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FRANCIA. La Quinta Repubblica. Caratteristiche: ♦ la Costituzione sembrava fatta su misura per un uomo, De Gaulle, l’uomo forte che sorgeva dal caos

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Presentation Transcript


  1. FRANCIA

  2. La Quinta Repubblica Caratteristiche: ♦ la Costituzione sembrava fatta su misura per un uomo, De Gaulle, l’uomo forte che sorgeva dal caos ♦ il nuovo regime era in rottura con il regime precedente: contro il parlamentarismo esacerbato, contro il regime dei partiti, contro la dominazione senza riserve della legge, contro l’avvilimento dell’Esecutivo, contro la classe politica ♦ l’eventualità di un cambiamento di regime era ancorata nei costumi e negli spiriti

  3. Elementi di forza della Quinta Repubblica • Innovazione sul piano dell’ingegneria costituzionale • Istituzione di una forte leadership a livello nazionale • Modello per le altre istituzioni politiche e sociali • Contributo alla ristrutturazione dei partiti politici e dei gruppi

  4. Ruolo dell’elettore razionale • Straordinario contributo all’istituzionalizzazione del regime e alla sua attenuazione L’elettore è razionale sempre più autonomo rispetto alle organizzazioni politiche, libero in parte degli antichi livellamenti (classe e religione)

  5. Sistema politico francese • Non si riduce né alle regole che si dà né ai principi che ostenta. E’ il frutto della storia e delle contingenze del momento • Le norme costituzionali sono vincoli che si impongono agli attori, ma sono anche risorse manipolate dagli imprenditori politici (ad esempio, l’uso fatto da De Gaulle delle istituzioni costituisce la chiara dimostrazione che procedure autoritarie possono conciliarsi con il ricorso intensivo al suffragio popolare)

  6. Utilizzo della democrazia “diretta” • Referendum come strumento di governo, grazie alla possibilità di “dialogo” diretto tra il Capo dello Stato e l’elettorato, scavalcando il Parlamento ed i partiti Non è però strumento effettivo di democrazia “diretta”: non dispone né del potere di iniziativa, né del potere di proposta, né del potere di formulazione della questione

  7. I tre casi di referendum • Per approvare un progetto di legge sull’organizzazione dei poteri pubblici • Per autorizzare la ratifica di un trattato che influirebbe sul funzionamento delle istituzioni • Per approvare un progetto di revisione della Costituzione

  8. Sistema elettorale • Maggioritario a due turni - uninominale - di lista soglia di sbarramento: vengono ammessi al secondo turno solo i candidati che abbiano ottenuto al primo turno il 12,5% dei voti validi sul totale degli elettori

  9. Conseguenze del sistema elettorale • Tendenza al bipolarismo • Difficoltà per i partiti antisistema di avere una rappresentanza • Partiti piccoli “obbligati” ad alleanze • Meno partecipazione elettorale al secondo turno “al primo turno si sceglie, al secondo turno si elimina”

  10. Introduzione del “proporzionale” • Nelle elezioni “senza posta” (locali e con maggiore libertà di scelta da parte dell’elettore) • Nelle elezioni europee Conseguenza: emersione di nuove forze politiche

  11. La “piazza” ed il “potere” • Senza ricorrere a violenza organizzata o sistematica, vi sono rivolte settoriali che utilizzano la violenza in maniera più o meno spontanea Spiegazione del ricorso alla violenza come modalità di lotta politica: • educazione “repressiva” ricevuta dai francesi • Debole attitudine a organizzarsi in comune

  12. Debolezza dei partiti • Fino al 1990 i partiti non disponevano di un proprio statuto giuridico e si organizzavano in semplici associazioni • Alla fine degli anni ’80 partiti poco influenti, incapaci di creare programmi, di mobilitare militanti e sedurre elettori

  13. Partiti di Destra • UNR (unione Nazionale per la Repubblica) partito gollista 20,4% nel 1958 – 36,3% nel 1962 • CNIP (Centro Nazionale Indipendenti e Contadini) 22,1% nel 1958 – 43,6% nel 1968 (come UDR) • Fronte Nazionale – estrema destra xenofoba dal 12 al 15%

  14. Partiti di centro • MRP (Movimento Repubblicano Popolare) 11% nel 1958 contro il 28,6% del 1946; 9% nel 1962 Elettorato centrista instabile

  15. Partiti di sinistra • PCF (Partito Comunista Francese) nel 1956 primo partito con il 25%; nel 1958 19,2%: stabile intorno al 21% fino al 1978 • SFIO (Sezione Francese Internazionale Operaia) • FGDS (Federazione della sinistra democratica e socialista) 19% nel 1967 con Mitterrand • Accordo fra FGDS e PCF

  16. Il Parlamento • Rispetto ai precedenti regimi, la Costituzione del 1958 assegna severi vincoli al Parlamento

  17. Governo e Parlamento • Influenza dell’esecutivo a spese dell’Assemblea Nazionale: • Apprendimento della disciplina di maggioranza • Il Parlamento si è emarginato e a volte si è limitato al ruolo di una semplice macchina per votare dato il debole professionismo e l’assenteismo dei parlamentari

  18. La rappresentanza • Due Camere: Assemblea Nazionale (camera bassa) Senato (camera alta) La seconda camera ha la “facoltà di impedire”. Carattere non rappresentativo del Senato (eletti in secondo grado da alcune migliaia di grandi elettori eletti localmente)

  19. Funzione di controllo del Parlamento • Può essere puramente di parte, cioè esprimersi per mezzo dell’opposizione. Efficace quando: a) la maggioranza eterogenea, fragile o semplicemente relativa; b) l’opposizione riesce a mobilitare l’opinione pubblica • Controllo con sanzione quando una frazione più o meno importante della maggioranza decide di votare una censura depositata dall’opposizione • Controlli attraverso domande orali e scritte, interpellanze, commissioni di inchiesta, ecc.

  20. Presidente e governo • Il Presidente gode di un doppio vantaggio: beneficia degli atouts e dei privilegi del Capo dell’Esecutivo in un sistema presidenziale; fruisce delle prerogative di un Capo di Stato parlamentare e tale cumulo ambiguo gli assicura contemporaneamente poteri propri • Il Presidente ha ampi poteri anche per lo spazio indeterminato indicato nella Costituzione – Poteri “indefinibili” perché letteralmente “indefiniti”, senza fine

  21. Presidente ed apparato politico-amministrativo • Consigli permanenti e ad hoc • Segretariato Generale della Presidenza • Gabinetto del Presidente

  22. Consiglio dei Ministri Non è un luogo di discussione e di confronto ma semplice organo di legittimazione politica di provvedimenti stabiliti altrove. In caso di “coabitazione” il Presidente può solo ratificare le scelte del Primo Ministro sotto riserva di un rifiuto

  23. Il Primo Ministro • Il Primo Ministro è un uomo del Presidente, subordinato al Capo dello Stato, ma questa dipendenza relativa non esclude, nel segreto dei consigli e degli uffici, aspre discussioni, differenze di valutazione se non addirittura conflitti • Il Primo Ministro non è da considerarsi un semplice “Primus inter pares” • Il Primo Ministro è aiutato nel suo compito da due istanze, una amministrativa, l’altra politica: Segretariato Generale del Governo (con compiti di coordinamento giuridico e delle procedure dell’attività di governo); 2) Gabinetto del Primo Ministro corrispondente politico del Segretariato Generale

  24. Rapporti centro-periferia • Tra centro e periferia si deve parlare di interdipendenza, se non addirittura, di osmosi: a) la classe politica è formata da eletti con doppio mandato: locale (sindaco, amministratore, ecc.) e nazionale (parlamentare) b) istituzionalizzazione dei fattori locali nella vita politica e costituzionale nazionale (Senato)

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