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Caio Giulio Cesare

13 luglio 100 aC 15 marzo 44 aC. Caio Giulio Cesare. La gens Iulia e la scelta politica. Famiglia del patriziato minore,imparentata con Mario Cesare ripudia la prima moglie per sposare Cornelia, figlia del mariano Cinna: per questo deve lasciare Roma durante la dittatura di Silla

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Caio Giulio Cesare

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Presentation Transcript


  1. 13 luglio 100 aC 15 marzo 44 aC Caio Giulio Cesare

  2. La gens Iulia e la scelta politica • Famiglia del patriziato minore,imparentata con Mario • Cesare ripudia la prima moglie per sposare Cornelia, figlia del mariano Cinna: per questo deve lasciare Roma durante la dittatura di Silla • Tornato a Roma dopo il 78 sostiene l’accusa di concussione contro il sillano Dolabella

  3. Esempio di Lararium con le immagini degli antenati Educazione colta e raffinata perfezionata in Grecia 68:questore in Spagna; nello stesso anno tiene una orazione funebre per la zia Giulia,moglie di Mario, rivendicando l’origine divina della sua gens (da Iulo, figlio di Enea e nipote di Venere), e facendo esporre in pubblico per la prima volta le imagines di Mario L’educazione e il cursus honorum

  4. 65: edile. Fa restaurare a sue spese la statua di Mario. Distribuisce gratuitamente viveri al popolo e organizza costosissimi ludi (accumulando debiti) 63:pontefice massimo; rivendica un regolare processo per i catilinari; 62: pretore 61:propretore in Spagna L’educazione e il cursus honorum

  5. 60: stringe con Pompeo e Crasso, gli uomini allora più potenti in Roma, un accordo privato che garantisce loro il controllo delle magistrature e degli incarichi militari 59:console. Fa votare leggi agrarie e leggi a favore dei provinciali 58 proconsole in Gallia. A Roma resta il suo fedelissimo Clodio, tribuno della plebe Il triumvirato

  6. 58-51: conquista la Gallia portando il confine dello stato romano fino al Reno Acquisisce grande popolarità, tra i soldati e tra il popolo. Con la morte di Crasso a Carre nel 53 i rapporti con Pompeo si guastano; Pompeo si avvicina al partito degli aristocratici La spedizione in Gallia

  7. Nel 50 allo scadere del mandato proconsolare il Senato lo invita a rientrare a Roma come privato cittadino (per poterlo processare e impedirne l’elezione al consolato), mentre a Pompeo viene consentito di mantenere il proprio esercito Nel gennaio del 49 Cesare varca il Rubicone e marcia contro Roma La guerra civile

  8. Cesare sconfigge Pompeo a Farsalo nel 48; Pompeo, fuggito in Egitto è assassinato. Le ultime truppe pompeiane guidate da Catone e SestoPompeo sono sconfitte a Tapso (46) e a Munda (45) La clementia Caesaris (impedisce ogni forma di vendetta e favorisce anche uomini come Cicerone, del partito avverso) È eletto dittatore La guerra civile 49-45

  9. Avvia una grande politica di riforme costituzionali (allargamento del diritto di cittadinanza alle province,leggi agrarie etc.) Alle Idi di Marzo del 44 è assassinato da uomini della nobilitas senatoria, guidati da Bruto e Cassio I congiurati in breve sono costretti a fuggire da Roma Pochi mesi dopo il figlio adottivo Ottaviano divinizza la sua figura L’assassinio di Cesare

  10. La campagna contro i Parti La riforma del diritto di cittadinanza La riforma del calendario La risistemazione del codice giuridico L’allestimento di una BIBLIOTECA PUBBLICA affidata a VARRONE I grandi progetti interrotti dalla morte

  11. poetiche • Dalla giovinezza agli ultimi anni, e appartenenti a tutti i generi • De analogia • Trattato retorico-grammaticale ispirato alle dottrine analogiste della scuola di Alessandria che proponevano di espungere dalla lingua gli elementi morfologici e lessicali irregolari • Ne restano pochi frammenti • L’oratoria • Segue l’indirizzo atticista: restano scarsi frammenti, ma gli antichi consideravano eccellenti le sue orazioni Le opere

  12. I Commentarii

  13. sono attribuiti con sicurezza a Cesare i libri dal I al VII del Bellum Gallicum e i 3 libri del Bellum civile. restano soltanto i Commentarii rerum gestarum:

  14. corrisponde al greco hypomnèmata, indica «appunti», «promemoria», che possono offrire materia di rielaborazione per una vera opera storica. • D’altra parte uno dei più grandi studiosi d’oggi di Cesare, Gennaro Perrotta, osserva che lo scrittore «sapeva benissimo di scrivere con i suoi “appunti” una storia destinata a durare assai più che le historiae dei suoi contemporanei» Il titolo Commentarii

  15. Dal greco hypomnemata (appunti, promemoria) • Rapporti di guerra o memorie private di grandi personaggi • Genere autobiografico e memorialistico, a metà tra la raccolta di materiali da offrire al lavoro dello storico e l’opera storiografica Il termine commentarius

  16. Historia:opus oratorium maxime (Cic. De legibus) Commentarius e historia 1 Opera letteraria logoi Filosofia della storia Excursus geo-etnografici Stile retoricamente elaborato

  17. commentarius Commentarius e historia 2 Genere preparatorio della narrazione storiografica Concisione e densità delle informazioni Essenzialmente informativo

  18. Brutus 262: nudi, recti et venusti, omni ornatu orationis tamquam veste detracta …sed dum voluit alios habere parata, unde sumerent qui vellent scribere historiam, ineptis gratum fortasse fecit, qui illa volent calamistris inurere: sanos quidem homines a scribendo deterruit; nihil enim est in historia pura et inlustri brevitate dulcius Il giudizio di Cicerone Vai alla traduzione

  19. PROPAGANDA O BELLUM IUSTUM

  20. Corrisponde perfettamente alle scelte politiche e culturali di Cesare (concezione razionale e pragmatica) • La narrazione in terza persona • (COME Senofonte nella Anabasi) • Obiettività cruda e razionale • Non vi è una introduzione etico-filosofica • Laico e razionalista: gli eventi sono sempre il risultato di azioni umane Perché sceglie questo genere

  21. La questione della attendibilità Parum diligenter parumque integra veritate Asinio Pollione Commentari: personali, concepiti a scopo autodifensivo L’arte della deformazione storica Rambaud Lievi alterazioni della cronologia Sottolineatura di alcuni aspetti a danno di altri reticenze

  22. L’uomo grande deve saper piegare la resistenza del Caso • Si non omnia cederent secunda fortunam esse industria sublevanda • Manca ogni accenno a forze sovrannaturali • Manca una concezione organica e unificatrice della storia La fortuna

  23. Gli excursus • Excursus sulla Gallia o sulla Britannia • Per descrivere luoghi, popoli e costumi • Il gusto per l’esotico intrattenimento • Cesare nell’imitazione di Alessandro Magno è scopritore di nuovi mondi. • i logoi • Logoi di Critognato, di Pompeo, di Labieno • - i milites • Esaltazione dei soldati (commilitones) disposti al sacrificio della vita per dare la vittoria del loro generale

  24. Elocutio e ornatus limitati • Uso della oratio obliqua • Analogista, atticista: • tamquamscopulum,sic fugias inauditum atque insolens verbum (de An.) • Voc minimale 1300 parole • Esclusione delle ridondanze sinonimiche • flumen no amnis Lingua e stile Stile lapidario: Alexandriae de Pompei morte cognoscit

  25. De bello Gallico • 7 libri (uno per ogni anno di guerra) • Giustifica come autodifesa la conquista della Gallia • Pragmatismo, studio razionale delle usanze • Capacità di comprendere le ragioni del nemico (Critognato) pur senza dimenticare la propria convinzione della sostanziale superiorità della civiltà romana

  26. Adversarii, non hostes • Mostrare la propria clementia, incolpare i capi, scagionare i milites avversari • Allargare l’area del consenso,presentandosi come il garante della legalità e il restauratore dei diritti del popolo calpestati dalla oligarchia • Meno distaccato con effetti di pathos e ironia • Preoccupazione propagandistica De bello civili

  27. Personaggio contraddittorio in mano alla nobilitas romana È un uomo debole succube degli interessi senatoriali. Dignità per l’avversario e rispetto per tutti i militari avversari Il personaggio di pompeo

  28. Sintesi del de bello civili

  29. Sui Commentarii di Cesare, Cicerone nel Brutus così si esprime:«Scrisse commentarii davvero meritevoli di grandi elogi: sono semplici, schietti e piacevoli, spogli di ogni apparato retorico che li rivesta; ma nel momento in cui Cesare volle che altri intenzionati a scrivere storia avessero materiale pronto da cui attingere, fece probabilmente cosa gradita agli sciocchi che lo vorranno abbellire con fronzoli, ma distolse gli assennati dallo scrivere». Nel 560 capitolo della Vita di Cesare di Svetonio leggiamo: Irzio torna

  30. «A tal punto sono elogiati, per giudizio di tutti, che agli storiografi sembra sottratta, non già offerta una possibilità di utilizzarli. Riguardo a ciò tuttavia la mia ammirazione è maggiore di quella degli altri; giacché gli altri sanno con quanta proprietà e correttezza abbia scritto, io anche con quanta facilità e rapidità». Sugli stessi Commentari così dichiara Irzio:

  31. li considera composti con scarsa accuratezza e scarsa veridicità, dal momento che Cesare per lo più avrebbe prestato con imprudenza fede alle imprese compiute per mezzo di altri e malamente ricordato le proprie, o a bella posta o anche per difetto di memoria e crede che li avrebbe voluti riscrivere e correggere. Asinio Pollione

  32. Gli analogisti, e con loro Cesare, propugnavano una lingua “pura” e regolata da norme ben precise e razionali, contro gli anomalisti, che avevano coscienza del continuo modificarsi dell’uso linguistico.

  33. Se la carriera politica e militare non si fosse sovrapposta alla pratica del Foro — notavano gli antichi —‘ Cesare sarebbe stato l’unico romano degno di essere contrapposto a Cicerone, «per il vigore, l’acutezza e l’impeto dei suoi discorsi » Quintiliano, in Institutio oratoria X, 1,114

  34. Oltre alle orazioni e al citato De analogia, di lui nell’antichità si conoscevano i due libri Anticatones (contro l’idealizzazione di Catone suicida a Utica), lettere pubbliche e private, testi poetici e un’opera di astronomia. Altre opere

  35. oggi si pone la questione • se i libri siano stati scritti e pubblicati anno per anno, • con maggior o minore aderenza ai resoconti che Cesare stesso inviava al Senato, • o composti velocemente in blocco, per la pubblicazione, alla fine della guerra (52 a.C.). • Sembra abbastanza attendibile che, se anche parte dell’opera fosse stata stesa anno per anno, la redazione che ora ne possediamo sia frutto di un’elaborazione e pubblicazione finale rapida, dovuta allo stesso autore. Per il Bellum Gallicum

  36. Si è sostenuta l’intenzione propagandistica di Cesare, volta soprattutto a difenderlo da quanti lontano, a Roma, criticavano e denigravano il dispendio di mezzi e di uomini nell’impresa gallica. • Probabilmente nei Commentarii l’autore volle divulgare tra i Romani le res gestae sue e dei legionari, in terre tanto lontane e sconosciute, per crearsi le basi per la futura ascesa alla direzione dello Stato romano. Al problema della datazione è strettamente connesso quello dello scopo del Bellum Gallicum.

  37. Certamente l’opera è stata stesa abbastanza rapidamente, e il suo intento fondamentale era quello di valorizzare piani e azioni politiche e militari di Cesare in contrapposizione a Pompeo e al suo partito; essa, a differenza del Bellum Gallicum, fu probabilmente edita postuma. Per il Bellum civile si potrebbe ripetere quanto già detto, anche se la questione della datazione appare ancor più complicata.

  38. lo scrittore non racconta autobiograficamente le sue imprese, ma si esprime utilizzando la terza persona. I soggetti Caesar, ipse, nel loro ripetersi o sottintendersi, contribuiscono ad accentuare l’impressione di imparzialità che i modi e lo stile del narrare già suscitano. Conseguenza delle varie tesi sulla datazione e le finalità dei Commentarii sono le diverse valutazioni di Cesare storico.

  39. Cesare, cioè, nella sua grande abilità di uomo politico e di narratore, avrebbe con mille mezzi e a vari livelli (di contenuto, di stile, di lessico, ecc.) non tradito, ma deformato la realtà storica, nel senso di porre in luce o in ombra, di esprimere o di tacere, secondo i suoi intenti, questo o quel particolare. Si parla perciò da decenni, insistentemente, di deformazione storica per i Commentarii.

  40. comunemente riconosce abilità di narratore e limpidezza dello scrivere, ma si è schierata pressoché su due fronti a sostenere o a confutare l’attendibilità dello storico. Alla base della disputa stanno principalmente due problemi: quello della composizione dei Commentarii e quello connesso delle finalità cui erano destinati. La critica moderna

  41. Non pochi studiosi moderni hanno riconosciuto in Cesare il massimo degli storici latini. Ma non uguale fu il giudizio degli antichi, perché per i Latini l’opera storica era opus oratorium maxime: doveva cioè nei contenuti e nell’espressione seguire intenti e modalità retoriche, soprattutto a fini moralistici. L’opera di Cesare non rientra in questo genere letterario. Giudizi critici

  42. là dove per lo più manca la possibilità di confronti con documenti o testimonianze che avvalorino o smentiscano quanto Cesare afferma. È molto difficile dare risposte conclusive

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