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COMUNICAZIONE E APPRENDIMENTO NEI SOGGETTI CON DGS 18 Novembre 2008

COMUNICAZIONE E APPRENDIMENTO NEI SOGGETTI CON DGS 18 Novembre 2008. Kairòs Centro abilitativo e socioeducativo per soggetti con DGS in età evolutiva

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COMUNICAZIONE E APPRENDIMENTO NEI SOGGETTI CON DGS 18 Novembre 2008

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Presentation Transcript


  1. COMUNICAZIONE E APPRENDIMENTO NEI SOGGETTI CON DGS18 Novembre 2008

  2. Kairòs Centro abilitativo e socioeducativoper soggetti con DGS in età evolutiva Kairòs in greco significa "momento opportuno". Questa parola si riferisce al tempo e in special modo intende al "momento fra", cioè quel determinato periodo di tempo in cui qualcosa che cambierà lo stato attuale delle cosesta accadendo. Quell'istante in cui si apre una nuova porta e si deve avere la forza di attraversarla. Si può tradurre come momento propizio, opportunità.

  3. Che cos’è l’autismo? disturbo dello sviluppo della funzione cerebrale, che condiziona e altera profondamente l’utilizzazione corretta delle informazioni che giungono al sistema sensoriale nella sua globalità.

  4. Triade sintomatologica mancanza di interessi o presenza di attività e interessi insoliti o estremamente limitati compromissione qualitativa dell’ interazione sociale problemi nella comunicazione verbale e non verbale e dell’immaginazione

  5. Quali le cause? • geni e fattori ambientali come virus o sostanze chimiche • anomalie in diverse strutture cerebrali • anomalie della serotonina o di altre molecole deputate alla trasmissione nervosa nel cervello.

  6. Se una noxa patogena colpisce le aree sensoriali del sistema nervoso, gli stimoli ambientali verranno percepiti in maniera anomala e quel cervello non potrà raggiungere una organizzazione neurologica sufficientemente integrata. • L’Autismo è quindi un quadro clinico sostenuto da una noxa patogena che ha determinato una alterazione di più vie percettive che determinano a loro volta una anomala organizzazione neurologica.

  7. DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE E DELL’APPRENDIMENTO NEL SOGGETTO AUTISTICO

  8. La comunicazione E’ un processo costituito da un soggetto che ha intenzione di far sì che il ricevente pensi o faccia qualcosa. Diversi elementi concorrono a realizzare un singolo atto comunicativo: • Emittente • Ricevente • Codice • Canale • Contesto • Contenuto

  9. La comunicazione non sempre "funziona"; questo dato viene confermato innumerevoli volte dalla nostra esperienza quotidiana. In situazioni particolari come i conflitti interpersonali, o anche quando sono in gioco patologie mentali la comunicazione diventa un'attività particolarmente difficile.

  10. I bambini autistici hanno nel loro patrimonio genetico uno svantaggio che si traduce nella difficoltà di comunicare

  11. L’incontro con un b. autistico è un incontro speciale perché ci costringe a mettere in gioco il nostro abituale repertorio comportamentale di comunicazione e di interazione che funziona con gi altri, ma non con loro. mette in crisi le nostre certezze. E’ una bella sfida quella che ci lancia il b. autistico: ci chiede di entrare in empatia profonda con lui anche se non abbiamo gli strumenti per farlo.

  12. Lavorare con un soggetto autistico ci costringe ad uno sforzo di immaginazione

  13. Chiudete gli occhi e immaginate:

  14. Ma la cosa più difficile da capire per noi è che per questo b. ricorrere alla risorsa della comunicazione e dell’interazione con gli altri non è spontaneo, naturale e immediato.

  15. I bambini con autismo hanno uno stile proprio di comunicazione e di relazioni sociali che segue un percorso differente.

  16. Fasi dello sviluppo del linguaggio e della comunicazione nel bambino tipico e atipico

  17. Di norma, un bambino comincia a produrre suoni vocalici entro i 2/3 mesi di vita. • A 6 mesi di vita cominciano i primi scambi vocali (lallazione vocalica), ma già tra i 4-5 mesi compaiono le prime sillabe e • ad 8 mesi compare il babbing. • La comparsa delle prime parole è prevista entro i 12 mesi. • Fra i 12 ed i 24 mesi, comincia a formarsi il vocabolario, costituito per lo più da parole bisillabiche, mentre la frase evolve dallo stadio "parola-frase" alla frase bitermine (soggetto-complemento, verbo-complemento). • A 2 anni fa domande semplici, indica se stesso qui e adesso. • A 3 anni, un bambino normale dovrebbe possedere già la frase "soggetto-verbo-complemento", un vocabolario di 500-1000 parole. Sa evocare altrove e in altro momento, domanda per chiedere informazioni. • A 48 mesi adatta il suo linguaggio all’interlocutore.

  18. Nel b. autistico prima dei 6 mesi rari suoni vocalici e spesso pianti difficili da interpretare. A 8 mesi nessuna imitazione dei suoni. • A 12 mesi sono possibili parole. • A 24 mesi appaiono e scompaiono parole, ma non presenti gesti comunicativi, non indica. • A 36 mesi può ripetere le frasi, linguaggio non creativo, problemi di articolazione. • A 48 mesi combinazioni di 2-3 parole, ecolalie. • A 60 mesi nessuna comprensione di concetti astratti.

  19. La comunicazione intenzionale è un comportamento segnale rispetto al quale l’emittente conosce già a priori l’effetto che il segnale avrà sul ricevente e persiste in quel comportamento sino a che non viene ottenuto l’effetto desiderato o non sia chiaramente indicato il fallimento

  20. 1/. Esprimere i bisogni • 2/. Esprimere bisogni specifici. • 3/ Usate dei gesti • 4/ Attenzione congiunta • 5/Uso di informazione visiva per comunicare • 6/ L’ultima tappa di base della comunicazione è l’usare le parole: Intonazione Uso di implicite Uso di pronomi Metafore e modi di dire Concisione, rilevanza Rispetto dei turni nel fare domande Considerazione del ruolo e degli interessi dell’altro nella conversazione

  21. Dimensioni della comunicazione • funzione • modo o forma • vocabolario • tipi di significato o di categorie semantiche • contesto

  22. Funzioni: scopo per cui si comunica: • ottenere attenzione • richiedere • rifiutare • respingere • commentare • ottenere e dare informazioni • esprimere sentimenti nei soggetti con autismo c’è difficoltà a comunicare per scopi e funzioni differenziate

  23. Forme • Atti motori • Gesti • Immagini • Sistema simbolico (linguaggio)

  24. Categorie semantiche (significati) • azioni • persona: che fa , che desidera. a cui ci si rivolge,su cui si agisce, verso cui c’è un sentimento • oggetto: desiderato, sul quale si agisce, etichettato o descritto • luogo, posizione propria, di altri, di un oggetto • la stessa parola può rientrare in diverse categorie nei b. con autismo è più facile esprimere oggetto voluto, poi azione, difficoltoso persona agente (pronomi)

  25. Contesti Perché un b. comunichi deve desiderare di comunicare, deve comprendere i nessi di causa effetto, deve avere qualcuno con cui comunicare, deve avere qualcosa da comunicare e degli strumenti per farlo.

  26. PREREQUISITI FONDAMENTALI PER LA COMUNICAZIONE E LINGUAGGIO • Collaborazione • Attenzione • Abilità di gioco: manipolazione di oggetti / gioco simbolico (imitazione differita) menomazione nelle abilità di gioco simbolico: difficoltà nell’uso dei simboli (comunicazione non verbale, aspetti sociali e cognitivi, linguaggio) • Abilità di turni i primi scambi comunicazionali • Contatto oculare Guardare in faccia la persona: prerequisito per l’imitazione di gesti e movimenti della bocca • Attenzione congiunta (6 – 8 mesi) • Di risposta • Attiva (iniziativa) • Di richiesta • La menomazione comporta: riduzione di informazioni generali e sociali, della capacità di condivisione sociale e riferimento all’altro, dell’abilità nell’organizzazione degli stimoli • Imitazione: Prerequisito fondamentale per la comunicazione e linguaggio e per molti altri apprendimenti. È un meccanismo per la trasmissione culturale e conoscenze. Facilita l’apprendimento di comportamenti complessi. È alla base dell’interazione intersociale • Nell’infanzia: garantisce lo scambio e la sincronia delle emozioni, facilita le prime interazioni • menomazione specifica dell’autismo, alterata già in b. piccoli, ritardo o percorso diverso? Ancora non si sa • la menomazione in quest’area comporta: Carenza di gesti comunicativi. Carenza di espressione del volto, Difficoltà nell’intonazione della voce • Motricità dell’apparato fonatorio • Intersoggettività

  27. Difficoltà che è possibile incontrare IL BAMBINO PUO’: • Ripetere di continuo cose che voi dite • Avere difficoltà a capire il contesto • Parlare molto, anche da solo ma non usare il linguaggio per fare conversazione • Può trovare difficile elaborare le informazioni che gli arrivano (cosa, dove, chi, dov’è, perché…) • Può usare il linguaggio in modo ripetitivo, facendo per esempio molte domande • Può mostrare scarse capacità di conversazione • Può monopolizzare la conversazione con lunghi monologhi • Può cambiare frequentemente argomento • Può ignorare le domande e dare risposte non pertinenti • Può avere difficoltà a interpretare e utilizzare diverse espressioni facciali e toni della voce • Può avere problemi con le metafore e altri linguaggi non letterali • Può aver bisogno di seguire una routine

  28. Caratteristiche • Utilizzo di frasi intere senza comprendere tutte le parole utilizzate • Non adattare il linguaggio ai contesti • Parlare a lungo di un argomento senza accorgersi di poter essere noioso o cambiare argomento molto spesso • Eloquio ripetitivo – ripetizione di domande senza interesse per la risposta • Ignorare le domande o dare risposte non pertinenti • Difficoltà nello spiegare le cose • Difficoltà nell’interpretare le espressioni facciali e il tono della voce

  29. Ecolalia ripetizione immediata o differita del linguaggio di altre persone,

  30. nella comunicazione dei sogg con autismo che sviluppano il linguaggio, le difficoltà si riscontrano nella pragmatica, cioè la conoscenza delle regole sociali della comunicazione: la prosodia, la capacità di iniziare e sostenere una conversazione, l’uso corretto dei pronomi personali, l’uso del linguaggio adeguato al contesto contingente, l’utilizzo e la comprensione del linguaggio figurato, di metafore, proverbi, dell’ironia e del sarcasmo.

  31. Disturbi dell’apprendimento Percezione ed attenzione:Nei bambini con autismo in genere c’è una risposta anomala agli stimoli sensoriali caratterizzata dall’elusione degli stimoli stessi e dall’attenzione per aspetti inusuali o marginale. I punti di forza in questo campo invece sono la grande abilità nell’elaborare informazioni visuo-spaziali, nel localizzare figure nascoste, nel costruire puzzle.

  32. Memoria • Capacità di memorizzare e di recuperare le informazioni: integra anche se con modalità particolari. • Deficit di utilizzo di strategie mnestiche • Ottima memoria automatica • Abilità particolari

  33. Difficoltà scolastiche intelligenza normalmente media o superiore alla media · buon richiamo di informazioni fattuali · l'area di difficoltà comprende scarsa capacità di risoluzione dei problemi, problemi di comprensione e difficoltà con i concetti astratti · Spesso bravo nel riconoscimento delle parole e può imparare a leggere molto presto ma ha difficoltà con la comprensione · Può andare bene nei calcoli matematici ma ha difficoltà con la risoluzione dei problemi

  34. Ristretto campo di interessi • Poca concentrazione • Spesso fuori tema · distratto · può essere disorganizzato · difficoltà a mantenere l'attenzione • Poca abilità organizzativa •  Difficoltà col linguaggio· Tendenza a fare commenti irrilevanti · Tendenza a interrompere · Tendenza a parlare su un argomento ed a parlare sui discorsi degli altri · Difficoltà a comprendere il linguaggio complesso, seguire direzioni e comprendere l'intento di parole con significati multipli ·

  35. STILI DI COMUNICAZIONE CON I RAGAZZI AUTISTICI • Usa solo parole necessarieFornisci tutte le informazioni possibiliSii positivoEvita il sarcasmo

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