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L a F r a n c i a

L a F r a n c i a. Storia. CENNI STORICI. Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes.

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L a F r a n c i a

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Presentation Transcript


  1. LaFrancia

  2. Storia

  3. CENNI STORICI Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes. La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel 125 a.C.), e successivamente il resto del territorio nel 51 a.C., dopo la guerra di Gallia. Sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e, indirettamente, alla successiva cristianizzazione, tra il II e il VI secolo.

  4. La Francia merovingia e carolingia Dopo la caduta dell'impero romano, la Gallia fu occupata da varie popolazioni germaniche: i Franchi presero il sopravvento sulle altre popolazioni del Paese e espansero ulteriormente i loro domini. Gran parte delle regioni che costituiscono l'attuale Francia vennero unite sotto Clodoveo (dinastia merovingia), nel 507. A partire dalla metà del VIII secolo Pipino il Breve, divenne il primo re dei Franchi non merovingio. Il regno si estende considerevolmente, e venne eretto a Impero durante il regno di suo figlio Carlo Magno. Dopo la morte del figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, l'autorità centrale crollò rapidamente. Con il giuramento di Strasburgo dell'842 e la spatizione di Verdun dell'843 l'impero verrà diviso in tre parti: la Francia orientale, la Francia occidentale, e il regno di Lotario I. La parte orientale corrispondeva a ciò che più tardi sarebbe divenuto il Sacro Romano Impero e la parte occidentale alla Francia. Il giuramento di Strasburgo è stato spesso presentato come l'atto fondatore della Francia (e Germania). Visita di Carlo Magno al cantiere del palazzo e della cappella di Aquisgrana

  5. La Francia Capetingia I discendenti di Carlo Magno - i Carolingi - mantennero una simbolica influenza sui territori che grosso modo corrispondono alla Francia fino al 987, quando Ugo Capeto, iniziatore della dinastia dei Capetingi, duca di Francia e conte di Parigi, venne incoronato re. I suoi discendenti governarono fino al 1792 quando, con la rivoluzione Francese, il Paese si diede una forma di governo repubblicana, deponendo Luigi XVI. I primi re della dinastia estesero progressivamente il dominio reale, che si materializzò con la guerra dei cent'anni. Ma fu solo verso la fine del XII secolo, con Filippo Augusto, che l'autorità dei re franchi riuscì ad estendersi, per la terza volta in un millennio, dai Pirenei al canale della Manica. E fu in questo momento che si iniziò ad utilizzare il termine regno di Francia, che acquisisce un peso paragonabile a quella d'Inghilterra o del Sacro Romano Impero. Gli ultimi secoli del Medioevo, segnato dalla crisi della guerra dei cent'anni e dalla peste nera, in ultima analisi, rafforzarono l'autorità reale, che diventò innegabile nel XV secolo, con Luigi XI. Divisioni territoriali durante il Sacro Romano Impero

  6. Rinascita e assolutismo Nel tardo medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V. Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il Suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia. Il Cardinale Armand Jean du Plessis Richelieu

  7. La Rivoluzione Durante la seconda metà del Settecento la Francia presentava una difficile situazione finanziaria: enormi esborsi di denaro erano stati necessari per coprire le spese dell’esercito; esorbitanti le spese sostenute per consentire al sovrano e alla sua corte la vita presso la reggia di Versailles. Permanevano sempre gli antichi privilegi a carico di clero e nobiltà, che erano esentati dal pagamento delle tasse, che invece gravavano sul Terzo Stato. Lo Stato si componeva di tre “Stati”, cioè di tre gruppi: il clero (Primo Stato), diviso in alto clero (vescovi, cardinali, abati), e basso clero (sacerdoti, monaci e frati); la nobiltà (Secondo Stato), e il Terzo Stato, composto da borghesi, piccoli artigiani, commercianti e contadini. Clero e nobiltà godevano dell’esenzione del pagamento delle tasse allo Stato, mentre i componenti del Terzo Stato non avevano accesso alla vita politica ed inoltre sostenevano oneri pesanti, fra tutti il pagamento delle tasse. Con l’ascesa al trono di Luigi XVI nel 1774, dopo la morte del padre Luigi XV, questi si rese immediatamente conto della difficile situazione economica in cui si trovava lo Stato francese. Chiamò diversi economisti, fra i quali Jacques Turgot e Jacques Necker. Jacques Turgot propose una riforma fiscale che prevedeva l’estensione dell’obbligo del pagamento delle tasse anche a nobiltà e clero, ma trovò subito la ribellione di nobili e appartenenti all’alto clero, fino ad essere allontanato dal governo nel 1776.

  8. Un piano che prevedeva numIl nuovo ministro delle finanze, lo svizzero Jacques Necker, non pensò di risanare il bilancio con l’estensione del pagamento delle tasse anche ai nobili e al clero, ma attuò erosi tagli alle spese pubbliche, soprattutto quelle destinate al mantenimento della corte presso la reggia di Versailles. Anch’egli trovò il disappunto dei nobili, e nel 1781 rassegnò le dimissioni. Jacques Turgot Jacques Necker Con il peggiorare della situazione politica ed economica, nel 1788 il re decise di convocare gli Stati Generali, l’assemblea dei tre Stati, i quali avrebbero così potuto esprimere il loro parere dando al sovrano consigli, ma non potevano prendere decisioni di alcun tipo. L’intenzione del re era quella di favorire una collaborazione tra i diversi rappresentanti della società, per permettere di raggiungere una rapida soluzione della grave crisi che lo Stato oramai attraversava. Inoltre il re richiamò in servizio Jacques Necker, che però non prese iniziative per capire quale fosse l’orientamento degli Stati Generali. Il 5 maggio 1789 i rappresentanti dei tre Stati si radunarono per aprire l’assemblea. Inaugurazione degli Stati Generali, 5 maggio 1789

  9. Convocazione degli Stati Generali e l’Assemblea Nazionale Il 17 giugno fu approvata la scelta da parte dei rappresentanti del Terzo Stato di definirsi “Assemblea Nazionale”, considerandosi gli unici rappresentanti di tutta la nazione, rifiutando di riconoscere le decisioni prese da clero e nobiltà. Il re, per fermare il Terzo Stato, ordinò la chiusura della sala dove si riuniva l’Assemblea, ma questo non fermò i membri, che altresì si radunarono presso la “sala della pallacorda”, all’interno della reggia di Versailles. Giurarono di restare uniti fino a che il re non avesse concesso la costituzione. Questo evento passò alla storia come “giuramento della pallacorda”. Il re ordinò nuovamente di sciogliere l’assemblea, ma invano e, alla fine di giugno, anche i rappresentanti di clero e nobiltà si unirono al Terzo Stato, mutando l’Assemblea in “Assemblea nazionale costituente”, avente lo scopo di redigere una nuova costituzione per il Paese, mettendo fine al regime assolutista. Era il 9 luglio 1789. Giuramento nella sala della pallacorda

  10. La presa della Bastiglia Il re non voleva riconoscere la validità dell’Assemblea nazionale costituente e fece circondare la città da mercenari svizzeri e tedeschi, pronti ad usare la forza contro i rappresentanti dei tre Stati se non avessero rinunciato alle loro pretese. L'11 luglio 1789 Luigi XVI licenziò il ministro delle finanze Necker, favorevole alle riforme proposte dall’Assemblea. Le notizie della forzata dimissione di Necker raggiunsero Parigi nel pomeriggio di domenica 12 luglio, dove vennero generalmente interpretate come l'inizio di un colpo da parte degli elementi conservatori. Necker godeva infatti del favore popolare, avendo scandalizzato l'opinione pubblica perché aveva presentato pubblicamente le esose spese di corte. La folla si raccolse in tutta la città, compresi più di diecimila al PalaisRoyal. CamilleDesmoulins, avvocato e giornalista, aizzò la folla salendo su un tavolo, pistola in mano, ed esclamando: «Cittadini, non c'è tempo da perdere; la dimissione di Necker è l'avvisaglia di un San Bartolomeo per i patrioti! Proprio questa notte i battaglioni svizzeri e tedeschi lasceranno i Campi di Marte per massacrarci tutti; una sola cosa ci rimane: prendere le armi!». Camille Desmoulins al Palais Royal incita i francesi alla rivoluzione

  11. Una folla crescente, che brandiva busti di Necker e del duca d'Orléans, passò attraverso le strade fino a PlaceVendôme, dove misero in fuga un distaccamento dei soldati tedeschi del Re, con una pioggia di pietre. Il 13 luglio i reggimenti della Guardia Francese, disposti in favore della causa popolare, vennero confinati nelle loro caserme. L'assalto alla Bastiglia avvenne il giorno successivo, quando gli insorti invasero l'Hôtel desInvalides per raccogliere armi. Non trovarono però la polvere da sparo, che sicuramente si trovava nella Bastiglia. Dopo quattro ore di combattimenti, riuscirono ad espugnare la prigione-fortezza simbolo imponente dell'assolutismo, uccidendo alcune guardie e pochi prigionieri detenuti per motivi politici. La presa della bastiglia, 14 luglio 1789 Il marchese di La Fayette

  12. Fu creata una Guardia Nazionale, affidata al comando del generale La Fayette, un membro di spicco della nobiltà francese, che durante la convocazione degli Stati Generali si batté a favore del Terzo Stato. Al generale La Fayette fu affidato il compito di reprimere ogni eventuale tentativo antirivoluzionario: molti aristocratici fuggirono all'estero, parecchie città, imitando la capitale, crearono nuove municipalità borghesi e scacciarono i rappresentanti del vecchio regime. Si guardava all'Assemblea Nazionale Costituente come all'unica fonte di autorità. Ciò nonostante, inizialmente la presa della Bastiglia non ebbe affatto il risvolto simbolico che oggi le si attribuisce dell'inizio della rivoluzione francese, ma venne considerata alla stregua di uno dei tanti eventi che sconquassavano Parigi. Luigi XVI riprese Necker come Ministro delle Finanze, ma era ormai troppo tardi: il movimento della rivoluzione francese era in atto. Dopo il 14 luglio la rivolta si estese anche nelle campagne, con i contadini che assaltavano i castelli dei nobili, che spesso erano costretti ad abbandonare le loro proprietà e fuggire all’estero. Ovunque la Francia reclamava “liberté, egalité, fraternité” (ovvero “libertà, uguaglianza e fratellanza”), quello che diventò successivamente il motto francese, che insieme alla bandiera tricolore fu uno dei simboli più significativi del periodo rivoluzionario. Col declino della monarchia, iniziava a sorgere tra i francesi un nuovo spirito patriottico, fondamento di una nuova identità nazionale.

  13. La Dichiarazione dei Diritti dell’ Uomo e del Cittadino Nelle campagne, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, i contadini si ribellarono contro i proprietari terrieri, massacrandoli e dando fuoco ai loro castelli: era iniziata la «GrandePaura». Di fronte a queste violenze, nella notte del 4 agosto 1789 l'Assemblea reagì abolendo i privilegi, i diritti feudali, la venalità degli uffici e le disuguaglianze fiscali. Fu la fine della società dell'Ancien Régime. Il 26 agosto 1789 l'Assemblea costituente votò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, ispirata ai principi degli Illuministi. Essa era il riflesso delle aspirazioni della borghesia dell'epoca, e tra i suoi punti fondamentali garantiva: * la garanzia della libertà individuale di opinione, di stampa, di religione; * il riconoscimento dell’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge; * la tutela della sicurezza personale; * la tutela della proprietà individuale; * il principio della sovranità popolare. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino

  14. La Francia restò una monarchia, ma il potere legislativo passò nelle mani dell'Assemblea costituente. Delle commissioni specializzate, derivate dall'Assemblea, ebbero l'incarico di mettere mano sull'insieme dell'amministrazione, che si preoccupava sempre meno del potere reale. I ministri non furono altro che degli esecutori tecnici sorvegliati dall'Assemblea. Tuttavia, il Re conservò il potere esecutivo. I decreti promulgati dall'Assemblea non erano validi se il re non li sanzionava. Gli intendenti e gli altri agenti dell'amministrazione dell'Ancien Régime restarono al loro posto fino alla formazione di una nuova amministrazione. Fino all'estate 1790, gli intendenti che non si dimisero, e continuarono le loro funzioni sebbene esse fossero state considerevolmente ridotte. L'Assemblea costituente, in maggioranza formata da borghesi e nobili, intraprese una vasta opera di riforme, applicando le idee dei filosofi e degli economisti del XVIII secolo. Il 6 ottobre 1789 Luigi XVI, insieme alla sua famiglia, fu costretto a lasciare la reggia di Versailles per trasferirsi nel palazzo reale di Parigi. Il popolo voleva tenere sotto controllo il re per impedire eventuali colpi che avrebbero ripristinato il regime assolutista. Le Riforme dell’Assemblea Nazionale Costituente • L'Assemblea Nazionale Costituente capì ben presto che il popolo sarebbe stato dalla sua parte ed iniziò tutta una serie di riforme: • l’abolizione del regime feudale; • l’emanazione della “Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino”, basata sul modello del "Virginia Bill ofRights"; • la vendita delle ricchezze fondiarie della Chiesa, visto il prolungarsi della crisi finanziaria; • la soppressione di tutti gli ordini e le congregazioni religiose, facendo di vescovi e sacerdoti dei semplici funzionari stipendiati, dietro obbligo di prestare giuramento di fedeltà allo Stato, pena la mancata erogazione dello stipendio.

  15. La Costituzione Dall’inizio del 1790 Luigi XVI capì di non avere scampo: pur essendo il re, egli era ostaggio dell’Assemblea nazionale costituente che lo obbligava a firmare i provvedimenti promulgati. Egli iniziava a temere per la propria sorte e per quella della sua famiglia. Decise così di lasciare la Francia e, il 20 luglio 1791, con la famiglia e pochi servitori, tentò di varcare la frontiera per dirigersi in Austria, presso la famiglia della moglie, Maria Antonietta d’Asburgo. Il re venne però riconosciuto a Varennes, al confine col Belgio, arrestato e ricondotto a Parigi. Dopo il fallimento della fuga del re, che era tenuto prigioniero nel palazzo di Parigi, l’Assemblea costituente terminò la stesura della Costituzione. La prima Costituzione venne approvata il 14 settembre 1791, ispirata agli ideali di uguaglianza e libertà dell’Illuminismo, dove veniva stabilito “il principio della separazione dei poteri”, teorizzato da Montesquieu”. Le regole contenute nella Costituzione prevedevano quanto segue: • Il potere esecutivo spettava al re, che era tenuto a rispettare e a far rispettare le leggi dal potere legislativo; • Il potere legislativoera riservato ad un’assemblea eletta dai cittadini, ma solo chi aveva compiuto 25 anni e pagava una tassa aveva diritto di voto; • Il potere giudiziarioveniva delegato ai giudici, eletti anch’essi dai cittadini.

  16. Luigi XVI firmò la Costituzione, ed il 4 settembre 1791 la Francia diventò una monarchia costituzionale. All’interno dell’Assemblea legislativa si formarono due schieramenti politici opposti: Foglianti, tendenzialmente moderati, che consideravano la proclamazione della monarchia costituzionale l’atto finale della rivoluzione Giacobini e girondini, desiderosi di proseguire il cammino rivoluzionario fino alla proclamazione della repubblica Un gruppo di deputati nominati “la palude” non apparteneva ad alcun schieramento, e appoggiava di volta in volta l’opinione che reputava più opportuna.

  17. Fine della monarchia costituzionale Su proposta di Luigi XVI, il 20 aprile 1792 la Francia dichiarò la guerra al re di Ungheria e di Boemia, il giovane imperatore Francesco II, appena succeduto al padre Leopoldo II. I girondini parlarono di una guerra dei popoli contro i re, di una crociata per la libertà. La Prussia si affiancò agli Austriaci qualche settimana più tardi. L'armata francese, totalmente disorganizzata a causa dell'emigrazione di una parte degli ufficiali nobili, non aveva la capacità di resistere alle pericolose armate prussiane, perciò le frontiere furono rapidamente minacciate. Tra i patrioti si sviluppò l'idea di un complotto della nobiltà, della corte e dei preti refrattari per abbattere la Rivoluzione. L'Assemblea votò allora tre decreti che permettevano la deportazione dei preti refrattari, lo scioglimento della guardia personale del re e la costituzione di un campo di guardie nazionali federate per difendere Parigi. Luigi XVI oppose il suo veto ai decreti sui refrattari e sui federali. Questa situazione provocò una nuova fiamma rivoluzionaria, che il 20 giugno vide il popolo attaccare il Palazzo delle Tuileries, dove risiedeva il re. Ma per una volta il re riuscì a resistere. Accettò l'umiliazione di portare il berretto frigio davanti ai sanculotti, ma rifiutò di cedere. Il cappello frigio

  18. L'Assemblea legislativa aggirò il veto reale proclamando la patria in pericolo l'11 luglio 1792 e chiedendo a tutti i volontari di affluire verso Parigi. Le truppe nemiche marciarono su Parigi inesorabilmente, facendo cadere una dopo l'altra tutte le fortezze. In questo contesto Danton, ministro della giustizia, dichiarò il 2 settembre 1792 : «Audacia, audacia, sempre audacia e la Patria sarà salvata». A causa del panico e del rancore, il popolo ritenne responsabili della situazione i nemici interni. Tra il 2 ed il 6 settembre 1792 massacrò i preti refrattari, i sospetti di attività controrivoluzionarie ed i detenuti di diritto comune incarcerati nelle prigioni di Parigi. I massacri durarono diversi giorni senza che le autorità amministrative osassero intervenire ed i deputati non li condannarono per diversi mesi. Questi massacri di settembre, che scossero la Francia, segnarono una fase essenziale nella Rivoluzione. Le elezioni della Convenzione si svolsero nel mezzo dei massacri di settembre. Su 7 milioni di elettori, si stima che il 90% si siano astenuti. La scelta dei deputati venne fatta da una minoranza decisa. Come nel 1789, lo scrutinio a due turni ebbe per effetto l'eliminazione della classe popolare dalla rappresentanza nazionale. Gli eletti furono quasi tutti della borghesia. Un terzo venne dagli operatori nel settore della giustizia. Malgrado questa relativa omogeneità sociale, si opposero due campi antagonisti. I girondini non si fidarono del popolo parigino. I loro appoggi furono in provincia e tra la ricca borghesia dei negozi e delle manifatture. Essi furono molto attaccati alle libertà individuali ed economiche del 1789 e ripugnavano di prendere delle misure eccezionali per salvare la giovane repubblica alla quale essi furono tuttavia attaccati.

  19. Il 20 settembre, nella battaglia di Valmy, l'armata francese riportò una vittoria insperata contro i prussiani, i quali, insieme agli austriaci, si ritirarono dalla Francia, più preoccupati dagli affari polacchi. La battaglia di Valmy Le truppe francesi occuparono i Paesi Bassi austriaci. Ad Est, le armate del generale Custine occuparono la riva sinistra del Reno. Venne occupato anche il Ducato di Savoia, possesso della Casa Savoia. Ovunque i francesi propagarono i loro ideali rivoluzionari.

  20. Proclamazione della Repubblica e condanna a morte di Luigi XVI L'ultimo atto dell'Assemblea Legislativa fu laicizzare lo stato civile. Il 20 settembre 1792 decise che i registri delle nascite e dei decessi da quel momento dovevano essere tenuti dai comuni. L'indomani la Convenzione si riunì per la prima volta. Essa dispose provvisoriamente dei poteri legislativo ed esecutivo. Decise di abolire la monarchia: il 22 settembre 1792 venne proclamata la Repubblica. Per la Rivoluzione fu l'inizio di una nuova era. La Convenzione era inizialmente dominata dai girondini. Essi sedettero al consiglio esecutivo e provarono ad evitare il processo del re, temendo che questo potesse rianimare la controrivoluzione e rinforzare l'ostilità delle monarchie europee. Alla fine dei dibattiti, il re fu riconosciuto colpevole e condannato a morte. Il re Luigi XVI venne ghigliottinato il 21 gennaio 1793 nella piazza della Rivoluzione. L’esecuzione di Luigi XVI – 21 gennaio 1793 Il re Luigi XVI

  21. Alla sua morte, il figlio di soli otto anni, Luigi Carlo di Francia, divenne automaticamente, per i monarchici e gli stati internazionali, il re Luigi XVII. La regina Maria Antonietta seguì Luigi XVI sulla ghigliottina il 16 ottobre 1793. Il governo rivoluzionario Nel luglio 1793 la Convenzione votò una costituzione molto democratica e decentralizzata, ratificata con un referendum. La Costituzione dell'anno I cercò di stabilire una vera sovranità popolare grazie a delle frequenti elezioni a suffragio universale, e alla possibilità per i cittadini di intervenire durante il percorso legislativo. Ma questa Costituzione non entrò mai in vigore: infatti, il 10 agosto 1793 la Convenzione decretò che l'applicazione della Costituzione era sospesa fino alla pace. La Convenzione dovette fronteggiare i sanculotti parigini. Venne costituito un governo d'eccezione, dominato dai montagnardi ed emanato dalla Convenzione. Il decreto del 10 dicembre 1793 decise che: "il governo sarà rivoluzionario fino alla pace". La convenzione nazionale assunse in principio tutti i poteri. Secondo la legge del 4 dicembre 1793, la Convenzione era l'"unico centro d'impulso del Governo". Georges Jacques Danton Maximilien François de Robespierre

  22. Il principale organo del Governo era il Comitato di salute pubblica. Esso venne creato nell'aprile 1793 e fu dominato da Danton fino alla sua eliminazione, avvenuta il 10 luglio, poi da Robespierre. Il Comitato era composto da 12 membri rieletti tutti i mesi dalla Convenzione ed ognuno specializzato in un settore particolare, aveva l'iniziativa delle leggi, il potere esecutivo e quello di nominare i funzionari. Centralizzava il potere in un periodo particolarmente critico. I membri del Comitato di Sicurezza Generaleerano anche membri della Convenzione. Questo comitato era incaricato della polizia e della tenuta della lista dei sospetti. Una rivalità di competenze l'oppose al Comitato di salute pubblica. Per applicare le misure adottate, la Convenzione inviò nei dipartimenti e all'esercito alcuni dei suoi membri: i rappresentanti in missione. Essi avevano dei poteri molto estesi per contrastare i controrivoluzionari. Dinanzi al pericolo, la Convenzione votò tutte le leggi che le venivano presentate dal Comitato di salute pubblica. La legge del 23 agosto 1793 sulla leva di massa permise di inviare sotto gli stendardi tutti i giovani celibi. Gli altri francesi dovevano partecipare agli sforzi della guerra fornendo l'equipaggiamento militare, grattando i muri delle cantine per raccogliere il salnitro, sostanza indispensabile alla fabbricazione della polvere da sparo. Tutta l'economia francese fu riconvertita per la guerra. In breve tempo venne costituita un'armata di un milione di combattenti.

  23. Pur non essendo mai entrata in vigore a causa dell'emergenza imposta dalla guerra contro la prima coalizione, la Costituzione divenne punto di riferimento per il pensiero democratico del secolo successivo. Nella preliminare Dichiarazione dei diritti si affermavano nuovi principi quali la fraternità tra i popoli e il diritto dei singoli al lavoro, all'istruzione, all'assistenza, alla felicità, all'insurrezione. Sfavorevole alle prerogative del potere esecutivo (esercitato da un Consiglio di ventiquattro membri) di cui limitava pesantemente le competenze, privilegiava il corpo legislativo composto da una sola Camera, i cui membri erano eletti annualmente a suffragio universale. I cittadini potevano intervenire direttamente nell'attività legislativa attraverso referendum richiesti da almeno un decimo degli elettori delle assemblee primarie in metà dei dipartimenti. Il periodo del terrore Fino al 1794 la Francia venne governata in modo dittatoriale dal comitato di salute pubblica di Robespierre, che giustiziava senza processo gli oppositori. Egli aveva infatti fatto approvare la legge dei sospetti in base a cui la gente accusata di tradimento veniva ghigliottinata senza processo. La lista dei sospetti era molto estesa: vi rientravano i nobili, gli emigrati, i preti refrattari, i federalisti, gli speculatori e le loro famiglie. Essi dovevano essere imprigionati fino alla pace. Le società popolari, controllate dai sanculotti, ricevettero dei poteri di sorveglianza e di polizia. Nel periodo della dittatura di Robespierre vennero giustiziate migliaia di persone (17.000 solo a Parigi) a causa di questa legge, e per questo venne chiamato “periodo del terrore”.

  24. Il Terrore poteva reggersi solo sulla necessità di difendere una Repubblica in crisi: venuta meno l'emergenza grazie alle vittorie interne ed esterne, essa cominciava a perdere il sostegno popolare e la sua ragion d'essere. Perciò, per mantenere il massimo potere, i leader del Terrore cominciarono a eliminare chiunque non fosse della loro schiera: Robespierre, lottando contro le fazioni, si era fatto molti nemici, anche se era diventato l'uomo politico più influente. Quando il 10 giugno 1794 presiedette la Festa dell'Essere supremo, i suoi avversari mormorarono che egli volesse accaparrarsi il potere. Il suo temporaneo ritiro dalla scena politica permise la costituzione di un gruppo di oppositori intorno al Comitato di Sicurezza Generale. Quando si decise infine a riapparire alla Convenzione, minacciò una nuova epurazione, anche contro certi deputati. Robespierre venne accusato dall'Assemblea ed arrestato. Un'azione del comune di Parigi lo liberò contro la sua volontà e lo condusse all'Hôtel de Ville. La Convenzione, che lo mise immediatamente fuorilegge, inviò delle truppe che presero d'assalto l'edificio. Il colpo di stato che pose fine al periodo del Terrore, che culminò all'indomani, con l'esecuzione alla ghigliottina di Robespierre e dei suoi collaboratori il 28 luglio 1794. La morte di Robespierre, ghigliottinato il 28 luglio 1794 La nuova Costituzione dell'anno III fu votata dalla Convenzione il 17 agosto 1795 e ratificata per plebiscito a settembre. Essa fu effettiva a partire al 26 settembre dello stesso anno e fondò il nuovo regime del Direttorio.

  25. Le guerre di Vandea La sua esecuzione provocò delle reazioni mitigate nella popolazione francese. I sovrani europei reagirono formando la prima coalizione nel febbraio 1793. Allora il 24 febbraio i girondini decisero la leva di 300.000 uomini. L'annuncio di questa leva provocò sollevamenti in Alsazia, in Bretagna e nel Massiccio Centrale, sollevamenti subito repressi con la forza. Inoltre la Convenzione votò una legge che realizzò una vera logica del terrore: tutti quelli che rifiutavano di prendere le armi venivano giustiziati in 24 ore senza processo. Una serie di conflitti scoppiati tra la popolazione della Vandea e di altri dipartimenti contro il governo rivoluzionario diedero vita alle “guerre di Vandea”. L'insurrezione ebbe inizio nel marzo 1793, proprio quando la Convenzione Nazionale ordinò la leva obbligatoria per 300.000 uomini da inviare al fronte e proseguì per i successivi tre anni, con brevi tregue durante le feste di Natale e di Pasqua. La battaglia di Cholet

  26. La repressione contro la Vandea fu terribile. Tra dicembre 1793 e febbraio 1794 furono giustiziate diverse migliaia di persone a Nantes facendole annegare nella Loira. Vennero poi create le "colonne infernali" che avevano l'ordine di uccidere qualunque vandeano che incontravano sul loro cammino (senza badare all'età o al sesso dei soggetti che avevano di fronte e soprattutto senza considerare se quelli avessero preso parte o meno all'insurrezione) e di incendiare le città o i villaggi che erano insorti o che erano state conquistati dai vandeani. Gruppi armati vandeani continuarono a combattere, ma una tregua vera e propria si ebbe solo nella primavera del 1795, con la pace di La Jaunaye. Questa prima guerra fu la più importante per numero di operazioni militari. La rivolta si riaccese più volte negli anni seguenti, soprattutto nei momenti di crisi dei governi repubblicani e napoleonici. L'insurrezione riprese poi nel 1795 terminando l'anno successivo in seguito ad un trattato di pace che acconsentì alle richieste dei vandeani. La guerra venne però continuata in Bretagna fino al 1799, infine la Vandea insorse nuovamente in seguito ai Cento Giorni (1815) aiutando Luigi XVIII di Francia a salire sul trono. All'inizio dell'estate 1794 gli sforzi della guerra consentiti dalla nazione portarono i loro frutti: la vittoria di Fleurus del 26 giugno 1794 permise alle truppe francesi di riprendere il Belgio e nelle regioni occupate si iniziarono a requisire dei viveri che venivano inviati in Francia. Dipartimenti francesi coinvolti nelleguerre di Vandea

  27. La quarta guerra di Vandea iniziò nel marzo 1813, dopo la ritirata di Napoleone dalla Russia (1812) ed ebbe una pausa quando, a seguito della sconfitta dell'Imperatore a Lipsia (ottobre 1813), Luigi XVIII salì al trono, nell'aprile 1814. Dopo il ritorno al potere di Napoleone con i Cento Giorni la guerra riprese il 15 maggio 1815 e terminò il mese successivo quando, a seguito della battaglia di Waterloo, Luigi XVIII ritornò sul trono di Francia nel giugno 1815. Il Sovrano, in segno di riconoscenza, conferì il grado di generale dei granatieri reali al generalissimo dell'armata vandeana Louis de La Rochejaquelein, e lo stesso fece con il suo successore Charles Sapinaud, che divenne generale e venne insignito del titolo di duca. La Costituzione dell’anno III • Il Direttorio fu il secondo tentativo di creare un regime stabile in quanto costituzionale. La pacificazione dell'ovest e la fine della prima coalizione permisero di stabilire una nuova costituzione. • Per la prima volta in Francia il potere legislativo fu affidato ad un Parlamento bicamerale, composto da: • un Consiglio dei Cinquecento, formato da 500 membri, • un Consiglio degli Anziani, formato da 250 membri. • Il potere esecutivo venne affidato ad un Direttorio di 5 persone nominate dal Consiglio degli Anziani su una lista fornita dal Consiglio dei Cinquecento. I ministri ed i cinque direttori non erano responsabili davanti alle assemblee ma essi non potevano più scioglierle. Come nel 1791, non era prevista alcuna procedura per risolvere i conflitti istituzionali.

  28. Durante tutta la durata del Direttorio, l'instabilità politica fu incessante. Le "reti di corrispondenza" realiste, appoggiate ai deputati realisti e moderati del Club di Clichy e in parte coordinate con i due fratelli del sovrano decapitato, Luigi e Carlo (e con le potenze nemiche), svolgevano un'efficace azione di propaganda. La situazione economica contribuì anche a distogliere i francesi dal regime. Le imposte non bastavano più. La moneta in vigore, l’'assegnato, aveva perso tutto il suo valore e fu sostituita da un'altra carta moneta, il mandato territoriale, che subì in un anno la stessa sorte dell'assegnato. A partire dal 1797, lo Stato chiese ai contribuenti di pagare le imposte in denaro contante, ma con la crisi finanziaria la moneta metallica si era rarefatta. Per sembrare credibile agli occhi dei creditori, nel 1798 venne creata una nuova imposta sulle porte e sulle finestre. I gendarmi furono precettati per coprire l'imposta. La fine della Rivoluzione e l’Impero di Napoleone Nella primavera 1796 una grande offensiva attraversò la Germania per costringere l'Austria alla pace. Ma fu l'armata d'Italia, comandata dal giovane generale Napoleone Bonaparte, che creò la sorpresa aggiungendo sempre nuove vittorie e forzando l'Austria a firmare la pace col Trattato di Campoformio del 17 ottobre 1797.

  29. Tra il 1797 ed il 1799 quasi tutta la penisola italiana fu trasformata in repubbliche sorelle con dei regimi e delle istituzioni ricalcate su quelle francesi. Se le vittorie alleviavano le finanze del Direttorio, esse resero il potere sempre più dipendente dall'armata e così Bonaparte divenne l'arbitro del dissenso politico interno. La spedizione in Egitto aveva l'obiettivo di colpire la via delle Indie al Regno Unito, ma i direttori furono contenti di togliere il loro sostegno a Napoleone, che non nascondeva il suo appetito di potere. La moltiplicazione delle repubbliche sorelle inquietò le grandi potenze, Russia e Regno Unito in testa. Esse temevano il contagio rivoluzionario e una troppo forte dominazione della Francia sull'Europa. Questi due Stati furono all'origine della seconda coalizione del 1798. Le offensive inglesi, russe ed austriache furono respinte dalle armate francesi dirette da Brune e Masséna, ma l'Italia fu in gran parte persa e i risultati della campagna di Bonaparte resi vani. Era ormai chiaro che il popolo francese cercava un nuovo uomo forte per difendere le sorti della Repubblica, poiché il Direttorio era inesorabilmente corrotto e cominciava a tramare con Luigi XVIII per restaurare il trono dei Borbone. Allarmato da queste notizie e conscio che la sua ora era giunta, Napoleone tornò dall'Egitto e assunse il comando del complotto che mirava a rovesciare il Direttorio, un complotto tessuto tra gli altri da Sieyès e dal fratello di Napoleone, Luciano Bonaparte, presidente dell'Assemblea dei Cinquecento. Il 9 novembre 1799 il colpo di Stato detto "del 18 Brumaio" rovesciò il Direttorio e instaurò un triumvirato retto dai consoli Bonaparte, Sieyès e Ducos. Napoleone proclamò in quella sede l'atto di chiusura della Rivoluzione.

  30. Fu messo in piedi il Consolato: un regime autoritario diretto da tre consoli, di cui solo il primo deteneva realmente il potere. La Francia cominciò un nuovo periodo della sua storia apprestandosi a consegnare il proprio destino ad un imperatore. Napoleone Bonaparte XIX secolo Il 2 dicembre 1851 il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di stato. Il 4 gennaio 1852 venne proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva la Seconda Repubblica francese, e nasceva il Secondo Impero.

  31. Inizialmente il paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato dalla politica liberale in base economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ecc,). Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente, e le sue azioni in Italia contro l'Austria permisero l'annessione,in seguito a referendum pilotati,delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e lotta contro la Prussia di fatto ne precipitò la caduta. Nel 1870 dopo la sconfitta di Sedan, e la perdita di Alsazia e Lorena aumentarono il risentimento nazionale. Altro fatto significativo era sul fronte demografico, la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato della popolazione tedesca e italiana di gran lunga superiore. Charles de Gaulle

  32. La Terza Repubblica e la Liberazione del 1945 La guerra franco-prussiana del 1870 portò alla caduta del Secondo Impero e al ritorno della Repubblica. Sotto la Terza Repubblica la Francia estende il proprio impero coloniale, la cui conquista era iniziato sotto la monarchie del XIX secolo (Africa occidentale equatoriale, Marocco, Tunisia, Madagascar, Indocina). Uscita vittoriosa, ma a un notevole prezzo in termini demografici ed economici, dalla prima guerra mondiale, la Francia visse un periodo di crisi economica e politica negli anni trenta. L'invasione tedesca della Francia settentrionale nel maggio 1940 e quella italiana di Mentone e di altri territori a Sud dopo la dichiarazione di guerra del 10 /06 portarono alla firma dell'armistizio con la Germania ( 22 giugno) e con l'Italia (25 giugno) e a votare i pieni poteri al maresciallo Philippe Pétain durante la seconda guerra mondiale. Egli sostituì la repubblica con uno Stato francese che si battè in più occasioni contro l'ex-alleato britannico (ad esempio in Siria)e contro gli Americani opponendosi al loro sbarco in Africa Settentrionale nel novembre 1942. Il Generale Charles de Gaulle, considerato traditore dallo Stato francese legittimo, creò a Londra il movimento "France libre" che combatté al fianco degli inglesi. La Francia dovette spostare il confine con l'Italia ad ovest di Mentone, riconoscendone l'annessione al vicino Regno. Nel novembre 1942, reagendo all'occupazione americana del nordafrica, l'Italia occupò anche Nizza e l'intero territorio dell'antica contea sabauda, amministrandolo fino all'8 settembre 1943. Fu l'unico periodo storico in cui il confine politico occidentale italiano coincise con quello geografico; Nizza fu allora rifugio di Ebrei, perseguitati e sfollati che poterono godere di quasi un anno di tranquillità sotto la protezione del regio esercito.

  33. Liberazione di Parigi nel 1944 Quarta e Quinta Repubblica Alla fine della seconda guerra mondiale De Gaulle riuscì a far includere la Francia tra i vincitori, nonostante lo stato francese legittimo (Vichy) avesse combattuto in più occasioni a fianco dell'Asse. A Parigi fu concessa una zona d'occupazione in Germania e un settore di Berlino (ambedue ritagliati dalla zona britannica). Alla contea di Nizza furono riunite, nel maggio 1947, Briga e Tenda strappate all'Italia contro il volere delle popolazioni; la Quarta Repubblica fu promulgata il 27 ottobre 1946, ma dovette affrontare gravi difficoltà nell'impero coloniale, prima in Indocina e poi in Algeria, oltre alla decolonizzazione attraverso negoziati. Nonostante l'instabilità politica il Paese partecipò attivamente alla creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel 1950, e alla firma del Trattato di Roma del 1957 come membro fondatore del mercato comune. Inoltre, la politica di sviluppo del nucleare, sia civile che militare, contribuì ad una politica indipendente negli anni sessanta. La Costituzione della Quinta Repubblica, venne adottata il 4 ottobre 1958 rendendo la Repubblica più resistente alle instabilità. Dal 1973 l'economia francese ha conosciuto un susseguirsi di crisi economiche e dei periodi di crescita lenta, con frequente alternanza al potere. Dagli anni cinquanta, la riconciliazione e la cooperazione con la Germania hanno consentito alla Francia di svolgere un ruolo di forza trainante nel processo di integrazione europea, in particolare con la Comunità economica europea. È diventata uno dei principali paesi dell'Unione europea, a favore di un'Europa politica forte, anche se ha respinto la Costituzione europea con il 55% dei voti il 29 maggio 2005.

  34. L’attuale Presidente della Repubblica Francese è Nicolas Sarkozy, eletto il 6 maggio 2007. Il Presidente della Repubblica Nicolas Sarcozy

  35. Ambiente Fisico

  36. La Francia è una regione montuosa ma prevalentemente pianeggiante. I monti principali sono quelli della catena dei Pirenei.

  37. I PiReNeI

  38. Le PiAnUrE

  39. …I FiUmI e i MaRi…

  40. Le CoStE

  41. Il cLiMa D’ Inverno & D’ Estate

  42. VeGeTaZiOnE PIANTE Le più tipiche sono: Alberi da frutto, Crisantemi, Gigli, etc… G i g l i C r i s a n t e m i A l b e r i Frutto da

  43. La Francia confina a Nord-Est con il Belgio, il Lussemburgo e la Germania, ad Est con la Svizzera e l’Italia e a Sud con il Principatp di Monaco, la Spagna e Andorra.

  44. Popolazione & Città

  45. Parigi Parigi è la capitale della Francia e capoluogo della regione dell‘Ile-de-France. È anche il comune più popoloso del Paese, nonché il quinto dell’ Unione Europea, dopo Londra, Berlino, Madrid e Roma. L’area metropolitana di Parigi è la più popolata d‘Europa, con 12 milioni di abitanti.La città, costruita su un‘ansa della Senna, oltre che fondamentale snodo di trasporti e traffici del continente europeo, è una delle più importanti ed influenti metropoli mondiali, nonché centro culturale, politico ed economico molto forte sia a livello nazionale che internazionale. I patroni della città sono san Germano e santa Genoveffa, accreditata di aver convinto Attila a risparmiare la città, nel V secolo. La città di Parigi occupa una superficie di 105,40 chilometri quadrati ma la sua agglomerazione è molto più grande. La "piccola corona, composta dalla Città e dai 3 dipartimenti confinanti di Seine-Saint-Denis , Valle della Marna ed Hauts-de-Seine, occupa una superficie di 762,40 km²; con una popolazione di circa 6.260.000 abitanti.

  46. Il clima di Parigi è alquanto particolare, a metà strada tra il clima oceanico e il clima continentale. L’inverno non è particolarmente prolungato e rigido. Esso è infatti caratterizzato da un'alternanza di periodi miti e piovosi e periodi invece più rigidi e nevosi (con minime anche di -10°). Allo stesso modo l’estate può presentare giornate calde e afose con temperature massime anche di +35°/+38°, e giornate assai fresche, ventose e piovose (con temperature minime sui +10°). Inoltre i quartieri meridionali e orientali presentano inverni più rigidi rispetto al centro-città e ai quartieri settentrionali e occidentali. Le minime invernali nel centro-città raramente sono particolarmente basse, grazie al fenomeno dell'Isola di calore urbana. I periodi più consigliati per visitare la città sono quindi la tarda primavera (maggio) e l'inizio dell’autunno (settembre e inizio ottobre).

  47. Tribù celtiche sono stanziate da molti secoli in un’ansa della Senna. Cesare le incontra durante la campagna di conquista della Gallia Arrestata l'avanzata di Attila nel 451 grazie a Genoveffa, la città si dà ai Franchi Merovingi, la civilizzazione romana si tramuta in civiltà romano-barbarica, e Parigi riesce a sopravvivere al Medioevo, tra carestie e faticosa civilizzazione: il IX secolo passa sotto le ripetute estorsioni e la continua minaccia di vichinghi e, normanni, attorno alle istituzioni cristiane si coagula la nuova civiltà: nel 1021 il capitolo di Notre-Dame è già meta di molti clerici vagantes; nel 1246 l'università di Parigi vedrà riconosciuta la propria autonomia, e nel 1257 nasce la scuola della Sorbona: Parigi si avvia a diventare uno dei centri della cultura europea, nel cuore della Francia medioevale. A metà del XIV secolo , Parigi cerca di fare la propria politica municipale: ha già più di 150mila abitanti e, attraverso sollevazioni e alleanze mostra di non voler rinunciare alla propria indipendenza. La città si estende soprattutto sulla riva destra.Bisogna arrivare al1473 , perché Carlo VII possa fare di Parigi, indiscutibilmente, la capitale dei Valois. La storia della città si intreccia da lì in poi inestricabilmente con la storia della Francia.

  48. Alla vigilia della Rivoluzione Parigi occupa 1.100 ettari e conta oltre 600mila abitanti. Di nuovo protagonista, non meno che testimone, il popolo parigino gioca la propria rivoluzione. Lo spirito di ribellione e d'indipendenza dei parigini viene di nuovo duramente represso, che segna l'inizio del Terrore di Robespierre : per più di un anno, tra il 1793 e il 1794, le piazze di Parigi ospitano il lavoro indefesso della ghigliottina.

  49. Parigi, è la città più grande di Francia. Assieme ai suoi sobborghi e città satellite forma l’area metropolitana della Grande Parigi che copre 14.518 km², ed ha una popolazione di 11.174.743 abitanti. L'area metropolitana della Grande Parigi è la più ampia d'Europa (assieme a Londra e Mosca), ed è all'incirca la ventesima al mondo. L'area metropolitana della Grande Parigi, è il più grande centro economico e finanziario d'Europa alla pari con Londra. Ospita più del 30% dei “colletti bianchi" francesi, e più del 40% delle sedi centrali delle compagnie francesi, con il più grande distretto finanziario d'Europa per dimensioni (La Defénse), e la seconda più grande borsa d'Europa (Euronext). Nota in tutto il mondo come la Ville Lumière (la "città delle luci"), Parigi è una delle principali destinazioni turistiche mondiali. La città è rinomata per la bellezza della sua architettura, i suoi viali e i suoi scorci, oltre che per l'abbondanza dei suoi musei. Costruita su un'ansa della Senna, è divisa in due parti la Rive droite a nord e la più piccola Rive gauche a sud. Un tempo capitale di un impero coloniale che si estendeva su cinque continenti, Parigi è tuttora considerata come il centro del mondo francofono ed ha mantenuto una forte posizione internazionale, ospitando il quartier generale dell‘OECD e dell‘UNESCO, tra gli altri. Questo, combinato alle sue attività finanziarie, affaristiche, politiche e turistiche, ha reso la città uno dei principali “hub" del mondo, e Parigi è riconosciuta come una delle poche “città mondiali".

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