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Sociologia della comunicazione

Sociologia della comunicazione. LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE

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Sociologia della comunicazione

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Presentation Transcript


  1. Sociologia della comunicazione LA SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE E' la disciplina appartenente alle scienze sociali che si occupa della riflessione critica e dello studio empirico dei fenomeni comunicativi. La sociologia della comunicazione è, quindi, una branca della sociologia che studia le implicazioni e le conseguenze socio-culturali che sottendono i processi di interazione finalizzati alla produzione di senso. Gli ambiti in cui opera la sociologia della comunicazione possono essere riassunti in tre settori: 1 - Comunicazione interpersonale 2 - Comunicazione di massa 3 - Comunicazione attraverso i new media

  2. Sociologia della comunicazione 1. LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE Volendo dare una definizione sociologica di comunicazione si ricorre all'etimologia del termine, “comune” o “comunione”: in abito sociologico la comunicazione è definita come un processo di costruzione collettiva e condivisa del significato, un processo dotato di diversi di formalizzazione, consapevolezza e intenzionalità. L'attenzione è posta, quindi non tanto a quanta comunicazione viene trasmessa ma sopratutto a quale senso viene attribuito ai vari attori della comunicazione in un determinato contesto comunicativo.

  3. Sociologia della comunicazione 1. LA COMUNICAZIONE INTEPERSONALE Già la scuola di Chicago negli anni 1920-'30 individuava nella comunicazione un principio di integrazione: attraverso la comunicazione non forniamo solo delle informazioni ma costruiamo la nostra realtà sociale. Qualche anno dopo, sempre negli stati Uniti la scuola di Palo Alto identifica in ogni comunicazione un aspetto di contenuto e uno di relazione, ponendo l'attenzione su quest'ultimo: quando le persone comunicano non solo scambiano informazioni ma costruiscono la loro relazione e quindi il mondo sociale che li circonda.Essi equiparano la comunicazione ad un comportamento: anche volendo, non comunicare è impossibile.

  4. Sociologia della comunicazione Primo assioma della comunicazione: Non si può non comunicare Paul Watzlawick, uno dei fondatori della Scuola di Palo Alto, afferma che se più persone sono nello stesso luogo si instaura automaticamente un processo di comunicazione. E’ possibile interagire con gli altri senza dover parlare: possiamo trasmettere i nostri messaggi con tutta la nostra persona. Anche il silenzio comunica. A tal proposito è emblematico l’esempio di un viaggiatore che, entrando nello scompartimento di un treno affollato e non desiderando parlare con gli altri viaggiatori, si siede e indossa l’i pod.: non dice nulla, ma chiaramente il messaggio che trasmette è quello di non voler comunicare con nessuno.

  5. Sociologia della comunicazione Secondo assioma della comunicazione: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione All'interno di ogni comunicazione vanno distinti due livelli: il livello di contenuto di un messaggio che trasmette un'informazione, e può riguardare qualsiasi cosa; il livello di relazione si riferisce al tipo di messaggio che deve essere assunto e che definisce la natura della relazione tra i comunicanti. Per fare un esempio molto pratico, l'espressione “Chiudi la porta” esprime un contenuto (la richiesta di chiudere la porta”) ma potrebbe essere detta con un tono pacato o aggressivo stabilendo due tipi di relazione differenti con l'interlocutore

  6. Sociologia della comunicazione • E’ accertato che il processo di comunicazione può realizzarsi su tre diversi livelli: • Livello verbale (con parole)‏ • Livello non verbale (movimenti, gesti e postura)‏ • Livello paraverbale (tono di voce, pause)‏

  7. Sociologia della comunicazione 1. La comunicazione verbale Si realizza per mezzo delle parole o per iscritto. Va ricordato che, nel trasmettere un messaggio, possiamo utilizzare termini che favoriscono il dialogo con i nostri interlocutori ma anche utilizzarne altri non sempre appropriati o che generano perplessità o dubbi. Occorre eliminare frasi del tipo: « Le ruberò poco tempo» : otterrete l’effetto di trasmettere all’interlocutore la sensazione di fargli perdere tempo, ponendovi in una posizione di inferiorità; «non vorrei pensasse che voglio raggirarla»: è un’espressione che può generare nell’interlocutore il sospetto di un possibile raggiro

  8. Sociologia della comunicazione 2. La comunicazione non verbale Si realizza mediante l’utilizzo, in modo più o meno consapevole, dei gesti e dei movimenti del nostro corpo. Il modo di mettersi e togliersi gli occhiali, di fumare, di camminare, di parlare scambiandosi sguardi è l’espressione della gestione del corpo sul territorio (prossemica) e di ciò che desideriamo comunicare. Affinché la comunicazione non verbale possa raggiungere gli obiettivi proposti, è indispensabile avere conoscenza e controllo di tutto ciò che esprimiamo. Il linguaggio del nostro corpo diventa l’espressione del nostro pensiero, senza far ricorso alle parole, anche se coloro che ci osservano o percepiscono i nostri gesti tradurranno in modo automatico, all’interno della propriamente, il loro significato in linguaggio verbale.

  9. Sociologia della comunicazione L’ESPRESSIONE DEI GESTI La conoscenza di alcuni elementi di lettura del linguaggio corporeo ci può aiutare ad assumere informazioni importanti sui nostri interlocutori. IL VOLTO E LE SUE TRASFORMAZIONI Oltre ad espressioni comuni di rabbia, disgusto, soddisfazione, è possibile rilevare altri elementi quali il pallore, il rossore, il sudore che esprimono disagio o comportamenti emozionali. I MOVIMENTI DELLE BRACCIA Muovere le braccia naturalmente significa sentirsi a proprio agio ed esprimere senso di apertura verso gli altri. Al contrario, stare con i gomiti serrati al proprio corpo trasmette un segnale di chiusura.

  10. Sociologia della comunicazione LA POSIZIONE DEL BUSTO E L’ANGOLAZIONE DEL CORPO E’ significativa la posizione eretta assunta dal nostro corpo quando affrontiamo situazioni di interesse e coinvolgimento. Se demotivati, al contrario, assumiamo una posizione accasciata esprimendo malessere. I MOVIMENTI DELLE GAMBE Tenere distese o incrociate le gambe significa trasmettere rispettivamente senso di collaborazione o di rifiuto. IL SORRISO Tutto può essere espresso da un sorriso: serenità, sincerità, inganno. LA POSIZIONE DELLA TESTA Può esprimere senso di superiorità o sottomissione, mentre se piegata leggermente da un lato esprime fascino e interesse verso l’interlocutore.

  11. Sociologia della comunicazione LA RESPIRAZIONE E’ fortemente legata alle nostre emozioni: il ritmo respiratorio cambia a seconda delle circostanze e il nostro stato d’animo. L’AUTOCONTATTO Sostenere il capo con la mani, o farsi massaggi o carezze lievi al viso e al corpo, ha lo scopo di infonderci coraggio in momenti di tensione o di stanchezza. LO SGUARDO Si dice che sia lo specchio dell’anima: può infatti esprimere ironia, rabbia, amore, intesa, ma è anche capace di invadere, mettere a nudo. Evitare lo sguardo significa ostilità, fuga mentre uno sguardo troppo insistente può crearenell’interlocutore un senso di fastidio.

  12. Sociologia della comunicazione L’ANDATURA Il nostro modo di camminare , la nostra andatura, parlano di noi, della nostra immagine, condizionando l’interlocutore. Dipende dalla costituzione fisica ma anche dalla volontà di utilizzare lo spazio che ci circonda. E’ bene assicurarsi che l’appoggio del piede sia completo, evitare il rumore del tacco, le punte dei piedi divaricati o peggio le punte rientranti. Camminare sulle punte indica ingenuità e utopia. LA STRETTA DI MANO Parla di noi nei momenti di incontro e saluto. Distinguiamo tre tipologie: - La presa scivolosa: con mano umidiccia, tipica di persona emotiva; - La presa sfuggente di chi ritira la mano quasi prima che sia avvenuto il contatto; genera un’impressione estremamente negativa; - La presa stritolatrice che esprime eccesso di apertura, tipico di chi pratica sport o di coloro che sono abituati a dominare.

  13. Sociologia della comunicazione 3. La comunicazione paraverbale E’ basata principalmente sul tono, sul ritmo e sulle pause della voce: l’aumento delle pause o l’innalzamento del tono della voce possono sottolineare un momento importante del discorso, mentre un tono di voce basso e lento potrebbe portare l’interlocutore ad annoiarsi. Il linguaggio paraverbale può alterare il significato di ciò che ciò che desideriamo esprimere: non possiamo comunicare felicità per un risultato positivo usando un tono di voce monocorde o basso. Mentire può risultare più facile nella comunicazione verbale e meno nel controllo del linguaggio non verbale e paraverbale. I tre canali di comunicazione devono essere sempre in sintonia tra loro per rendere chiaro, comprensibile eefficace il messaggio che vogliamo trasmettere.

  14. Sociologia della comunicazione Se per esempio alla domanda: siete soddisfatte della lezione??? Rispondete di si ma con un tono ironico o scuotendo la testa prevale senz’altro il senso negativo della risposta: il canale paraverbale e non verbale tendono a prevalere su quello verbale. Una ricerca americana effettuata sull’efficacia della comunicazione ha evidenziato una netta prevalenza del linguaggio del corpo pari al 55%, sul linguaggio paraverbale del 38% e su quello verbale del 7%.

  15. Sociologia della comunicazione

  16. Sociologia della comunicazione IL MARKETING DI SE STESSI Saper comunicare e utilizzare le proprie risorse e abilità, controllare lo stress, saper persuadere, risolvere conflitti, migliorare i rapporti interattivi con gli altri nella vita privata e nel lavoro sono alcuni aspetti di fondamentale importanza nel conseguimento dei propri obiettivi. E’ difficile comprendere ciò che siamo ma lo sforzo per conoscere la nostra immagine risulta essenziale nell’analisi della nostra identità. Essere consapevoli delle potenzialità di un’immagine personale ben gestita, sentirsi a proprio agio in tutti gli ambiti professionali, sviluppare le capacità di previsione, saper influenzare con stile ed eleganza i nostri interlocutori sono degli obiettivi di non poco conto.

  17. Sociologia della comunicazione • FARE MARKETING DI SE STESSI • Fare marketing di se stessi significa innanzitutto saper comunicare: con la parole, con la gestualità del corpo, con l’abbigliamento. Queste le sei regole d’oro per affermare al meglio la nostra immagine: • Saper realizzare nuove idee, essere innovativi; • Saper interagire con adeguati canali di comunicazione; • Avere capacità di pensare a «rete», utilizzando insieme creatività, curiosità, razionalità ed esperienza; • Essere disponibili a mettersi sempre in discussione, accettare i propri errori e confrontarsi con la realtà di tutti i giorni; • Tenere presente che non esistono fallimenti, ma solo esiti negativi dovuti a situazioni e valutazioni errate a cui dobbiamo saper reagire con consapevolezza e determinazione; • Definire il linguaggio, gli schemi e i metodi comportamentali da adottare conservando sempre la propria identità e carattere.

  18. Sociologia della comunicazione COME E PERCHE’ COMUNICARE La comunicazione occupa ogni momento della nostra vita e l’ambiente che ci circonda. Costruendo una buona immagine potremo acquisire credibilità e successo, dando pieno sviluppo a capacità e abilità non ancora esplorate. Occorre scoprire il sé della nostra sfera interna, della nostra identità, per poi trasferirlo, tramite la nostra immagine sulla nostra rappresentazione nella realtà in cui svolgiamo e sviluppiamo le nostre attività comportamentali e razionali. Una persona capace, dotata di ottime qualità professionali, non sempre riesce ad affermarsi opportunamente. Occorre possedere grinta, personalità, far leva sulle proprie motivazioni, saper progettare creativamente il proprio lavoro e il proprio futuro.

  19. Sociologia della comunicazione COME E PERCHE’ COMUNICARE Un altro aspetto da tenere sotto controllo è quello di verificare se il messaggio espresso dal nostro comportamento sia stato compreso o meno, a seguito di alcuni errori manifestatisi nella comunicazione come ad esempio un tono di voce errato, una postura sbagliata. Un feedback ci permetterà di valutare a posteriori il nostro comportamento, analizzando le cause di eventuali errori e la distorsione non pianificata (rumore) al fine di attuare un giusto riposizionamento. Alcuni segnali e codici specifici, tipici di una tendenza socio-culturale, applicati alla nostra immagine, ci permetteranno di entrare rapidamente in sintonia con il gruppo sociale in cui vogliamo inserirci.

  20. Sociologia della comunicazione I CANALI DELLA COMUNICAZIONE I canali di comunicazioni identificano i sensi attraverso i quali l’uomo si relaziona con sè stesso ed il mondo esterno. Generalmente l’uomo tende ad utilizzare per comunicare uno o due sensi tra: vista, udito e tatto; gusto ed olfatto sono utilizzati in maniera minore, contrariamente al mondo animale nel quale sono invece i sensi predominanti (es. due cani che si incontrano si annusano e si leccano per riconoscersi). Esistono pertanto tre canali di comunicazione: Visivo (Vista) - Uditivo (Udito) - Cinestetico (Tatto).

  21. Sociologia della comunicazione I CANALI DELLA COMUNICAZIONE Sono gli strumenti che ci consentono di conoscere meglio noi stessi e di gestire la comunicazione ed i rapporti interpersonali. La loro esatta conoscenza contribuisce ad aumentare all’interno di ogni gruppo sociale e professionale, il grado di tolleranza verso gli altri sviluppando il senso di appartenenza ad un gruppo e la pacifica convivenza. Permettono altresì l’immediata sintonia con ogni tipo di interlocutore ed una migliore gestione della comunicazione.

  22. Sociologia della comunicazione IL MODELLO DI COMUNICAZIONE INTERATTIVA CONTESTO EMITTENTE CODIFICA MESSAGGIO DECODIFICA RICEVENTE MEZZO RUMORE RETROAZIONE RIPOSTA Fonte: PHILIP KOTLER, marketing management

  23. Sociologia della comunicazione • IL CONTESTO • Fisico (aula, sala conferenze, tavolo rotondo, all’aperto)‏ • Cronologico (pausa pranzo, riunione con tempo stabilito, scadenze, ecc. • Culturale (omogeneità / diversità)‏ • Sociale (tra pari, tra persone su scala diversa)‏

  24. Sociologia della comunicazione IL MESSAGGIO Involontario: indipendente dalla volontà del soggetto di comunicare - Arrossire - Tic Volontario: il significato che colui che comunica intende condividere con il destinatario

  25. Sociologia della comunicazione IL RUMORE Tutto ciò che disturba il processo di comunicazione tra un trasmettitore e un ricevente: - Suoni - Un’altra conversazione contemporanea - Brusio - Forti odori - Stati emotivi

  26. Sociologia della comunicazione CODIFICA TVB Ki 6? Cmq Xkè :-)‏ Tnt

  27. Sociologia della comunicazione LA NATURA DEL CONTATTO Nella comunicazione personale o interpersonale la fonte ed il ricevente attivano un contatto diretto che può essere di tipo: FACE TO FACE(il dialogo tra persone avviene nello stessomomento e nello stesso luogo)‏ NON FACE TO FACE(la comunicazione tra persone avviene nello stesso momento, ma non nello stesso luogo) (es. conversazione telefonica, videoconferenza, internet)‏ Nel caso di conversazione face to face tutte le capacità sensoriali ed espressive sono coinvolte

  28. Sociologia della comunicazione IL MODELLO DI COMUNICAZIONE MODELLO ONE TO ONE Implica un flusso comunicativo a due vie, personalizzato, interattivo tra una fonte ed un singolo destinatario MODELLO ONE TO MANY Comporta un contatto a distanza, tramite un mezzo, tra una fonte e una pluralità di soggetti MODELLO MANY TO MANY Prevede un’interazione tra una pluralità di soggetti, che scambiano tra loro informazioni, creando contenuti, tipicamente in un contesto mediato dalla tecnologia (forum, newsgroup, comunità virtuali)‏

  29. Sociologia della comunicazione LA TEMPISTICA DI INTERAZIONE L'interazione può essere di tipo: SINCRONO Il dialogo tra persone avviene in tempo reale come nel caso della comunicazione telefonica o face to face. In questo caso la contemporaneità dei flussi determina un continuo avvicendarsi dei ruoli emittente-ricevente che, a sua volta, implica una co-evoluzione, una compartecipazione al dialogo. ASINCRONO Il dialogo tra persone non avviene in tempo reale come nel caso delle comunicazioni scambiate tramite e-mail o sms.

  30. Sociologia della comunicazione L'ASCOLTO In qualunque processo di relazione e comunicazione l'ascolto risulta una variabile fondamentale. L'ascolto, infatti: - migliora le capacità di decodificazione; - migliora il feedback; - migliora la comunicazione da parte dell'altro. STILI DI ASCOLTO Ascolto valutativo: si tende a giudicare il valore estetico di ciò che viene ascoltato (quali espressioni uso, se ho intercalari, etc.)‏ Ascolto empatico: riesco a comprendere lo stato d'animo dell'interlocutore; Ascolto discriminativo: tipico di chi ascolta “leggendo tra le righe”, convinto che la discussione sia finalizzata ad altro; Ascolto analitico: di chi tende a concentrarsi molto sul contenuto del processo di comunicazione:

  31. Sociologia della comunicazione GLI STILI RELAZIONALI Gli stili relazionali sono modi di entrare in relazione con gli altri; non sono tratti di personalità o di carattere presenti o assenti dalla nascita: tutti possediamo differenti stili relazionali che utilizziamo e adattiamo a seconda: - dell'interlocutore; - del contesto; - dell'obiettivo; - del tempo a disposizione; Possiamo distinguere quattro tipologie differenti di stili relazionali: aggressivo, passivo, manipolatore e assertivo; quest'ultimo rappresenta senz'altro lo stile più funzionale allo sviluppo di sè, al mantenimento della relazione e al rispetto dell'altro.

  32. Sociologia della comunicazione L'AGGRESSIVITA' La modalità aggressiva si basa sulla combinazione di: - capacità di dire ciò che si pensa (trasparenza); - estrema focalizzazione su di sé con una ridotta o nulla capacità di ascolto dell'altro (autocentratura)‏ La persona aggressiva, quindi, dice ciò che pensa senza preoccuparsi di sentire cose diverse dalle sue, anzi parte dal presupposto che la sua posizione è giusta e si afferma a spese del pensiero altrui. Lo stile aggressivo è tipico di chi assume posizioni di superiorità, di chi si impone in maniera diretta senza tener conto di ciò che gli altri possono pensare.

  33. Sociologia della comunicazione COME RICONOSCERE UNO STILE AGGRESSIVO? SEGNALI VERBALI: “Io voglio..”, “Lei non deve..”, “”Non sei mai..”, “non chiedermi spiegazioni”, “Non può funzionare..”, “Non è così..”, “Hai torto..”, “Sei sempre il solito..”; SEGNALI NON VERBALI Sguardo fisso e accigliato; postura supponente di intimidazione; tono della voce alto e aspro; punta l'indice o tiene le mani sui fianchi, batte il pugno sul tavolo; interrompe gli altri; fa cenni di diniego col capo quando gli altri parlano

  34. Sociologia della comunicazione L'AGGRESSIVITA': VANTAGGI E SVANTAGGI VANTAGGI: Possibilità di raggiungere un obiettivo e di operare con efficienza; Basso consumo di energia e di risorse cognitive; Nel breve periodo si gode di forte immagine sociale. SVANTAGGI: Limitato nelle strategie (perchè si basa esclusivamente sulla sua visione del mondo); Nel lungo periodo si è sottoposti a stress e isolamento, con bassa fiducia da parte degli altri e graduale perdita di fiducia in sé stessi. Uno stile relazionale aggressivo può innescare due circoli viziosi: se l'altro è passivo lo diventa ancora di più e la relazione perde ogni senso; se l'altro è aggressivo uguale si avvia un processo di violenza reciproca che può portare alla rottura della relazione.

  35. Sociologia della comunicazione LA PASSIVITÀ La modalità aggressiva si basa sulla combinazione di: - incapacità di dire ciò che si pensa; - focalizzazione su di sé con una ridotta o nulla capacità di ascolto dell'altro e una chiusura sul proprio punto di vista che non è comunque esplicitato. La persona che agisce passivamente non prende mai una posizione chiara e trasparente, non si oppone alle influenze che subisce; spesso ritiene il suo punto di vista giusto ma non lo esplicita e quindi subisce, suo malgrado, quello altrui. Lo stile passivo è tipico di chi ha bassa autostima e ha bisogno di mantenere relazioni di tipo simbiotico che lo portano ad adeguarsi agli altri evitando qualsiasi tipo di confronto/scontro.

  36. Sociologia della comunicazione COME RICONOSCERE UNO STILE PASSIVO? SEGNALI VERBALI: “Mi spiace essere d'impiccio..”; “Mi spiace disturbarla..”; “Non so se ce la farò...”; “Scusa se te lo dico...”; “Ha ragione, mi sono confuso...”, “Sono il solito incapace...” SEGNALI NON VERBALI Sguardo sfuggente , non cerca il contatto visivo con l'interlocutore; la mimica facciale non è coerente con il contenuto della discussione (es. sorride anche quando è aggredito); la postura è chiusa e rigida; il tono della voce basso, lamentoso e timido. L'incapacità di prendere decisioni e la dipendenza dal giudizio altrui fanno sì che i passivi tendano a individuare come “compagni” persone aggressive sulle quali contare.

  37. Sociologia della comunicazione LA PASSIVITA': VANTAGGI E SVANTAGGI VANTAGGI: Possibilità di operare con efficienza; Basso consumo di energia e di risorse cognitive; Utile in condizione in cui la forbice di potere tra i due interlocutori è eccessiva. SVANTAGGI: Stress elevato; Possibilità di sfogo con persone che non centrano niente; Scarsa autostima e immagine sociale; Le relazioni si atrofizzano. Uno stile relazionale passivo può portare una persona ad isolarsi ancora di più.

  38. Sociologia della comunicazione LA MANIPOLAZIONE La modalità aggressiva si basa sulla combinazione di: - scelta deliberata di non dire ciò che si pensa o si vuole (non ci si espone); - focalizzazione su di sé e sull'altro al fine di trovare una soluzione soddisfacente per entrambi (diplomazia) o vantaggiosa per sé (opportunismo)‏ La persona che utilizza la manipolazione a differenza del passivo che non esprime ciò che pensa per paura o per incapacità, non si espone per scelta in quanto esprimere la propria posizione potrebbe rendere vulnerabile la relazione o compromettere il conseguimento degli obiettivi.

  39. Sociologia della comunicazione LA MANIPOLAZIONE Esempio: Durante la nostra lezione mi accorgo che la classe è distratta e ci sono evidenti segnali di non ascolto. Posso decidere di gestire la situazione: DIPLOMATICAMENTE: “Che ne dite se ci prendiamo un caffè e dopo la pausa ci confrontiamo sui dubbi??” (non vi dico ciò che penso ma ascoltando i segnali di stanchezza/disattenzione provo a risolvere il problema salvaguardando me e l'altro)‏ OPPORTUNISTICAMENTE: “Va bene, credo sia giunto il momento di farvi approfondire il concetto con la lettura di una dispensa di 30 pag., avete tempo un'ora” (non vi dico ciò che penso ma ascoltando i segnali di stanchezza/disattenzione risolvo il problema per me)‏

  40. Sociologia della comunicazione COME RICONOSCERE UNO STILE MANIPOLATIVO? SEGNALI VERBALI: “Tu cosa ne pensi?”; “Come vuoi tu, per me non è un problema..”; “Dimmi tu..”; “Non ho altro da aggiungere...”; SEGNALI NON VERBALI Ricerca il contatto visivo; sorride; ha una postura ed un atteggiamento aperto ed accogliente. C'è chi tende ad accorpare passività e manipolazione all'interno di un unico concetto, quello di anassertività. Effettivamente in alcune circostanze è difficile distinguere queste due modalità che sono accomunate proprio dal non esprimere apertamente la propria posizione.

  41. Sociologia della comunicazione DIPLOMAZIA: VANTAGGI E SVANTAGGI VANTAGGI: Buona immagine sociale; Raggiungimento degli obiettivi con salvaguardia della relazione; Ampliamento delle strategie; Fiducia in sè e possibilità di riceverla dagli altri. SVANTAGGI: Sforzo di autocontrollo; Nel lungo periodo può genere una sensazione di ambiguità; Richiede energie e risorse cognitive; Richiede tempo.

  42. Sociologia della comunicazione OPPORTUNISMO: VANTAGGI E SVANTAGGI VANTAGGI: Possibilità di ottenere ciò che voglio (limitato nel tempo perchè è sempre a discapito dell'altro)‏ SVANTAGGI: Perdita completa della fiducia da parte degli altri; Interruzione delle relazioni; Bassa immagine sociale.

  43. Sociologia della comunicazione L'ASSERTIVITA' La modalità assertiva si basa sulla combinazione di: - capacità di dire ciò che si pensa, si sente e si vuole (trasparenza); - focalizzazione su di sé e sull'altro + sospensione del giudizio (se l'altro non la pensa come me non lo ritengo irragionevole o sbagliato) + ricerca costruttiva di una soluzione che sia soddisfacente per entrambi L'assertività può essere definita come lo stile comunicativo che caratterizza un individuo socievole, sicuro di sé e aperto al confronto. La condotta assertiva si basa da un lato su un ascolto aperto, caratterizzato dalla sospensione del pregiudizio e fondato sul rispetto della diversità ma anche sul mantenimento della coerenza ai propri valori.

  44. Sociologia della comunicazione COME RICONOSCERE UNO STILE ASSERTIVO? SEGNALI VERBALI: “Io penso.. e tu cosa ne pensi?”; “Come possiamo risolvere insieme il problema?”; “tu cosa mi consigli?”; “qual è la tua proposta?”; “Per me è importante...”; “Mi piacerebbe molto lavorare con te”; SEGNALI NON VERBALI Mantiene il contatto visivo, lo sguardo è caldo, diretto e costante e mai invasivo; ha una postura ed un atteggiamento aperto ed accogliente, spontanea; la gestualità è cordiale; il volume della voce è adeguato al contesto; utilizza pause per dare enfasi al contenuto del discorso anche per consentire all'altro di inserirsi nel discorso.

  45. Sociologia della comunicazione ASSERTIVITA': VANTAGGI E SVANTAGGI VANTAGGI: Forte immagine sociale; Raggiungimento degli obiettivi con salvaguardia della relazione; Ampliamento delle strategie; Fiducia in sè e possibilità di riceverla dagli altri; Stima in sé e sicurezza; Gestione dello stress. SVANTAGGI: Faticosa da imparare; Dispendio di energie; Richiede tempo.

  46. Sociologia della comunicazione L'ASSERTIVITA' E' il miglior metodo di interazione perchè si basa: - su un comportamento partecipe e proattivo (andare incontro agli eventi, anticipare quando possibile l'azione); - su un atteggiamento responsabile e caratterizzato da piena fiducia in sé stessi e negli altri; - sulla piena manifestazione di sé e sulla capacità di affermare i propri diritti, senza negare quelli degli altri; - su un atteggiamento non censorio che rifiuta l'uso di pregiudizi; - sulla capacità di comunicare ciò che si pensa: desideri, disapprovazione, in maniera diretta e chiara e mai minacciosa o aggressiva.

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