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Diocesi di Milano Ufficio per le Comunicazioni sociali Noi e media LA VERITÀ NELLA COMUNICAZIONE La competenza etica e v

Diocesi di Milano Ufficio per le Comunicazioni sociali Noi e media LA VERITÀ NELLA COMUNICAZIONE La competenza etica e valoriale Marco Deriu. Milano – 11 febbraio 2006. Evidenza della verità. “L’incredibile, spesso, per la folla vale più del vero, ed è più credibile”

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Diocesi di Milano Ufficio per le Comunicazioni sociali Noi e media LA VERITÀ NELLA COMUNICAZIONE La competenza etica e v

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Presentation Transcript


  1. Diocesi di MilanoUfficio per le Comunicazioni socialiNoi e mediaLA VERITÀ NELLA COMUNICAZIONELa competenzaetica e valoriale Marco Deriu Milano – 11 febbraio 2006

  2. Evidenza della verità “L’incredibile, spesso, per la folla vale più del vero, ed è più credibile” (Menandro, Frammenti, 622) Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  3. I media, un ambiente di vita • I media hanno capacità di collegamento e relazione potenzialmente universale • Proprio questa dimensione comunitaria legata ai media va recuperata, estesa e rafforzata, come elemento morale • Costruire uno spazio comune, che inizialmente può essere riconosciuto come quello della famiglia, poi quello di qualunque contesto educativo e sociale Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  4. La comunicazione COMUNICAZIONE • Dal latino communis, “comune”, dalla radice cum, “con” e munus “dono” • Riferimento a un legame, una relazione, una condivisione, un essere-con • Riferimento a un bene prezioso e alla gratuità dello scambio • Due livelli della comunicazione: • il contenuto (il dictum) • la relazione (il modus) Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  5. La comunicazione mediatica COMUNICAZIONE • Nei media, anche in ragione delle tracce tecniche presenti all’interno dei testi veicolati, il modus assume un’importanza fondamentale: • influisce sull’organizzazione dei contenuti • orienta l’atteggiamento ricettivo del destinatario Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  6. La competenza necessaria • Nel sistema dei media, sempre più articolato e complesso, ai fruitori è richiesta una competenza crescente • Conoscenza delle logiche produttive, commerciali e strategiche • Acquisizione di valori di riferimento grazie ai quali poter sottoporre a un vaglio critico la multiforme offerta mediatica Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  7. Quale competenza? COMPETENZA • Il termine deriva da cum (con) – petere:dirigersi verso, cercare • Capacità di compiere una certa attività o compito • Ma anche attitudine a cercare insieme • Rispetto ai media, questa competenza si traduce nella capacità di conoscere, capire e interpretare i testi comunicativi Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  8. La competenza valoriale COMPETENZA VALORIALE • VALORE: da “valere”, essere valido, stare bene • Complesso delle qualità positive in campo morale, intellettuale, professionale • Virtù, bontà di indole e di natura • Importanza di qualcosa in sé o per qualcuno • Utilità di un bene per chi lo possiede • Ciò che è vero, bello, buono Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  9. La competenza valoriale COMPETENZA VALORIALE • Mettere in evidenza i sistemi di valori a cui i media fanno riferimento • Aiutare a discernere: conservare la libertà interiore di fronte alla pressione dei media • Costruire insieme alle persone quella capacità critica che consente di usare i media in modo proficuo, intelligente e creativo Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  10. Cenni di etica dei media COMPETENZA ETICA L’ Etica dei media ha varie declinazioni: • Etica dell’emittenza • Etica della ricezione • Etica della testualità Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  11. L’etica della ricezione • Agire comunicativo del recettore nell’atto di conoscere e interpretare i messaggi • Riflessione etica su atteggiamenti e i comportamenti di consumo prevalenti • Per esempio, si potrebbero esaminare la quantità di tempo dedicata al consumo di informazione (o altre offerte comunicative) e le motivazioni e le modalità di tale consumo (ludico, interessato, distratto, sostitutivo di relazioni interpersonali…) Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  12. Ricezione o fruizione? • Necessario un cambio di prospettiva: • dall’etica della ricezione • all’etica della fruzione • Fruire (lat. frui, radice di frux, “frutto”): usare qualcosa traendone giovamento • Da recettore a fruitore: dal fatalismo deterministico di chi si sente soltanto passivo target all’uso eticamente orientato dei mezzi Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  13. L’etica della fruizione Responsabilità dei fruitori: • capacità di fare un uso critico dei media • Manifestazione di un orizzonte di attese orientato a valori positivi in grado di determinare il comportamento comunicativo degli emittenti • possibilità di influenzare la produzione mediatica Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  14. L’etica della fruizione La competenza etica e valoriale dei fruitori si può sviluppare attraverso un percorso integrato e complementare: • formativo,teso a consolidare la sensibilità etica e valoriale • applicativo,volto a sviluppare la capacità critica di fronte ai testi mediatici Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  15. Percorso formativo • Nella società mediatica, alla persona è richiesto un livello minimo di competenze assai maggiore rispetto a qualche tempo fa, quando poteva essere sufficiente un’alfabetizzazione di base • In questo percorso risiede la centralità dell’azione formativa, che deve essere e-ducazione alla verità (ex–ducere, condurre fuori, far uscire) Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  16. Percorso formativo • Costruire (salvaguardare) un ambito di relazione capace di favorire la discussione, la contestualizzazione e l’interpretazione di qualunque contenuto valoriale venga proposto dai media • La fruizione critica dei testi comunicativi consente commenti, discussioni, riflessioni che permettono di evidenziare, descrivere e riconoscere i valori rappresentati Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  17. La responsabilità dei fruitori • I fruitori devono poter interagire con l’offerta mediatica in modo consapevole • Bisogna formare i destinatari per affinare le loro capacità critiche e di discernimento, ma anche per educarne il gusto, favorire la corretta fruizione dei media e - perché no? - un innalzamento della qualità • La competenza non può essere solo tecnica, deve avere una solida base etica e valoriale • Vale l’etica della prima persona («Io devo»…) Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  18. Percorso formativo • Il destinatario della comunicazione (spettatore, lettore, ascoltatore, internauta) è il protagonista della comunicazione • I fruitori devono imparare a riconoscere le ideologie sottese a un testo comunicativo • Quali valori sono alla base del mondo che ci viene rappresentato dai media? • Che tipo di legame c’è col mondo vero? Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  19. Percorso applicativo Per l’analisi di un TESTO COMUNICATIVO: • Priorità tematiche • Linguaggio e modalità narrative • Spettacolarizzazione • Messa in scena della realtà • Cosa non viene detto e non detto • Strategie di coinvolgimento • Esplicitazione del punto di vista Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  20. Possibili esiti dell’analisi etica • Esplicitazione dei valori veicolati e delle strategie di coinvolgimento • Connotazione/declinazione valoriale • Declinazione del contratto comunicativo • Modalità di coinvolgimento e interpellazione • Identità del destinatario-modello (target) • Margini di libertà interpretativa Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

  21. Verità e (è) libertà • Riferimento alla libertà dell’uomo, intesa come capacità di scelta in un determinato contesto • Libertà sempre “motivata”, concretamente coinvolta in una dimensione di senso • Libertà che deve mediare • fra l“essere” e il “dover essere” • fra il manifestarsi del senso e il suo accoglimento • fra ciò che ha pretesa di valere universalmente, nella misura in cui può essere condiviso da tutti gli uomini in quanto comunicanti (i valori), e ciò che non può che essere di volta in volta assunto su un piano particolare Diocesi di Milano – 11 febbraio 2006

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