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ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

Cattedre di Sociologia della Comunicazione. IL PUBBLICO. Cattedre di Sociologia della Comunicazione. Pubblico di massa. Il concetto di pubblico originariamente si riferisce a collettivit

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ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

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Presentation Transcript


    1. Cattedre di Sociologia della Comunicazione ISTITUZIONI DI SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

    2. Cattedre di Sociologia della Comunicazione IL PUBBLICO

    3. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Pubblico di massa Il concetto di pubblico originariamente si riferisce a collettività che si sedimentano intorno a una causa, un progetto un’opinione. E’ legato alla nascita del giornale e alla formazione della sfera dell’opinione pubblica “borghese” Il pubblico delle comunicazioni di massa non è un’entità indifferenziata ma può essere analiticamente segmentato e contestualizzato.

    4. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Massa Pubblico Pubblici Individui Individuo sociale Evoluzione del concetto di pubblico

    5. Cattedre di Sociologia della Comunicazione EFFETTI

    6. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Quattro fasi nelle teorie sugli effetti dei media Prima fase: i media onnipotenti Seconda fase: la verifica delle teorie sui media onnipotenti Terza fase: la riscoperta del potere dei media Quarta fase: l’influenza negoziata dei media

    7. Cattedre di Sociologia della Comunicazione EVOLUZIONE DEGLI EFFETTI DEI MEDIA

    8. Cattedre di Sociologia della Comunicazione I FASE: MEDIA ONNIPOTENTI

    9. Cattedre di Sociologia della Comunicazione I fase: media onnipotenti 1900-1930 Pubblico considerato come massa: aggregato di individui ciascuno solitario fruitore di messaggi veicolati dai massa media, ciascuno influenzabile e persuadibile Teoria dell’ago ipodermico o teoria ipodermica o magic bullett theory

    10. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Teoria Ipodermica I postulati su cui si fonda la teoria ipodermica sono: Il pubblico è una massa indifferenziata, al cui interno gli individui si trovano in una condizione di isolamento fisico, sociale e culturale I messaggi veicolati dai media sono potenti fattori di persuasione, in grado di introdursi all’interno degli individui con le stesse modalità di un “ago ipodermico” Gli individui sono indifesi di fronte al potere dei mezzi di comunicazione I messaggi veicolati sono ricevuti da tutti i membri nello stesso modo S. Bentivegna, Teorie delle Comunicazione di massa, Bari, Laterza, 2003

    11. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Magic bullett theory

    12. Cattedre di Sociologia della Comunicazione 1) Il pubblico dei media è costituito da una massa indifferenziata e atomizzata di individui 2) I messaggi costituiscono potenti, diretti e immediati fattori di persuasione 3) Gli individui sono essenzialmente indifesi nei confronti dei messaggi a loro rivolti Magic bullett theory

    13. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Teoria ipodermica Modello comunicativo Comportamentismo = S ?R Postulati impliciti Uniformità della natura umana Ereditarietà dei meccanismi biologici Accento sui processi non-razionali Ordine sociale come società di massa

    14. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Teoria Ipodermica Questa teoria si configura come il primo tentativo di individuazione e sistematizzazione tra individui e media Unanimemente collocata nella fase iniziale delle riflessioni e degli studi sulle comunicazioni di massa, la teoria ipodermica ha goduto di uno strano destino: Essa è stata più volte ripudiata e allo stesso modo più volte recuperata, specialmente laddove si voleva recuperare il carattere massificante e manipolatorio dei media S. Bentivegna, Teorie delle Comunicazione di massa, Bari, Laterza, 2003

    15. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Nasce negli Stati Uniti intorno agli anni ’20-’30 Quando parliamo di “studiosi della comunicazione” non ci riferiamo tanto a sociologi, psicologi o psicosociologi. Coloro che per primi si interessarono di tale ambito furono scienziati politici (Lasswell) o studiosi di retorica.

    16. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Communication research Nasce come studio integrato, dal punto di vista sociale, culturale, psicologico, del processo comunicativo e dei suoi effetti Teorie: formulazione ex post, contaminazioni Criterio cronologico: passaggi d’epoca, sviluppo tecnologico Contesto sociale: storico, economico, etc. Teorie sociali sottostanti. esplicite vs clima d’opinione Modelli comunicativi soggiacenti

    17. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Ricerca amministrativa. Usa, anni ‘30 Pragmatismo e pianificazione sociale Necessità di disporre di dati quantitativi sull’audience Bisogno di trovare soluzioni ai problemi sociali emergenti

    18. Cattedre di Sociologia della Comunicazione II FASE: LA VERIFICA DELLA TEORIA DEI MEDIA ONNIPOTENTI

    19. Cattedre di Sociologia della Comunicazione La verifica della teoria dei media onnipotenti Anni ‘30 - Anni ‘60 Studi del Payne Fund negli Stati Uniti primi anni ‘30 Hovland (approccio empirico sperimentale o della persuasione) Lazarsfeld (approccio empirico sul campo)

    20. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Lo schema di Lasswell (1948) Chi ? Dice che cosa ? Attraverso quale canale ? A chi ? Con quale effetto ? Two-step flow of communication (Katz & Lazarsfeld - 1955) 1. Dai media agli opinion leader 2. Dagli O.L. attraverso canali interpersonali agli individui meno esposti.

    21. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    22. Cattedre di Sociologia della Comunicazione La scoperta delle I.V. Nel 1948 Berelson scrive: “certi tipi di comunicazione su certi temi sottoposti all’attenzione di certi tipi di persone in certe condizioni hanno certi effetti” Per la prima volta si parla di “certi effetti” e non di “effetti certi”

    23. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Comportamento di un essere vivente che ne influenza un altro (C.F. Hockett, Origin of Speech, 1960)

    24. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Principalmente improntata ad un’impostazione biologica

    25. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    26. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    27. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    28. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    29. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    30. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    31. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    32. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    33. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    34. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    35. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    36. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    37. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    38. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    39. Cattedre di Sociologia della Comunicazione

    40. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Considerazioni finali 1. Abbandono del tradizionale modello comportamentista dei processi di comunicazione e di persuasione, assimilati ad un meccanismo del tipo stimolo-risposta 2. L’abbandono della tradizionale concezione del pubblico come “massa”, ovvero come aggregato amorfo di individui socialmente isolati, incapaci di agire in modo significativo con gli altri

    41. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Considerazioni finali 3. L’enfasi posta sull’intervento di fattori sociali nei processi di comunicazione e persuasione, con particolare riferimento alla mediazione esercitata dai gruppi primari e, in seno ad essi, dai leaders d’opinione

    42. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Riferimenti bibliografici E. Katz, P. F. Lazarsfeld, L’INFLUENZA PERSONALE nelle comunicazioni di massa, Torino, Rai Eri, 1968 R. Giannatelli, F. Lever, P.C. rivoltella, A. Zanacchi (a cura di), Dizionario enciclopedico di scienze e tecniche della comunicazione, Roma, eri-rai, elledici, las, 2001 S. Bentivegna, Teorie delle comunicazioni di massa, Bari, Laterza, 2003

    43. Cattedre di Sociologia della Comunicazione USI E GRATIFICAZIONI

    44. Cattedre di Sociologia della Comunicazione L’approccio usi e gratificazioni Metodo: Questo approccio utilizza metodi di ricerca quantitativi ottenendo informazioni generalizzabili da un ampio campione di ricettori, interpellati nel corso di discussioni informali nel corso delle quali raccontano come usano particolari prodotti massmediatici.

    45. Cattedre di Sociologia della Comunicazione L’approccio usi e gratificazioni Fonte: Katz, Gurevitch e Haas , 1973 I media soddisfano cinque classi di bisogni: i bisogni cognitivi, ovvero l’acquisizione e rafforzamento delle conoscenze e della comprensione i bisogni affettivi-estetici, ovvero il rafforzamento dell’esperienza estetica o emotiva i bisogni integrativi a livello della personalità, ovvero la rassicurazione, la stabilità emotiva, l’incremento della credibilità e dello status

    46. Cattedre di Sociologia della Comunicazione L’approccio usi e gratificazioni I bisogni integrativi a livello sociale, ovvero il rafforzamento delle relazioni interpersonali, con la famiglia e con i componenti dei gruppi di riferimento i bisogni di evasione, ovvero l’allentamento delle tensioni e dei conflitti

    47. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Critiche all’approccio usi e gratificazioni L’assunzione di un modello funzionalista all’interno del quale si ipotizza che la società “funzioni” come un sistema che, prima, stimola i bisogni della gente, poi propone dei media in grado di soddisfarli La riduzione, spesso, dell’attività dell’audience, in mancanza di riscontri empirici, ad un atto di fede L’ambiguità di una metodologia basata principalmente su quanto espresso direttamente dall’audience in merito a ciò che “trae” dal contenuto dei media.

    48. Cattedre di Sociologia della Comunicazione Critiche all’approccio usi e gratificazioni La “superficialità” di un approccio che fa coincidere ciò che la gente esprime con una indicazione trasparente del significato sociale attribuito all’atto di fruizione, non tenendo conto che il significato, i bisogni, gli usi e le gratificazioni non sono categorie statiche, ma socialmente prodotte e storicamente sviluppate in processi specifici (Peck 1989) La mancata considerazione dell’interazione tra consumo, produzione e processo di significazione in quanto ciascuno presuppone e parzialmente determina gli altri.

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