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Gruppo di lavoro “Economia e politiche del settore ittico”

Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Gruppo di lavoro “Economia e politiche del settore ittico” XLIII Convegno annuale SIDEA - Assisi, 7-9 settembre 2006. Alessandra Castellini, Carlo Pirazzoli, Alessandro Ragazzoni, Domenico Regazzi. Applicazione del Codice FAO nelle marinerie

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Gruppo di lavoro “Economia e politiche del settore ittico”

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Presentation Transcript


  1. Alma Mater Studiorum Università di Bologna Gruppo di lavoro “Economia e politiche del settore ittico” XLIII Convegno annuale SIDEA - Assisi, 7-9 settembre 2006 Alessandra Castellini, Carlo Pirazzoli, Alessandro Ragazzoni, Domenico Regazzi Applicazione del Codice FAO nelle marinerie dell’Emilia-Romagna Punti di forza e di debolezza secondo un approccio derivato dall’analisi SWOT

  2. 1 - Obiettivi del lavoro L’obiettivo del presente studio è quello di valutare l’applicazione delle principali indicazioni del codice FAO e del relativo codice europeo di buone pratiche per una pesca sostenibile e responsabile nelle marinerie dell’Emilia-Romagna; l’analisi è stata condotta proponendo la realizzazione e l’impiego di una matrice SWOT, opportunamente realizzata secondo le indicazioni del codice FAO e di quello europeo per una pesca responsabile, al fine di analizzare l’applicabilità degli obiettivi perseguiti dalla normativa alle aziende ittiche che svolgono attività di pesca in Adriatico e, in particolare, per quelle che adottano sistemi a strascico. 2 - Metodologia: lo studio di una matrice dedicata alla pesca Attraverso l'analisi derivata e adattata da quelle di tipo SWOT, è possibile evidenziare i punti di forza e di debolezza al fine di far emergere quelli ritenuti capaci di favorire, ovvero ostacolare o ritardare, il perseguimento di determinati obiettivi. L'efficacia di questa metodologia d'indagine dipende dalla capacità di effettuare un'interpretazione "incrociata" di tutti i fattori individuati. Partendo da tali presupposti, per il presente lavoro l'obiettivo è la definizione di una matrice in grado di rilevare i principali elementi di forza e di debolezza (ossia di vantaggio/svantaggio) che possono derivare all’impresa di pesca dall’applicazione delle indicazioni cogenti e volontarie dedotte dalla normativa di riferimento regionale, nazionale ed internazionale, facenti capo al Codice FAO. In particolare, sono state indagate le marinerie della costa romagnola, individuando le imprese di pesca che adottano il sistema “a strascico” e le peculiarità dello sbarco del prodotto e dei principali mercati di riferimento. La scelta della tecnica “a strascico” è dovuta essenzialmente alla crescita di tale tipologia di pesca, rispetto alle altre adottate nella costa romagnola. La struttura della matrice propone in ordinata i sei orientamenti del codice di buone pratiche per una pesca sostenibile e responsabile della FAO e le relative norme cogenti che attualmente rispondono a tali indicazioni. Ad ogni orientamento corrisponde un articolo normativo che indica all’impresa il rispetto di limiti, di vincoli e di comportamenti in mare che possono diventare fattore strategico per il miglioramento dell’attività, ovvero limite e punto di debolezza.

  3. 1. Le marinerie in Emilia-Romagna Tabella 1 - Campione indagato Fonti: Ns. elaborazione da indagini dirette Fonte: IREPA, 2003 Strascico: sfogliara Strascico: rapido

  4. 2. La matrice di rilevazione Recepimento nazionale del Codice FAO Indicazioni normative nazionali

  5. 3. Il modello di punteggio per la matrice L’indagine condotta presso ciascuna marineria ha permesso di raccogliere informazioni e dati inseriti nella matrice; le indicazioni ottenute sono state parametrizzate secondo una gerarchia di punteggi che ha messo in correlazione l’applicazione della norma ed il giudizio della forza, ovvero della debolezza; i dati numerici sono stati, quindi, ponderati in relazione al numero di imbarcazioni di ciascuna marineria ed al peso attribuito agli obiettivi del Codice FAO. Il sistema dei punteggi è riportato nella seguente tabella. La non applicazione della norma è possibile per la presenza di deroghe all’attività di pesca e di norme nazionali che non hanno attuato le indicazioni del Codice FAO

  6. 4. L’attribuzione dei pesi agli obiettivi di pesca responsabile Per il prosieguo dell’analisi è sembrato opportuno attribuire a ciascun obiettivo principale del Codice FAO un peso relativo espresso da ciascuna marineria. La tecnica utilizzata è quella dell’AHP (Analytic Hierarchy Process) ormai in più occasioni validata in letteratura. PORTO GARIBALDI

  7. Nella seguente tabella sono indicati i pesi attribuiti dalle singole marinerie agli obiettivi del Codice ed i relativi valori medi. E’ importante rilevare che l’indice di accettabilità è sempre inferiore al 10% e, pertanto, non indica errori perversi e la validità degli stessi confermata.

  8. 5. Applicazione della matrice alle singole marinerie La matrice di derivazione SWOT è stata compilata direttamente presso ciascuna marineria, intervistando alcuni responsabili di cooperative di pesca, ovvero di esperti del settore ittico del luogo. Per ciascun punto della matrice è stato chiesto se fosse applicata la norma cogente (ovvero presente una deroga) e se questa potesse essere un punto di forza o di debolezza. La combinazione tra applicazione della norma e effetto positivo o negativo sull’attività di pesca ha generato punteggi diversi. Questo approccio ha permesso di esprimere giudizi sintetici sull’effetto delle norme cogenti dedotte dal codice nell’attività di pesca locale: ad esempio, il valore massimo indica che ogni norma applicata è un punto di forza; viceversa, un punteggio totale molto basso indica una scarsa applicazione della norma, per la presenza di deroghe locali, e la relativa non efficacia. Punteggi attribuiti nell’applicazione della matrice

  9. Punteggi distinti per marinerie

  10. 19,64%

  11. Punteggi pesati attribuiti nell’applicazione della matrice Punteggio pesato = imbarcazioni (numero) * peso obiettivo * punteggio norma

  12. 6. Alcune considerazioni di sintesi • Dallo studio condotto si possono dedurre alcuni elementi di sintesi da proporre come conclusioni e proposte di approfondimento per il futuro: • in un’area di mare particolarmente ristretta (la costa romagnola) operano marinerie che presentano caratteristiche molto diverse tra loro per quanto riguarda sia l’attività complessiva sia in particolare la tecnica dello strascico (per esempio, in merito a dimensioni imbarcazioni, strumenti impiegati, imbarcati, ecc.); • esiste una sintonia di intenti in merito all’importanza attribuita agli elementi principali per la tutela del settore: il rispetto delle risorse ittiche, la sicurezza marittima e la commercializzazione del prodotto. Questo, tuttavia, non implica che le norme presenti siano considerate idonee ovvero sufficienti per la migliore tutela e il raggiungimento degli obiettivi; • l’utilizzo della matrice di indagine ha rilevato che nel complesso l’applicazione delle norme presenti (cogenti, in deroga, volontarie) derivanti dal Codice FAO, solo per il 20% possono essere considerate utili al raggiungimento degli obiettivi. Tuttavia, l’analisi delle singole marinerie e dei singoli obiettivi mostra che esistono profonde differenze tra esse e questo è avvalorato dall’elaborazione di una matrice pesata, in cui il punteggio complessivo supera il 35%; • lo studio, in sintesi, indica che è difficile pensare ad una politica di settore trasversale e univoca. In particolare, le caratteristiche del Mediterraneo (nel caso specifico dell’Adriatico) necessitano di interventi normativi più mirati a tutelare le caratteristiche di pesca locali e legate ad un territorio ed a una cultura radicata.

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