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JOSEPH A. FITZMYER (1920)

JOSEPH A. FITZMYER (1920). DOMANDE SU GESU’ – LE RISPOSTE DEL NUOVO TESTAMENTO [orig. 1982] QUERINIANA, BRESCIA 1987. Un biblista. Gesuita Eminente biblista cattolico degli Stati Uniti Professore emerito di studi biblici della Georgetown University di Washington, dove vive.

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JOSEPH A. FITZMYER (1920)

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Presentation Transcript


  1. JOSEPH A. FITZMYER (1920) DOMANDE SU GESU’ – LE RISPOSTE DEL NUOVO TESTAMENTO [orig. 1982] QUERINIANA, BRESCIA 1987

  2. Un biblista • Gesuita • Eminente biblista cattolico degli Stati Uniti • Professore emerito di studi biblici della Georgetown University di Washington, dove vive.

  3. Opere e interessi • Nella sua lunga carriera ha pubblicato libri e articoli sul Nuovo Testamento, sulle lingue antiche e i manoscritti del Mar Morto (Qumran) • Presidente della Society of Biblical Literature • Presidente della Catholic Biblical Association e della Society for New Testament Study.

  4. Commenti al NT • Sono celebri i suoi commenti al vangelo di Luca, alla Lettera ai Romani e agli Atti degli Apostoli.

  5. Domanda/risposta Questo libro nasce come risposta ad una quindicina di domande relative alla Cristologia e pubblicate all’interno di un discorso più vasto sotto il titolo di “Catechismo biblico” (Queriniana, 1979) Il testo sottoposto a revisione si è arricchito di nuove domande, che dalle 15 originarie sono diventate 20.

  6. Un procedimento maieutico … “Basta un istante di riflessione per rendersi conto che si potrebbero scrivere interi volumi in risposta ad ognuna delle domande poste. La mia intenzione era (ed è rimasta) quella di dare per ogni domanda una risposta succinta, ben ponderata, con un minimo di riferimenti bibliografici e di lunghezza contenuta …”

  7. 1. I racconti evangelici sono un accurato resoconto dell’insegnamento delleopere di Gesù? NO • 4 diverse versioni di ciò che Gesù ha detto e fatto • Differenze tra i Sinottici e Giovanni • Divergenze all’interno dei Sinottici • La questione sinottica (Fonte Q, M, L) • Una tradizione storica alla base dei 4 vang. • Tra eventi e composizione una generazione di mezzo: il ricordo e la riflessione su Gesù.

  8. 2. In che misura possiamo esigere di essere informati sul “Gesù della storia?” Le fonti: • Scritti extra-biblici dell’antichità • Apocrifi d’età tardiva • Scritti del NT diversi dai vangeli canonici • Tradizioni storiche riprese nei vangeli stessi

  9. a) Fonti extra-bibliche • Tacito (Annales : fatti dal 14-69) – età post-augustea • Svetonio (Vita di Claudio) – biografo sotto Traiano e Adriano • Giuseppe Flavio (37-101 d.C), Ant. Giud., storico ebreo, fariseo. • Plinio il Giovane,Epist., età traianea • Luciano di Samosata,(120-180 d.C.) retore conferenziere, sofista, De morte Peregrini: Peregrino sapiente dopo Gesù, legislatore dei cristiani. • CONCLUSIONI: Gesù fu messo a morte nel regno di Tiberio e sotto Ponzio Pilato; i capi giudei implicati nella condanna; Gesù aveva dei seguaci che lo consideravano il Cristo.

  10. b) apocrifi IL VANGELO DI TOMMASO, di cui possediamo frammenti in greco del II – III sec. e una versione copta del IVsec. • Posteriore ai vangeli canonici • 114 parole attribuite a Gesù • Elementi forse più primitivi dei vangeli canonici perché esenti da aggiunte • Gli apocrifi sono testi da trattare con cautela

  11. c) Il Nuovo Testamento • Nel corpus paolino autentico, composto prima del vangelo più antico (Marco) troviamo informazioni riguardo al kerygma primitivo sulla morte, resurrezione e apparizione di Cristo (1Cor 15,3-5) e sull’ultimo pasto consumato con i suoi, nella notte in cui fu consegnato (1Cor 11,23-25) • Tali allusioni confermano i racconti della passione ma non riferiscono particolari della vita di Gesù.

  12. Un’ipotetica ricostruzione storica • Gesù fu un giudeo di Palestina, nato da Maria e da un falegname, Giuseppe. • Visse a Nazareth in Galilea dove nacque al tempo di Erode il Grande (37-4 a.C) • Nel 28 iniziò il suo ministero (18°anno tiberiano) a Cafarnao di Galilea, predicando nella Tetrarchia di Erode Antipa. • Morì sotto la prefettura di Ponzio Pilato (26-36 d.C.), al tempo del pontificato di Caifa (18-36 d.C).

  13. Il ministero di Gesù • Forse durò tre anni • Maestro religioso, giudeo, di Palestina, formatosi al pensiero giudaico del suo tempo in materia religiosa, etica ed apocalittica, da cui talvolta dissentì. • Creò un gruppo di seguaci, 12, tra cui si distinse Giovanni. E’ difficile sostenere che abbia loro imposto uno stile di vita • A Gerusalemme finì il suo ministero. In occasione della Pasqua venne tradito da Giuda e consegnato e giudicato dai capi giudaici, poi deferito a Pilato. • Venne condannato a morte, crocifisso e sepolto il giorno stesso. • Qualche giorno dopo, la tomba vuota e le apparizioni.

  14. 3. Questo tipo di approccio al Gesù storico e ai vangeli canonici non equivale ad un’implicita riduzione della fede cristiana?

  15. I risultati dello studio critico sui vangeli

  16. 4. I temi rappresentativi dell’insegnamento di Gesù. • Una nuova salvezza, oltre Israele, offerta da Dio a tutti gli uomini • La validità della Scrittura e della Legge, i cui precetti vanno interiorizzati e liberati da disposizioni troppo umane • La paternità di Dio (abba), conferendogli un’impronta personale ed intima • Gesù: la sua persona e il suo ruolo • Il posto dell’amore nella vita dell’uomo

  17. 5. Che cosa ha insegnato Gesù a proposito del regno? • “Regno di Dio”: espressione neotestamentaria. • “Il regno del Signore” nell’AT: la regalità del divino ha un influsso salvifico, si esplica attraverso il consiglio, il giudizio, l’ alleanza, la fedeltà, misericordia … del divino. • Nel NT il concetto di “regno” non è chiarito da Gesù: ha una connotazione spaziale (vi si può entrare e lo si può ereditare); apocalittica, come irruzione del potere divino nell’ordine cosmico. • Nelle parabole consiste nell’attività di Dio tra gli uomini; esso si afferma con successo anche se il male può apparire mescolato ai suoi effetti, non essendo mai uno dei suoi frutti.

  18. 6. Come gli interpreti contemporanei intendono le parole, leparabole e il discorso della montagna? • Distinzione tra i logia dei Sinottici e quelli giovannei. • Sinottici: logia isolati, parabole, sentenze ( cfr. “apoftegmi” di Bultmann). • Le parabole sono paragoni ampiamente sviluppati in cui il racconto corrisponde alla realtà dell’esistenza e inculca una verità in modo figurato. Hanno un intento didattico.

  19. Il vangelo di Giovanni: • La sua tradizione non conosce parabolaì ma all’occorrenza una paronimìa (detto figurativo) • Forte indipendenza dai Sinottici Tre fonti di Gv secondo Bultmann: • La fonte dei segni • La fonte dei discorsi di rivelazione • I racconti della passione e resurrezione I discorsi sono stati composti dall’autore in funzione dei suoi intenti. Gv si distingue dai Sinottici per i concetti e le immagini (il dualismo e le formule). Dimostra una cristologia “elevata”, cioè altamente sviluppata.

  20. Il discorso della montagna • Matteo (99 vv.) e Luca ( 30 vv.) ne danno testimonianza: la differenza quantitativa è determinata dall’impiego lucano delle parti omesse in altri luoghi del suo vangelo, ritenuti più opportuni. • E’ un esempio di come due evangelisti impieghino diversamente un materiale comune: i logia della fonte Q.

  21. 7. Come si devono intendere i miracoli? • I Sinottici parlano di dynámeis ( atto di potenza),Giovanni parla di semeia (segni). • La credibilità: spesso sono appesantiti da elementi folkloristici e costituiti da altri pre-logici (malattia incomprensibile = demone da esorcizzare) • Paralleli narrativi: un fondo ellenistico dei vangeli per presentare Gesù quale théios anêr, un taumaturgo del mondo greco-romano. • Gesù non fa mai miracoli per punire né per propagandare se stesso. Il miracolo diventa l’occasione per opporre al male una forza positiva, che cura, sana e suscita la fede.

  22. 8. Come intendere i racconti del battesimo di Gesù? • Marco 1,9-11: Gesù è battezzato da Giovanni e consacrato quale eletto a predicare il vangelo di Dio, il Figlio prediletto. L’episodio ha una connotazione personale, visto che Mc non presenta i racconti dell’infanzia. • Matteo 3,13-17: G. è battezzato da Giovanni, i cieli si aprono e una voce lo proclama figlio prediletto. E’ una proclamazione pubblica. • Luca 3,21-22: Lc non menziona il Battista di cui ha già parlato nei vv. precedenti. G., raccolto in preghiera, riceve pubblicamente lo spirito su di sè in forma di colomba, la voce divina lo designa parlandogli direttamente. E’ l’inizio della storia della salvezza. • Giovanni 1,30-34: il battesimo e chi lo compie non sono esplicitati ma solo intuiti dalle parole del Battista. Quest’ultimo vede lo Spirito scendere su Gesù senza che nessuna voce lo riveli, perché a lui era già stato rivelato.

  23. 10. Come intendere le parole e i gesti dell’ultima cena? • I passi: • 1Cor 11,23-25 (“la notte in cui fu consegnato”): è qui l’allusione più antica all’ultimo pasto prima dell’arresto. In questa lettera, scritta nel 56, l’allusione già a 10,21 della partecipazione alla mensa del Signore, attesta quanto questo rito fosse consolidato. • Mc 14,17-25; Mt 26,20-29; Lc 22,14-38: al tramonto, al momento in cui comincia la Pasqua. • L’allusione al sacrificio pasquale è netta. Il termine “eucaristia” è tratto dal linguaggio paolino e sinottico (eukharistêsas: dopo aver reso grazie) • Gv 13,1-17.26 :(la lavanda dei piedi, simbolo che riassume tutta la vita di Gesù), al tramonto, all’inizio della Parasceve, il giorno di preparazione che precede la Pasqua propriamente detta.

  24. 11. Chi fu responsabile della morte di Gesù? • Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi (2,14-15) indica i giudei senza distinzione come gli unici responsabili. I romani non sono menzionati. • Marco (14-15) divide la responsabilità tra i sacerdoti, i capi del popolo e Pilato. • Matteo (26-27) ricalca Mc salvo che per una più attenta riflessione sul ruolo di Pilato. • Luca (22-23) distingue la folla dai capi dei sacerdoti e degli scribi a cui addossa la principale responsabilità e l’accusa a Gesù di sobillare il popolo. Pilato ribadisce per 3 volte l’innocenza di Gesù, i romani compaiono solo al v. 23,36 per schernirlo. • Giovanni (11,47-53) riconosce come unici responsabili i sacerdoti e i farisei riuniti a consiglio per giudicare Gesù come un pericolo da eliminare per mantenere stabili rapporti con i romani. Pilato cerca di liberarlo, alla fine cede e lo consegna loro.

  25. 15. Come porsi nei confronti della resurrezione di Gesù? • E’ l’affermazione fondamentale della fede cristiana. • 6 racconti diversi della resurrezione: tentativi diversi di presentare i dettagli delle narrazioni delle apparizioni del Cristo risorto, conservate in proclamazioni come in 1Cor 15,3-7 (dove non si parla della tomba vuota). • A differenza dell’apocrifo Vangelo di Pietro, posteriore, (cfr. D.H. Lawrence, L’uomo che era morto) i vangeli non ci raccontano come e quando Gesù uscì dalla tomba e cosa fece subito dopo. • Di che resurrezione si tratta? E’ un risorgere inteso corporalmente , che assicurava l’ascesa di Gesù in uno stato glorioso alla presenza del Padre. La concezione giudaica dell’aldilà non prevedeva le nozioni filosofiche greche con la distinzione di anima/corpo e di immortalità dell’anima.

  26. La salvezza dei Giudei: un problema irrisolto “I pensatori cristiani non hanno sviluppato una “teologia di Israele” soddisfacente. Il problema è spiegare come una comunità che alimenta la sua religiosità con i due terzi di quello che i cristiani chiamano Bibbia, ma che non accetta l’ultimo terzo né la persona che esso annuncia, possa continuare a trovare la propria salvezza seguendo la legge di Mosé, i profeti, le Scritture, senza accogliere colui che i cristiani chiamano il ‘redentore del mondo ’ ”.

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