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La malattia celiaca:introduzione

UPDATE MALATTIA CELIACA. La malattia celiaca:introduzione. Dott.ssa Valeria Criscuoli. 22 ottobre 2011. Definizione.

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La malattia celiaca:introduzione

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Presentation Transcript


  1. UPDATE MALATTIA CELIACA La malattia celiaca:introduzione Dott.ssa Valeria Criscuoli 22 ottobre 2011

  2. Definizione • E’ una enteropatia immuno-mediata scatenata da fattori ambientali (la gliadina ) in individui geneticamente predisposti (portatori di geni codificanti le molecole HLA-DQ2 o HLA-DQ8)

  3. Il glutine in particolare presenta due componenti: la frazione gluteninica idro-solubile, poco coinvolta nella tossicità, e la frazione prolaminica alcool-solubile che appare implicata nella patogenesi della malattia (proteine gliadine e glutenine >>prolammine) Le proteine del glutine implicate nell’insorgenza della malattia sono la gliadina per il frumento, la secalina per la segale e l’ordeina per l’orzo; caratteristica comune a tutte queste sostanze è l’elevato contenuto in glutamina (>30%) e prolina (>15%) Le prolammine del frumento sono suddivise in α-, β-, γ-, ω-gliadine, con un peso molecolare che varia da 30000 a 75000 daltons; la gliadina A è la componente più importante delle α-gliadine e sembra essere la frazione più direttamente responsabile dell’insorgenza della malattia

  4. La patogenesi

  5. Zonuline (zonula occludens toxin) • Regola le giunzioni intercellulari • L’espressione della zonulina è aumentata nell’intestino durante la fase acuta della malattia celiaca • La disregolazione di questa proteina potrebbe disturbare la funzione intestinale di barriera

  6. La zonulina determinerebbe un’apertura delle tight junctions intestinali durante la fase precoce di malattia consentendo l’ingresso di allergeni a livello di sottomucosa • IGA Anti-zonulina sono presenti nel 21% dei celiaci • Fasano. The Lancet, Volume 355, Issue 9214, 29 April 2000, Pages 1518-1519

  7. Transglutaminasi:autoantigene predominante •  La transglutaminasi tissutale (tTG )è un enzima intracellulare rilasciato dalle cellule infiammatorie, endoteliali e fibroblasti, cellule epiteliali in risposta ad uno stimolo infiammatorio (-> gliadina o altri irritanti). • Il passo successivo è l’interazione tra la transglutaminasi rilasciata e la gliadina che è un substrato eccellente per la tTG dando vita ad un complesso gliadina- tTG e neoepitopi antigenici • Una volta secreto reagisce e deamina i peptidi della gliadina le quali vengono presentate dalle cellule presentanti l’antigene DQ2+ e DQ8+ alle T cell CD4+ alimentando lo stimolo infiammatorio.

  8. La patogenesi

  9. Rappresentazione schematica dei cinque stadi di lesione associati con la ipersensibilità al glutine. Le lesioni variano istologicamente da alterazioni lievi caratterizzato da un aumento dei linfociti intraepiteliali (tipo 0 ) fino ad una mucosa piatta con totale atrofia mucosale ,completa perdita dei villi e iperplasia delle cripte (tipo 3 ). La lesione tipo 4 è vista nel linfoma T cellulare Marsh MN. Gastroenterology 1992; 102:330.

  10. atrofico Parziale atrofia infliltrativo

  11. Cofattori ambientali • Infezioni intestinali possono causare un transitorio aumento della permeabilità del piccolo intestino e quindi aumentare l’immunogenicità del glutine

  12. Aumentata frequenza di infezioni da Rotavirus potrebbe aumentare il rischio di malattia in bambini geneticamente predisposti (Stene Am J Gastroenterol 2006; 101 2333-40). E’ stato identificato un peptide consensus che viene riconosciuto da anticorpi di pazienti celiaci e risulta avere omologia con la proteina neutralizzante maggiore VP7 di Rotavirus

  13. Colonizzazione da parte di batteri a bastoncello in bambini con malattia celiaca (Forsberg Am J Gastroenterol 2004; 99:894-904

  14. Inserimento precoce del glutine durante lo svezzamento

  15. Allattamento al seno Uno studio svedese caso-controllo ha dimostrato come l’introduzione del glutine nella dieta mentre il bambino è ancora allattato al seno sia un fattore protettivo indipendente contro lo sviluppo della malattia ( Ivarsson A Am j Clin Nutr 2002 ;75 :914-21)

  16. Epidemiologia • Studi epidemiologici condotti tramite accurati screening sierologici nella popolazione generale, hanno dimostrato che la malattia celiaca ha una frequenza maggiore di quanto pensato.

  17. Incidenza della malattia celiaca x 100000 abitanti

  18. Epidemiologia 2 • La più alta prevalenza riportata in Europa è in Finlandia di 1:99 • In Irlanda di 1:122 e in Italia di 1:175 • Sebbene la malattia celiaca si pensava fosse poco presente negli Stati Uniti, studi su donatori americani hanno rivelato un dato di prevalenza sovrapponibile a quella europea ( 1 su 250). ( Not T,Scand J Gastroenterol. 1998;33(5):494)

  19. Programmi di screening basati sulla ricerca anticorpale hanno dimostrato un’alta prevalenza di malattia celiaca

  20. Uno dei piu’ grandi studi di screening è stato condotto su 17.201 bambini in età scolare ( 6 – 15 anni) reclutati in diverse regioni d’Italia e rappresentativi del 69% della popolazione elegibile. La prevalenza è stata di 1:184 con un rapporto tra non diagnosticati e diagnosticati di 7:1. Catassi C, Acta Paediatr Suppl. 1996;412:29.

  21. Basandosi su questi dati è stato stimato che il numero di pazienti affetti sia di 220.000

  22. Epidemiologia 3 • Il rapporto F/M 2:1 • La suscettibilità genetica è confermata dall’alta incidenza familiare • Rischio tra i parenti di I grado è di circa 10-15 % • Tra gemelli monozigoti è del 75% ( ruolo dei fattori ambientali) • Tra fratelli con identico HLA è del 40% King AL Molec Genet Metab 2000;71:70-5

  23. Un grande studio americano su 13,145 soggetti sottoposti a screening (4508 parenti di I grado di pazienti celiaci, 1275 parenti di II grado , 3236 pazienti sintomatici, e 4126 individui non a rischio) Tra i pazienti a rischio la prevalenza di malattia celiaca era di 1:22 tra parenti di I grado, 1:39 tra parenti di II grado, 1:56 in pazienti sintomatici, 1 :133 tra pazienti non a rischio. Fasano Arch Intern Med. 2003;163(3):286

  24. Epidemiologia 4 • L’età di esordio ha una curva bimodale con il primo picco tra 8 e 12 mesi ed il secondo durante la terza-quarta decade di vita. • Studi recenti suggeriscono tuttavia che il rischio di sviluppare malattia si ha a qualsiasi età anche negli anziani. • La prevalenza stimata in Inghilterra su popolazione adulta-anziana(45-76 anni) e’ di 1.2%. Circa il 20% delle nuove diagnoi era su pazienti >60

  25. Modello ipotetico che mostra l’interazione della gliadina a differenti livelli Mediatori proinfiammatori Atrofia dei villi conclamata Modificazioni enteropatiche precoci Mucosa vulnerabile Glutine Suscettibilità mucosale geneticamente determinata HLA-DQ2/8 Fattori ambientali: Infezioni Stage II Stage I Tossicità immuno-mediata Tossicità diretta

  26. La punta dell’iceberg Malattia celiaca clinicamente manifesta Lesioni mucosali evidenti Suscettibilità genetica morfologia digiunale DR3-DQ2 DR5/7-DQ2 DR4-DQ8 Malattia celiaca silente Malattia celiaca latente Morfologia mucosale normale Popolazione sana

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