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1. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL
2. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL La luna e i fal scriveva Pavese in una lettera -
il libro che mi portavo dentro da pi tempo e che ho
pi goduto a scrivere. Tanto che credo che per un
pezzo, forse sempre, non far pi altro.
3. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Scritto quasi di getto in due mesi, fra il
settembre e il novembre del 1949, La luna e i
fal rappresenta l'opera della maturit dello
scrittore piemontese.
4. Prof. Mario Morcellini VITA DI CESARE PAVESE Cesare Pavese nasce il 9 settembre 1908 a Santo Stefano
Belbo, un paesino delle Langhe in provincia di Cuneo.
Per breve periodo fu direttore della rivista La Cultura.
Si profila subito la storia di un destino tragico e amaro,
evidenziato da un disperato bisogno damore, da una ricerca di
apertura verso gli altri, verso il mondo, verso le relazioni
interpersonali, destino di solitudine, di amarezza, di disperata
sconfitta. Una grande dicotomia tra lattrazione per la solitudine
e il bisogno di non essere solo.
5. Prof. Mario Morcellini VITA DI CESARE PAVESE Dibattuto tra gli estremi di una orgogliosa affermazione di s e della
constatazione di una sua inadattabilit alla vita, Pavese sceglie fin da
ragazzo la letteratura come schermo metaforico della sua condizione
esistenziale (Venturi), in essa cercando la risoluzione dei suoi conflitti
interiori.
6. Prof. Mario Morcellini VITA DI CESARE PAVESE Nel 1936 compare a Firenze, per le edizioni Solaria, la prima raccolta di
poesie Lavorare stanca che comprendeva le poesie scritte dal 1931 al
1935 e che fu letta da pochi. Una seconda edizione, comprendente
anche le poesie scritte fino al 1940, fu pubblicata nel 1942 da Einaudi.
7. Prof. Mario Morcellini VITA DI CESARE PAVESE Dal 1936 al 1949 la sua produzione letteraria ricchissima. Alla fine della
guerra si iscrisse al PCI e pubblic sull'Unit "I dialoghi col compagno" (1945)
mentre nel 1950 pubblica "La luna e i fal", vincendo nello stesso anno il
Premio Strega con "La bella estate".
Il 27 agosto 1950, in una camera d'albergo a Torino, Cesare Pavese, a soli
42 anni, si tolse la vita.
Solo un'annotazione, sulla prima pagina dei Dialoghi con Leuc, sul comodino
della stanza Perdono tutti e a tutti chiedo perdono....
8. Prof. Mario Morcellini Potevo spiegare a qualcuno che quel che cercavo
era soltanto di vedere quello che avevo gi visto?"
9. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Il romanzo viaggia su due piani paralleli. Uno legato al passato, con un percorso della memoria articolato in estesi flash-back. Laltro piano corre lungo i binari del presente.
Il racconto di un Ritorno
10. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Vi anche la riflessione politica appena accennata, ma ugualmente profonda di un personaggio fondamentale quale Nuto.
11. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL In un paese diviso, dove i morti continuano a
riaffiorare dalla terra e ad alimentare lodio egli il
marxista del villaggio, che conosce le ingiustizie, ma
vede le difficolt e le ragioni di ogni parte, che riflette
con lucidit sulla situazione del dopoguerra, ma allo
stesso tempo crede nel potere della luna e nelle
capacit magiche dei fal accesi nella notte di San
Giovanni di risvegliare le campagne.
12. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Nel significato del titolo "La luna e i fal vi il chiaro
riferimento mitico al ciclo delle stagioni che affianca
tutte le vicende del destino dell'uomo.
La luna, che ha qui funzione di simbolo, serve a
scandire il ritmo dell'opera e ad instaurare il rapporto
tra la terra e il cielo.
13. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Ai bagliori dei fal, che venivano accesi di notte
durante le feste contadine e riflettendosi nel cielo
rappresentavano per il bambino un momento magico e
di scoperta, si contrappongono altri fal che
comportano per il protagonista la perdita delle illusioni
e la decisione di lasciare il paese.
14. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Ambiente sociale: la maggior parte dei personaggi
del romanzo sono di bassa estrazione sociale,
contadini o artigiani.
Differenza tra ci che si vorrebbe essere e ci che si
.
15. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:LA TRAMA
Anguilla, protagonista e io narrante, torna nelle sue Langhe
nellimmediato dopoguerra dopo molti anni passati in America; e,
nel paese natio, intraprende una sorta di pellegrinaggio alla
ricerca delle proprie radici, avendo per guida lamico dinfanzia
Nuto, falegname e suonatore di clarino, ma soprattutto anima
integra e pura.
16. Prof. Mario Morcellini Non sapevo che crescere vuol dire andarsene, invecchiare, veder morire, trovar la Mora comera adesso. C. Pavese, La luna e i fal, capitolo III.
17. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI
La nostalgia, i luoghi dell'infanzia e dell'adolescenza, la memoria,
la solitudine, lo sradicamento, la malinconia, la Resistenza, la
paternit mancata, la civilt contadina con i propri rassicuranti riti,
l'ingiustizia del mondo, l'amicizia, il rapporto con le donne sono
alcuni dei temi principali affrontati da Pavese.
18. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI Il protagonista si rende conto degli orrori della guerra, e di
come il mondo rurale nel quale cresciuto non esista pi, se
non nel suo ricordo.
Fa un sole su questi bricchi, un riverbero di grillaia e di tufi che mi
ero dimenticato. Qui il caldo pi che scendere dal cielo esce da
sotto [] un caldo che mi piace, sa un odore: ci sono dentro
anchio a questodore, ci sono dentro tante vendemmie e fienagioni
e sfogliature, tanti sapori e tante voglie che non sapevo pi davere
addosso.
C. Pavese, La luna e i fal, capitolo V.
19. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI
La fuga e il ritorno
Il tempo
la citt e la campagna
LAmerica
20. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI La fuga e il ritorno
il protagonista torna nel suo paesino; una riscoperta dei luoghi della memoria;
ritornare con la mente a quella che stata la sua vita da ragazzo;
ricerca dell'identit del protagonista con il mondo
che oggi cambiato;
21. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI Il tempo
il tempo, non solo nel ricordo del protagonista, fa da contrasto alle vicende narrate e si fonde con il paesaggio;
Tempo che ha un ritmo preciso e diventa anche frenetico.
22. Prof. Mario Morcellini IL TEMPO Pavese stato certamente una figura insolita. Oggi avrebbe
rifiutato lomologazione, ormai quasi globale, insinuatasi anche
nei pi piccoli luoghi, nei paesi che egli amava molto.
I ragazzi, le donne, il mondo non sono mica cambiati. Non
portano pi il parasole, la domenica vanno al cinema invece che
in festa, danno il grano allammasso, le ragazze fumano eppure
la vita la stessa, e non sanno che un giorno si guarderanno in
giro e anche per loro sar tutto passato.
Cesare Pavese, La luna e i fal, Einaudi, Torino, 1995, p.126.
23. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI La citt e la campagna
Nel romanzo presente un'opposizione tra due mondi: quello della campagna, arcaico, povero e chiuso, l'altro della citt, ricco, affascinante, gi aperto a qualche cambiamento.
24. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI Il paesaggio
Nelloscillazione tra passato e presente, il paesaggio domina. Nei fal, nelle fasi lunari, nelle stagioni che si ripetono si rivela limmutabilit della terra.
Le Langhe sono colline di profumi e di gusti forti, di terra nera e bianca. Di colline che non finiscono. Terre dove lavorare stanca.
25. Prof. Mario Morcellini IL PAESAGGIO (...) Vedevo Gaminella in faccia, che a quell'altezza
sembrava pi grossa ancora, una collina come un
pianeta, e di qui si distinguevano pianori, alberetti,
stradine che non avevo mai visto. Un giorno pensai,
bisogna che saliamo lass. Anche questo fa parte del
mondo.
26. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI La morte
il trascorrere della vita che viene annientato dal ritmo inarrestabile della realt che brucia ogni cosa che trova sul proprio cammino
Nelle pagine finali un personaggio, Valino, compie leccidio della propria famiglia e d fuoco alla casa. Accanto a questo ce la morte di Irene e Santina, due delle ragazze che il protagonista aveva conosciuto da bambino.
27. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI Oltre alla dimensione narrativa, il rapporto col passato
diventa condizione mentale.
Una riscoperta dei luoghi della memoria che investe la
psicologia del protagonista e la muta in maniera profonda.
28. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL:I TEMI I simboli e le figure che riemergono nascondono per una componente negativa. Nel suo ritorno infatti il protagonista si accorger che i luoghi dellinfanzia sono, come affermato da Anco Marzio Mutterle, un paese di morti, saturo soltanto di cose e persone scomparse.
Il ricordo ed il ritorno sfociano dunque in una riflessione amara che condiziona non solo il presente ma, in questottica, anche il passato.
29. Prof. Mario Morcellini Che cos' questa valle per una famiglia che venga dal
mare, che non sappia niente della luna e dei fal?
Bisogna averci fatto le ossa come il vino e la polenta,
allora la conosci senza bisogno di parlarne, e tutto
quello che per tanti anni ti sei portato dentro senza
saperlo si sveglia adesso al tintinno di una martinicca,
al colpo di coda di un bue, al gusto di una minestra, a
una voce che senti sulla piazza di notte.
C. Pavese, La luna e i fal, capitolo X.
30. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL GUIDA ALLA LETTURA
CAPITOLO PRIMO
31. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Laltro anno, quando tornai la prima volta in paese, venni quasi di nascosto a
rivedere i noccioli. La collina di Gaminella, un versante lungo e ininterrotto di vigne
e di rive, un pendo cos insensibile che alzando la testa non se ne vede la cima
e in cima, chi sa dove, ci sono altre vigne, altri boschi, altri sentieri era come
scorticata dallinverno, mostrava il nudo della terra e dei tronchi. La vedevo bene,
nella luce asciutta, digradare gigantesca verso Canelli dove la nostra valle finisce.
Dalla straduccia che segue il Belbo arrivai alla spalliera del piccolo ponte e al
canneto.
32. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Vidi sul ciglione la parete del casotto di grosse pietre annerite, il fico storto,
la finestretta vuota, e pensavo a quegli inverni terribili. Ma intorno gli alberi
e la terra erano cambiati; la macchia dei noccioli sparita, ridotta una stoppa di meliga.
Dalla stalla mugg un bue, e nel freddo della sera sentii lodore del letame.
Chi adesso stava nel casotto non era dunque pi cos pezzente come noi.
33. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Mero sempre aspettato qualcosa di simile, o magari che il casotto fosse
crollato; tante volte mero immaginato sulla spalletta del ponte a chiedermi comera stato possibile passare tanti anni in quel buco, su quei pochi sentieri, pascolando la capra e cercando le mele rotolate in fondo alla riva, convinto che il mondo finisse alla svolta dove la strada strapiombava sul Belbo. Ma non mi ero aspettato di non trovare pi i noccioli. Voleva dire chera tutto finito. La novit mi scoraggi al punto che non chiamai, non entrai sullaia.
34. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Capii l per l che cosa vuol dire non essere nato in un posto, non averlo nel
sangue, non starci gi mezzo sepolto insieme ai vecchi, tanto che un cambiamento di colture non importi. Certamente, di macchie di noccioli ne restavano sulle colline, potevo ancora ritrovarmici; io stesso, se di quella riva fossi stato padrone, lavrei magari roncata e messa a grano, ma intanto adesso mi faceva leffetto di quelle stanze di citt dove si affitta, si vive un giorno o degli anni, e poi quando si trasloca restano gusci vuoti, disponibili, morti.
35. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Cos questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che
fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo lho visto davvero e so che
fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto.
Uno gira per mare e per terra, come i giovanotti dei miei tempi andavano
sulle feste dei paesi intorno, e ballavano, bevevano, si picchiavano,
portavano a casa la bandiera e i pugni rotti. Si fa luva e la si vende a
Canelli; si raccolgono i tartufi e si portano in Alba. C Nuto, il mio amico
del Salto, che provvede di bigonce e di torchi tutta la valle fino a Camo.
36. Prof. Mario Morcellini LA LUNA E I FAL Che cosa vuol dire? Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non facile starci tranquillo. Da un anno che lo tengo docchio e quando posso ci scappo da Genova, mi sfugge di mano. Queste cose si capiscono col tempo e lesperienza. Possibile che a quarantanni,e con tutto il mondo che ho visto, non sappia ancora che cos il mio paese?