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Dipartimento di prevenzione

Dipartimento di prevenzione. Salute e Sicurezza degli Studenti e del Personale nelle Scuole Secondarie di II grado della provincia di Trieste. Principali caratteristiche strutturali, di sicurezza ed igienico sanitarie delle scuole secondarie

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  1. Dipartimento di prevenzione Salute e Sicurezza degli Studenti e del Personale nelle Scuole Secondarie di II grado della provincia di Trieste Principali caratteristiche strutturali, di sicurezza ed igienico sanitarie delle scuole secondarie per garantireil benessere degli studenti e degli operatori Trieste, 3 dicembre 2012 Tecnico della PrevenzioneMauro PRIMOSSI

  2. Struttura Salubrità Sicurezza Manutenzione OMS Carta di Ottawa 1986

  3. Struttura • La norma di riferimento nazionale per l’edilizia scolastica, e quindi anche per le scuole superiori di secondo grado, è il: Decreto Ministeriale 18 dicembre 1975 “Norme tecniche aggiornate relative alla edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica, da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”. Il campo di applicazione di tale decreto va dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori OMS Carta di Ottawa 1986

  4. Struttura • Il D.M. analizza tutti gli aspetti delle strutture scolastiche compresi quelli relazionali e sociali, la possibilità di collegamenti con altre strutture ed altri servizi della comunità. • Nella parte introduttiva prescrive che le strutture scolastiche debbano essere localizzate e dimensionate già in sede di formazione dei piani urbanistici e/o regolatori. • Fa riferimento alle condizioni sociali, ecologiche, alla salubrità dell’area, al sviluppo demografico, al collegamento con altri istituti scolastici e ai servizi sociali, alla possibilità di raggiungere in tempi ragionevoli la scuola a piedi o con i mezzi pubblici, anche in funzione dell’età degli studenti. OMS Carta di Ottawa 1986

  5. Struttura • Nello specifico per quanto riguarda le condizioni ambientali e la salubrità della zona, indica come le scuole debbano essere ubicate: • in località aperta, possibilmente alberata e ricca di verde, che consenta il massimo soleggiamento … • lontana da depositi e da scoli di materie di rifiuto, da acque stagnanti, da strade di grande traffico … da industrie rumorose e dalle quali provengano esalazioni moleste e nocive … • in località non esposta a venti fastidiosi e non situata sottovento a zone da cui possano provenire esalazioni o fumi nocivi o sgradevoli Vediamo quindi che il legislatore, già nella parte iniziale, la localizzazione, si preoccupa di garantire particolari condizioni di salubrità OMS Carta di Ottawa 1986

  6. Struttura • Prevede il corretto dimensionamento della scuola in ragione della tipologia della stessa (età degli studenti e/o bambini), dei servizi e delle attrezzature necessari ad un processo educativo efficiente ecc. • Per quanto sopra: • scuola dell’infanzia -non inferiore alle 3 sezioni e non superiore alle 9 sezioni • scuola elementare (primaria di 1° grado) -non inferiore alle 5 classi e non superiore alle 25 classi • scuola media (primaria di 2° grado) -non inferiore alle 6 classi e non superiore alle 24 classi • scuola superiore (secondaria di 2° grado) -non inferiore alle 10 cassi e non superiore alle 60 classi OMS Carta di Ottawa 1986

  7. Struttura • L’area di sedime della costruzione • deve essere generalmente di forma regolamentare e possibilmente pianeggiante … • non deve insistere su terreni umidi … non ricadere in zone franose o potenzialmente tali • deve avere accessi comodi ed ampi … • deve consentire l’arretramento dell’ingresso principale rispetto al filo stradale … sufficiente sicurezza all’uscita degli alunni • non deve avere accessi diretti da strade statali e provinciali • l’area non coperta dall’edificio o edifici deve essere alberata, sistemata a verde ed attrezzata per consentire anche all’aperto le attività educative e ginnico sportive OMS Carta di Ottawa 1986

  8. Struttura • In relazione al tipo di scuola, e quindi in relazione all’età degli alunni e al numero di classi, la morfologia dell’ edificio deve essere concepita come un organismo architettonico omogeneo, ma anche flessibile, per adattarsi facilmente ad eventuali successive modifiche in relazione al continuo aggiornarsi e trasformarsi dei metodi didattici ed ai progetti pedagogici. • La progettazione deve tenere in considerazione la facile fruizione da parte degli allievi, attraverso gli spazi per la distribuzione orizzontale e verticale, di tutti gli ambienti della scuola, nelle loro interazioni e articolazioni, nonché raggiungere le zone all’aperto. OMS Carta di Ottawa 1986

  9. Struttura La progettazione del plesso scolastico in riferimento al suo sviluppo in verticale dovrà principalmente tenete conto dell’età degli allievi che lo frequenteranno, pertanto: -scuola dell’infanzia - piano terra - scuola elementare e media(primaria di 1° e 2° grado) - uno o due piani • scuola superiore(secondaria di 2° grado) - normalmente non più di tre piani E’ consentito ubicare ai piani seminterrati solamente locali di deposito o altri locali accessori Non sono considerati piani seminterrati quelli la cui metà del perimetro di base sia completamente fuori terra OMS Carta di Ottawa 1986

  10. Struttura CATEGORIE DI ATTIVITA’ Attività didattiche • aule normali, aule speciali, laboratori Attività collettive • biblioteca, attività integrative e parascolastiche, mensa Attività complementari • servizi igienici, atrio, percorsi interni, uffici, ecc. Attività sportive • palestra, spogliatoi, servizi depositi OMS Carta di Ottawa 1986

  11. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALL’UNITA’ PEDAGOGICA La classe costituisce il raggruppamento convenzionale per ogni tipo di scuola ad eccezione di quella materna. Ne consegue che l’aula destinata ad ospitare la classe deve essere concepita in funzione del tipo di scuola. L’aula deve consentire lo svolgersi delle materie di programma, accogliere nel suo ambito tutti gli arredi e attrezzature necessarie, essere flessibile e facilmente trasformabile (aula speciale), integrata spazialmente nella struttura scolastica e quindi con gli altri ambienti della scuola. OMS Carta di Ottawa 1986

  12. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALL’INSEGNAMENTO SPECIALIZZATO L’aula ad uso speciale deveospitare attività didattiche ben caratterizzate, consentire lo svolgersi delle materie di programma, accogliere nel suo ambito gli arredi e le attrezzature specifiche necessarie, banconi attrezzati, banchi da lavoro Essere corredata di locali e spazi accessori necessari per lo svolgimento dei programmi di insegnamento, essere dotata dei necessari impianti, possibilmente flessibili ed amovibili, di adduzione e scarico di gas, energia elettrica ed acqua Avere cappe aspiranti ed aspirazioni localizzate qualora le attività effettuatelo richiedano OMS Carta di Ottawa 1986

  13. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI A LABORATORI ED OFFICINE I laboratori e le officine, oltrechè possedere le caratteristiche delle aule già in precedenza descritte, dovranno essere progettate in funzione degli usi specifici del caso, con una maggior attenzione alle caratteristiche di carico dei solai e delle strutture portanti, per la presenza di macchinari o arredi particolarmente pesanti nonché ingombranti. In tali ambienti si dovrà porre particolare attenzione alla sicurezza sia degli studenti che dei docenti, in considerazione del fatto che anche gli studenti vengono identificati dalle vigenti norme in materia di sicurezza sul lavoro quali LAVORATORI a tutti gli effetti con tutto ciò che ne segue OMS Carta di Ottawa 1986

  14. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI RELATIVI ALLA COMUNICAZIONE, INFORMAZIONE E ATTIVITA’ PARASCOLASTICHE E INTEGRATIVE Rientrano in tali spazi le aule polivalenti, l’auditorium, l’aula magna, sono spazi che devono garantire la sicurezza, la massima flessibilità, essere dotati di ambienti di servizio necessari al loro funzionamento (cabina di proiezione, depositi ecc.), essere dotati di almeno un nucleo di servizi igienici ed avere un comodo accesso anche dall’esterno della scuola per facilitarne l’uso da parte della comunità locale. Rientrano in tali spazi anche la biblioteca e gli altri locali ad essa collegati, opportunamente arredati che devono permettere la consultazione il deposito e la classificazione dei volumi conservati OMS Carta di Ottawa 1986

  15. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER L’EDUCAZIONE FISICA E SPORTIVA Rientra in tali spazi la palestra, questa deve essere dimensionate ed arredata in base alla tipologia della scuola ed alle dimensioni della stessa. La superficie minima per una palestra è di mq. 200 mentre quella massima è di mq. 600. Deve essere opportunamente corredata di servizi igienici e spogliatoi con docce per gli allievi e per i docenti, depositi per riporre le attrezzature. Possibilmente dotata di un ulteriore accesso indipendente per consentire l’eventuale utilizzo da parte delle comunità in orario extra scolastico Rientrano in tali spazi anche le eventuali aree di gioco e attività ginnica all’aperto OMS Carta di Ottawa 1986

  16. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER L’AMMINISTRAZIONE Rientra in tali spazi il nucleo per la direzione e l’amministrazione della scuola, possibilmente ubicato al piano terra, che normalmente comprende: • ufficio del preside o direttore didattico • uno o più locali per la segreteria e l’archivio • sala insegnanti • servizi igienici ed eventuale spogliatoio per la presidenza e gli insegnanti OMS Carta di Ottawa 1986

  17. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER LA DISTRIBUZIONE In ogni tipo di scuola gli spazi per la distribuzione dovranno assumere la funzione sia di collegamento tra tutti gli spazi che di tessuto connettivo e interattivo, visivo e spaziale di tutto l’organismo architettonico. Devono consentire nelle varie articolazioni, rapporti di scambio non formalizzati tra tutti i fruitori della scuola. Li possiamo suddividere in: • distribuzione verticale • distribuzione orizzontale OMS Carta di Ottawa 1986

  18. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER LA DISTRIBUZIONE La distribuzione verticale in edifici a più piani dovrà essere assicurata da almeno una scala normalee da una scala di sicurezza, anche esterna Le scale devono: • essere in numero tale da non servire più di 10 aule per piano • avere larghezza della rampa non inferiore a m. 1.20 • avere ripiani di larghezza e profondità consona • avere gradini di forma rettangolare con alzata non superiore a cm. 16 e pedata non inferiore a cm. 30 • essere dotate di ogni accorgimento al fine di evitare incidenti Deve in ogni caso essere presente un ascensore idoneo per disabili od altro sistema di abbattimento delle barriere in conformità al D.M. 236/89 OMS Carta di Ottawa 1986

  19. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER LA DISTRIBUZIONE La distribuzione orizzontale negli edifici scolastici dovrà essere assicurata da corridoi, disimpegni ed atri di adeguate dimensioni in rapporto ai flussi di transito previsti I corridoi devono: • avere larghezza non inferiore a m. 2.00 qualora utilizzati dagli studenti • avere larghezza non inferiore a m. 2.50 qualora utilizzati dagli studenti e sia previsto il posizionamento di arredi o armadietti lungo gli stessi • essere dotati di ogni accorgimento al fine di evitare incidenti Devono in ogni caso assicurare la percorrenza alle persone disabili in conformità al D.M. 236/89 OMS Carta di Ottawa 1986

  20. Struttura CARATTERISTICHE DEGLI SPAZI PER I SERVIZI IGIENICO SNITARI E PER GLI SPOGLIATOI I servizi igienici, dimensionati in ragione di uno per classe, devono essere dotati di antibagno completo di lavabi, ed essere areati naturalmente o mediante impianto di aspirazione forzata. Devono inoltre essere: • divisi per sesso • edilmente separati dall’antibagno • protetti dai raggi solari e devono garantire la privacy • avere porte apribili verso l’esterno con serratura di sicurezza • avere impianti con sistema di cacciata d’acqua • avere colonne di scarico opportunamente dimensionate, dotate di sfiato al tetto • essere piastrellati fino ad un altezza di 2.00 m. Deve essere presente un servizio igienico idoneo per disabili ad ogni piano D.M. 236/89 OMS Carta di Ottawa 1986

  21. Struttura OMS Carta di Ottawa 1986

  22. Struttura OMS Carta di Ottawa 1986

  23. Struttura OMS Carta di Ottawa 1986

  24. Struttura CONDIZIONI DI ABITABILITA’ “Ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni suo spazio o locale deve essere tale da offrire a coloro che lo occupano condizioni diabitabilità soddisfacenti per tutto il periodo di durata ed uso ...” • condizioni acustiche • condizioni dell’illuminazione e del colore • condizioni termoigrometriche e purezza dell’aria • condizioni di sicurezza • condizioni d’uso dei mezzi elementari o complessi • condizioni di conservazione OMS Carta di Ottawa 1986

  25. Struttura CONDIZIONI DI ABITABILITA’ Prescrizioni relative alla tenuta d’aria La chiusura esterna considerata nel suo insieme (pareti, infissi, giunti, ecc.) deve assicurare una tenuta … praticamente “stagna” Prescrizioni relative alla tenuta all’acqua Le chiusure esterne verticali ed orizzontali considerate nel loro complesso (pareti, infissi, giunti, ecc.) deve assicurare l’impossibilità di infiltrazioni di acqua di pioggia … Prescrizioni termoigrometriche Gli impianti di riscaldamento devono garantire nella stagione invernale una temperatura di 20°C + o – 2°C OMS Carta di Ottawa 1986

  26. Struttura CONDIZIONI DI SICUREZZA Le condizioni di sicurezza riguardano principalmente: • la stabilità degli edifici • lasicurezza degli impianti • la difesa dagli agenti atmosferici • la difesa dai fulmini • la difesa dagli incendi • la difesa microbiologica OMS Carta di Ottawa 1986

  27. Struttura CONDIZIONI DI SICUREZZA Per quanto concerne la stabilità dovrà essere osservato quanto segue: nella redazione del progetto e dei calcoli di dimensionamento delle strutture, eseguita secondo i principi della scienza delle costruzioni, e nell'esecuzione dei lavori ci si dovrà attenere rigorosamente a tutte le norme generali e locali vigenti. i solai, qualunque sia il tipo adottato, dovranno avere un grado di rigidezza tale da evitare inconvenienti di qualsiasi genere (deformazioni delle strutture, distacchi da altri elementi della costruzione, fessurazione dei pavimenti, ecc.). OMS Carta di Ottawa 1986

  28. Struttura CONDIZIONI DI SICUREZZA • i sovraccarichi accidentali da adottare sui solai e coperture sono i seguenti: • coperture impraticabili 150 Kg/m2 • laboratori con attrezzatura leggera 500 Kg/m2 • laboratori con attrezzatura pesante 1000 Kg/m2 • palestre 500 Kg/m2 • scale e terrazze praticabili 400 Kg/m2 • tutti gli altri locali 350 Kg/m2 • Particolare cura dovrà porsi nei calcoli ove i solai sono destinati a ricevere macchinari e quindi con la presenza di carichi concentrati e nei calcoli delle azioni derivanti da vento e neve, tenendo conto delle condizioni locali di clima e di disposizione, OMS Carta di Ottawa 1986

  29. Struttura CONDIZIONI DI SICUREZZA Tuttigli impianti, comprese le relative forniture di apparecchi, dovranno essere tali da non causare danni diretti o indiretti alle persone che li usano. Dovranno essere osservate tutte le norme vigentiin materia di: prevenzione infortuni e sicurezza sul lavoro prevenzione incedi Le sorgenti luminose d'illuminazione artificiale poste in laboratori, officine, palestre, ecc., dovranno essere opportunamente protette daipericoli derivanti da urti, vibrazioni, vapori, esalazioni corrosive, ecc. Nella progettazione e nella esecuzione di opere relative ad ambienti ove si svolgono attività di movimento saranno da evitarsi le cause di possibili infortuni degli alunni. OMS Carta di Ottawa 1986

  30. Struttura CONDIZIONI D’USO Le condizioni di abitabilità debbono essere raggiunte e conservate, compatibilmente con le esigenze da assolvere, con manovre semplici per il funzionamento di apparecchi, per la apertura o chiusura di finestre, per l'inclusione o l'esclusione di impianti e di sistemi di ventilazione, ecc.. All'atto della consegna dell'edificio l'Ente che ha provveduto alla costruzione dovrà fornire alla scuola una particolareggiata descrizione sulla gestione degli impianti, sui livelli di agibilità, sul tipo e complessità delle manovre e sull'uso dei mezzi elementari o complessi OMS Carta di Ottawa 1986

  31. Struttura • Oltre il D.M. 18 dicembre 1975 sono poi da tenere in considerazione, sempre per la parte strutturale e se presenti, i regolamenti locali specifici, quali: • Regolamento Edilizio Comunale • Regolamento di Igiene • Regolamento di Igiene del Suolo e dell’Abitato OMS Carta di Ottawa 1986

  32. Struttura • DOCUMENTAZIONE INDISPENSABILE • Fondamentale la presenza di: • Certificato di agibilità o/e collaudo • Certificato di prevenzione incendi (CPI) • Dichiarazioni di conformità o di rispondenza impianti elettrici • Libretti e Verbali di verifica iniziale e periodica per gli impianti di sollevamento: ascensori, montacarichi, sollevatori • Libretti, dichiarazioni di conformità e Verbali di verifica per gli impianti termici • Eventuali altre certificazioni riguardanti altri impianti presenti OMS Carta di Ottawa 1986

  33. Struttura • CONSIDERAZIONE A MARGINE • Molte delle attuali strutture scolastiche della provincia di Trieste , non nascono da una progettazione specifica per tale fine ma dalla modifica o ristrutturazione di ambienti e spazi originariamente destinati ad uso residenziale od altri usi • Questo aspetto, non trascurabile, comporta varie difficoltà per l’adeguamento delle strutture alle norme specifiche, quali il D.M. 18 dicembre 1975 e D.M. 236/89 “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, adattabilità e la visitabilità … ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche • Comporta anche una maggior difficoltà nell’organizzazione generale degli spazi al fine di una migliore razionalizzazione delle attività scolastiche da svolgere. OMS Carta di Ottawa 1986

  34. Salubrità • La salubritàdi una STRUTTURA SCOLASTICA come peraltro di un qualsiasi altro edificio è rappresentata da idonee condizioni di: • -isolamento • - illuminazione • - ventilazione • - microclima • - protezione contro il rumore OMS Carta di Ottawa 1986

  35. Salubrità DIFESA DALL’UMIDITÀ isolamento e sopraelevazione rispetto al terreno sistemato esterno: il pavimento interno deve avere una quota superiore dialmeno 15 cm. rispetto a quella del terreno sistemato, il quale deve essere impermeabilizzato per una larghezza di almeno 80 cm. inoltre sotto il solaio dei “vani utili“ dovrà essere presente una cassa d’aria (vuoto sanitario) di spessore maggiore o uguale a 20 cm. dovranno essere inoltre adottati sistemi di isolamento delle murature al fine di evitare fenomeni di risalita dell’umidità per capillarità Sarebbe inoltre opportuno dotare la struttura di idonee intercapedini esterne lungo le murature perimetrali Come indicato anche dal D.M. non sono ammessi vani utili nei piani interrati o seminterrati OMS Carta di Ottawa 1986

  36. Salubrità ILLUMINAZIONE E VENTILAZIONE Tutti i “vani utili” in questo caso: aule, aule speciali, uffici, palestre, laboratori, mense, sevizi igienici, ecc. devono essere dotati di adeguata ventilazione ed illuminazione naturale tale illuminazione e ventilazione deve essere garantita da superfici finestrate apribili e trasparenti pari ad almeno 1/8 della superficie in pianta dei locali, in alternativa si faccia riferimento a quanto disposto dal D.M. di riferimento Le superfici finestrate devono possedere sistemi di apertura facilmente fruibili e che non rappresentino pericolo per chi li aziona In deroga a quanto sopra i servizi igienici ed i loro disobblighi possono essere dotati di impianti di aspirazione forzata che garantiscano un ricambio minimo di 5 volumi/ora, con canna di esalazione al tetto OMS Carta di Ottawa 1986

  37. Salubrità ALTEZZE DEI VANI Anche l’altezza dei vani rappresenta una caratteristica di salubrità, in quanto è un fattore che insieme alla superficie in pianta, origina la volumetria degli ambienti. per le aule, laboratori e simili l’altezza minima come riportato in tabella del D.M. è di m. 3.00 per i passaggi, percorsi, corridoi e servizi igienici l’altezza minima è di m. 2.40 per gli uffici ed altri ambienti ad uso direzionale l’altezza minima è di m. 2.50 Per gli altri ambienti specifici si faccia riferimento alla tabella del D.M. OMS Carta di Ottawa 1986

  38. Salubrità CARATTERISTICHE TERMOIGROMETRICHE Tutti i vani devono essere opportunamente riscaldati nella stagione invernale, la temperatura ottimale a cui tendere sono i fatidici 20°C indicati dal D.M. Nei periodi estivi per evitare l’eccessivo innalzamento della temperatura, non essendo presente in alcun istituto un impianto di climatizzazione o trattamento dell’aria, si può contare solamente sulle superfici finestrate e sui sistemi oscuranti. Lo stesso discorso vale per il tenore di umidità che potrebbe essere modificabile solamente mediante appositi impianti OMS Carta di Ottawa 1986

  39. Salubrità INFILTRAZIONI E SPANDIMENTI Quello delle infiltrazioni è un grosso problema in parecchie strutture scolastiche, particolarmente frequente in strutture che presentano “coperture piane”, a volte generato da una non corretta esecuzione delle impermeabilizzazioni in fase costruttiva, o per lo più generato dalla vetustà o dalla mancata manutenzione dell’edificio Infiltrazioni possono generarsi anche dai serramenti esterni, dai giunti di dilatazione dai discendenti delle gronde ecc. Vi sono poi gli spandimenti originati dai servizi igienici, dagli impianti idrici o termici In ogni caso rappresentano un grosso problema igienico sanitario aumentando l’umidità, favorendo il proliferare di muffe e funghi, ed esponendo studenti e professori a rischi sanitari OMS Carta di Ottawa 1986

  40. Sicurezza Legata in buona parte ad una corretta manutenzione della struttura e degli impianti ad essa asserviti, nonché al rispetto delle norme antinfortunistiche (D.Leg.vo 81/08), deve essere correlata a dei comportamenti corretti sia degli studenti che del personale docente e degli operatori OMS Carta di Ottawa 1986

  41. Sicurezza ILLUMINAZIONE NATURALE ED ARTIFICIALE • Un’illuminazione sufficiente è fondamentale per raggiungere buoni livelli di acuità visiva, di sicurezza e di accuratezza nel compiere gli spostamenti e le varie attività all’interno dell’istituto (dai 100 ai 300 lux). • L’intensità di illuminazione necessaria varia in rapporto a diversi fattori, i bambini e gli adolescenti ne richiedono meno degli anziani, “zone delicate o particolarmente pericolose” richiedono un’ illuminazione più intensa. • Una corretta illuminazione deve evitare i fenomeni di abbagliamento ed essere il più possibile omogenea, in modo da non creare zone d’ombra in particolare nelle aree di collegamento, quali corridoi, scale ecc. o ove presenti dei salti di livello del pavimento, come piccoli gradini non evidenziati da differenze di colore o di materiale. OMS Carta di Ottawa 1986

  42. Sicurezza ILLUMINAZIONE NATURALE ED ARTIFICIALE • È da preferire l’illuminazione naturale ogni qual volta le condizioni interne ed esterne all’edificio lo consentono, non solo per motivi economici, ma soprattutto per motivi psicologici, per il senso di libertà e di contatto con il mondo esterno che tale tipo di illuminazione determina. • L’illuminazione naturale è rapportata alle dimensioni delle finestre, alla superficie ed all’altezza dei vani, all’esposizione dell’edificio, all’altezza dell’architrave delle finestre ed alla distanza da edifici attigui o altri ostacoli. • Nelle strutture è indispensabile ed obbligatorio provvedere ad un impianto di luci di emergenza. • Non bisogna mai effettuare spostamenti in assenza di illuminazione OMS Carta di Ottawa 1986

  43. Sicurezza PAVIMENTI • Le caratteristiche del pavimento rappresentano una delle principali causa di caduta. Sono pericolosi i pavimenti molto lucidi di marmo o granito, trattati con cere e sostanze che ne aumentano la scivolosità. Il rischio può aumentare in particolari situazioni quali la presenza di acqua o vaporacqueo che si può verificare in ambientiumidi quali il bagno o anche in altri ambienti in caso di ribaltamentoaccidentale di liquidioaltro. • I pavimenti devono essere semprecontinui, senza sconnessioni in modo da evitare la possibilità di inciampo; soprattutto quelli in legno, magari antichi, tendono a sollevarsi oppure formano dei distacchi tra i singoli elementi per cui necessitano di una costantemanutenzione. OMS Carta di Ottawa 1986

  44. Sicurezza PAVIMENTI • Va segnalata mediante apposita cartellonistical’effettuazione di pulizie con liquididetergenti che rendono il pavimento scivoloso. • I pavimentiesterni di terrazzi, balconi, giardini, esposti agli agenti atmosferici, umidità, pioggia, neve, ecc., devono assicurare un maggiorcoefficiente di attrito rispetto a quelli interni e possedere caratteristiche di antigelività per non incorrere in rotture e distacchi che li renderebbero sconnessi e pericolosi; per tale motivo anche l’ ancoraggio al sottostante massetto deve avvenire utilizzando prodotti antigelivi. OMS Carta di Ottawa 1986

  45. Sicurezza SCALE • La sicurezza delle scale fisse dipende dalle loro caratteristiche costruttive e geometriche. • Devono presentare andamento regolare ed omogeneo per tutto il loro sviluppo con pendenza limitata e costante; una pendenza attorno ai 30° rappresenta la situazione ideale. • La pendenza deriva dal rapporto alzata/pedata del gradino; l’alzata non deve essere eccessiva onde evitare che la scala sia troppo ripida, la pedata deve essere sufficientemente profonda onde assicurare il corretto posizionamento del piede. • Il rapporto ideale tra alzata e pedata è dato da 2 x alzata + 1 pedata = 62-64cm, naturalmente prevedendo una pedata sufficientemente profonda e quindi non meno di 29-30 cm. OMS Carta di Ottawa 1986

  46. Sicurezza SCALE • Un tanto consente di percorrere la scala in sicurezza sia in discesa che in salita in assenza di sforzo eccessivo. • Anche l’interruzione della rampa con un pianerottolo contribuisce a diminuire la fatica della salita soprattutto per persone anziane o con difficoltà deambulatorie. • I gradini devono essere a pianta preferibilmente rettangolare, in materiale non scivoloso e con profilo continuo a spigoli arrotondati. • Il Decreto Ministeriale n. 236 del 14 giugno 1989 stabilisce la larghezza minima delle scale distinguendo in: • scale che costituiscono parte comune o siano di uso pubblico 120 cm. • scale che non costituiscono parte comune o non sono di uso pubblico, quali quelle a servizio di un'unica unità abitativa (interne ed esterne) 80 cm. OMS Carta di Ottawa 1986

  47. Sicurezza SCALE • Le scale devono essere dotate di adeguata protezione verso il vuoto e di corrimano posto ad altezza pari a 90-100 cm. • Il corrimano deve essere prolungato per almeno 30 cm oltre il primo e l’ultimo gradino, deve essere di facile presa, avere preferibilmente un diametro di 4 cm, essere realizzato in materiale resistente senza asperità che possano causare ferite, ed essere distante almeno 4 cm da eventuali pareti o ringhiere. Possibilmente istallato su ambedue i lati. • Le scale devono essere sempre ben illuminate sia con luce naturale che con adeguato impianto di illuminazione artificiale e mai percorse al buio; la sorgente luminosa, naturale o artificiale, deve essere posta, ove possibile, lateralmente in modo da evitare fenomeni di abbagliamento. OMS Carta di Ottawa 1986

  48. Sicurezza SCALE • In caso di illuminazione artificiale temporizzata, il tempo deve essere calcolato in modo da garantire con ampio margine il percorso di tutta la scala anche da parte di persone con tempi di percorrenza lenti derivanti da minori abilità. • E’ opportuno che gli interruttori di comando dell’illuminazione artificiale siano posti sia all’inizio che alla fine della rampa scale e siano ben evidenziati e riconoscibili. • Particolarmente rischioso è l’utilizzo di scale con gradini a pianta diversa da quella rettangolare ad esempio triangolare ( piè d’oca) o trapezoidale; la parte più internadei gradini di questo formato rappresenta una situazione di pericolo perché viene impedito un corretto appoggio del piede con conseguente possibilità di caduta, soprattutto in discesa. OMS Carta di Ottawa 1986

  49. Sicurezza SCALE • In corrispondenza dei pianerottoli e anche sui singoli gradini va evitata la presenza di oggetti ingombranti quali fioriere, piante ornamentali, mobilio ecc. in quanto riducono lo spazio calpestabile e rappresentano possibilità d’inciampo e conseguente caduta. • Va evitata l’applicazione di corsie o tappeti in quanto, se non ben fissati o con discontinuità, rappresentano possibilità di caduta diventando uno strato altamente scivoloso interposto tra suola della scarpa e pavimento. • Altrettanto pericolosa è l’evenienza di porte che si aprono direttamente sulle rampe di scale o su pianerottoli senza garantire un sufficiente spazio per il corretto transito. OMS Carta di Ottawa 1986

  50. Sicurezza SCALE • Va segnalata mediante apposita cartellonistica soprattutto nelle parti comuni l’effettuazione di pulizie con liquidi detergenti che rendono il pavimento scivoloso. • Singoli gradini che interrompono un percorso piano devono essere adeguatamente segnalatimediantefasce di materiale diverso o di diverso colore oppure con adeguata segnaletica. OMS Carta di Ottawa 1986

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