà di comprendere (tò noeîn).

  6. Capacità percettive e cognitive: contro la teoria stoica dell’oikeíosis De soll. anim. 960f È impossibile che esseri incapaci, per natura, di ragionare (logízesthai) , giudicare (krínein), ricordare (mnemoneúein) e prestare attenzione (proséchein) abbiano la capacità, conseguente alla percezione di ciò che è utile, di ricercare l’utile stesso e di conseguirlo, nonché di evitare e di sfuggire ciò che è motivo di danno e di dolore.

  7. Gradualità delle capacità cognitive De soll. anim. 962c. “Chi sostiene poi che quanto non è naturalmente idoneo (pephykòs) a ricevere la ragione nella sua forma compiuta non può neppure ricevere la ragione stessa,[...] non si rende conto di una palmare differenza La ragione (lógos), infatti, è ingenerata dalla natura (phýsei), mentre la ragione eccellente e perfetta (spoudaîos kaì téleios) è l’esito della cura e dell’educazione. Ed è per questo che tutti gli esseri animati (empsýchois) partecipano delle facoltà razionali (toû loghikoû);

  8. Gradualità delle capacità cognitive De soll. anim. 962c.sqq ...Come infatti esistono capacità di vedere e di volare fra loro differenti (perché falchi e cicale non vedono allo stesso modo, né volano ugualmente aquile e pernici), così non tutte le creature fornite di ragione (logikô) partecipano parimenti della destrezza e dell’acume intellettuale (eustrophías kaì oxútetos) nella loro forma più compiuta.

  9. Gradualità delle capacità cognitive De soll. anim. 962c.sqq Soclaro: È comunque straordinario come l’uomo sia superiore agli animali per facilità di apprendimento, perspicacia e per comportamenti che attengono alla giustizia e alla socialità. Autobulo: Eppure molti animali sono superiori a tutti gli uomini per dimensioni fisiche e velocità, quale per dimensioni fisiche e velocità, quale, d’altro canto, per acutezza visiva e sottigliezza dell’udito. Ma non per questo l’uomo è cieco o debole o sordo.

  10. Gradualità delle capacità cognitive De soll.anim.963b sqq. Dunque, analogamente, non dobbiamo dire neppure che gli animali, se anche ragionano (phroneî) in modo più debole e pensano (dianoeîtai) peggio di noi, sono completamente privi dell’attività del pensiero (dianoeîsthai), di una facoltà intellettiva (phroneîn) e della ragione (lógon) stessa. Diciamo piuttosto che essi posseggono una ragione (lógon) debolee torbida, come un occhio affetto da debolezza visiva e offuscato.

  11. Capacità cognitive e linguaggio: il caso degli uccelli • APPRENDIMENTO: La voce articolata non è pura mimesi ma è legata alla capacità di apprendere • INSEGNAMENTO E TRASMISSIONE DEI CANTI Esempio di Aristotele NON in relazione alla sfera più propriamentre linguistica ma a quella cognitiva • AUTOAPPRENDIMENTO

  12. Apprendimento De soll. anim. 972f Quanto a storni, corvi e i pappagalli che imparano a parlare (manthánontes dialégesthai) e che mettono a disposizione dei loro istruttori un’emissione vocale così plasmabile e imitativa da addestrare e da modulare, mi sembra che essi intervengano in difesa e a sostegno degli altri animali riguardo alla loro capacità di apprendere (manthánein), insegnandoci in un certo senso che dispongono sia di un modo di esprimersi razionale sia di una voce articolata (prophorikoû lógou kaì phonês enárthrou);

  13. Insegnamento De soll.anim. 973b “Dato poi che l’insegnamento (tò didáxai) implica una razionalità maggiore che l’apprendimento (logikóteron), bisogna senz’altro prestar fede ad Aristotele, quando asserisceche anche il primo è praticato dagli animali: un usignolo fu infatti scorto nell’atto di insegnare a cantare al proprio piccolo. A conferma delle parole di Aristotele depone inoltre il fatto che cantano peggio gli usignoli catturati da piccoli e allevati lontano dalle madri

  14. Autopprendimento: il caso della ghiandaia De soll.anim.973c sqq “Un barbiere, proprietario di una bottega a Roma, [...] aveva allevato una ghiandaia prodigiosa, capace di emettere un’infinita varietà di voci e suoni(polyphónou kaì polyphtóngou). Essa soleva ripetere sia le parole umane, sia i versi degli animali (phtóngous) e i suoni (psóphous) degli strumenti musicali, senza costrizione alcuna, ma semplicemente per abitudine personale e per il gusto di imitare e ripetere ogni cosa...

  15. Autopprendimento: il caso della ghiandaia ...Accadde poi che un ricco cittadino venisse trasportato da quella zona al luogo di sepoltura al suono di molte trombe. Durante la sosta abituale davanti alla bottega del barbiere, i trombettieri, acclamati e incitati, continuarono a suonare a lungo. La ghiandaia, a partire da quel giorno, era diventata completamente muta (áphtongos) e non faceva sentire la propria voce (phonén) neppure in caso di necessità vitali (anankaíois páthesin).

  16. Autopprendimento: il caso della ghiandaia ...Si trattava, a quanto sembra, di una esercitazione e di un ritiro in se stessa della capacità mimetica (mimetikoû), concentrata ad allenare la voce preparandola quasi si trattasse di uno strumento musicale. All’improvviso, infatti, questa dote si ripresentò e non si scatenò nelle solite vecchie imitazioni, ma eseguì la musica delle trombe con le stesse successioni, riproducendone ogni modulazione, ritmo e sonorità. Insomma, come già ho osservato, negli animali l’istruzione da autodidatta (automátheian) comporta una razionalità maggiore (logikotéran) di quanta non ne implichi la prontezza ad apprendere.

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