html5-img
1 / 14

L’assiuolo di Giovanni Pascoli dalla raccolta Myricae, nella sezione In campagna

L’assiuolo di Giovanni Pascoli dalla raccolta Myricae, nella sezione In campagna. percorso di analisi del testo poetico. L’assiuolo

ophira
Télécharger la présentation

L’assiuolo di Giovanni Pascoli dalla raccolta Myricae, nella sezione In campagna

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. L’assiuolo di Giovanni Pascolidalla raccolta Myricae, nella sezione In campagna percorso di analisi del testo poetico

  2. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Mi domando dove fosse la luna, visto che il cielo aveva un colore chiaro e il mandorlo e il melo sembravano sollevarsi per vederla meglio.Da nuvole nere in lontananza venivano dei lampi mentre una voce nei campi ripeteva: chiù. Solo poche stelle brillavano nella nebbia bianca. Sentivo il rumore delle onde del mare, sentivo un rumore tra i cespugli, sentivo un’agitazione nel cuore al ricordo di una voce che evocava un dolore antico. Si sentiva un singhiozzo lontano: chiù. Sulle vette dei monti illuminate dalla luna, soffiava un vento leggero mentre il canto delle cavallette sembrava il suono dei sistri funebri che bussano alle porte della morte che forse non si aprono più?…e continuava insistentemente un pianto funebre … chiù… La parafrasiLa parafrasi è una modalità di normalizzazione della scrittura poetica che ripristina la costruzione sintattica della prosa, sostituisce le parole peculiari del lessico poetico con quelle del linguaggio corrente e scioglie le figure retoriche più complesse

  3. Nella prima strofa troviamo uno scorcio d’alba, ci sono infatti elementi che richiamano a questo momento particolare del giorno: la luna che comincia a svanire, le nubi che ancora non abbandonano il cielo e gli alberi che contornano il paesaggio. Nella seconda strofa, invece, seguiamo il poeta in un viaggio verso l’interiorità umana: la descrizione del paesaggio comincia ad essere abbinata a sensazioni personali. Questa seconda doppia quartina sprigiona un forte senso di tristezza malinconica. L’ultima strofa, è fortemente allusiva, tende alla disperazione e lascia un delicato senso di morte, non drammatico ma ben percettibile. Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Le sequenze

  4. Gli spazi Il poeta può essere immaginato come un regista che una per ogni strofa del suo componimento un’inquadratura differente: Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Descrizione di una zona esterna Zoom: Progressiva interiorizzazione del paesaggio Ritorno alla descrizione dell’esterno

  5. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Doppie quartine di novenari a rima alternata (ABAB-CXCx; ecc); l’ultimo verso di ogni strofa, che riproduce onomatopeicamente il richiamo dell’assiuolo, è ternario. Prima indagine formale: Livello metrico e ritmico- il verso: individuazione del numero di sillabe- la strofa e la rima: individuazione struttura strofica e delle rime:

  6. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... 1^ Strofapresenta l’allitterazione della “r”, le vocali tematiche sono la “e” e la “a”: i suoni sono piuttosto aperti, l’idea generale non è però gioiosa. A fine verso compare per la prima volta l’onomatopea “chiù” che si ripeterà per tutta la poesia. 2^  Strofacontiene l’allitterazione di “s”, la vocale tematica è la “u”; si ha infatti una sonorità piuttosto cupa. Troviamo rime al mezzo al verso 11 e si ha armonia imitativa al verso 12 dove risalta forte la “f”. Importante a livello fonico anche il “fu” del verso 14 in quanto, essendo l’unico verbo al passato remoto, catalizza l’attenzione. 3^ Strofa è caratterizzata dall’allitterazione della “s” ed “l”, le vocali tematiche sono la “e” e la “i”. La sonorità quella è tipica delle strofe riflessive: ogni parola è volta a definire un quadro piuttosto cupo ma non drammatico Seconda indagine formale: Livello fonicosillabe ricorrenti - vocali aperte / vocali chiuse - suoni aspri / suoni dolci - consonanze / assonanze ricorrenti - allitterazioni -   onomatopee

  7. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampida un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Il registro linguistico denota la scelta di termini per lo più di medio livello; del resto, anche nei contenuti, poche sono le espressioni (che poi vedremo essere per lo più figure retoriche) che esulano dall’immaginario comune Terza indagine (sempre formale, ma che comincia ad avvicinarci ai contenuti)Livello lessicale: parole poetiche, appartenenti a lessici specialistici e/o tecnici; rare; lunghe/brevi …

  8. Tanti sostantivi, non molti aggettivi, poche congiunzioni La presenza di molti sostantivi e di pochi aggettivi è di per sé significativa. L'aggettivo viene usato per conferire ad un sostantivo un colore, un attributo, un valore che lo stemperino, lo rafforzino o che lo modifichino. Il sostantivo da solo definisce e puntualizza, ritrae l'oggetto così com'è. Ne “L’assiuolo” la relativa abbondanza dei sostantivi è funzionale ad una descrizione referenziale del paesaggio. L'insieme deve dare il risultato di un bozzetto, di uno schizzo in cui le immagini appaiono come flash pur rimanendo impresse nella mente. Viene ben descritto il paesaggio naturale ma non appare figura umana.

  9. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano raretra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... CONGIUNZIONI: Partiamo dalle congiunzioni: la prime sono “ed – e” del v.3 della prima strofa; si tratta di semplici coordinative copulative che legano insieme due sostantivi, costituendo un’enumerazione  AGGETTIVI: Gli aggettivi sono appena quattro e caratterizzano fortemente il sostantivo cui si riferiscono Più importante è, forse, l’ “e” del penultimo verso della poesia: la lirica è caratterizzata da un abbondante uso della punteggiatura che spesso sostituisce le congiunzioni creando pause brevi e lunghe , ma in questo verso la congiunzione copulativa, nella forte posizione d’apertura, crea una forte impressione di turbamento.

  10. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano raretra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Descrizione impressionista: Come già accennato in precedenza la natura è un elemento di forte rilievo in questa lirica ma non viene descritta in modo preciso, nei dettagli. Infatti si ha l’impressione di scorgere le immagini per un attimo, illuminate dal tocco descrittivo del poeta, che poi subito le riavvolge nell’oscurità: il primo piano è spesso ben definito, ma rimane oscuro lo sfondo. Troviamo elementi che definiscono l’impossibilità di scorgere nitidamente quanto si sta descrivendo.

  11. Percezioni sensoriali in Pascoli LA MAPPA DEI SENSI proviamo adesso a compilare una mappa delle percezioni sensoriali a cui rimanda la poesia L’assiuolo Vista Il paesaggio descritto Udito Rumore del vento; Voce dai campi; Richiamo dell’assiuolo; Suono del mare; Sussulto; Grido Olfatto Vento; Nebbia; Mare NOTTE Gusto

  12. Livello morfologico e sintattico:-  tempi e modi dei verbi (loro dislocazione all’interno del componimento); ipotassi / paratassi L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... La presenza di numerose voci verbali è assai significativa nella lirica. Il modo più importante è infatti quello dell'indicativo e il solo tempo usato è quello dell’imperfetto con due uniche eccezioni, già citate nell’analisi fonica (v.14 e 22). Il tutto appare però come imprigionato dal passato, più lontano di quanto il tempo verbale lasci trasparire.

  13. L’assiuolo Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’albadi perla, ed ergersi il mandorlo e il melo parevano a meglio vederla. Venivanosoffi di lampida un nero di nubi laggiù; veniva una voce dai campi: chiù... Le stelle lucevano rare tra mezzo alla nebbia di latte: sentivo il cullare del mare, sentivo un fru fru tra le fratte; sentivo nel cuore un sussulto, com’eco d’un grido che fu. Sonava lontano il singulto: chiù... Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento: squassavano le cavallette finissimi sistri d’argento (tintinni a invisibili porte che forse non s’aprono più?...); e c’era quel pianto di morte... chiù... Quinta indagine formale Metafora Figure retoriche di ordine e di significato. Sinestesia Personificazione Metafora Anafora Metafora Anafora Personificazione

  14. Conclusione Come ultimo stadio dell’analisi si deve passare alla contestualizzazione del brano. Con l’aiuto del docente o del libro si deve confrontare il brano da analizzare con altre poesie del medesimo autore, per comprendere somiglianze / dissomiglianze a livello di forma e di contenuto. In una seconda fase si potrà anche confrontarle con altre opere di genere diverso, che appartengono allo stesso periodo e allo stesso contesto. Ulteriore operazione sarà confrontarla con altri brani tematicamente legati, ma appartenenti a momenti e luoghi diversi della letteratura mondiale (individuazione di topoi).

More Related