1 / 24

Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale)

Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale). Augusto Ninni, corso di A. Arrighetti. Lez 3 Costi. Tecnologia funzione di costo. La tecnologia è rappresentata dalla funzione di produzione modo più efficiente di combinare input per ottenere output

Télécharger la présentation

Economia Industriale, 2014-2015 (3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale)

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Economia Industriale, 2014-2015(3° anno Corso di Laurea in Economia Aziendale) Augusto Ninni, corso di A. Arrighetti Lez 3 Costi

  2. Tecnologiafunzione di costo • La tecnologia è rappresentata dalla funzione di produzionemodopiù efficiente di combinare input per ottenere output • Il modo più efficiente significa sia che l’impresa adotta la tecnologia, ma anche che la tecnologia è liberamente disponibile • Anche se questo non è quasi mai vero: esistono i mercati per la tecnologia (brevetti, licenze); paesi e imprese ottengono dal possesso o dall’utilizzo della tecnologia il vantaggio comparato

  3. q=F(L,K,E) nel lungo periodo • q=F(L,E) dato K nel breve • Differenza fra breve e lungo periodo: l’investimento (= ampliamento della capacità produttiva) • Loperai, impiegati, manager • Kmacchinari, impianti, automezzi, scorte, cap. finanziario (proprietari o azionisti), marchi • E  energia, materie prime • Si ipotizza inoltre il modo più efficiente di acquistare gli input

  4. Funzione di costo • Alcuni input si possono impiegare in modo variabile al variare di q L, E • Molto meno: K • L’impresa efficiente minimizza i costi, usufruendo liberamente della migliore tecnologia possibile e ipotizzando mercati dei fattori (HK, cap. finanziario, materie prime, macchinari e impianti ecc.) concorrenziali prezzi minimi di acquisizione degli input, del loro utilizzo, e quindi dei prodotti finali

  5. Esistono anche i costi di transazione • I costi di transazione sono i costi necessari ad accedere al ed utilizzare il mercato (es. costi informativi, assicurativi, degli intermediari, trasporti ecc.) • Confrontando la somma di costi di produzione e costi di transazione l’impresa decide in modo efficiente tra make e buy (es. integrazione verticalecap. 12)  decide i suoi confini

  6. Tuttavia l’analisi teorica tradizionale considera solo i costi di produzione, per cui quando si fa riferimento al termine “costi” si indica esclusivamente quelli di produzione (a meno di non citare esplicitamente i costi di transazione)

  7. Costi fissi • Costi fissi (FC) = non variano al variare del livello di produzione q • Costi fissi irrecuperabili (sunk FC): costi fissi che non possono essere recuperati se l’impresa modifica o cessa l’attività (es. atto notarile di costituzione di impresa; costo di reclutamento e formazione dei lavoratori) • Costi fissi evitabili: costi fissi che possono essere recuperati se l’impresa cede l’attività (es. marchi, licenze, avviamento)

  8. C Costi fissi Q 8

  9. Costi variabili (VC): costi che dipendono dal variare della produzione (in genere costi del lavoro, delle materie prime, dei semilavorati, dell’energia) • Costi totali = costi fissi + costi variabili • CT=FC+VC

  10. Costi totali C Costi variabili (nell’ipotesi che i costi variabili unitari siano sempre costanti) Costi fissi Q 10 10

  11. costi medi (o unitari): • Rapporto tra costo totale e quantità prodotta: AC=C(q)/q Se C=FC+VC • AC=FC/q+VC/q=AFC+AVC (averagecosts = averagefixedcosts + averagevariablecosts)

  12. curva a U o curva a L ? C/q a U a L Q 12 12 12

  13. I costi marginali • MC Costi marginali = variazione dei costi totali generata dalla produzione di una unità addizionale di output • MC = dC(q)/dq • Derivata prima parziale della funzione di costo totale rispetto alla quantità

  14. La curva dei costi marginali MC interseca sia AVC che AC nel loro punto di minimo C AFC AC MC AVC 0 Q1=10 Q2=20 Q3=30 Q4=40 14

  15. Scelta fra diverse capacità degli impianti: dipende dalla domanda (ma può dipendere anche da comportamenti strategici dell’impresa)

  16. AC 1 = tecnologia flessibile AC 2 = tecnologia rigida (o specializzata) Si sceglie in base alla (variabilità attesa della) domanda di prodotti C AC2 AC1 q q1 q2 q3 q4 16

  17. Breve e lungo periodo • Breve periodo è il lasso di tempo durante il quale il numero di macchine e lo spazio fisico (impianto) sono predeterminati • Modificare macchine e impianto significa incorrere in costi di aggiustamento (elevatissimi e insostenibili nel breve periodo) • Lungo periodoè il lasso di tempo durante il quale è possibile attuare cambiamenti nelle macchine e nell’impianto con costi di aggiustamento nulli • Nel lungo periodo è possibile minimizzare i costi cambiando gli impianti e non solo modificando la q prodotta

  18. Economie di scala • Vi sono economie di scala quando i costi medi diminuiscono all’aumentare della produzione (rendimenti di scala crescenti) • Economie di scala di impresa, e di stabilimento C AC q 18

  19. Fonti delle Economie di scala: Esistenza dei costi fissi di impianto (sia sunkcosts che evitabili) Possibilità di specializzare le risorse (da learningbydoing in poi) Leggi fisiche (volume vs superficie) Scorte precauzionali e legge dei grandi numeri Economie di scala pecuniarie

  20. MES = minimum efficient size = scala efficiente minima • MES (di stabilimento) è il livello minimo di produzione che permette di minimizzare i costi medi di lungo periodo (LRAC)

  21. Economie di scala come barriera all’entrata D MES C AC p1 q q2 q1 21

  22. Economie di scopo • Imprese multiprodotto ed economie di scopo (di varietà o gamma) • Diversificazione del prodotto dell’impresa (gamma) vs differenziazione del prodotto (segmentazione) • Si hanno economie di scopo quando la produzione congiunta di due o più prodotti (non sostituibili) è più conveniente rispetto alla produzione separata di ciascuno dei due • C (q1, q2) < [ C (q1) + C (q2) ] (funzione di costo multiprodottosubadditiva)

  23. Ec. Scopo fisiche (raffinazione vs petrolchimica) • Ruolo della conoscenza e dell’informazione (specializzati vs generalisti) • Ruolo della distribuzione (grossisti multiscopo) • Es. automobilistico (vetture vs camion)

  24. Economie di scala marshalliane (esterne) • Economie di agglomerazione (producono esternalità) • Distretti industriali in Italia

More Related