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La centralità delle Istituzioni Educative nella formazione della Persona

La centralità delle Istituzioni Educative nella formazione della Persona. a cura di Patrizia Graziani. Gandino, 28 dicembre 2012. “ Sempre mossi dal desiderio, mai dal calcolo”. Come mai la scuola, primaria agenzia educativa, non riesce più a trasmettere entusiasmo per la conoscenza?

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La centralità delle Istituzioni Educative nella formazione della Persona

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Presentation Transcript


  1. La centralità delle Istituzioni Educative nella formazione della Persona a cura di Patrizia Graziani Gandino, 28 dicembre 2012

  2. “ Sempre mossi dal desiderio, mai dal calcolo” Come mai la scuola, primaria agenzia educativa, non riesce più a trasmettere entusiasmo per la conoscenza? Perché molti la individuano come inutile ed obsoleta?

  3. La nostra, oggi, è la scuola delle mille emergenze sociali da fronteggiare per presidiare i vari momenti e i diversi aspetti del processo di crescita dei membri della società come persone e come cittadini ogni giorno da ogni angolo del Paese si chiede ai docenti di sostenere un oneroso carico di lavoro per supplire ad alcune secche perdite di orizzonti educativi della società

  4. Oggi la cornice di certezze educative si è fortemente indebolita • si evidenzia in modo sempre più frequente una mancanza di assunzione chiara di responsabilità da parte degli adulti • la costruzione del sé, possibile prima dal confronto con il reale,è un processo difficile

  5. cosa possiamo fare? dobbiamo avere un tempo di riflessione, ……… qualunque sia la scuola o l’istituzione educativa in cui operiamo.

  6. Una idea di scuola non può prescindere dall’attuale complesso contesto socialecosì fortemente caratterizzato da rapide, profonde e continue trasformazioni. Il sistema di formazione e di istruzione non potrà implementarealcuna significatività sociale se non nella osservazione attenta e costante dei contesti di vita ai quali i giovani devono essere preparati.

  7. Una società complessa, globalizzata, multiculturale, tecnologicamente avanzata, variabile e contradditoria pone domande sempre nuove che impongono una profonda rivisitazione dell’intervento formativo generale ed un conseguente riassetto del sistema di competenze, di funzioni e di relazioni. (Libro Bianco di J. Delors “Crescita, competitività, educazione”,1997)

  8. Lo scenario di riferimento Oggi viviamo in una società complessa caratterizzata dalla globalizzazione, da profondi mutamenti socio-economici e politici, dal rapido cambiamento dei valori di riferimento, ma anche dall'eterogeneità e dalla contraddizione delle proposte e dei modelli culturali contemporaneamente presenti nel sociale che non ci fanno vedere bene la strada che stiamo percorrendo e la nostra destinazione, disorientandoci e rendendoci più fragili. La società non risulta più integrata sulla base di valori comuni, di norme morali universalmente condivise.

  9. La società complessa e i principali fenomeni che la caratterizzano • Il fenomeno della società complessa caratterizza gli anni ‘80 ad esso si aggiungono successivamente altre sfide • Globalizzazione • Cosmopolitismo

  10. Cos’è la globalizzazione? È un processo inarrestabile che coinvolge l’intero pianeta. Non è un fenomeno solamente economico. Costituisce una realtà che interessa gli ambiti della politica, della cultura e della tecnologia, oltre che dell’economia. Si è diffuso soprattutto con lo sviluppo dei sistemi di comunicazione.

  11. La compressione spazio-temporale I progressi tecnologici nel mondo dell’informazione e della comunicazione hanno permesso una straordinaria riduzione delle distanze in termini di tempo e di spazio: singoli attori sociali o gruppi, sia pure collocati agli estremi confini della terra e perfino eventi accaduti in lontanissimi luoghi sconosciuti, entrano in contatto e interagiscono, dando vita a conseguenze globali.

  12. La Scuola nella società complessa Anche la Scuola partecipa come sottosistema alla complessità del sistema in cui è inserita, perciò risente di incertezze nella formulazione di finalità, di effetti indesiderati negli esiti della propria azione, di sproporzione tra mezzi impiegati e risultati ottenuti. Nonostante i rischi legati al cambiamento, la Scuola non può restare esclusa dai processi di cambiamento che investono l’epoca contemporanea.

  13. La Scuola nel nuovo scenario In un tempo molto breve abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. Questo scenario è ambivalente; per ogni persona, per ogni comunità, per ogni società si moltiplicano sia i rischi che le opportunità. Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contradditori.

  14. Il ruolo della Scuola Al fine di meglio chiarire il significato dell'azione che la scuola può svolgere e la sua stessa ragione di essere, è opportuno riconsiderare innanzitutto il ruolo con il quale l‘Istituzione Scuola è nata. È noto che l'uomo non nasce tale, ma realizza la sua umanizzazione mediante l'educazione, da intendere come l'esperienza attraverso la quale egli si appropria della cultura che gli uomini hanno creato, non solo acquisendo conoscenze ed abilità, ma anche e soprattutto sviluppando modi di essere, atteggiamenti, valori. L'uomo è creatore e prodotto della cultura, intesa come complesso di conoscenze, di abilità, di tecniche, di valori, di modi di essere, di atteggiamenti, cioè di tutto ciò che rende l'uomo tale.

  15. Il ruolo della Scuola Questo processo di inculturazione, e quindi di umanizzazione, si realizzava all'inizio solo attraverso le interazioni sociali. Quando la cultura si è fatta complessa ed articolata, l'ambiente sociale non è risultato più sufficiente e si è avvertita l'esigenza di creare un'istituzione apposita che contribuisse alla realizzazione del processo di inculturazione e quindi della formazione dell'uomo. La Scuola è nata così con la finalità di integrare il processo di formazione dell'uomo che, come è ben noto, oltre che nella scuola, continua a realizzarsi, seppure non totalmente, anche nella società tutta, in particolare nella famiglia, almeno nei primi anni di vita.

  16. Il ruolo della Scuola Nell’età moderna, pervasa dall’illuminismo, si sosteneva che scopo della scuola, a qualsiasi livello, non fosse quello di contribuire alla formazione complessiva della personalità, cioè di educare, ma solo quello di trasmettere il sapere, concependo la cultura in senso riduttivo come puro e semplice insieme di conoscenze, che riguardano la sola sfera intellettiva della personalità, e non anche quella affettiva, emotiva, morale, sociale, religiosa.

  17. Il ruolo della Scuola Questo orientamento arriva sino ai giorni nostri e alcune aree di pensiero sostengono ancora che la scuola non deve educare, perché si ritiene che il compito di educare spetti alla famiglia, ad altre istituzioni, ma non alla scuola. Però, dobbiamo prendere atto di una situazione di fatto, e cioè che, mentre si afferma che la scuola non deve educare, poi, da tutte le parti, alla scuola oggi si chiede di curare l'educazione stradale, l'educazione ecologica, l'educazione alla pace, l'educazione alla salute, l'educazione alla legalità ecc. ecc.

  18. Esiste una emergenza educativa! La famiglia non svolge più – o non è più nella condizione di svolgere – quel ruolo educativo che la caratterizzava nel passato. La società si è fatta complessa, articolata, anche confusa, se vogliamo. Nella società post-industriale, post-moderna, prevale il pensiero debole. Sono venute meno molte certezze, in ogni campo; c'è una situazione di disorientamento.

  19. Ma quale ruolo può svolgere la Scuola? Gli effetti di tale situazione stanno sotto i nostri occhi: • gli incidenti mortali sulle strade • il degrado dell'ambiente • la devianza minorile • i fenomeni di bullismo • l’abuso di alcol • l‘assunzione di droghe • …………………………….. Per uscire da questo stato di cose, tutti sono d'accordo: non si può non fare appello alla scuola!

  20. Un dato oggi è inconfutabile: la scuola non può essere considerata come l’unica sede di educazione e di promozione di apprendimento, al di là e al di fuori del nucleo famigliare; né essere contrapposta in alcun modo alle altre “agenzie educative”, formali ed informali. La scuola come luogo deputato all’educazione e alla formazione, attraverso l’istruzione, ha una sua precisa identità, non solo per il mandato ricevuto dalla società, ma per gli strumenti culturali, per l’organizzazione del proprio funzionamento, per le risorse umane, professionali e tecniche di cui si avvale in modo consapevole e responsabile, per conseguire i risultati sul piano dell’educazione e degli apprendimenti disciplinari e/o trasversali ai vari campi del sapere.

  21. La Scuola ha il compito di aiutare i giovani: • a colmare i gap socio-culturali che esistono nella società italiana; • a conoscere i grandi valori della democrazia, della libertà di ciascun cittadino, della solidarietà tra persone, spesso le une molto diverse dalle altre ma comunque presenti nella stessa comunità; • ad acquisire linguaggi, tecniche, conoscenze legate ai saperi tradizionali e a quelli più recentemente codificati; • ad assumere comportamenti e atteggiamenti più rispondenti alle esigenze della convivenza civile in una società sempre più complessa.

  22. La scuola risulta essere oggi il “luogo di educazione e di istruzione intenzionale” temporalmente più a lungo frequentato dagli allievi. I docenti, come i genitori, sono educatori intenzionali, senza ovviamente il vincolo parentale, ma con la responsabilità di far apprendere, cioè di sviluppare e promuovere nei ragazzi relazioni significative, insieme ad abilità e conoscenze essenziali, perché possano contribuire al miglioramento di se stessi e degli ambienti vitali.

  23. L’attuale situazione della Scuola italiana potrebbe essere tratteggiata dai seguenti punti: • non si educa più soltanto, o soprattutto a scuola; • si apprende anche al di là delle pareti di un’aula o di un laboratorio scolastico; • non si impara solo sui libri o seguendo lezioni impartite dai docenti; • il tempo dell’apprendimento di una persona non è più legato soltanto alla “scolarità”; • si apprende per tutta la vita; • la società evoluta (oggi denominata a livello europeo come società della conoscenza) chiede per i ragazzi e per i giovani di oggi e per quelli che verranno una scuola qualitativamente migliore e che si sappia anche avvalere delle tecnologie più innovative e avanzate nel campo dell’informazione e della comunicazione.

  24. La Scuola nel nuovo scenario “la scuola non può e non deve abdicare al compito di scoprire la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti” “Oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle molte esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici

  25. La scuola nel nuovo scenario “Alla scuola spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi UN’IDENTITÀ CONSAPEVOLE E APERTA”

  26. La Scuola nel nuovo scenario “la diffusione delle tecnologie di informazione e di comunicazione, insieme a grandi opportunità, rischia di introdurre anche serie penalizzazioni nelle possibilità di espressione di chi non ha ancora accesso a tali tecnologie. l’obiettivo della scuola non può essere soprattutto quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze; piuttosto, è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale, affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri”.

  27. La Scuola nel nuovo scenario La scuola non ha più il monopolio delle informazioni e dei modi di apprendere. Il “fare scuola oggi” significa mettere in relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida, attenta al metodo, ai nuovi media e alla ricerca multidimensionale. Al contempo significa curare e consolidare le competenze e i saperi di base, che sono irrinunciabili perché sono le fondamenta per l’uso consapevole del sapere diffuso e perché rendono precocemente effettiva ogni possibilità di apprendimento per tutto l’arco della vita.

  28. La Scuola nel nuovo scenario Alla scuola competono alcune finalità specifiche “deve far sì che gli studenti acquisiscano gli strumenti di pensiero necessari per apprendere a selezionare le informazioni; deve promuovere negli studenti la capacità di elaborare metodi ecategorie che siano in grado di fare da bussola negli itinerari personali; deve favorire l’autonomia di pensiero degli studenti, orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi.

  29. La Scuola nel nuovo scenario Le relazioni fra il sistema formativo e il mondo del lavoro stanno rapidamente cambiando. Ogni persona si trova ricorrentemente nella necessità di riorganizzare e reinventare i propri saperi, le proprie competenze e persino il proprio stesso lavoro. Le tecniche e le competenze diventano obsolete nel volgere di pochi anni.

  30. La Scuola nel nuovo scenario Obiettivo della scuola non è quello di inseguire lo sviluppo di singole tecniche e competenze ma è quello di formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale affinché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali, presenti e futuri. Le trasmissioni standardizzate e normative delle conoscenze, che comunicano contenuti pensati per individui medi non sono più adeguate. La scuola è chiamata a realizzare percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali degli studenti, nella prospettiva di valorizzare gli aspetti peculiari della personalità di ognuno.

  31. La centralità della persona La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali

  32. La centralità della persona Particolare cura deve essere contemporaneamente posta alla formazione della classe come gruppo, alla promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti, alla gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione.

  33. Compito della scuola educare istruendo “la persona” da E-Ducere = tirar fuori L’allievo deve essere aiutato a: scoprire il valore di se stesso, delle cose e della realtà Difficoltà e disagio che molti giovani vivono, espressione di un eccesso di avere ed una carenza di essere La scuola è in prima linea nella battaglia contro questo vuoto La scuola è il luogo dove si riconosce significato a ciò che si fa e si trasmettono dei valori che danno appartenenza, identità, passione e … soprattutto, “rispetto di sé e degli altri”

  34. Educare istruendo significa:

  35. Finalità principale della scuolala crescita della personaattraverso

  36. Elementi necessari al raggiungimento

  37. Per una nuova cittadinanzala scuola persegue una doppia linea formativaorizzontale e verticale

  38. La Scuola nel nuovo scenariosocietà caratterizzata da: L’apprendimento scolastico è una delle molte esperienze di formazione!!! Fra scuola e territorio Tra sistema formativo e mondo del lavoro

  39. I compiti della Scuola • Promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze per ridurre la frammentazione che rischia di caratterizzare la loro vita • Fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi un’identità consapevole e aperta ed acquisisca le regole del vivere e del convivere • Formare ogni persona sul piano cognitivo e culturale perché possa affrontare positivamente l’incertezza e la mutevolezza degli scenari sociali e professionali presenti e futuri La scuola realizza appieno la propria funzione pubblica impegnandosi a: garantire il successo scolastico di tutti gli studenti con una particolare attenzione al sostegno delle forme di diversità e disabilità

  40. La Scuola dell’Infanzia

  41. La Scuola dell’Infanzia Finalità Favorire lo sviluppo da parte degli alunni di

  42. La Scuola del primo cicloScuola Primaria – Scuola Secondaria di 1° grado finalità promuovere il pieno sviluppo della persona

  43. Il Rapporto Delors (UNESCO1995) sottolinea come, per riuscire nei suoi compiti, “l’educazione deve offrire simultaneamente le mappe di un mondo complesso in perenne agitazione e la bussola che consenta agli individui di trovarvi la propria rotta”, organizzandosi attorno a quattro tipi fondamentali di apprendimento che sono i pilastri della conoscenza: • imparare a vivere insieme • imparare a conoscere • imparare a fare • imparare a essere

  44. Imparare a vivere insieme sviluppando la comprensione del punto di vista degli altri. Il confronto con gli altri attraverso il dialogo e il dibattito è uno degli strumenti necessari per l’educazione del ventunesimo secolo.

  45. Imparare a conoscere nella prospettiva dei rapidi cambiamenti prodotti dalle molteplici forme della società (tecnologia, scienza, economia), l’accento va posto sulla necessità di conciliare un’educazione generale sufficientemente ampia con la possibilità di lavorare in profondità su un determinato numero di discipline particolari. Questo tipo d’apprendimento implica non tanto l’acquisizione d’informazioni, quanto il venire in possesso degli strumenti stessi della conoscenza che può essere considerata sia un mezzo che un fine della vita umana. Imparare ad imparare, attraverso l’esercizio della concentrazione, della memoria, della riflessione.

  46. Imparare a fare nel senso di acquisire una competenza che consenta all’individuo di affrontare una varietà di situazioni spesso imprevedibili e di lavorare in gruppo. E’ qui evidente il passaggio dal concetto di abilità a quello di competenza.

  47. Imparare ad essere nel senso di saper agire con autonomia e capacità di giudizio; nessuno dei talenti che sono nascosti in ogni persona deve rimanere inutilizzato. Lo sviluppo dell’individuo, che ha inizio dalla nascita e continua per tutta la vita, è un processo dialettico che comincia con il conoscere se stessi e si apre poi ai rapporti con gli altri. In tal senso, l’educazione è soprattutto un viaggio interiore, le cui tappe corrispondono a quelle della continua maturazione della personalità.

  48. Le reti educative territoriali Nella società complessa, la pluralità di azioni e di interventi, sia di singoli che di agenzie e istituzioni educative, possono contribuire al bene di ragazzi e giovani secondo la specificità di ciascuno. È necessario trovare il modo di far collaborare persone e soggetti istituzionali nel territorio. Per realizzare questo è indispensabile la conoscenza del territorio

  49. Il territorio, la comunità locale, il modello educativo di rete Il Territorio, • ambiente di vita, • luogo concreto con caratteristiche sociali, economiche, politiche, culturali, ecc. • Rende possibile l’interscambio tra persone, istituzioni, popolazioni; • Fa cogliere la situazione delle strutture concrete della realtà ambientale • Evidenzia la loro incidenza nella situazione educativa locale

  50. Società complessa e modello educativo di rete • I contesti sociali attuali sono caratterizzati dalla complessità. • La complessità territoriale può essere convertita in risorsa e valore se la diversità delle soggettività sociali riesce ad attivare interazioni e scambi, stimolando in esse una intenzionalità pedagogica. • La consapevolezza di vivere in un contesto dominato dalla complessità, dalla pluralità e dall’interdipendenza, può far nascere forme di partecipazione e di corresponsabilità per la costruzione della comunità sociale.

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