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La Vita nel Suolo

La Vita nel Suolo. Il Suolo. Il suolo , quello che spesso noi chiamiamo “ terra ”; è una pellicola che riveste la crosta terrestre, una miscela di composti organici ed inorganici.

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La Vita nel Suolo

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Presentation Transcript


  1. La Vita nel Suolo

  2. Il Suolo Il suolo, quello che spesso noi chiamiamo “terra”; è una pellicola che riveste la crosta terrestre, una miscela di composti organici ed inorganici. Il suolo è la parte più superficiale della crosta terrestre formatosi attraverso un lento processo di disgregazione e di alterazione delle rocce, dettoerosione.

  3. Tutti gli organismi che abitano sulla Terra hanno bisogno per vivere non solo della presenza di acqua e di aria, ma anche di una “base solida”, rappresentata dal suolo. Le piante affondano le radici nel suolo ricavandone acqua e sali minerali. Nel suolo vivono molti animali e anche l’uomo, sul suolo svolge le attività agricole e costruisce strade, edifici e città.

  4. Il processo di erosione è iniziato alcuni miliardi di anni fa. Le rocce sono continuamente aggredite dagli agenti atmosferici: sbalzi di temperatura, ghiaccio, vento, acqua e aria. Essi lentamente le rompono, dall’esterno verso l’interno, in frammenti sempre più piccoli sino a trasformarle in minute particelle.

  5. Gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte dilatano e contraggono le rocce, creando delle fessure in cui si infiltra l’acqua piovana; quando la temperatura si abbassa e l’acqua si trasforma in ghiaccio, aumenta di volume e allarga le fessure provocando il distacco di frammenti.

  6. I ghiacciai sono altri potenti agenti di erosione. Il vento, sollevando e trascinando particelle solide che colpiscono le rocce agisce come un abrasivo.

  7. Anche gli organismi contribuiscono alla formazione dei suoli. Le radici dei vegetali,ad esempio,contribuiscono a sgretolare le rocce. I resti di vegetali e animali morti, ad opera dei batteri decompositori, arricchiscono i suolo di sostanza organica.

  8. Il suolo normalmente è un miscuglio di particelle diverse per aspetto, dimensione e colore. In base alle dimensioni, la frazione inorganica del suolo può essere divisa in pietrisco, sabbia grossolana, sabbia fine, limo e argilla, di diametro via via più piccolo.

  9. Altre particelle del suolo sono di origine organica, cioè derivano dalla decomposizione di resti vegetali e animali. La frazione organica del suolo costituisce l’humus. Si riconosce la presenza di humus dal colore scuro e dalla consistenza pastosa: quanto più humus c’è, tanto più il suolo è ricco e fertile.

  10. Il suolo non contiene solo particelle solide: sono infatti presenti anche aria e acqua. Queste due componenti occupano gli spazzi presenti tra le particelle solide; quanto maggiori sono le dimensioni delle particelle, tanto maggiore lo spazio a disposizione per acqua e aria.

  11. L’acqua scioglie i sali minerali presenti nel suolo ed è assorbita dalle radici. L’aria fornisce l’ossigeno indispensabile per le radici, per i batteri e per altri piccoli animali terricoli.

  12. Tra i numerosi abitanti del suolo c’è il “porcellino di terra” il cui nome scientifico è Armadillium vulgare. È un crostaceo dell’ordine degli Isopoda. Il suo corpo è piatto e possiede 8 paia di zampe uguali.

  13. Il corpo è formato da segmenti raggruppati in tre parti: il capo, il torace, l'addome. Ciascun segmento è dotato di appendici, che costituisco le zampe. Il capo e il torace sono fusi in un'unica regione corporea chiamata cefalotorace. Il capo è provvisto di due antenne che costituiscono gli organi di senso.

  14. Per sopravvivere ha bisogno di molta umidità e per questo si muove soprattutto di notte per andare alla ricerca di cibo costituita da vegetali e animali morti. Si trova in quasi tutti gli ambienti, dalla pianura alla montagna. Di giorno si ripara sotto ai sassi, ai tronchi, ai vasi.

  15. Quando ha paura o viene disturbato si trasforma in una “pallina”. Questa è un’ottima tattica contro i nemici perché, formando una pallina liscia e dura, è difficile colpirlo e le parti delicate, come le zampe, le antenne e il ventre, sono riparate perfettamente. Questa stessa tattica serve anche per difendersi da un nemico invisibile: la siccità.

  16. Perciò, quando il loro rifugio sotterraneo si asciuga troppo, emergono perché attratti dalla luce e vagano fino a che, trovato un nuovo ambiente umido, tornano ad essere amanti del buio e così sprofondano nel nuovo nascondiglio. Le uova, frutto dell’accoppiamento vengono trasportate in una sacca umida che si trova sotto all’addome. Quando cresce effettua più mute che avvengono in due tempi; prima nella parte posteriore del corpo e successivamente nella parte anteriore. La parte di esoscheletro persa viene mangiata dall’animale stesso. Si tratta di un dermascheletro formato da chitina.

  17. L’onisco viene inoltre definito “fossile vivente” in quanto  è un animale che ha mantenuto le caratteristiche morfologiche che avevano i suoi antenati vissuti milioni di anni fa. Infatti le prime tracce di onischi terrestri fossili risalgono all’Eocene ( circa 50 milioni di anni fa) e sono state reperite nell’ambra, resina fossile di una conifera che viveva in un’area oggi nei pressi delle sponde del Mar Baltico.

  18. Come l’acqua e l’aria anche il suolo è una risorsa limitata, quindi va continuamente protetto e difeso da alterazioni quali la desertificazione, il disboscamento o altri interventi distruttivi da parte dell’uomo.

  19. BIBLIOGRAFIA L. Leopardi, M. Gariboldi – Linea Scienze - La Terra e l’ambiente – Garzanti Scuola L. Leopardi, M. Gariboldi – Scienze Base moduli 1-5 – Garzanti Scuola http://it.wikipedia.org/wiki/Armadillidium_vulgarehttp://www.ottovolante.org/didattica/invertebrati/artropodi/onisco/onisco.htm T. Durante, G. Moreno, E. Totaro Aloj – Introduzione alle Scienze sperimentali – vol.1 – Ed. Le Monnier

  20. Autori: Alessia e Gabriele classe 1media di Piancavallo

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