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Struttura della relazione

Struttura della relazione. Obiettivi e contenuti dei laboratori FQTS sui Fondi Strutturali Il governo dell’economia nell’UE ed il Position Paper dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi in ITALIA per il periodo 2014-2020

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  1. Struttura della relazione • Obiettivi e contenuti dei laboratori FQTS sui Fondi Strutturali • Il governo dell’economia nell’UE ed il Position Paper dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi in ITALIA per il periodo 2014-2020 • Il Codice di Condotta Europeo sul Partenariato • La bozza di Accordo di Partenariato trasmessa dall'Italia alla Commissione Europea il 09 dicembre 2013 • I rilievi della Commissione Europea alla bozza di Accordo di Partenariato • Cosa ci ha insegnato la programmazione 2007-2013: elementi da tenere presente per il nuovo ciclo di programmazione

  2. Obiettivi e contenuti dei laboratori FQTS sui Fondi Strutturali

  3. Obiettivi: Stante le finalità, si tratta di costruire e condividere mappe cognitive su: • assunzione del ruolo sia interno al terzo settore che esterni (per evitare conflitti di interessi) • costruzione di rapporti e percorsi partecipativi fra i soggetti di terzo settore per proposte comuni • costruzione alleanze • Colmare ASIMMETRIA informativa con gli altri stakeholder (non basta avere una buona idea, occorre conoscere i percorsi per affermarla) sia negli strumenti conoscitivi che nell’apprendere e muoversi nella architettura istituzionale dei Fondi EU (es. POR = 3 autorità: di gestione, certificazione, vigilanza) • costruzione collegamenti orizzontali fra Regioni e verticali tra Regioni e Nazionale

  4. Contenuti: • 1° laboratorio/seminario: l'accordo di partenariato presentato dall'Italia alla Commissione Europea a dicembre 2013; • 2° laboratorio/seminario: la predisposizione dei programmi operativi nazionali, multiregionali e regionali; • 3° laboratorio/seminario: la partecipazione del Terzo Settore ai programmi operativi nazionali e regionali.

  5. Il governo dell’economia nell’UE ed il “Position Paper” dei Servizi della Commissione sulla preparazione dell’Accordo di Partenariato e dei Programmi Operativi in ITALIA per il periodo 2014-2020

  6. Il nuovo governo dell'economia dell'UE si fonda su tre pilastri: • Un'agenda economica rafforzata, con una maggiore sorveglianza da parte dell'UE. • Interventi per salvaguardare la stabilità dell'area dell'euro. • Misure per rimediare ai problemi del settore finanziario.

  7. Il semestre europeo: • A gennaio la Commissione presenta l'analisi annuale della crescita, in cui fissa le prioritàdell'UE per l'anno successivo per promuovere la crescita e la creazione di posti di lavoro. • A marzo, sulla base dell'analisi annuale della crescita, i capi di Stato e di governo dell'UE definiscono gli orientamenti dell'UE per le politiche nazionali. • Ad aprile gli Stati membri presentano i loro piani a favore del risanamento delle finanze pubbliche (programmi di stabilità�o convergenza) e le riforme e misure che intendono adottare per conseguire una crescita intelligente, sostenibile e solidale (programmi nazionali di riforma). • A giugno la Commissione valuta questi programmi e rivolge a ciascun paese una serie di raccomandazioni. Il Consiglio discute e il Consiglio europeo approva tali raccomandazioni. • Infine, alla fine di giugno o all'inizio di luglio, il Consiglio adotta formalmente le raccomandazioni rivolte ai singoli paesi europei.

  8. Il patto di stabilità e crescita • Un elemento preventivo che impone agli Stati membri di presentare ogni anno un programma di stabilità�(paesi dell'area dell'euro) o convergenza (altri paesi dell'UE), insieme al programma nazionale di riforma. Nel programma di stabilità e�convergenza ogni Stato membro illustra come intende mantenere o ristabilire una sana situazione delle finanze pubbliche nel medio termine. La Commissione può�quindi formulare raccomandazioni (a giugno, nell'ambito del semestre europeo), o eventualmente invitare il Consiglio a emettere un avvertimento per deficit eccessivo. • Un elemento correttivo costituito dalla procedura per i disavanzi eccessivi. Secondo tale procedura, se il deficit di uno Stato membro oltrepassa il limite del 3% fissato nel trattato, il Consiglio elabora raccomandazioni su come affrontare il problema. La mancata osservanza di tali raccomandazioni può�comportare sanzioni per i paesi che fanno parte dell'area dell'euro e vincoli nell’uso dei Fondi Strutturali.

  9. Serve a delineare il quadro del dialogo tra i Servizi della Commissione e l'Italia sulla preparazione dell'Accordo di Partenariato e dei Programmi che ha avuto inizio nell'autunno 2012; Il Documento illustra le sfide specifiche per singolo paese e presenta i pareri preliminari dei Servizi della Commissione sulle principali priorità di finanziamento in Italia per favorire una spesa pubblica volta a promuovere la crescita; Invita ad ottimizzare l'utilizzo dei Fondi QSC stabilendo un forte legame con le riforme atte a promuovere produttività e competitività, incentivando l’uso di risorse private e stimolando potenziali settori ad alta crescita; Palesa anche l’esigenza di concentrare la spesa futura dell'UE sulle aree prioritarie al fine di massimizzare i risultati perseguiti, piuttosto che perseguire una distribuzione dispersiva. Sottolinea l’esigenza di preservare la solidarietà all'interno dell'Unione e garantire l'uso sostenibile delle risorse naturali per le generazioni future. Il Position Paper

  10. Obiettivi Europa 2020, situazione attuale e obiettivi nazionali (1)

  11. Obiettivi Europa 2020, situazione attuale e obiettivi nazionali (2)

  12. Le sfide più urgenti individuate dal Position Paper • Rilanciare il paese in termini di crescita sostenibile e competitività complessiva; • Ridurre le disparità regionali e promuovere l'occupazione; • Promuovere ambiente favorevole all’innovazione delle imprese; • Realizzazione di infrastrutture performanti e gestione efficiente delle risorse naturali; • Aumentare la partecipazione del capitale umano al mercato del lavoro, in particolare i giovani; • Incrementare la produttività, efficienza ed efficacia della pubblica amministrazione.

  13. FUNDING PRIORITY • Sviluppare un ambiente favorevole all'innovazione delle imprese • Realizzare infrastrutture performanti e assicurare una gestione efficiente delle risorse naturali • Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, promuovere l'inclusione sociale e il miglioramento della qualità del capitale umano • Sostenere la qualità, l'efficacia e l'efficienza della pubblica amministrazione

  14. FATTORI DI SUCCESSO AI FINI DELLA REALIZZAZIONE (Condizionalità ex ante) (1) • Sviluppare strategie di ricerca e innovazione a livello nazionale, regionale basate sulla metodologia "smart specialisation", inclusive di un capitolo TIC sulla crescita digitale e sul piano nazionale per l’accesso alle reti di nuova generazione. • Prevedere misure per l'attuazione efficace dello Small Business Act. • Sviluppare il piano nazionale dei trasporti comprensivo degli interventi strategici per il trasporto ferroviario, il trasporto marittimo e i corridoi logistici integrati, ivi incluse le reti transnazionali. • Garantire l'effettiva attuazione dell’Acquis UE in materia ambientale nei settori della gestione dei rifiuti (Direttiva 2009/98/CE) e della gestione delle risorse idriche (Direttiva 2000/60/CE), così come i provvedimenti orizzontali in materia di valutazione dell’impatto ambientale e la valutazione strategica d’impatto ambientale (Direttive 85/337/CEE e 2001/42/CE). • Assicurare la conformità della politica di tariffazione dell'acqua alla Direttiva 2000/60/CE, in particolare per il settore agricolo, in tutte le Regioni, con una particolare attenzione alle Regioni meridionali.

  15. FATTORI DISUCCESSO AI FINI DELLA REALIZZAZIONE (Condizionalità ex ante) (2) • Migliorare la chiarezza nella definizione delle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA), dei requisiti minimi relativi a fertilizzanti e prodotti fitosanitari e di altre pertinenti norme obbligatorie a livello nazionale e regionale. • Creare/Rafforzare sistemi di servizi di consulenza agricola pubblica e privata, garantendo sufficiente capacità di consulenza sui requisiti normativi e su tutti gli aspetti connessi alla gestione sostenibile e all'azione per il clima nel settore agricolo e forestale. • Recepire la Direttiva 2009/28/CE sulle Energie Rinnovabili. • Completare e adottare una strategia nazionale per l’adeguamento ai cambiamenti climatici con azioni di accompagnamento a sostegno degli investimenti. • Completare e attuare un sistema a livello nazionale per la validazione e il riconoscimento di abilità e competenze/qualifiche.

  16. FATTORI DISUCCESSO AI FINI DELLA REALIZZAZIONE (Condizionalità ex ante) (3) • Definire una strategia globale per ridurre il fenomeno dell’abbandono precoce degli studi e un quadro politico nazionale/regionale per l'apprendimento permanente. • Nel settore della pesca: sviluppare un piano strategico per l'acquacoltura; migliorare la raccolta dei dati per la gestione della pesca; implementare un sistema UE di controllo, ispezione ed applicazione. • Garantire l’implementazione di un adeguato sistema di registrazione e monitoraggio della spesa per gli aiuti di Stato e l’adeguato coordinamento da parte di un organismo indipendente rispetto alle autorità che concedono tali aiuti, munito di adeguate risorse dedicate (bilancio, personale qualificato), da consultare durante l'elaborazione di misure di aiuti di Stato. • Adottare una strategia atta a rafforzare l'efficienza amministrativa, anche mediante una riforma della pubblica amministrazione. • Garantire l'attuazione efficace dei Fondi QSC che implichi un ulteriore miglioramento delle capacità amministrative, in particolare per l’efficace applicazione della legislazione UE (ambiente, aiuti di Stato, appalti pubblici, gestione finanziaria, gestione e controllo).

  17. IL PRINCIPIO DI PARTENARIATOIl ruolo del partenariato nell'attuazione dei fondi del quadro strategico comuneRegolamento Delegato della Commissione del 07/01/2014 – SWD(2013) 540 final

  18. Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (1) 1. Ogni Stato membro organizza, per l'accordo di partenariato e per ciascun singolo programma, in conformità del proprio quadro istituzionale e giuridico, un partenariato con le competenti autorità regionali e locali. Il partenariato include altresì i seguenti partner: a) le autorità cittadine e le altre autorità pubbliche competenti; b) le parti economiche e sociali; e c) i pertinenti organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali, le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione dell'inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione. 2. Conformemente al sistema della governance a più livelli, gli Stati membri associano i partner di cui al paragrafo 1 alle attività di preparazione degli accordi di partenariato e delle relazioni sullo stato di attuazione, nonché a tutte le attività di preparazione e attuazione dei programmi, anche attraverso la partecipazione ai comitati di sorveglianza dei programmi in conformità dell'articolo 42.

  19. Articolo 5 del nuovo regolamento "disposizioni comuni sui Fondi Europei” - Partenariato e governance a più livelli (2) 3. Alla Commissione é conferito il potere di adottare un atto delegato conformemente all'articolo 149 per stabilire un codice europeo di condotta sul partenariato (il Codice di Condotta - CdC), allo scopo di sostenere e agevolare gli Stati membri nell'organizzazione del partenariato a norma dei paragrafi 1 e 2. Il codice di condotta definisce il quadro all'interno del quale gli Stati membri, in conformità del proprio quadro istituzionale e giuridico nonché delle rispettive competenze nazionali e regionali, perseguono l'attuazione del partenariato. (OMISSIS) 5. Una violazione di un qualsiasi obbligo imposto agli Stati membri dal presente articolo o dall'atto delegato adottato ai sensi del paragrafo 3 non costituisce un'irregolarità che comporta una rettifica finanziaria a norma dell'articolo 85. 6. Per ciascun Fondo SIE la Commissione consulta, almeno una volta l'anno, le organizzazioni che rappresentano i partner a livello di Unione in merito all'esecuzione dell'intervento dei Fondi SIE e riferisce al Parlamento europeo e al Consiglio in merito ai risultati.

  20. Identificazione dei partner pertinenti per gli accordi di partenariato (art. 3 CdC) e per i programmi (art. 4 CdC): • le autorità regionali, locali, cittadine e le altre autorità pubbliche (le autorità regionali, i rappresentanti nazionali delle autorità locali e le autorità locali .. i rappresentanti nazionali di istituti di istruzione superiore, organismi di istruzione e di formazione e centri di ricerca); • le parti economiche e sociali (organizzazioni delle parti sociali riconosciute a livello nazionale, in particolare organizzazioni interprofessionali a carattere generale e organizzazioni settoriali, camere di commercio nazionali e associazioni imprenditoriali che rappresentano l'interesse generale delle industrie e dei settori); • organismi che rappresentano la società civile, quali partner ambientali, organizzazioni non governative e organismi di promozione dell'inclusione sociale, della parità di genere e della non discriminazione.

  21. Consultazione dei partner pertinenti nella preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi (art. 5 CdC): Al fine di garantire la trasparenza e il coinvolgimento effettivo dei partner pertinenti, gli Stati membri e le autorità di gestione li consultano sul processo e sulla tempistica della preparazione dell'accordo di partenariato e dei programmi. A tal fine, essi li tengono pienamente informati del loro contenuto e delle eventuali modifiche. Per quanto riguarda la consultazione dei partner interessati, gli Stati membri tengono conto della necessità di: • comunicare tempestivamente le informazioni pertinenti e renderle facilmente accessibili; • dare ai partner tempo sufficiente per analizzare e commentare i principali documenti preparatori, il progetto di accordo di partenariato e i progetti di programmi; • mettere a disposizione canali attraverso i quali i partner possono porre domande, fornire contributi ed essere informati del modo in cui le loro proposte sono state prese in considerazione; • divulgare i risultati delle consultazioni.

  22. Preparazione dei programmi (art. 8 CdC) - Gli Stati membri, in conformità al loro quadro istituzionale e giuridico, coinvolgono i partner pertinenti nella preparazione dei programmi, in particolare per quanto riguarda: • l'analisi e l'identificazione delle esigenze; • la definizione o la selezione delle priorità e dei relativi obiettivi specifici; • l'assegnazione dei finanziamenti; • la definizione degli indicatori specifici dei programmi; • l'applicazione dei principi orizzontali quali definiti agli articoli 7 e 8 del regolamento (UE) n. 1303/2013; • la composizione del comitato di sorveglianza.

  23. Rafforzare la capacità istituzionale dei partner pertinenti (art. 17 CdC): • L'autorità di gestione esamina la necessità di avvalersi di assistenza tecnica al fine di sostenere il rafforzamento delle capacità istituzionali dei partner, in particolare per quanto riguarda i piccoli enti locali, le parti economiche e sociali e le organizzazioni non governative, al fine di aiutarli a partecipare con efficacia alla preparazione, all'attuazione, alla sorveglianza e alla valutazione dei programmi. • Il sostegno di cui al paragrafo 1 può assumere la forma di, tra l'altro, seminari ad hoc, sessioni di formazione, coordinamento e collegamento in rete di strutture o contributi ai costi di partecipazione a riunioni sulla preparazione, sull'attuazione, sulla sorveglianza e sulla valutazione del programma. • Per i programmi di sviluppo rurale, il sostegno di cui al paragrafo 1 può essere fornito attraverso la rete rurale nazionale stabilita in conformità all'articolo 54 del regolamento (UE) n. 1305./2013. • Per i programmi del FSE, le autorità di gestione nelle regioni meno sviluppate, nelle regioni in transizione o negli Stati membri ammissibili al sostegno del Fondo di coesione garantiscono che, in base alle esigenze, siano assegnate adeguate risorse del FSE alle attività di sviluppo delle capacità delle parti sociali e delle organizzazioni non governative che partecipano ai programmi. • Per la cooperazione territoriale europea, il sostegno di cui ai paragrafi 1 e 2 può inoltre coprire il sostegno ai partner per il potenziamento delle capacità istituzionali finalizzate alla partecipazione ad attività di cooperazione internazionale.

  24. La bozza di Accordo di partenariato presentato dall'Italia alla Commissione Europea il 9/12/2013

  25. Tale accordo è il frutto di un lungo percorso di preparazione e di discussione con vari soggetti istituzionali: Amministrazioni centrali (Ministeri), le Regioni, il Partenariato economico e sociale (Associazioni e Organizzazioni di categoria). La versione dell’accordo che è stata inviata alla Commissione non è ancora quella finale e deve essere completata in diverse parti. Essa costituisce tuttavia il punto di riferimento per le osservazioni e i suggerimenti che verranno dalla Commissione e dagli altri soggetti istituzionali interessati. L’Accordo di partenariatoè il documento che definisce l’allocazione dei Fondi Strutturali europei per il 2014-20

  26. “Lavoro, competitività dei sistemi produttivi e innovazione”; “Valorizzazione, gestione e tutela dell’ambiente”; “Qualità della vita e inclusione sociale”; “Istruzione, formazione e competenze”. Ai lavori dei Tavoli tecnici hanno preso parte le Amministrazioni centrali interessate per materia, le Regioni e le Associazioni rappresentative degli Enti locali, il partenariato economico-sociale rilevante rispetto ai temi della programmazione. Alle attività di livello tecnico si sono affiancati i lavori di un “tavolo politico” tra il Ministro per la coesione territoriale e i Presidenti delle Regioni I tavoli tecnici di confronto partenariale che hanno lavorato alla definizione dei contenuti dell’Accordo:

  27. Ha evidenziato la necessità di una maggiore concentrazione, attraverso: L'indicazione delle priorità La riduzione delle azioni proposte (sono più di 400) e degli indicatori (max 1 per ciascun obiettivo specifico) Distinzione tra le azioni e gli strumenti di intervento Ha chiesto il rafforzamento della strategia relativa alla crescita sostenibile e inclusiva Ha ritenuto insufficiente l'esplicitazione della strategia di intervento su città e aree urbane Ha richiamato l'esigenza della definizione dei sistemi di gestione e controllo Ha proposto, in relazione al FEASR, un maggiore rafforzamento della correlazione tra priorità, obiettivi ed azioni Una prima bozza di AP è stata presentata il 09/04 ma era stata “bocciata” in quanto la delegazione della CE:

  28. E’ evidente che in una situazione di fragilità organizzativa e amministrativa, quale quella che caratterizza il nostro assetto istituzionale, la concentrazione delle risorse su pochi obiettivi ben definiti rende più agevole potenziare la capacità amministrativa e il monitoraggio dell’attuazione dei programmi e permette di ridurre la frammentazione che limita l'impatto complessivo degli interventi. Per porre rimedio alle debolezze progettuali, organizzative e amministrative che hanno connotato i diversi cicli di programmazione, è stata creata l'Agenzia per la Coesione Territoriale. Il Parlamento ha recentemente convertito in legge la norma istitutiva (art. 10 d.l. 101/2013) dell'Agenzia che dovrà svolgere funzioni di monitoraggio e di controllo dell'impiego dei fondi da parte delle autorità di gestione, centrali o regionali, e soprattutto di supporto, accompagnamento e di assistenza alle autorità interessate nella gestione di procedure complesse. In casi ben delimitati, l'Agenzia potrà svolgere anche compiti diretti di gestione e potrà assumere poteri sostitutivi in situazioni di gravi inadempienze o ritardi da parte delle autorità di gestione. La “strategia centralista” inaugurata dall’ex Ministro Trigilia:

  29. Il totale di risorse comunitarie assegnate all'Italia è pari a 32.268 milioni di euro (incluse le risorse destinate alla cooperazione territoriale per 1.137 milioni di euro e al fondo per gli indigenti per 659 milioni di euro) di cui 7.695 milioni di euro per le regioni più sviluppate 1.102 milioni di euro per le regioni in transizione 22.334 milioni di euro per le regioni meno sviluppate Alla quota comunitaria si aggiungerà il cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183 del 1987, preventivato nella Legge di Stabilità per il 2014 in 24 miliardi di euro, nonché la quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai POR (quantificabile in una cifra pari al 30 per cento del cofinanziamento complessivo del programma). Il cofinanziamento consentirà, in pratica, di raddoppiare il volume di risorse assegnato dalla Commissione Europea. Le risorse del nuovo QFP

  30. Il Fondo Sviluppo e Coesione • È uno strumento nazionale finalizzato a promuovere la coesione territoriale, attraverso investimenti nelle grandi reti infrastrutturali, immateriali e immateriali. • Tale fondo, in base alla legge di stabilità per il 2014, sarà rifinanziato per il periodo 2014-2020 per un importo complessivo nel settennio di programmazione di circa 55 miliardi di euro. • Una parte rilevante di queste risorse dovrebbe essere destinata, nella proposta dell’ex Ministro Trigilia, alle Amministrazioni centrali nella proporzione del 60% (nel ciclo 2007-2013 la proporzione era del 50%). • Inoltre, il Fondo opererà per investimenti pubblici destinando l’80% delle risorse alle regioni del Centro-Sud e il 20% al Centro-Nord.

  31. Rivedere nei prossimi mesi il valore del Patto di stabilità e per incrementarlo, rispetto a 1 miliardo previsto ad oggi, almeno di 1,7 miliardi ulteriori (attingendo, come è stato fatto per il 2013, dal Fondo sviluppo e coesione?). In sede Ue chiedere lo scorporo del cofinanziamento dal rapporto deficit/pil e ciò per consentire un più ampio margine di manovra alle Regioni, alle quali si chiede da una parte di spendere e dall'altra di non farlo per non infrangere i vincoli del patto di stabilità. La necessità di ampliare i margini di manovra economico-finanziaria per il governo italiano:

  32. Alcune indicazioni di assegnazione dei Fondi 2014-2020: • 3,19 miliardi per la ricerca lo sviluppo tecnologico e l'innovazione • 1,8 miliardi per migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione • 3,1 miliardi per la riduzione delle emissioni di carbonio • 848 milioni per la prevenzione e la gestione dei rischi per il cambiamento climatico • 2,7 miliardi per la tutela dell'ambiente e la promozione dell'uso efficiente delle risorse • 1,7 miliardi per la promozione di sistemi di trasporto sostenibile • 4 miliardi per la mobilità dei lavoratori • 3,1 miliardi per combattere l'inclusione sociale e per combattere la povertà e le forme di discriminazione • 4 miliardi per l'istruzione • 586 milioni per l'efficienza della pubblica amministrazione

  33. La proposta strategica generale • il superamento della crisi più pesante che ha investito il Paese dal secondo dopoguerra • i problemi di coesione territoriale: il tradizionale divario economico e sociale tra Nord e Sud si è allargato • le tensioni manifestatesi a livello internazionale negli ultimi anni hanno acuito le debolezze interne che si sono accumulate nel tempo, specie nell’ultimo quindicennio. • valutazione strategica che deve partire dall’analisi delle sfide alle quali sono sottoposte le diverse aree del Paese e dalla considerazione delle risorse su cui è più opportuno puntare

  34. Le sfide per il Centro-Nord • Il sistema produttivo ha sofferto della maggiore concorrenza internazionale legata alla globalizzazione • E dal venir meno della leva del cambio con l’adozione dell’euro • La combinazione tra questi due fenomeni ha aggravato un quadro già segnato dalla incapacità di affrontare inefficienze di lunga data nel campo dei servizi pubblici e privati e dalla crescente pressione fiscale legata all’elevato debito pubblico • Servono dunque strategie di riorganizzazione e di innovazione con una forte propensione alle esportazioni • Bisogna puntare alla modernizzazione del made in Italy attraverso la crescita di innovazione che sposti i vantaggi competitivi sulla qualità più che sui costi e la crescita di settori a alta tecnologia legati alle conoscenze specializzate presenti nelle università e nelle strutture di ricerca.

  35. Le sfide per il Mezzogiorno (1) • l’accrescersi della competizione internazionale, l’impossibilità di svalutare, l’elevata pressione fiscale, si sono combinate con un’inefficienza dei servizi e del contesto istituzionale in genere ben più grave che in altre regioni; • Questi fattori hanno dunque colpito ancor più duramente un’economia già fragile, segnata dal minore sviluppo di attività aperte al mercato e capaci di esportare. • Nelle Regioni del Mezzogiorno non si tratta dunque solo di rafforzare innovazione e internazionalizzazione sostenendo processi già in corso, occorre far crescere le attività produttive e le imprese capaci di stare sul mercato per attivare uno sviluppo autonomo e sostenibile.

  36. Le sfide per il Mezzogiorno (2) • Occorre cogliere in modo più estensivo vantaggi comparati rilevanti in settori di lunga specializzazione e spesso trascurati, come l’ agricoltura e l’agroindustria. • Potenziare il settore dei beni culturali e ambientali, che ha una dotazione particolarmente ricca anche nel confronto con le regioni più sviluppate, ma non è riuscito finora esprimere attività imprenditoriali capaci di accrescere significativamente la fruizione.

  37. La concentrazione delle risorse comunitarie su pochi obiettivi strategici strutturali: • Internazionalizzazione • Digitalizzazione • Innovazione • valorizzazione dei beni culturali e ambientali • qualità dell’istruzione e del capitale umano • lotta alla povertà.

  38. L'utilizzo del Fondo di Coesione a complemento dei fondi comunitari: • Con la Legge di stabilità per il 2014 si è previsto il ricorso prevalente a questo strumento per la realizzazione di grandi reti infrastrutturali (ferroviarie, stradali, aeroportuali e portuali), per investimenti pubblici nel campo della prevenzione dei rischi ambientali e per il completamento e miglioramento della rete digitale (banda larga e ultra-larga). • A tal fine la programmazione del Fondo Sviluppo e Coesione dovrebbe essere realizzata in stretto rapporto con quella dei fondi strutturali europei con una proiezione settennale, garantendo “l’impegnabilità” delle risorse su base pluriennale. E’ prevista (al momento) anche l’integrità del Fondo nel corso del settennio di programmazione, mantenendone l’uso a fini di investimento pubblico.

  39. Classificazione delle regioni italiane ai fini dell'allocazione dei fondi comunitari: • Regioni meno sviluppate: Calabria, Campania, Sicilia e Puglia. • Regioni in transizione: Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna. • Regioni più sviluppate: Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio.

  40. Obiettivi tematici dei Regolamenti 2014-2020 - caratteristiche: • La definizione dei Regolamenti, quello Generale per tutti i Fondi e quelli relativi ad i singoliFondi, ha portato alla individuazione di undici Obiettivi Tematici che, pur fortemente integrati tra loro, riguardano ambiti specifici. • Principio trasversale è rappresentato dallo sviluppo sostenibile e dalla tutela emiglioramento dell’ambiente (mantenere invariato nel tempo o ricostruire il capitale naturale disponibile). • Restano forti i vincoli di concentrazione tematica delle risorse, in termini finanziari ed in termini tematici, finalizzati ad ottenere economie di scala e ad incidere realmente sulle realtà territoriali. • I nuovi regolamenti aprono alla possibilità di ricorrere per tutti gli obiettivi tematici, all’utilizzo degli strumenti finanziari che in quanto catalizzatori di risorse finanziarie private rappresentano un modo efficace ed efficiente di impiegare le risorse comunitarie.

  41. Obiettivi tematici dei Regolamenti 2014-2020 (1) • Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione • Migliorare l'accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, Nonché l'impiego e la qualità delle medesime • Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e dell’acquacoltura • Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori • Promuovere l’adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi • Tutelare l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse • Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete

  42. Obiettivi tematici dei Regolamenti 2014-2020 (2) • Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori • Promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione • Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente • Rafforzare la capacità delle amministrazioni pubbliche e degli stakeholders e promuovere un’amministrazione pubblica efficiente Assistenza tecnica

  43. Obiettivo Tematico 2: Agenda Digitale (FESR) – risultati attesi: • Digitalizzazione dei processi amministrativi e diffusione di servizi digitali pienamente interoperabili della PA offerti a cittadini e imprese (in particolare nella sanità e nella giustizia) • Potenziamento della domanda di ICT dei cittadini in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione in rete

  44. OT 3: Competitività dei sistemi produttivi (FESR) - risultati attesi: • Sviluppo occupazionale e produttivo in aree territoriali colpite da crisi diffusa delle attività produttive • Nascita e consolidamento delle Micro, Piccole e Medie Imprese a carattere innovativo • Miglioramento dell’accesso al credito • Aumento delle attività economiche profit e non profit a contenuto sociale e delle attività di agricoltura sociale

  45. OT 4: Energia Sostenibile e qualità della vita (FESR) - risultati attesi: • Ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture pubbliche o ad uso pubblico, residenziali e non residenziali e integrazione di fonti rinnovabili • Ridurre i consumi energetici nei cicli e strutture produttive e integrazione di fonti rinnovabili • Incrementare la quota di fabbisogno energetico coperto da generazione distribuita sviluppando e realizzando sistemi di distribuzione intelligenti • Incrementare la quota di fabbisogno energetico coperto da cogenerazione e trigenerazione di energia • Migliorare lo sfruttamento sostenibile delle bioenergie • Aumentare la mobilità sostenibile nelle aree urbane

  46. OT 6: Tutela dell'ambiente e valorizzazione delle risorse culturali ed ambientali (FESR) - risultati attesi: • Ridurre alla fonte la produzione dei rifiuti urbani40 e aumentare la percentuale di materia da destinare alla preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio secondo gli obiettivi comunitari minimizzando lo smaltimento in discarica dei rifiuti urbani • Contribuire ad arrestare la perdita di biodiversità in ambito terrestre e marino, migliorando lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e salvaguardando la biodiversità legata al paesaggio rurale, mantenendo e ripristinando i servizi ecosistemici • Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio nelle aree di attrazione naturale attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze territoriali • Miglioramento delle condizioni e degli standard di offerta e fruizione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nelle aree di attrazione attraverso la valorizzazione sistemica e integrata di risorse e competenze territoriali • Migliorare la competitività e la capacità di attrazione delle destinazioni turistiche, attraverso la valorizzazione sistemica ed integrata di risorse e competenze territoriali

  47. OT 8: Occupazione (FESR) - risultati attesi (1): • Aumentare l’occupazione dei giovani attraverso il rafforzamento delle misure attive e preventive sul mercato del lavoro, il contrasto al fenomeno dei NEET (in coerenza con la raccomandazione europea sullo youth guarantee), il rafforzamento dell’apprendistato e altre misure di inserimento al lavoro, la promozione di auto impiego e auto imprenditorialità • Aumentare l’occupazione femminile, attraverso il rafforzamento delle misure per l’inserimento lavorativo delle donne, la promozione della parità tra uomini e donne e la conciliazione tra vita professionale e vita privata/familiare, il sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità • Aumentare l’occupazione dei lavoratori anziani e favorire l’invecchiamento attivo, attraverso la promozione di condizioni e forme di organizzazione del lavoro più favorevoli e la solidarietà tra generazioni • Rafforzare e qualificare l’inserimento lavorativo degli immigrati • Ridurre il numero dei disoccupati di lunga durata e sostenere adeguatamente le persone a rischio di disoccupazione di lunga durata, anticipando anche le opportunità di occupazione di lungo termine

  48. OT 8: Occupazione (FESR) - risultati attesi (2): • Favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (settoriali e di grandi aziende), sia attraverso la contestualità e l’integrazione delle politiche di sviluppo industriale e del lavoro, sia attraverso l’attivazione di azioni integrate (incentivi, auto imprenditorialità, placement, riqualificazione delle competenze, tutorship) • Favorire l’inserimento lavorativo e l’occupazione dei soggetti svantaggiati e delle persone con disabilità • Migliorare l’efficacia e la qualità dei servizi al lavoro, attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e degli standard minimi di servizio, la creazione di partenariati, il rafforzamento dell’utilizzo della rete EURES, il sostegno agli investimenti nelle infrastrutture • Facilitare la diversificazione, la creazione di nuove piccole imprese e di lavoro nelle aree rurali

  49. OT 8: Occupazione (FSE) - priorità di investimento (1): • accesso all'occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattive, compresi i disoccupati di lunga durata e le persone che si trovano ai margini del mercato del lavoro, nonché attraverso le iniziative locali per l'occupazione e il sostegno alla mobilità professionale • integrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani, in particolare quelli che non svolgono attività lavorative, non seguono studi né formazioni, inclusi i giovani a rischio di esclusione sociale e i giovani delle comunità emarginate, anche attraverso l'attuazione della Garanzia per i Giovani • attività autonoma, lo spirito imprenditoriale e la creazione di imprese, comprese le micro, PMI innovative

  50. OT 8: Occupazione (FSE) - priorità di investimento (2): • uguaglianza tra uomini e donne in tutti settori, incluso l'accesso all'occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione tra vita professionale e vita privata e la promozione della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore • adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti • invecchiamento attivo e in buona salute • modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro, come i servizi per l'impiego pubblici e privati di promozione dell'occupazione, migliorando il soddisfacimento delle esigenze del mercato del lavoro, anche attraverso azioni che migliorino la mobilità professionale transnazionale nonché attraverso programmi di mobilità e una migliore cooperazione tra le istituzioni e i soggetti interessati

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