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Il lungo inizio della distensione. Il 5 agosto 1963 USA, URSS e Gran Bretagna firmano un accordo che bandisce gli esperimenti atomici nell’atmosfera e nello spazio.
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Il lungo inizio della distensione • Il 5 agosto 1963 USA, URSS e Gran Bretagna firmano un accordo che bandisce gli esperimenti atomici nell’atmosfera e nello spazio. • Inizia un lungo e travagliato negoziato per “blindare” il club atomico: non fornire tecnologia e materiali a chi vuole realizzare un proprio arsenale nucleare
Il lungo inizio della distensione • Quali sono le reazioni nel mondo? • Certo c’è sollievo per il ridimensionamento del rischio atomico. Ma è un reale ridimensionamento? Infondo gli arsenali rimango intatti e il loro “miglioramento” tecnologico prosegue • Ma mentre di discute di limitazioni degli armamenti, le crisi locali dimostrano che la Guerra fredda è lontano dall’essere regolamentata, e anzi coinvolge sempre nuove aree del globo
Disordine bipolare • La logica bipolare della Guerra fredda inizia a mostrare limiti e ad andare stretta a una serie di attori internazionali • Europei occidentali • Satelliti europei dell’URSS • “Terzo Mondo” • Popolazione in generale: crisi economiche, critiche al “progresso”. Verso il ’68 • Per queste ragioni, gli anni tra il 1965 e il 1975 vengono tradizionalmente definiti del “disordine bipolare”
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Il comportamento ambiguo delle due Superpotenze non agevola la comprensione dei loro reali obiettivi di lungo periodo • Da un lato c’è la ricerca di una regolamentazione del loro conflitto permanente: • Il 1° luglio 1968 viene firmato i Trattato di Non Proliferazione Nucleare, proposto a tutti gli altri stati del mondo
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • In sintesi, i punti fondamentali erano due: • Nel lungo periodo, il TNP avrebbe dovuto promuovere il negoziato per limitare (e magari iniziare a ridurre) gli armamenti nucleari • Nel breve periodo i firmatari si impegnavano: • Se erano in possesso di armamenti nucleari, a non cedere tecnologia e mezzi per la loro costruzione ai paesi non nucleari • Se non ne erano in possesso, si impegnavano a non cercare di acquisirne il controllo
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Sollievo nel mondo, per chi crede che si stia realmente limitando la proliferazione dei rischi connessi all’arma atomica (chi ne entra in possesso è “affidabile” quanto hanno dimostrato USA e URSS durante la crisi di Cuba?) • Inoltre: alcune potenze regionali o aspiranti tali non sono più convinte (semmai lo sono state) che i loro interessi corrispondano pienamente a quelli della superpotenza di riferimento
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Ma anche percezione diffusa che si stia realizzando un “condominio” delle due superpotenze: un protettorato sul quale i cittadini del resto del mondo non hanno alcuna influenza
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • D’altro canto, la Guerra fredda e l’influenza delle superpotenze non cessa di estendersi anche ad altre aree del globo, sovrapponendosi e complicando dinamiche di natura regionale e peculiare • L’esempio più evidente è il Medio Oriente, dove si combatte negli stessi giorni in cui si tengono le prime discussioni informali per il TNP
La guerra dei sei giorni • Israele aveva fatto affidamento inizialmente sulla Francia per i propri armamenti • Gli Stati Uniti avevano a lungo cercato di mantenere un atteggiamento ameno apparentemente equidistante tra nazionalismi arabi e istanze israeliane • Il lento avvicinamento di Siria ed Egitto all’Unione Sovietica (diga di Assuan, vendita di armamenti) aveva indotto a vedere in Israele un baluardo del “contenimento” nell’area
La guerra dei sei giorni • Elementi locali di instabilità diventano elementi globali di instabilità, a causa dell’importanza strategica ed economica dell’area • Nel 1964 nasce l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Attività terroristiche volte alla “liberazione” dei territori palestinesi. L’elemento viene sfruttato anche a fini propagandistici dagli altri regimi arabi (anche se non pochi sopportano a fatica la presenza di palestinesi espulsi)
La guerra dei sei giorni • Dal 1966 si accumulano tensioni, dovute al desiderio di rivincita di Nasser e più in generale alla sovrabbondanza di armamenti nella regione, forniti in abbondanza dalle rispettive potenze di riferimento • Il 5 giugno 1967 Israele lancia un’azione “preventiva” (diventerà una modalità tipica del conflitto arabo-israeliano) • La superiorità delle forze israeliane è schiacciante, per la sorpresa di tutti
La guerra dei sei giorni • Occupato il Sinai, la Striscia di Gaza, Hebron, la Cisgiordania (West Bank), le alture del Golan • L’ONU è bloccata da rivalità contrapposte • Soltanto la minaccia sovietica di intervento, per impedire il crollo definitivo degli alleati, persuade Israele a fermare le operazioni belliche • Da quel momento gli schieramenti in campo saranno chiari per gli anni a venire, e con essi l’ulteriore riarmo dei “client states”
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Indipendentemente dalle crisi “periferiche”, la spinta alla Distensione negli Stati Uniti viene anche da altre ragioni interne e internazionali: • Crisi del ‘Cold War consensus’ in patria • Crisi della leadership consensuale esercitata dagli Stati Uniti, e più in generale del prestigio morale di Washington nel mondo (in conseguenza della Guerra in Vietnam)
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Europa occidentale: • Economia: declino relativo dell’egemonia statunitense • Vietnam: l’Europa ha una posizione ormai secondaria nei piani statunitensi • Cuba: rischi per l’Europa senza contropartita • Timore di un ‘condominio’ delle superpotenze • Esclusione permanente dal ‘club atomico’ in seguito al TNP
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Apice della crisi: ritiro della Francia di De Gaulle dalla NATO (non dal Patto Atlantico) • D’altra parte, De Gaulle è il primo a perseguire una sua distensione con l’est, ed altri lo avrebbero seguito a breve • Nasce così l’idea di affermare la distensione come obiettivo dell’Alleanza, accanto alla difesa comune (1967). Da parte americana, è il tentativo di ricondurre entro la sede istituzionale esistente le divergenze con gli alleati
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Sullo sfondo, una crisi ben più grande rimane sul punto di esplodere: i mutati rapporti di forza economica tra Europa e USA rispetto alla fine della Seconda Guerra Mondiale • Inoltre: crisi sistemica dell’economia capitalista, che si aggraverà negli anni a venire per l’aumento del prezzo delle fonti di energia e la diminuzione della produttività
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Da parte di Washington è sempre più forte il desiderio di una tregua nella Guerra Fredda per ‘mettere ordine in casa’. Non a caso, una delle letture più convincenti della distensione parla più che altro di ricerca di ‘stabilizzazione’ • Se si giunge a qualche risultato, è perché dall’altra parte della cortina di ferro si vive una situazione con risvolti del tutto simili
Schizofrenia nei rapporti USA-URSS • Unione Sovietica: • Dal 1964 c’è un cambio di leadership: dopo l’esito della crisi cubana, Krusciov viene progressivamente allontanato, a vantaggio di Breznev, personaggio ben più incline alla stabilizzazione rispetto a chi lo aveva preceduto • Tentativi di riforma economica, sia in URSS che nel COMECON: sostanziale fallimento, ritardo tecnologico (colmabile solo grazie all’ovest), problemi di credito e alimentari
Gravi crisi all’interno della propria ‘sfera d’influenza: • Primavera di Praga – Dottrina Breznev della sovranità limitata: segnale di forza o debolezza ? • Conseguente perdita di prestigio presso i paesi di recente indipendenza: sempre più Mosca e Washington hanno problemi simili con i ‘non allineati’ e il Terzo Mondo: ne è un esempio la difficoltà sovietica di porre dei limiti alle attività dei comunisti vietnamiti • Cina: dalla tensione agli scontri
Necessità di raffreddare almeno alcuni dei fronti ‘caldi’: rapporti con l’Europa, con gli Stati Uniti, corsa agli armamenti nucleari • Per questo, nonostante la crisi cecoslovacca e l’impressione che essa provoca in occidente, continuano le trattative per il Trattato di Non Proliferazione • L’episodio appare sempre meno come un caso isolato e limitato alla questione atomica, e sempre più come una logica di dialogo tra le Superpotenze, animate da desideri convergenti. Trovare un “codice di condotta” per la Guerra Fredda
Chi era Richard Milhous Nixon ? Il “Cold Warrior”… …il Vicepresidente… …l’anti-Kennedy… … il Presidente del “realismo”
Le dimissioni di Nixon • Il caso “Watergate”: il termine diverrà proverbiale, assieme ad altri scandali dell’amministrazione Nixon • Shock per l’opinione pubblica americana • Il prestigio dell’istituzione presidenziale stessa è scossa all’interno come a livello internazionale: una questione di credibilità. Questo minerà il corso della distensione. • La difficile successione di Ford • Il potere del Congresso e di alcuni gruppi di pressione uscirà accresciuto dalla vicenda
… critiche più profonde • Nixon rappresenta (almeno inizialmente) l’ultimo esponente di un repubblicanesimo da Guerra Fredda che aveva fatto propri i precetti economici del welfare state (“Siamo tutti keynesiani”) e la dottrina del containment. Prima di lui, la sfida di Barry Goldwater; dopo di lui, la “valanga” di Reagan • Fu un traghettatore, consapevole o meno ?
… critiche più profonde • O tentò un’operazione “gattopardesca” (perché tutto rimanga com’è, che tutto cambi) ? • Di certo, il suo pensiero e la sua opera aveva molto a che vedere con la ridefinizione dell’ “egemonia consensuale” statunitense
Certamente, Nixon era cosciente di: • Declino (quantomeno) relativo della potenza statunitense • Necessità di concludere la guerra del Vietnam: questo gli fa guadagnare l’elezione alla Presidenza. “Vietnamizzazione del conflitto”. • Esigenze di ridimensionamento dell’impegno diretto americano all’estero (discorso di Guam; dottrina Nixon) • Imprescindibile dialogo con l’Unione Sovietica e tattica “del bastone e della carota” per limitare gli effetti destabilizzanti della sua politica estera (“era di negoziato”)
Henry Kissinger • “mente europea della politica americana” • Critica dei limiti concettuali della politica estera statunitense dalle origini • Messianesimo e crociata morale • Il compito dell’amministrazione Nixon: “educare il popolo americano alle necessità dell’equilibrio di potenza”. S • Coscienza dei limiti di azione
Henry Kissinger • MA: non si distacca dall’ “ossessione per la credibilità” • E soprattutto: la sua visione strategica bipolare finisce per azzerare le specificità nazionali e regionali, come altri “coldwarrior” prima di lui • Obiettivo: ricerca della stabilità e della legittimità del sistema di relazioni internazionali
Da un sistema bipolare a uno multipolare. Equivoco: si tratta di una definizione descrittiva, prima ancora che prescrittiva. • Rimane una differenza tra le due Superpotenze, che hanno responsabilità e raggio d’influenza globale, e le altre medie potenze (Cina, Europa) regionali • Il dialogo bipolare è dunque esclusivo per sua stessa natura
Il problema NON E’ la natura interna del regime sovietico, ma l’aggressività della sua politica estera • Quindi, l’obiettivo NON E’ trasformare l’Unione Sovietica, ma indurla (‘stick and carrot’) ad abbandonare i suoi progetti di destabilizzazione del sistema internazionale • Per questo, essa deve accettare la legittimità del sistema stesso e cooperare a costruire l’equilibrio e la stabilità
Trattare con Mosca: • Diplomazia strettamente personale, sin dal febbraio 1969 • Massima segretezza
“La distensione non può essere perseguita selettivamente (…), è indivisibile”: teoria e pratica del linkage, la capacità di legare gli eventi tra di loro • Esempio: senza progressi in Vietnam, stallo delle trattative SALT. Il 1970 verrà ricordato come un “anno perso” per le relazioni tra le due superpotenze, mentre altri facevano progressi nel dialogo con Mosca
Inoltre, la riconduzione della politica estera al bipolarismo rende piatto il mondo della diplomazia statunitense ed impoverisce di contenuti il dialogo con gli altri paesi • Esempio: la Cina e i magri risultati oltre il breve termine • Altro esempio: Cile di Allende
Esigenza imprescindibile: ottenere la collaborazione sovietica per risolvere la guerra in Vietnam • Il linkage si trasforma in una ‘prigione’ • Già alla fine di gennaio c’era un accordo sostanziale tra Nixon e Breznev sull’accettazione della parità strategica e sulla necessità di limitare gli armamenti strategici
Eppure: l’inizio ufficiale dei negoziati sarà soltanto a novembre • Delegazioni sovietiche e americane con esperti di massimo livello si incontrano alternativamente a Vienna ed Helsinki • Tre questioni in discussione: • Missili statunitensi collocati in Europa: da considerare strategici ? Si concluse con un rinvio • MIRV. Stessa conclusione • ABM. Compromesso • Firma dell’accordo il 26 maggio 1972, durante la visita di Nixon a Mosca: la prima di un presidente statunitense in URSS dai tempi della conferenza di Yalta
Una valutazione: risultati commisurati alle aspettative ? Di certo non si interruppe la corsa agli armamenti nucleari • Sicuramente l’apertura alla Cina rese i sovietici inclini a raggiungere un compromesso
Reazioni divergenti negli Stati Uniti e in Europa • Soprattutto: i progressi, se questi vi furono, coinvolsero quasi esclusivamente la componente militare della rivalità est-ovest. In una certa misura, la strategia kissingeriana non raggiunge lo scopo, e non sopravvivrà alla sua esperienza diretta di governo
Ulteriori incontri al vertice: nel 1973 negli Stati Uniti e nel 1974 in Unione Sovietica • Risultati: • Convenzioni sulle armi biologiche • Trattato sui sistemi ABM • “Principi basilari delle relazioni” • “Accordo per la prevenzione della guerra nucleare” • Altri accordi di cooperazione bilaterale • Premesse per il SALT II
MA: poteri ormai limitati di Nixon a causa dell’incedere dello scandalo Watergate • In più: il clima è cambiato, distensione diventa in breve tempo una “parolaccia” che Ford cercherà di evitare in ogni modo durante la campagna elettorale • Critiche da destra e da sinistra
Non c’è stato un cambiamento di mentalità e di sensibilità popolare, proprio l’elemento che Kissinger sottostimava • Riemerge il tema dei diritti umani e della moralità della politica estera. “Détente=appeasement” • Il vero o apparente “nuovo espansionismo sovietico” sembra darne prova • L’Afghanistan è la “tomba” definitiva della distensione
L’apertura alla Cina • Nixon e Kissinger ne valutano l’opportunità da prima di entrare in carica • Che senso ha fossilizzarsi in Vietnam in onore alla “dottrina del domino” quando si può raggiungere un accordo in funzione antisovietica col più grande paese del mondo? • L’elemento definitivo che li persuade all’azione è lo scontro armato tra Cina e URSS nel marzo del 1969 lungo il fiume Ussuri: è ormai impossibile non vedere che il campo comunista è diviso in due
L’apertura alla Cina • Da parte cinese: necessità economiche e di stabilizzazione durante e dopo la Grande Rivoluzione culturale • “Assicurazione” contro i tentativi di Mosca di avere il predominio sull’Asia e di recuperare la centralità nella galassia comunista • USA e Cina condividono quindi un interesse strategico per bilanciare lo strapotere sovietico (anche se per gli Stati Uniti l’urgenza è sempre l’uscita dal Vietnam)
L’apertura alla Cina • Nel luglio del 1971 Kissinger compie un viaggio a sorpresa in Cina per tre giorni • Un anno dopo Nixon è a Pechino: finiscono 25 anni di ostilità e non riconoscimento • Sui sovietici l’impatto della notizia è fortissimo • In realtà, gli incontri servono soprattutto a chiarire le fonti di disaccordo, che pure rimangono • Taiwan: la RPC si impegna a soluzioni pacifiche, ma gli Stati Uniti riconoscono che esiste UNA Cina
L’apertura alla Cina • Impegno a lavorare per la normalizzazione delle relazioni reciproche • Accordo che né i due contraenti né “nessun altro paese” devono cercare l’egemonia sull’area Asia-Pacifico • Ufficiosamente, ai sovietici sarà fatto sapere che, in caso di attacco contro la Cina, gli Stati Uniti non sarebbero rimasti neutrali
L’apertura alla Cina • Perché non si arrivarono a risultati più importanti? Persino il riconoscimento ufficiale arriverà soltanto nel 1979 • Di nuovo, la logica della Guerra Fredda: in quel momento tutte le trattative erano orientate in chiave anti-sovietica, e questo impedisce di cogliere ulteriori opportunità