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La storia del fumetto

La storia del fumetto. Denominazione La nascita Vari generi Linguaggio del fumetto. Autori: Iera Miranda, Moraca Gaetano. Denominazione.

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La storia del fumetto

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  1. La storia del fumetto • Denominazione • La nascita • Vari generi • Linguaggio del fumetto Autori: Iera Miranda, Moraca Gaetano

  2. Denominazione La parola "fumetto" sta a indicare quella scritta racchiusa dentro una nuvoletta che, in certi racconti per immagini, esce dalla bocca dei personaggi e ne rappresenta con felice soluzione grafica il discorso. Gli americani la chiamano "balloon", letteralmente "pallone", perché il più delle volte ha una forma sferica, mentre i francesi, più sofisticati, la indicano con la parola "ectoplasme", come se i personaggi raffigurati fossero nient'altro che fantasmi.   Più genericamente, però, con "fumetto" si intende anche il racconto stesso, formato da una serie di vignette disposte orizzontalmente l'una a fianco dell'altra e da leggersi da sinistra a destra.   Il racconto di questo tipo si chiama, nei paesi di lingua inglese, "comic strip" o semplicemente "comic", oppure anche "funny story", perché agli inizi era una storiella comica con personaggi caricaturali, e in Francia "bande dessinée", ossia "striscia disegnata".  

  3. Denominazione Oggi comunque sotto la comune denominazione di fumetto vengono raggruppate non solo le storie umoristiche, ma anche quelle western, di gangsters, di guerra, di spionaggio e così via.   Tuttavia i vari termini usati finora, oltre a essere restrittivi e imprecisi, testimoniano la scarsa considerazione accordata ovunque a una forma di espressione che non è stata capita e ritenuta degna di una definizione più appropriata.   

  4. Lanascita La nascita del fumetto risale alla fine del secolo scorso, quando il disegnatore americano Richard Felton Outcault, nel 1895, iniziò a pubblicare, nell'edizione domenicale del New York World, le sue tavole denominate Down Hogan's Alley. Si trattava di un'unica grande vignetta, formicolante di curiose e squallide figure, di diseredati della rozza e facinorosa suburra newyorkese, che ruotavano attorno al personaggio fisso di un grottesco ragazzino completamente calvo, con gli orecchi a sventola, vestito con un camicione giallo lungo fino ai piedi: venne battezzato con il nome di Yellow Kid.    Nelle tavole suddette, zeppe di scritte che campeggiavano sul muri, sulle staccionate, sui cartelloni tenuti in mano dalla folla e soprattutto sul camicione del protagonista, Outcault manifestò fino al sadismo tutto il suo disprezzo per una umanità cenciosa e miserabile.   

  5. Lanascita Assieme a Outcault, il quale dopo Yellow Kid illustrò le avventure di Buster Brown, un lepido e lindo fanciullo di buona famiglia che con le sue marachelle si aceattivò subito le simpatie dei lettori, tra gli iniziatori americani ricordiamo James Guilford Swinnerton. Egli dette vita, oltre che all'ingenuo e romantico Little Jimmy, a un gruppo di simpatici tigrotti che si comportano come esseri umani e che sono considerati come gli antenati di tutti i felini apparsi successivamente nel mondo dei fumetti, da Krazy Kat a Mio Mao.   Tra i personaggi dei fumetti, nati proprio allo scadere dell'Ottocento, troviamo i due impenitenti e pestiferi monelli Bibì e Bibò, che tormentavano con i loro tiri birboni Capitan Cocoricò e la Tordella in una non identificata isola africana, e lo spassoso Fortunello, un ingenuo buon diavolo, continuamente fatto bersaglio di scherzi malvagi.   

  6. Lanascita I primi fumetti possiedono caratteristiche comuni: la crudeltà con cui i personaggi si scagliano contro le loro vittime e l'umorismo rozzo e grossolano che riflette il gusto prevalente e il costume del tempo, di un'America che ancora manteneva lo spirito cinico dei pionieri. Siffatte letture, dense di violenza e volgarità, finirono con il provocare un'ondata di preoccupazione da parte della borghesia benpensante, di moralisti e di educatori.    Outcault fu costretto ad arrendersi al conformismo e a sostituire il troppo esuberante Yellow Kid (che una volta aveva perfino picchiato a sangue un povero negretto) con il meno sadico Buster Brown, più vicino ai ragazzi dell'epoca di quanto lo fossero i personaggi che l'avevano preceduto. Questo discolo, dopo essersi divertito a distruggere la tranquillità di parenti e conoscenti, nell'ultima vignetta innalzava un cartello sul quale erano riportati giudiziosi proponimenti e saggi consigli.  

  7. Vari generi I modi di rappresentazione tipici della caricatura e dell’illustrazione distinguono i fumetti comici da quelli d’avventura. Per quanto sia possibile individuare molti diversi generi del fumetto (come del cinema e della letteratura) questa distinzione fondamentale rimane, e il tipo di disegno è già determinante nell’orientare l’attesa del lettore. Queste due immagini mostrano con chiarezza il legame tra tipo di disegno e genere: il primo è tratto dalla striscia comica “Hagar”, il secondo da un fumetto d’avventura (”The Avengers”, 1967)

  8. Linguaggio del fumetto:strisce, tavole, albi. In origine, il fumetto viene pubblicato in strisce sui quotidiani. Le tavole cominciano invece ad apparire sui supplementi domenicali, dove i fumetti ricevono maggior spazio. Solo nel 1933 esce il primo vero “albo” (comic book) in cui il fumetto costituisce l’esclusiva offerta della pubblicazione.

  9. La striscia La nascita del comic book non elimina la striscia. Soprattutto i fumetti comici continuano ancora oggi a utilizzare il formato della striscia: una serie autoconclusiva di poche vignette, con un climax nell’ultima. L’autonomia narrativa della striscia è relativizzata dal costante riferimento a un contesto narrativo più ampio in cui la singola striscia si colloca

  10. La tavola Soprattutto i fumetti di avventura, destinati alla pubblicazioni nei comic books o nelle riviste specializzate, organizzano il loro racconto in tavole. Una tavola coincide con la pagina ed è suddivisa in vignette secondo la strategia narrativa dell’autore.

  11. Parola e immagine Il fumetto prende il suo nome italiano dal modo in cui vengono riportate le battute dei personaggi: all’interno delle “nuvole” (ingl. Balloons). Particolari grafici specificano spesso la natura del testo (parte di dialogo, pensiero, urlato, sottovoce).

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