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CLASSIFICAZIONE

CLASSIFICAZIONE. Protozoi Intestinali e urogenitali Del sangue e dei tessuti Eliminti Trematodi Cestodi Nematodi. PATOGENESI DELLE MALATTIE PARASSITARIE. Dose infettiva ed esposizione Penetrazione attraverso le barriere anatomiche Ancoraggio Replicazione Danno cellulare e tissutale

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Presentation Transcript


  1. CLASSIFICAZIONE • Protozoi • Intestinali e urogenitali • Del sangue e dei tessuti • Eliminti • Trematodi • Cestodi • Nematodi

  2. PATOGENESI DELLE MALATTIE PARASSITARIE • Dose infettiva ed esposizione • Penetrazione attraverso le barriere anatomiche • Ancoraggio • Replicazione • Danno cellulare e tissutale • Danneggiamente, elusione e inattivazione delle difese dell’ospite

  3. ALCUNI MECCANISMI PATOGENETICI • Produzione di sostanze tossiche da parte dei parassiti • Enzimi idrolitici (proteinasi, collagenasi, elastasi) • Ionofori • Endotossine • Cataboliti dell’indolo • Meccanismi di danno tissutale • Blocco di organi interni • Atrofia da pressione • Migrazione attraverso i tessuti • Immunopatologia • Ipersensibilità • Autoimmunità • Enteropatie associate a perdita di proteine • Metaplasia

  4. PORTE DI INGRESSO DEI PARASSITI • Ingestione • Penetrazione diretta • Puntura di artropodi • Penetrazione transplacentare • Penetrazione guidata dall’organismo stesso

  5. BERSAGLI PER L’AZIONE DI FARMACI ANTIPARASSITARI • I parassiti sono organismi eucariotici • Le vie metaboliche sono comuni a parassita e all’ospite • Essenziali le conoscenze di biologia di base • Captazione preferenziale del farmaco • Differenze nella sensibilità • Alterazioni metaboliche del farmaco • Bersagli parassito-specifici

  6. AGENTI ANTIPROTOZOARI • Gli agenti antiprotozoari sono indirizzati a cellule giovani, in fase di rapida crescita. • I bersagli più comuni sono: • Sintesi degli acidi nucleici • Sintesi delle proteine • Vie metaboliche specifiche (folati)

  7. AGENTI ANTIPROTOZOARI • Metalli pesanti (a base di arsenico o antimonio): inattivano i gruppi sulfidricidi enzimi essenziali per il catabolismi dei carboidrati. Sono indicati per Leishmania e Tripanosomi • Analoghi dell’amminochinolina (clorochina, primachina, meflochina): Si accumulano preferenzialmente negli eritrociti parassitati. Diversi meccanismi d’azione proposti (interferenza con replicazione del DNA; legame alla ferroprotoporfirina IX; aumento pH intravescicolare; interferenza con la capacità di degradare l’emoglobina). Indicato per il trattamento del Plasmodium della malaria

  8. AGENTI ANTIPROTOZOARI • Antogonisti dell’acido folico: inibiscono la diidropteroato sintetasi e la diidrofolato reduttasi (blocco della sintesi di purine, pirimidine e di alcuni aa). Indicati per Toxoplasma e Malaria • Inibitori della sintesi proteica: un certo numero di antibiotici mostrano attività antiparassitaria in vitro e in vivo. Questi farmaci includono CLINDAMICINA e SPIRAMICINA (attive nei confronti di Amebe, Plasmodium e Babesia), TETRACICLINE e DOXICICLINA.

  9. AGENTI ANTIPROTOZOARI • Diammidine (pentamidina): essendo un policatione interagisce con il DNA e con l’assorbimento e funzione delle poliammine. Indicata per Leishmaniosi e Tripanosomiasi • Nitromidazioli: Meccanismo d’azione non chiaro. Particolarmente efficace nell’amebiasi disseminata, tricosomiasi e giardiasi

  10. RESISTENZA AI FARMACI • Le informazioni principali derivano dallo studio dei Plasmodi • La resistenza alla CLOROCHINA, il principale farmaco antimalarico, è dovuta alla presenza di un meccanismo di efflusso attivo • Lo sviluppo di resistenza a composti antifolici è legato a mutazioni del sistema enzimatico del parassita che combina deidrofolato reduttasi e timidilato sintetasi • Necessari ulteriori studi per ottimizzare l’efficacia della chemioterapia

  11. DIAGNOSI DI LABORATORIO • Esame macroscopico • Esame microscopico • A fresco • Dopo fissazione e colorazione • Esami sierologici • Risposta anticorpale • Rilevazione antigenica • Coltura • Inoculazione nell’animale • Metodi Molecolari

  12. DIAGNOSI DI LABORATORIO • Parassiti intestinali e biliari: a) Identificazione nelle feci • Almeno 3 campioni raccolti sterilmente nell’arco di 48 ore • Esame a fresco (sangue, muco, vermi adulti, consistenza) b) Contenuto duodenale • Parassiti del sangue e dei tessuti: • Striscio di sangue su vetrino e colorazione (Giemsa o Wright) • Osservazione di sezioni istologiche di tessuti, aspirati, CSF

  13. Classificazione dei protozoi Sarcodinia-Amebe Mastigophora-Flagellati Sporozoa Ciliata

  14. PROTOZOI DI INTERESSE MEDICO • Phylum Sarcomastigophora • Subphylum Mastigophora (flagellates) • Genus: Leishmania, Trypanosoma Giardia, Enteromonas, Retortomonas, Chilomastix, Trichomonas Dientamoeba • Subphylum Sarcodina (amoeba) • Genus: Naegleria, Acanthamoeba Entamoeba, Iodamoeba, Endolimax • Phylum Ciliophora (ciliates) • Genus: Balantidium

  15. PROTOZOI DI INTERESSE MEDICO • Phylum Apicomplexa • Subclass Coccidia • Genus: Isospora, Sarcocystis Cryptosporidium, Cyclospora Toxoplasma Plasmodium • Subclass Piroplasmea • Genus: Babesia • Phylum Microspora (microsporidia) • Genus: Encephalitozoon Enterocytozoon Septata • Incertae sedis: Pneumocystis carinii

  16. CILIATI • NUMEROSE CILIA • CITOPLASMA E CITOPIGIO • DUE NUCLEI CON DIVERSA STRUTTURA E FUNZIONE: MICRONUCLEO → SI DIVIDE PER SCISSIONE E HA FUNZIONE TROFICA. MACRONUCLEO → SI DIVIDE PER MITOSI E HA FUNZIONE GENETICA. • RIPRODUZIONE ASESSUATA TRASVERSALE O SESSUATA PER CONIUGAZIONE • HABITAT: H2O DOLCI E SALATE, PARASSITI IN VARI ORGANISMI • BALANTIDIUM COLI UNICO CILIATO PATOGENO PER L’UOMO

  17. FLAGELLATI O MASTIGOFORA • UNO O PIU’ FLAGELLATI TALVOLTA UNITI AL CORPO DEL PROTOZOO DA UNA MEMBRANA ONDULANTE • HABITAT: AMBIENTE OPPURE PARASSITI DELL’UOMO (INTESTINO, APP. GENITO-URINARIO, SANGUE) E NELL’INTESTINO DI VERTEBRATI E INVERTEBRATI) • RIPRODUZIONE ASESSUATA BINARIA LONGITUDINALE, PRECEDUTA DA DUPLICAZIONE DEL FLAGELLO • FITOFLAGELLATI (SIMILI ALLE PIANTE, CONTENGONO CLOROFILLA E SONO FOTOSINTETICI) • ZOOFLAGELLATI (SENZA CLOROFILLA, SIMILI AGLI ANIMALI) • TRYPANOSOMI (T. GAMBIENSE E T. RHODESIENSE, T. CRUZI) • GIARDIA LAMBLIA • TRICHOMONAS • LEISHMANIA

  18. AMEBE (SARCODINA) • PSEUDOPODI CHE MODIFICANO CONTINUAMENTE LA FORMA DEL CORPO CELLULARE E SERVONO PER CATTURARE CIBO (PER FAGOCITOSI) E PER IL MOVIMENTO. • RIPRODUZIONE ASESSUATA PER SCISSIONE; ALCUNE POSSONO PASSARE DAL TROFOZOITE ALLA FORMA CISTICA • HABITAT: H2O E SUOLO ALCUNI SONO PARASSITI DELL’INTESTINO DEI VERTEBRATI; ALCUNE SONO PARTE DELLA NORMALE MICROFLORA INTESTINALE (ENTAMOEBA COLI; E. HARTMANNI; ENDOLIMAX NANA, IODAMOEBA BUTSCHILII)

  19. SPOROZOI (SPOROZOEA) • FORMANO SPORE CONTENENTI SPOROZOITI INFETTANTI • PARASSITI OBBLIGATI INTRA-EXTRACELLULARI • DOPPIO CICLO RIPRODUTTIVO SESSUATO E ASESSUATO NELLO STESSO OSPITE O IN OSPITI DIVERSI • PLASMODIUM • TOXOPLASMA DI INTERESSE • PNEUMOCYSTIS MEDICO CARINII??

  20. amoeba flagellate sporozoa Outline delle infezioni da protozoi (diarrea/invasione del circolo sanguigno) Infezioni intestinali -Invasive * Entamoeba histolytica -Non-invasive * Giardia lamblia * Cryptosporidia and Cyclospora * Microsporidia Infezioni sistemiche (diarrea acquosa/perdita di peso)

  21. INFEZIONI INTESTINALI

  22. E. histolytica 0.5 to 50% della popolazione mondiale è parassitata da E. histolytica con prevalenza nettamente maggiore nei paesi in via di sviluppo. L’infezione è associata con scarse condizioni igieniche. L’uomo è l’ospite principale, anche se cani gatti e roditori possono essere ugualmente infettati.

  23. Entamoeba histolytica – ciclo vitale • L’uomo è il serbatoio principale ed emette il parassita attraverso le feci (cisti) • Le cisti sono resistenti all’ambiente • La trasmissione è oro-fecale (cibo, acqua) • In risposta all’ambiente acido, le cisti rilasciano i trofozoiti a livello dell’alto intestino • I trofozoiti invadono l’intestino e si replicano per scissione. • I trofozoiti che raggiungono in colon si incistano nuovamente.

  24. Entamoeba histolytica -- patogenesi • I trofozoiti danneggiano la mucosa intestinale • Si possono identificare 3 fattori di virulenza: • Lectine amebiche: mediano il legame dei parassiti agli zuccheri contenenti galattosio presenti sulla cellula ospite • Pori causati sulla membrana: citolisi dipendente dall’adesione dell’ameba alla cellula • Cisteina proteasi: clivano gli anticorpi e il C3 • I trofozoiti fagocitano le cellule dell’organismo • Ulcerazioni a livello del colon - parassitemia

  25. Amebiasi – sindromi cliniche • Intestinali • Vanno da forme asintomatiche alla diarrea cronica fino alla dissenteria amebica • Extraintestinali • Ascessi a livello del fegato • Altri foci metastatici (ad esempio nel cervello) Diagnosi: identificazione di trofozoiti o cisti nelle feci, rilevazione di antigeni nelle feci, sierologia

  26. Entamoeba sp. • E. histolytica • Invade i tessuti • Dovrebbe essere sempre trattata anche nei pazienti asintomatici • E. dispar • Non è associata a patologia, nemmeno nei pazienti AIDS • Non dovrebbe essere trattata

  27. Fegato con ascesso da ameba

  28. Ulcera da amebiasi intestinale

  29. Trattamento delle amebiasi • Forme invasive: metronidazolo • Forme intestinali: diiodoidrossiquinina, paromomicina, dilossanide furoato

  30. Giardiasi – ciclo vitale • L’infezione da G. lamblia è una zoonosi (piccoli mammiferi contaminano con le cisti le acque superficiali) • Giardia ha una distribuzione mondiale • La trasmissione attraverso le acque contamintate è la più comune, ma si può anche verificare trasmissione inter-umana (comune nei bambini) • Ingeriti come cisti • Escistazione del trofozoita e l’attacco alla mucosa avviene nel tratto superiore dell’intestino tenue

  31. Cisti nelle feci Trofozoiti nel duodeno

  32. Infezione a livello intestinale Trofozoiti di Giardia in sezioni intestinali

  33. Patogenesi dell’infezione da Giardia • I parassiti determinano una reazione di ipersensibilità localizzata • I villi intestinali vengono danneggiati • Si sviluppa malassorbimento

  34. Giardia – caratteristiche cliniche • Diarrea acuta, autolimitante • Diarrea cronica con malassorbimento, steatorrea, e perdita di peso • Emissione di cisti attraverso le feci anche in assenza di sintomi Diagnosi: esame delle feci, aspirato duodenale, ricerca degli antigeni nelle feci

  35. Giardiasi - trattamento • Metronidazolo Giardiasi - prevenzione • Filtrazione delle acque • Riscaldamento dell’acqua fino a 50°C • Trattamento al 2% di iodio x 30 minuti

  36. Balantidium coli E’ soprattutto un parassita di bovini, suini e cavalli Balantidium coli trophozoites. Cisti di Balantidium coli e trofozoita  Trofozoita di Balantidium coli

  37. Ciclo vitale di Balantidium coli Trofozoiti a livello intestinale

  38. Cryptosporidium parvum C. parvum è un piccolo parassita della dimensione di 3 to 5 um che si ritrova nel tratto grastrointestinale di molti animali e causa epidemie di diarrea nell’uomo al quale si trasmette attraverso cibo e acque contaminati Oocisti di Cryptosporidium sp

  39. Ciclo vitale del Cryptosporidium • Le oocisti sporulate che contengono 4 sporozoiti vengono escrete dall’ospite infettato attraverso le feci e probabilmente attraverso altre vie, quali le secrezioni respiratorie • A seguito dell’ingestione (e probabilmente dell’inalazione) avviene l’escistazione • Gli sporozoiti vengono rilasciati e parassitano le cellule epiteliali del tratto gastrointestinale o di altri tessuti come il tratto respiratorio. In queste cellule i parassiti si moltiplicano in maniera asessuata (schizogonia o merogonia) e quindi in maniera sessuata (gametogonia), producendo microgamonti (maschio) e macrogamonti (femmina). Dopo la fertilizzazione si sviluppano le oocisti che sporulano nell’ospite infettato. • Vengono prodotte due diverse oocisti, quelle a parete spessa che vengono comunemente escrete dall’ospite, e quelle a parete sottile che sono coinvolte nell’auotinfezione. Le oocisti sono infettive una volta escrete e vengono trasmesse per la via oro-fecale

  40. Isospora belli I. belli è un infezione rara nel soggetto immunocompetente, più frequente nei pazienti AIDS. Avviene attraverso la via oro-fecale Oocysts of Isospora belli. Oocisti matura: il singolo sporoblasto si divide in due che si rivestono di una parete trasformandosi in sporocisti, che conterranno alla fine quattro sporozoiti Oocisti immatura

  41. Quando viene escreta l’oocisti contiene uno sferoblasto e più raramente due. Lo sferoblasto si divide in due, secercendo una parete e trasfornandosi in sferocisti; la sferocisti si divide originando quattro sporozoiti L’infezione avviene per ingestione di sposocisti che escistano nell’intestino tenue e rilasciano gli sporozoiti. Questi invadono le cellule epiteliali e iniziano la schizogonia In seguito alla rottura dello schizonte, i merozoiti vengono rilasciari e invadono nuove cellule epiteliali continuando a moltiplicarsi in maniera asessuata I trofozoiti si sviluppano in schizonti che contengono diversi merozoiti. Dopo almeno una settimana inizia la riproduzione sessuata con lo sviluppo di gametociti maschili e femminili. La fertilizzazione dà origine allo sviluppo di oocisti che vengono escrete con le feci.

  42. TRICHOMONIASI Eziologia Trichomonas vaginalis (un flagellato) EpidemiologiaTrichomonas vaginalis ha una distribuzione mondiale. L’incidenza è minore del 5% nelle donne con picchi del 70% tra le prostitute.

  43. MorfologiaIl trofozoita ha una dimensione di 15-18 um in diametro e ha la forma di una mezza pera con un unico nucleo, 4 flagelli anteriori e un flagello laterale attaccato al corpo cellulare da una membrana ondulata. Sono presenti 2 assostili in posizione asimmetrica. L’organismo non forma cisti. Ciclo vitale T. vaginalis colonizza la vagina e l’uretra (più raramente la prostata). L’infezione avviene principalmente per contatto sessuale, anche se infezioni non veneree sono possibili. L’organismo non si incista e si divide per divisione binaria favorita dal pH poco acido (pH > 5.9; il pH normale è 3.5-4.5). Non ci sono altri serbatoi d’infezione oltre all’uomo. SintomiT. vaginalis dà un’infezione raramente sintomatica nell’uomo, anche se può causare una uretrita di media gravità ed occasionalmente prostatiti. Nelle donne è spesso asintomatica, ma infezioni più gravi in ambienti con pH elevato possono causare vaginiti gravi con secrezioni giallognole copiose Patologia L’epitelio dell’organo infettato viene danneggiato per azione diretta dell’organismo

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