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Agios Nikolaos, 07 dicembre 2007

Francesco Dr. Cufari Agenzia Regionale Servizi e Sviluppo Agricolo. Agios Nikolaos, 07 dicembre 2007. LE CLEMENTINE.........DI CALABRIA IN COLTIVAZIONE BIOLOGICA.

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Agios Nikolaos, 07 dicembre 2007

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  1. Francesco Dr. Cufari Agenzia Regionale Servizi e Sviluppo Agricolo Agios Nikolaos, 07 dicembre 2007 LE CLEMENTINE.........DI CALABRIA IN COLTIVAZIONE BIOLOGICA

  2. Coltivare secondo i metodi dell’agricoltura biologica significa esaltare gli equilibri dell’ecosistema e la salubrità dei beni agroalimentari conseguenti, in modo così da garantire effetti positivi sul fronte ambientale e su quello sociale.

  3. La coltivazione degli agrumi ed in particolare dei CLEMENTINI si sviluppa anche in alcune zone della parte centro-settentrionale della Calabria, di pertinenza del GAL “VALLE del CRATI”, situate nelle valli del Crati e dell’Esaro, ed in particolare nei territori ricadenti nei comuni di Terranova da Sibari, Spezzano Albanese e San Lorenzo del Vallo, nonché nelle parti meno acclivi dei comuni di San Cosmo Albanese, San Giorgio Albanese e Vaccarizzo Albanese. Si tratta di areali, che pur essendo attigui alla Piana di Sibari, non risentono di quelle influenze negative tipiche di un’agricoltura intensiva, ma che grazie alle caratteristiche di isolamento e naturalità dei territori rendono possibile un tipo di coltivazione a basso impatto ambientale senza alterare in maniera significativa le rese produttive.

  4. Classificazione botanica delle CLEMENTINE. (W. Swingle) Famiglia:RUTACEE Sottofamiglia:AURANTIOIDEAE Gruppo:CITREAE Genere:CITRUS Sottogenere: EUCITRUS Specie:CITRUS RETICULATA L’origine delle clementine appare incerta secondo il Trabut sono state ottenute in Algeria nel 1900-1902 da Padre Clement Rodier (dal quale hanno tratto il nome) e sono un ibrido tra l’arancio amaro cv Granito ed il mandarino Comune. La sua vera diffusione in Italia è iniziata intorno al 1950.

  5. Caratteristiche botaniche Sono alberi sempre verdi con apparato radicale espanso ma superficiale, il fusto è monocaule, la corteccia di colore grigio-verde di spessore limitato con sottilissime striature chiare, verticali. Le foglie sono poco espanse e di consistenza cuoiosa, con pochi stomi e aspetto lucido. I fiori (zagara) sono ermafroditi, si trovano solitari o riuniti in corimbi, con la corolla bianca, molto profumati e invitanti per i pronubi.  La chioma in generale ha un aspetto globoso e rigoglioso ma di taglia più ridotta rispetto ad altri agrumi.

  6. Il frutto è una bacca (Esperidio), l’epicarpo (Flavedo) di colore arancione rossiccio si presenta ricco di vescichette contenente oli essenziali molto profumati e caratteristici, il mesocarpo (Albedo) di colore bianco con consistenza spugnosa e spessore variabile a seconda della maturazione e della Cultivar, flavedo e albedo insieme costituiscono la buccia. L’endocarpo (polpa) è rappresentata da un numero variabile di spicchi che prendono origine dai carpelli fiorali, ogni spicchio è costituito da peli ipertrofici tenuti insieme da una membrana (camicia dello spicchio), al centro troviamo la medula che tiene insieme i vari spicchi.

  7. Questo frutto ha incontrato un sostanziale gradimento da parte dei consumatori che lo hanno preferito ai tradizionali mandarini. Il Clementine infatti risulta di grande pregio, perché, di colore arancio intenso, facilmente sbucciabile e senza semi, di sapore gradevole per un bilanciato rapporto zuccheri-acidi che lo rendono molto gradito anche ai bambini. Composizione per 100 g di parte edibile

  8. Ambiente pedoclimatico Le Clementine si adattano benissimo al clima caldo e secco delle regioni meridionali, le condizioni di temperatura ottimale sono tra i 10 e i 30 °C, i danni si hanno con temperatura persistente per lunghi periodi al disotto dei 5 °C o al disopra dei 36°C. Molto dannose sono le gelate invernali, soprattutto quelle tardive alla ripresa vegetativa. La grandine solo raramente fa la sua comparsa, ma potenzialmente può provocare gravi danni, soprattutto nel periodo della fioritura e dall’allegagione. I venti, provocano rotture dei rami, disseccamento dei fiori e dei giovani germogli. I clementineti sono protetti da frangivento vivi costituiti da file di piantine d’olivo o a reti frangivento di nylon mantenute da pali alti fino a 6 m. I terreni preferiti dalle clementine sono quelli sabbiosi, sciolti, profondi, senza ristagno e con una buona struttura che consenta un sufficiente ricambio dell’aria tellurica.

  9. Forme d’allevamento La forma a globo è largamente la più usata, abbinata a sesti in quadrato 5x5 o 6x6. Gli interventi di potatura nei primi anni d’impianto devono essere ridotti, in modo da permettere un rapido equilibrio tra il carbonio organicato è l’azoto assorbito. La potatura di produzione deve ottenere una buona areazione e illuminazione dell’intera chioma anche nella parte interna. Una corretta potatura annuale permette di intervenire con piccoli tagli ben sopportati dalla pianta che né beneficia riducendo il fenomeno dell’alternanza di produzione.

  10. Gestione nutrizionale I prodotti utilizzabili per la fertilizzazione degli agrumeti devono essere quelli riportati dagli allegati del Regolamento comunitario 2092/91 e successive modifiche e integrazioni, ma anche autorizzati all’uso dagli Organismi di Controllo. Prima però di utilizzare prodotti ammendanti, concimi organici, organo-minerali e minerali è buona regola effettuare la cosiddetta concimazione verde o sovescio. Questa si effettua coltivando o gestendo una specie o un miscuglio di specie durante parte dell’anno. Queste sono poi interrate in occasione di una lavorazione del terreno. Quando non è possibile effettuare il totale reintegro della materia organica attraverso la concimazione verde o l’interramento dei residui colturali, è necessario far ricorso agli ammendanti e ai concimi organici, organo minerali e minerali. Sono questi prodotti di origine animale vegetale: sangue, cascami di lana, epiteli, letami, panelli e borlande, o di origine minerale: solfati di potassio, fosfato naturale tenero, microelementi, e come correttivi zolfo e gesso. Molto importate in agrumicoltura è la possibilità di poter effettuare somministrazioni integrative di nutrienti attraverso la concimazione fogliare e la fertirrigazione quando le esigenze della pianta si fanno più marcate o in momenti in cui si dovesse verificare uno stress biologico. I prodotti impiegabili devono essere solubili o sospendibili in acqua. Normalmente si impiegano prodotti a base di carniccio, epitelio animale idrolizzato, sangue secco, borlanda, solfati di potassio e microelementi, fosfato naturale tenero e chelati.

  11. Gestione idrica Le piogge annuali (concentrate in autunno-inverno) dei nostri ambienti non bastano a soddisfare i fabbisogni idrici degli agrumi. Quindi, è indispensabile, nei periodi primaverili-autunnali, somministrare alle piante irrigazioni costanti ed adeguate all’età, allo sviluppo vegetativo e alla capacità produttiva. Il fabbisogno irriguo varia tra i 7.000 e i 18.000 mc/ha, e molto importante è la scelta del metodo di distribuzione dell’acqua: si consigliano sistemi che localizzano la distribuzione dell’acqua, come la cosiddetta microirrigazione.

  12. Gestione del terreno In agrumicoltura biologica tra i metodi di gestione del terreno possiamo adottare: • lavorazioni meccaniche; • inerbimento naturale o artificiale; I più importanti obiettivi che si vogliono perseguire mediante la gestione del terreno sono: • controllare la competizione per acqua ed elementi nutritivi fra flora infestante e agrumi; • preservare le caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del terreno; • non alterare l’equilibrio all’interno dell’agroecosistema.

  13. Difesa Le produzioni agrumicole possono essere danneggiate da parassiti vegetali e animali; è quindi molto importante conoscere i sintomi per poter effettuare una diagnosi precoce, la biologia ed epidemiologia per sapere quando e dove colpirli e, infine, i mezzi di lotta più idonei per intervenire con un impatto ambientale ridotto. Comunque una strategia valida per tutte le malattie è creare un ambiente sfavorevole allo sviluppo dei patogeni e favorevole all’incremento della resistenza della pianta. Per far ciò molto importante e che le pratiche colturali siano eseguite in modo opportuno.

  14. Difesa Lavorazioni: la trinciatura delle infestanti offre la possibilità di lasciare biomassa erbacea che può ospitare entomofauna utile o agevolare l’attività delle api. Da evitare l’uso ripetuto di frese che possono creare suole di lavorazione e accentuare ristagni idrici provocando le condizioni di sviluppo di malattie al colletto e alle radici. Concimazioni: fertilizzazioni equilibrate rendono le piante più sane. Irrigazioni: se in eccesso creano squilibri nutrizionali e idrici che rendono le piante più sensibili. Sovesci: le coperture vegetali possono ospitare un gran numero di insetti utili mentre alcune hanno effetto “allelopatico”. Potatura: una migliore areazione della chioma è generalmente sfavorevole dei patogeni. Siepi: rappresentano delle nicchie ecologiche importantissime per gli organismi utili ed inoltre, come frangivento, possono contribuire a ridurre i danni creati dalle avversità climatiche come il vento forte e freddo.

  15. La raccolta delle clementine è effettuata in periodi diversi secondo la specie ma è, in ogni caso, concentrata tra ottobre e dicembre. La raccolta deve essere effettuata con la massima cura; tale operazione è eseguita da operai specializzati che, con l’ausilio di apposite forbicine, operano il taglio del peduncolo dell’agrume. Il prodotto, raccolto con più passaggi in campo, viene depositato sia in casse che in bins e infine portato nei centri di raccolta.

  16. Qualità di prodotto… Per i consumatori… • è l’insieme delle aspettative che si attendono da un prodotto alimentare • potrebbe identificare un’area in cui le produzioni sono ottenute secondo standard ben definiti e nel rispetto di requisiti minimi relativi agli ambienti produttivi, alle specifiche di prodotto e di processo, alle norme relative al personale

  17. Qualità di prodotto… La qualità è tutto ciò che si riesce a vendere….. • La qualità può essere cose molto diverse e vi sono diversi segmenti di mercato a seconda delle esigenze dei consumatori. • La qualità prodotta dalle singole imprese fa riferimento ad un preciso target di consumatori e non a tutto il mercato! Nota bene: stiamo trattando la qualità non solo in termini di differenziazione produttiva ossia stiamo trattando non solo una qualità oggettiva (assenza di difetti, pezzatura, colore, sapore,…) bensì un’altra dimensione del problema qualità legato all’aspetto non produttivo ma commerciale

  18. Norme, certificazioni, protocolli… Regolamento UE per l’agricoltura biologica: interessa i prodotti derivati da agricoltura che vieta l’uso di prodotti chimici di sintesi. Regolamento CE 2081/92: istituisce DOP e IGP, marchi collettivi comunitari che identificano un prodotto agricolo o alimentare per la sua origine geografica. Non è un’attestazione di conformità qualitativa, bensì il conferimento della protezione, da parte della UE, nei confronti delle usurpazioni del nome finalizzate a sfruttare la rinomanza di cui il prodotto gode presso il consumatore.

  19. Norme, certificazioni, protocolli… Reg. UE per la rintracciabilità in materia di sicurezza alimentare (n° 178/02): nato per garantire al consumatore la conoscenza del percorso compiuto nello spazio e nel tempo da un prodotto alimentare dall’origine fino al consumo finale.

  20. Cufari Francesco GRAZIE PER L’ATTENZIONE

  21. Il termine IGP serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di un luogo determinato in cui non necessariamente tutte le fasi di ottenimento avvengono in tale zona È previsto il rispetto di un disciplinare di produzione nel quale sono definiti areale e metodi produttivi. Il controllo è svolto da Organismi, pubblici o privati, autorizzati dal MIPAF e quindi sottoposti da quest’ultimo a vigilanza

  22. Il disciplinare di produzione riporta un insieme di norme e prassi operative che il produttore deve rispettare relativamente al nome del prodotto agricolo o alimentare, alla descrizione del prodotto, indicando le materie prime, le principali caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche ed organolettiche. Viene indicata la zona geografica di produzione, gli aspetti che comprovano il legame del prodotto con tale zona, il metodo di ottenimento del prodotto e gli eventuali metodi locali che comprovano il legame o l’origine con l’ambiente geografico.

  23. Le clementine di Calabria IGP sono garantite dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ai sensi dell’articolo 10 del Reg. CE 510/06. Per valorizzarle e tutelarle è stato istituito il Consorzio di tutela del marchio IGP che per statuto ha il compito di difendere e promuovere il prodotto.

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