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Il caso Moro. Chi è stato Aldo Moro Note biografiche. Nasce a Maglie (Lecce) 23.09.1916. Laurea in Giurisprudenza a Bari nel 1938. Presidente nazionale Fuci nel 1939. 1945 Presidente Movimento Laureati Azione Cattolica.
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Chi è stato Aldo MoroNote biografiche • Nasce a Maglie (Lecce) 23.09.1916. • Laurea in Giurisprudenza a Bari nel 1938. • Presidente nazionale Fuci nel 1939. • 1945 Presidente Movimento Laureati Azione Cattolica. • 1946 Assemblea Costituente. Entra nella Commissione dei 75; assegnato alla prima Sottocommissione.
Moro alla Costituente • Svolse un ruolo fondamentale nell’elaborazione della Costituzione. • Oratore ufficiale della DC sui principi fondamentali della Costituzione. • Intervento marzo ’47: “fare una Costituzione significa cristallizzare le idee dominanti di una civiltà, significa esprimere una formula di convivenza, significa fissare i principi orientatori di tutta la futura attività dello Stato”. • Molti interventi sui rapporti civili, sulla disciplina della libertà personale, garanzie processuali, famiglia, libertà di insegnamento, organizzazione partiti, ecc.
Moro deputato e ministro • Eletto nell’aprile 1948 e poi sempre nelle legislature successive. • Sottosegretario agli Esteri 1948-1950. • Capogruppo alla Camera elezioni 1953. • Ministro alla Giustizia luglio’55-maggio’57. • Ministro Pubblica Istruzione dal maggio ’57 al febbraio ’59.
Moro docente universitario • 1941 Bari Giurisprudenza incarico di Filosofia del diritto – Lezioni Lo Stato. • 1951 professore ordinario di diritto penale a Bari poi a Roma dal 1963. • Jemolo ha scritto che Moro fu un insegnante scrupoloso. • Anche il 16 marzo 1978 avrebbe dovuto recarsi in Facoltà per la discussione delle tesi.
Moro Segretario DC1959-1963 • Dopo dimissioni di Fanfani, Moro fu eletto Segretario nel marzo 1959: doveva essere una candidatura provvisoria. • Centralità del partito nella società italiana e importanza dell’unità della DC. • Con la sua abilità di mediazione riuscì a far accettare alla DC nella sua integralità la formazione di governi di centro sinistra.
Moro Presidente del Consiglioe Ministro degli Esteri • Presiede 3 governi di centro sinistra tra dicembre 1963 e giugno 1968. Tante aspettative ma anche delusioni. • Dopo il 1968, fuori dal Governo, sollecitava il partito a sintonizzarsi sul quadro nuovo che la società prospettava. • Ministro degli Esteri (governi Rumor, Colombo, Andreotti): da agosto ’69 a giugno ’72 e poi da luglio ’73 a novembre ’74 (governo Rumor). • Presidente del Consiglio di nuovo tra novembre 1974 e luglio 1976. Aldo Moro con Ugo La Malfa durante un Consiglio dei Ministri (governo Moro-La Malfa 1974-1976).
Moro e il PCI • Osservatore attento della politica e dei cambiamenti nella società, dopo il 1968 divenne il riferimento più autorevole della politica italiana. • Favorì la formazione del governo Andreotti della “non sfiducia” (6 agosto 1976) come pure il governo Andreotti di solidarietà nazionale (16 marzo 1978) con il sostegno del PCI. • In questa operazione la regia prudente di Moro teneva conto delle pressioni americane su DC e sovietiche su PCI. • L’interpretazione più plausibile è che Moro stesse operando per assicurare al paese un processo di democrazia compiuta, democrazia dell’alternanza.
Morte di Moro • 16 marzo 1978 rapito da commando BR. • Confronto politico tra tesi della fermezza e quella più possibilista della trattativa. • Accorato appello del Papa agli “uomini della BR”. • Benché 5 pubblici processi, 2 commissioni parlamentari d’inchiesta, molti volumi di studio: rimangono troppe incertezze. • Scoppola: Il caso Moro come un macigno nella storia della repubblica; problema oscuro che ha condizionato il sistema politico italiano. Aldo Moro nel covo delle BR.
Caso Moro 1 • Uno dei più oscuri misteri della storia d’Italia. • Dilemma: difesa dello stato o salvezza di una vita umana? Dibattito intenso e febbrile che riguardava il rapporto tra etica e politica. • Il sequestro Moro spinse il Pci ad una fiducia sempre più convinta verso le istituzioni democratiche. Fu il momento del massimo avvicinamento tra DC e Pci; determinò l’inizio della reazione socialista.
Caso Moro 2 • Atti terroristici 1975 (702), 1976 (1198), 1977 (2128). • Obiettivo delle BR era di colpire la DC ritenuta cardine del SIM. Si voleva che la DC riconoscesse le BR e che cedesse alle loro imposizioni. • Moro era la figura emblematica del regime democristiano. • Le BR confidavano in una rivolta della base comunista dopo il 16 marzo: invece bandiere rosse e bandiere bianche insieme e masse di lavoratori alle manifestazioni di condanna del rapimento.
Caso Moro 3 • La responsabilità della morte di Moro è di chi l’ha ucciso, non dei mandanti occulti se ci furono. • Le BR fecero prevalere la logica della violenza; diverso problema è quello se lo Stato ha assolto il suo compito di tutela del cittadino Moro. • Le trattative avrebbero potuto aprire la strada ad una spirale di violenza. • Invece la linea della fermezza sconfisse sul piano morale politico le Br. Quella fermezza che cercò di saldare difesa delle istituzioni e rifiuto della violenza.
Caso Moro 4 • Il rifiuto della violenza fu il filo conduttore di una discussione che rifletteva un dibattito più ampio tra logica delle istituzioni e diritti delle persone. • In questa logica di rifiuto della violenza si pose Paolo VI con l’appello agli “uomini” delle BR. • Respingendo la violenza gli italiani sceglievano nuovamente la convivenza democratica. • La morte di Moro e il mancato rinnovamento politico e istituzionale di fine anni Settanta hanno segnato pesantemente la storia dell’Italia repubblicana.