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Serata informativa a cura di Gianni Trezzi

Serata informativa a cura di Gianni Trezzi. I gruppi AMA (Auto-Mutuo-Aiuto o Self help ) a scuola: un’opportunità per genitori e insegnanti, una risorsa per il territorio. A problem shared is a problem halved dicono gli albionici: Un problema condiviso è un problema dimezzato. …ovvero:.

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Serata informativa a cura di Gianni Trezzi

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Presentation Transcript


  1. Serata informativa a cura di Gianni Trezzi I gruppi AMA(Auto-Mutuo-Aiuto o Self help)a scuola:un’opportunità per genitori e insegnanti,una risorsa per il territorio

  2. A problem shared is a problem halveddicono gli albionici:Un problema condiviso è un problema dimezzato

  3. …ovvero: L’ascolto reciproco ogni rimedio intuisce!

  4. Un paio di premesse legislative: Il DS promuove e favorisce il coinvolgimento dell’intera comunità nel processo di formazione (art. 25 D.lgs 165/01) Il DPR 275/99 (Regolamento sull’autonomia scol.) - Sancisce la partecipazione della famiglia in termini di cooperazione - Promuove la realizzazione di interventi adeguati alle domande delle famiglie, nel rispetto delle loro scelte educative

  5. Con riferimento ai principi di sussidiarietà, equità, solidarietà e responsabilità sociale… La scuola ha tra i suoi compiti quello di promuovere azioni di sostegno alla genitorialità favorendo le occasioni di crescita personale e gruppale, particolarmente in riferimento a tematiche educativo-relazionali

  6. ? ?? Come rinsaldare il rapporto scuola-famiglia, sia nell’ottica di riqualificare le connessioni relazionali, sia nell’ottica dell’ascolto dei bisogni dei singoli e della comunità scolastica?

  7. Una possibile risposta: i gruppi AMA (o self help) Uno tra i bisogni dei genitori che più frequentemente emergono sia dalle indagini sociologiche, sia dai questionari (per es. in occasione del monitoraggio del POF) è la necessità di una maggiore informazione e adeguato confronto sulle tematiche educativo-relazionali e di sostegno alla genitorialità

  8. Promuovere gruppi di Auto-Mutuo Aiuto (AMA)tra genitori… …potrebbe costituire una risposta pratica, di semplice attuazione e di sicura efficacia per venire incontro a questo bisogno primario.

  9. Che cos’è un gruppo AMA Premessa:La SALUTE dell’individuo e della comunità cui appartiene (intesa anche e soprattutto come BENESSERE psicofisico del singolo e conseguentemente della società, secondo le indicazioni dell’OMS) è condizione che deve essere promossa non solo dalle istituzioni, ma anche da ogni cittadino dotato di coscienza critica.

  10. In quest’ottica, il principio di base dell’auto-mutuo-aiuto è l’assunzione diAUTORESPONSABILITA’ del singolo, che aiutando gli altri, aiuta e rinforza anche se stesso.

  11. I gruppi AMA sono piccole strutture gruppali volontarie per il mutuo aiuto. Sono di solito formate da pari, che si sono uniti insieme per una mutua assistenza al fine di soddisfare un bisogno comune (generalmente, affrontare e cercare soluzioni ad un problema), per tendere ad un cambiamento personale e/o sociale; accentuano le relazioni faccia-faccia e promuovono l’assunzione di responsabilità da parte dei suoi membri.

  12. I gruppi AMA,lavorando in base al principio della responsabilizzazione dei membri, per se stessi e per il gruppo, si distinguono dal volontariato. Vogliono rendere coscienti i propri membri delle loro potenzialità positive (sottolineando, per esempio, più gli aspetti di salute che quelli di malattia).

  13. I gruppi AMA attuano una considerazione positiva del problema e indirettamente informano i componenti, facilitando la partecipazione ed il superamento di certe resistenze ad affrontare la problematica in modo aperto e costruttivo.

  14. Le principali caratteristiche di un gruppo AMA • ha come scopo un obiettivo specifico e limitato (dove i partecipanti e il loro sviluppo costituiscono il mezzo e il fine del gruppo); • non è un gruppo terapeutico, ma stimola delle relazioni d’aiuto; • è autocentrato: il lavoro è focalizzato sul “qui e ora”; • implicano sempre interazioni faccia a faccia; • le origini sono spesso spontanee;

  15. • la partecipazione è volontaria e non forzata; • è un gruppo aperto e continuo; • i membri esprimono condivisione (si parte da una condizione oggettiva di difficoltà condivisa) • i componenti diventano spontaneamente fonte di reciproco autorinforzo; • può prevedere la figura di un facilitatore, per una parte o per l’intero ciclo delle riunioni, oppure essere interamente autogestito dai componenti.

  16. Gli obiettivi di un gruppo AMA :   1)  sviluppare nei componenti una modalità coerente di vedere se stessi; 2) aiutare i membri ad apprendere nuovi e più gratificanti modelli comportamentali; 3)  aiutare i membri ad esprimere i propri sentimenti e ad utilizzare la narrazione della propria storia; 4) rafforzare l’immagine di sé e della propria abilità; 5) aumentare le capacità individuali di affrontare i problemi, metabolizzando e mettendo a frutto la forza positiva che il gruppo può dare, sia nello sviluppare maggiore consapevolezza del problema stesso, sia nel fornire sostegno morale e solidaristico ai membri.

  17. COMPETENZE SOCIALI(che servono a rendere efficienti le relazioni interpersonali in ambito comunitario):- SAPER COMUNICARE- SAPER DISTRIBUIRE LE RESPONSABILITA’- SAPER GESTIRE I CONFLITTI- SAPER RISOLVERE I PROBLEMI- SAPER PRENDERE DECISIONI In sintesi, un gruppo AMA contribuisce a fare emergere e consolidare le cinque fondamentali

  18. All’interno dei gruppi AMA ciascun membro svolge due ruoli congiunti: EROGATORE e RICEVITORE di AIUTO

  19. Un gruppo AMA ottimale è formato da non più di 12-15 membri (e non meno di 6-7) che condividono un problema, una difficoltà esistenziale; si riunisce solitamente con cadenza quindicinale, per circa 1h e 30’ (non meno di 1h e non più di 2h), sempre allo stesso orario e nella stessa sede, in un setting di interazione circolare.

  20. Ogni problema può essere potenzialmente affrontato da un gruppo AMA. Secondo le statistiche, le soluzioni ad una problema trovate all’interno di situazioni gruppali sono concretamente messe in atto da circa il 66% dei componenti, generalmente con esito positivo, mentre le soluzioni derivanti da terapie individuali hanno successo solo nel 10-12% dei casi. Questa è la forza del gruppo! [Fonte: citazione da una lezione di J. Liss, corso per facilitatori gruppi AMA, ed. 2006, Fondazione Cecchini Pace, Milano]

  21. IL FACILITATORE  I gruppi AMA possono nascere e svilupparsi in modo del tutto spontaneo, oppure essere proposti da un ente o da un’associazione. Possono prevedere la presenza di un facilitatore per una parte (in genere, almeno per i primi sei mesi) o per l’intero ciclo delle riunioni.

  22. La figura del facilitatore è molto delicata, perché il suo compito (come ben definisce il termine “facilitatore”, che si preferisce rispetto a “conduttore” per le evidenti implicazioni semantiche) è quello di facilitare la comunicazione, ma non deve in nessun modo condizionarla o guidarla. Il facilitatore non è un terapeuta: non deve emettere giudizi, non deve dare né interpretazioni sostitutive, né consigli. Metaforizzando, lo potremmo definire un vigile urbano che permette al traffico di scorrere fluido, prevenendo intoppi ed incidenti, oppure un ingegnere che progetta e costruisce ponti tra le persone.

  23. Il facilitatorecomeenzima relazionale Compito essenziale del facilitatore, dunque, è quello di osservare ciò che avviene nel gruppo e operare per contemporaneamente difendere il gruppo e facilitare la comunicazione. Non deve permettere che ci siano da parte dei componenti giudizi o interpretazioni su ciò che è oggetto di discussione nel gruppo, mentre suoi apprezzamenti e ringraziamenti continui rivolti alle persone presenti facilitano e rinforzano la relazione gruppale.

  24. Il facilitatore ha una funzione, diciamo così, rogersiana: distingue l’osservazione (ammessa) dall’interpretazione (non ammessa), rispetta ogni persona presente, sapendo che ogni azione ha vantaggi e svantaggi e che ognuno decide per sé. Il facilitatore funge, allora, da enzima relazionale, fa circolare la comunicazione senza fornire soluzioni preconfezionate, perché è dal gruppo che deve uscire la soluzione; l’energia empatica sviluppata nei gruppi AMA è superiore alla somma delle singole parti, è il gruppo stesso che si pone come “valore relazionale aggiunto”.

  25. IL DIARIO DI BORDO Compito del facilitatore, inoltre, è quello di tenere il cosiddetto diario di bordo, vale a dire i verbali delle riunioni. Fare in modo che i partecipanti abbiano adeguata memoria storica del proprio cammino di crescita, personale e comunitaria, è di fondamentale importanza in un gruppo AMA, in quanto è anche sulla certificazionedell’evoluzione positiva realizzatasi grazie alle riunioni che agisce la consapevolezza personale della forza intrinseca del gruppo nelle dinamiche di cambiamento.

  26. Le regole di un gruppo AMA In un gruppo AMA è bene che si condividano alcune regole minime per rapportarsi tra i componenti. Queste regole, ovviamente, non devono essere vissute come impositive, ma preferibilmente dovrebbero scaturire dal gruppo stesso. Una buona base di partenza, da sottoporre alla discussione/approvazione del gruppo, potrebbe essere la seguente:

  27. LE CINQUE REGOLE: 1) Non esprimere giudizi, non giudicare, accogliere sempre le idee altrui, anche quando non si condividono.

  28. 2)Parlare uno per volta, per tempi ragionevoli, senza monopolizzare l’attenzione, senza ostacolare la comunicazione, perseguendo l’assenza della distruttività dialettica (insomma… fare esattamente il contrario di ciò che avviene nei dibattiti televisivi o in programmi tipo “Amici”).

  29. 3) Privilegiare sempre, come punto di partenza degli interventi, la propria esperienza autobiografica.

  30. 4) Restituire al gruppo le esperienze degli altri, arricchendole con la propria esperienza/prospettiva.

  31. 5) Ascoltare in modo attivo e non parlare per interposta persona, evitando scrupolosamente l’interpretazione sostitutivadel pensiero dell’altro.

  32. LA FORZA DEL GRUPPO Quando si riconosce reciprocamente di essere portatori di un disagio/problema, si è maggiormente disponibili a condividerlo e si sente di essere ad un livello omogeneo rispetto alla consapevolezza del problema: ciò porta il gruppo, implicitamente, ad elaborare una motivazione intrinseca al cambiamento.

  33. In un gruppo AMA si valorizza il fatto che ogni persona sia competente di sé, si attribuisce grande importanza al sapere soggettivo e si opera affinché tale conoscenza sia positivamente co-utilizzata per giungere ad una soluzione mediata e condivisa del problema, attraverso il confronto continuo e lo scambio arricchente.

  34. Il gruppo AMA, se agisce correttamente, permette di far ritrovare tonicità agli individui, li ricarica, li energizza, fa aumentare la fiducia in se stessi attraverso la presa di coscienza della forza del gruppo.

  35. Se un penny tu mi dai e se un penny io ti do, con un penny per ciascuno resteremo. Ma se un’idea tu mi dai e se un’idea io ti do, due idee per ciascuno noi avremo! detto inglese

  36. Vi ringraziamo per l’attenzione e vi preghiamo di compilare il questionario…

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